1 - Le iscrizioni votive latine (original) (raw)

183 - Le iscrizioni latine di Venafro

VII,21 -LE ISCRIZIONI LATINE DI VENAFRO Sono qui a Venafro per riconoscenza. È da così tanti anni che mi batto nelle sedi più diverse per promuovere la pubblicazione del patrimonio epigrafi co nazionale che, nei limiti del possibile, mi sento in obbligo di appoggiare ogni seria iniziativa che manifesti sensibilità a questo riguardo. Il Repertorio delle iscrizioni latine del Molise promosso dall'Istituto Regionale per gli studi storici del Molise "Vincenzo Cuoco", un cui volume si presenta oggi, mi è sembrato fi n dal suo primo apparire tra queste. Il prof. De Benedittis, che della collana è non solo direttore e curatore, ma anche principale autore, lo sa bene, perché presi contatto con lui subito dopo la comparsa del primo volume (quello dedicato alle iscrizioni di Bovianum): per concordare una qualche forma di collaborazione che ancora spero possa attuarsi. Ma su questo tornerò tra poco. Nel frattempo, dei sette volumi originariamente previsti, ne sono usciti altri due, il terzo dedicato a Fagifulae, dello stesso De Benedittis, ed il settimo che oggi si presenta, della dott.ssa Capini, dedicato a Venafrum. Parallelamente un volumetto a cura di De Benedittis e Di Niro è stato dedicato alle iscrizioni dell'anfi teatro di Larinum, città alla cui epigrafi a ha dedicato due volumi anche il Dott. Napoleone Stelluti. Insomma anche nel prosieguo del tempo l'iniziativa del repertorio delle iscrizioni latine del Molise ha dimostrato, con la sua vitalità, di meritare la riconoscenza degli epigrafi sti. D'altronde, se è vero che da una vita pratico ed insegno l'epigrafi a, non è solo per puro spirito corporativo che sono vivamente interessato ai suoi sviluppi. Si registra negli ultimi tempi un grande interesse per la storia locale dell'Italia Romana. È stato scritto di recente (L. Polverini) che questo interesse muove da un duplice presupposto storiografi co: 1) che una nuova effettiva storia dell'Italia romana sia pensabile solo come somma, cioè risultato, delle storie delle città che la costituiscono. 2) che d'altra parte le storie delle singole città, lungi dall'essere semplicemente tessere di un auspicato mosaico rappresentano in serio grado l'inveramento dei problemi storici generali relativi all'Italia romana.

3 - L’evergetismo civico nelle iscrizioni latine d’età repubblicana

Un'analisi dell'evergetismo civico nel mondo romano d'età repubblicana è già stata introdotta dalle relazioni di J.-L. FERRARY [De l'évergétisme hellénistique à l'évergétisme romain], pp. 199-225 e di C. VIRLOUVET, [L'apport des sources littéraires à l'étude de l'évergétisme à Rome et dans les cités d'Italie à la fin de la République], pp. 227-248. Venendo ora a trattare dei dati ricavabili dalla documentazione epigrafica latina di quest'epoca, sia consentita anche a me qualche premessa.

Note e giunte alle iscrizioni cristiane di Beneventum

2011

1. "Tra la Beneventum classica e quella elevata a capitale del ducato longobardo, la città tardoantica è di fatto sconosciuta, sia per lo scarso apporto delle fonti letterarie, insufficiente sia quantitativamente che qualitativamente, sia per l'assoluta assenza finora riscontrata di evidenze monumentali" 1 : queste le mie parole nella introduzione alla pars beneventana dell'VIII volume delle Inscriptiones Christianae Italiae, apparso nel 1993. Dopo solo pochi anni il quadro delle ricerche sulla Benevento tardoantica iniziava a mutare in positivo, a giudicare dall'intervento di G. tocco sciaRelli, allora Soprintendente per le province di Salerno, Avellino e Benevento al XXXVIII Convegno di Studi di Taranto nel 1998, incentrato sui territori della Magna Grecia in età tardoantica 2 . Nel medesimo anno, in una efficace sintesi presentata alle VI Giornate di studio sull'età romanobarbarica tenutesi a Benevento, M. Rotili evidenziava i primi risultati -nel senso di revisioni e riletture delle cronologie -dell'attività di ricerche archeologiche mirate anche al periodo precedente l'arrivo dei Longobardi 3 . Le indagini sono continuate per tutto il decennio successivo 4 . Nel 2006 infine è apparsa, curata dal medesimo M. Rotili, una monografia a più voci incentrata proprio sulla Benevento tardoantica: a dire dello studioso, a questo periodo -e non alla fase della presa longobarda della fine del secolo VI -devono essere attribuiti rilevanti mutamenti nel tessuto romano della città e nel suo immediato suburbio 5 . Prove di attività di restauri e modifiche urbanistiche durante i secoli IV e V erano già date da alcuni documenti epigrafici nei quali si ricordano ripristini di edifici pubblici o il recupero di opere d'arte da parte della locale classe dirigente, probabilmente in conseguenza di eventi sismici 6 , anche in linea con quanto testimoniato dalla nota lettera di Simmaco del 375 7 . * Dipartimento di Studi classici e cristiani -Università degli Studi di Bari "Aldo Moro" (Italia). 1 ICI VIII: Regio II. Hirpini (intr. ediz. e comm. a cura di A. E. felle). Bari 1993, 17. Su altri documenti epigrafici postclassici beneventani vedi A. E. felle, Rinvenimenti dimenticati nella cattedrale di Benevento: note epigrafiche e iconologiche. RivAC 70 (1994) 247 -269; id., Tra l'epigrafe classica e l'iscrizione medievale: alcune note sulla produzione epigrafica cristiana di Benevento. In: Incontri di popoli e culture tra V e IX secolo. Atti delle V Giornate di Studio sull'età romanobarbarica (Benevento, 9 -11 giugno 1997). Benevento 1998, 155 -166. Lo iato risultava evidente nella stessa intitolazione della sintesi di M. Rotili, Benevento romana e longobarda. Napoli -Ercolano 1986. 2 G. tocco sciaRelli, L'età tardoantica nelle province di Salerno, Avellino e Benevento. In: L'Italia meridionale in età tardoantica. Atti del XXXVIII Convegno di Studi sulla Magna Grecia (Taranto, 2 -6 ottobre 1998). Taranto 1999, 243 -266, part. 245 -246. 3 M. Rotili, Aspetti dell'insediamento nel Ducato longobardo di Benevento. In: Memoria del passato, urgenza del futuro. Il mondo romano fra V e VII secolo. Atti delle VI Giornate di Studio sull'età romanobarbarica (Benevento, 18 -20 giugno 1998). Napoli 1999, 225 -243. 4 Cfr. M. Rotili, Benevento e il suo territorio: persistenze e trasformazioni. In: I Longobardi dei ducati di Spoleto e di Benevento. Atti del XVI Congresso internazionale del Centro Italiano di studi sull'alto medioevo (Spoleto, 20 -23 ottobre 2002, Benevento, 24 -27 ottobre 2002). Spoleto 2003, 827 -879, tavv. I-XVI, part. 864 -871. Vedi anche M. R. toRelli, Benevento romana. Roma 2002, 245 -306. 5 M. Rotili, Cellarulo e Benevento. La formazione della città tardoantica. In: Benevento nella tarda antichità. Dalla diagnostica archeologica in contrada Cellarulo alla ricostruzione dell'assetto urbano (a cura di M. Rotili). Napoli 2006, 9 -89; da ultimo vedi id., L'assetto urbanistico di Benevento tardoantica. In: Archeologia del paesaggio medievale. Studi in memoria di Riccardo Francovich (Quaderni di Archeologia Medievale 9) (a cura di S. Patitucci uggeRi). Firenze 2007, 151 -160. 6 Cfr. M. R. toRelli, Benevento romana, 254 -271; si veda da ultimo A. E. felle, Una novità epigrafica beneventana. ZPE 173 (2010) 278 -282. La formula di datazione incisa sul fianco della base onoraria per il comes fabricarum Pullidio Argolico (CIL IX, 1590 = ILS 5508) -finora ignota -rimanda all'anno 353 e quindi consente di collegare le attività di ricostruzione curate da Pullidius Argolicus ai ripetuti eventi sismici dell'anno 346 (cfr. I terremoti prima del Mille in Italia e nell'area mediterranea (a cura di E. guidoboni). Bologna 1989, 605 -606, n. 54; vedi anche CIL IX, 2638 = ILS 5588) e non a quello più noto del 375. 7 Q. Aur. Symmach. epist. 1, 3 (ed. o. seeck, MGH AA VI. Berolini 1883, 4 -5): dehinc brevi intervallo Beneventum me recepi. Ibi summo cultu civium plausuque susceptus tanto honore celebrabar ut iam gravarer officiis. Sedulitas enim, quae non MITTEILUNGEN ZUR CHRISTLICHEN ARCHÄOLOGIE 17, 77 -90

Alcune iscrizioni sacre ostiensi

Archeologia Classica, 2019

Il lavoro di revisione – ancora in corso – delle iscrizioni raccolte nei nuovi magazzini del Parco Archeologico di Ostia ha consentito di effettuare – tra i numerosi frammenti conservati – ulteriori abbinamenti; se ne presentano alcuni dei più interessanti relativi a documenti di carattere sacro.

Le iscrizioni in latino di Roma Capitale (1870-2018)

Roma: Quasar, 2019

Il presente corpus epigrafico consiste nella raccolta sistematica e nello studio delle iscrizioni in latino di carattere civile realizzate sugli edifici e i monumenti della città di Roma a partire dal 20 settembre 1870 fino ad oggi. Il corpus censisce un totale di 773 iscrizioni esistenti e di 196 iscrizioni scomparse, individuate attraverso una lunga ricerca sul campo e un alacre spoglio dell'esigua bibliografia sul tema.

F. OLIVERI, Le iscrizioni latine, in M.L. Famà (a cura di), Il Museo Regionale “A. Pepoli” di Trapani. Le Collezioni archeologiche, Bari 2009, pp. 385-396

1 Sorrentino 1922. 2 Supra: Casciolo, Famà. 3 Nonostante l'importanza e l'antichità di tale culto, pochissime sono le epigrafi provenienti da Erice che recano il nome di Venere, sono note: a) un'offerta votiva incisa in lettere arcaiche su colonna, b) una dedica da parte di A]ltinius Vo]ltinius, entrambe in CIL X, 5754 e CIL X

Per un catalogo di iscrizioni latine arcaiche, Università di Padova 2004 (200pp.).

2 3 Si usa quest'espressione, nonostante la sua discutibilità, rifacendosi a quella che è la vulgata, dipendente dall'opera di G. Devoto, Il latino di Roma, del 1944. 4 A. L. Prosdocimi,Lingue dominanti e linguaggi locali, in AAVV, Lo Spazio letterario di Roma antica, Vol. II, Roma 1989, p. 12. 5 Sul concetto di latino dialettale si consideri E. Campanile, Il latino dialettale in Caratteri e diffusione del latino arcaico, Pisa 1993, pp.13-24. facilmente reperibile nell'apparato dei lavori annotati, più recenti e dello stesso Autore. Si sono volute segnalare, distinguendole, anche le principali trattazioni a carattere storico-archeologico.

241 - Le iscrizioni cristiane della Galleria Lapidaria Vaticana

Oggetto della raccolta, iniziata nel 1957 sotto forma di esercitazione per un gruppo di studenti dell'Institutum Romanum Finlandiae e quindi condotta alla stampa da H. Zilliacus con la collaborazione di P. Bruun, I. Kajanto, H. Nordberg ( †), J. Suolahti e R. Westman, sono le iscrizioni dei riquadri cristiani della Galleria Lapidaria del Museo Vaticano non ancora comprese nelle Inscriptiones Christianae Urbis Romae. Non tutte le epigrafi per la verità sono sicuramente cristiane, come si sono resi conto gli stessi Editori che hanno segnalato alcuni casi particolarmente dubbi (nrr. 67 cfr. II pp. 97 e 183, 173, 191, 232, 320): altri forse se ne potrebbero aggiungere. Sono in tutto 325 testi, per lo più latini, di cui 131 editi qui per la prima volta, 183 fi guranti già presso autori vari (68 soltanto nelle schede del Marini), 11 già compresi in ICUR, ma bisognosi di addenda e corrigenda.