Linee guida per la didattica della sostenibilità e della responsabilità (original) (raw)

Ragionare sulla sostenibilità e sulla circolarità

2022

La sostenibilità e la circolarità delle nostre azioni verso l’ambiente, ma anche l’economia e la società, sono argomenti fortemente multidisciplinari, sui quali è importante cercare di ragionare e di interrogarsi, in un ambito in cui non esistono verità assolute, ma una realtà fatta di “soluzioni più adatte” in continua evoluzione. Questo volume vuole dare dei primi elementi per farlo, fornendo spunti di riflessione provenienti da diversi ambiti – dai materiali, alla gestione dei rifiuti, fino al design per la sostenibilità. L’approccio è volutamente colloquiale e, partendo da alcuni casi di studio, vengono introdotte nozioni, direttive e definizioni in modo discorsivo. In generale, l’idea del testo è rappresentare una base per l’approfondimento di tematiche fondamentali, che sono entrate prepotentemente nell’insegnamento di molte discipline, e sono al centro dell’agenda politica europea e mondiale.

Orientare l’agire educativo e didattico attraverso pratiche di cura per una sostenibilità individuale, sociale e ambientale

Formazione & insegnamento, 2024

After having been a fundament of pedagogy, at the centre of studies and research, the category of care today seems to have returned to being an invisible presence, incapable-according to the current logic of profitof responding to the great challenges of society. Precisely because care in pedagogy is first of all care for human formation, the article instead sets out to place pedagogy of care back at the centre of attention, on both the theoretical and practical-reflexive fronts, particularly with respect to educational and didactic action. Since the exercise of care is inherent to social practice, dialogue is one of the care experiences at the very foundation of civilization. Dialogue is configured as the quintessential practice of care for the self, the other and the planet. It contributes to forming the planetary human being, capable of being in the space of encounter where dialogic, open and ironic communication provides an indispensable tool to redefine the subject's forma mentis in the direction of intentional action, fundamental to constructing a more democratic, critical and sustainable society. Dopo essere stata un fondamentale pedagogico, al centro di numerosi studi e ricerche, la categoria della cura oggi pare, invece, tornata ad essere quell'invisibile presenza, incapace-secondo l'attuale logica del profitto-di rispondere alle grandi sfide della società. Al contrario, proprio perché la cura in pedagogia è, innanzitutto, cura-della-formazione-umana dell'uomo, il contributo presenta una riflessione sull'attualità della pedagogia della cura, sia sul fronte teoretico che su quello pratico-riflessivo, in particolare rispetto all'agire educativo e didattico. Poiché l'esercizio della cura è connaturato alla pratica sociale, tra le esperienze di cura che sono fondamento della civiltà, vi è il dialogo. Questo si configura come la pratica per eccellenza di cura del sé, dell'altro e del pianeta, contribuendo alla formazione di quell'uomo planetario, capace di stare nello spazio dell'incontro, dove la comunicazione-nella sua forma dialogica, aperta e ironica-ridefinisce la forma mentis del soggetto verso un agire intenzionale, fondamentale alla costruzione di una società più democratica, critica e sostenibile.

Indirizzi metodologici per un sistema normativo finalizzato alla sostenibilità

Convegno "Tutela architettonica, paesaggistica e ambientale: politica territoriale per un turismo sostenibile - Il progetto SITRuS", Bari 30 giugno, 2008

Tutela architettonica, paesaggistica e ambientale: politica territoriale per un turismo sostenibile-Il progetto SITRuS, Bari 30/06/2008 Indirizzi metodologici per un sistema normativo finalizzato alla sostenibilità di Vincenzo Zito Introduzione Sono un architetto e qualcuno potrà chiedersi cosa ci faccia tra due esperti del diritto: un magistrato ed una giurista. Sono qui perché in questa ricerca mi sono dovuto occupare della normativa connessa al turismo sostenibile e questo l'ho fatto da un particolare punto di vista: quello della sostenibilità complessiva del territorio, ivi compresa la salvaguardia dei valori paesistici, architettonici e naturalistici.

Un laboratorio sull'educazione allo sviluppo sostenibile Spunti per contenuti e metodologie utili nei laboratori formativi per l'anno di formazione

Il 25 settembre 2015 le Nazioni Unite hanno approvato l’Agenda Globale per lo sviluppo sostenibile e i relativi 17 Obiettivi di sviluppo sostenibile (Sustainable Development Goals – SDGs, nell’acronimo inglese), articolati in 169 Target da raggiungere entro il 2030. Si tratta di un evento storico, sotto diversi punti di vista, che manifesta la chiara insostenibilità dell’attuale modello di sviluppo, non solo sul piano ambientale, ma anche su quello economico e sociale. Tutti i Paesi sono chiamati a contribuire allo sforzo di portare il mondo e l’umanità su un sentiero sostenibile. Ciò vuol dire che ogni Paese deve impegnarsi a definire una propria strategia di sviluppo sostenibile che consenta di raggiungere gli SDGs, rendicontando i risultati conseguiti all’interno di un processo coordinato e globale. L’attuazione dell’Agenda richiede un forte coinvolgimento di tutte le componenti della società, dalle imprese al settore pubblico, dalla società civile alle istituzioni filantropiche, dalle università e i centri di ricerca agli operatori dell’informazione, della cultura e dell’educazione....

Università: sguardi obliqui e sostenibilità

CULTURE DELLA SOSTENIBILITA', 2008

In quel pomeriggio di alcuni anni fa, la situazione si era fatta imbarazzante: nell'aula laboratorio avevo di fronte a me una trentina di studenti del secondo anno del corso di laurea in Scienze Biologiche ed eravamo nel pieno di una esercitazione pratica di Anatomia Comparata. Il lavoro programmato era una dissezione di trota per osservare l'anatomia interna del pesce, ma, a seguito di uno di quei "disguidi" che sanno rendere colorata la vita nelle aule universitarie, si era arenato di fronte alla scomparsa degli attrezzi anatomici: bisturi, pinzette, forbicine, normalmente a disposizione degli studenti per operare le dissezioni, erano svaniti e sul bancone giacevano, inutili, gli esemplari di trota. Solo un attimo di sconcerto per me e per il collega che mi affiancava in quella esercitazione, e subito abbiamo sopperito al problema proponendo agli studenti di disegnare su un foglio quanto avrebbero potuto osservare dal vero se tutto fosse stato al suo posto. Non si pretendevano disegni d'autore, opere d'arte, colori, sfumature: bastava uno schizzo, un disegno al tratto che permettesse, a noi esercitatori, di conoscere quanto era già presente nel loro bagaglio culturale e che favorisse, per loro studenti, un approccio all'argomento in esame. Il tempo a disposizione per l'esecuzione del disegno era mezz'ora, terminata la quale i lavori sarebbero stati raccolti, la dissezione di trota sarebbe stata eseguita dai due esercitatori (dotati di attrezzi personali) dopodiché, facendo seguito all'osservazione diretta dell'anatomia degli esemplari così preparati, gli studenti avrebbero potuto proporre correzioni al loro disegno. Il lavoro assegnato ai ragazzi non ci sembrava particolarmente impegnativo: già per altre esercitazioni era pratica consolidata il fare ricorso al disegno per completare le informazioni sull'argomento trattato, ed inoltre eravamo a conoscenza che il giorno precedente, durante una lezione in aula dello stesso corso, il docente aveva eseguito una dissezione su un esemplare di trota, commentando quanto si poteva osservare; nella situazione di emergenza in cui ci si trovava, sembrava quindi che una sorta di "ripasso" di quanto era già stato esaminato potesse essere un buon compromesso a rinforzo delle conoscenze acquisite.

Verde urbano - Linee guida per una gestione sostenibile

Nuove Direzioni n. 41, 2017

Gran parte dei consumi energetici e delle emissioni di CO2 in Europa è associato alle realtà urbane e più dei due terzi della popolazione vive attualmente in questi ambiti. Tali ambiti rappresentano, inoltre, la massima forma di degrado ambientale, rispetto alla biodiversità potenziale di un dato territorio, fino all’estremo del “deserto urbano” di solo asfalto e cemento, troppo inquinato per la maggior parte degli animali e popolato quasi solo da uomini, ratti e insetti infestanti. A questa scala devono essere incentivate e implementate le azioni volte a contenere le emissioni responsabili dei cambiamenti climatici, a incrementare la biomassa vegetale e a tutelare e valorizzare la biodiversità residua o potenziale.