82 - Note in margine alle iscrizioni paleocristiane di Canosa (original) (raw)

Le iscrizioni della cripta della Cattedrale di Canosa

Canosa Ricerche storiche 2010 (Canosa, 12-13 febbraio 2010), a cura di L. Bertoldi Lenoci, pp. 635-645

Tracciare un quadro diacronico e definitivo relativamente alla Cattedrale di S. Sabino di Canosa è assolutamente difficile. Ancora oggi infatti gli storici, ma soprattutto gli archeologi e gli storici dell'arte, possiedono pochi e confusi elementi per delineare un profilo architettonico e storico-artistico del monumento.

Volpe G., Annese C., Corrente M., De Felice G., De Santis P., Favia P., Giuliani R., Leone D., Nuzzo D., Rocco A., Turchiano M. 2003 Il complesso paleocristiano di San Pietro a Canosa. Seconda relazione preliminare (campagna di scavi 2002), Archeologia Medievale, 30, 107-164.

individuate alcune strutture verosimilmente preesistenti .

83 - Osservazioni sulle iscrizioni musive paleocristiane di Aquileia e di Grado

Cercherò di riassumere il senso di un discorso che, concepito più che altro come un commento a diapositive in proiezione, mal sopportava di essere trasferito sulla pagina, per di più senza un corrispondente corredo fotografi co.** 1. -Il quesito iniziale era se, e in che modo, l'epigrafi a potesse recare un proprio contributo allo studio dei mosaici di Aquileia e Grado. Le iscrizioni musive, per lo più di offerenti, su pavimenti paleocristiani, anch'essi musivi, di queste due città, non sono poche, oltre 130, distribuite in quattro edifi ci di culto aquileiesi e tre di Grado. Naturalmente esse sono già state ampiamente considerate da altri, in sé ed in rapporto coi mosaici di cui fanno parte integrante. Si è anche cercato, come è ovvio, di ricavarne criteri di datazione per i mosaici stessi, con tutti i rischi e le incertezze (insieme con i vantaggi) che questa operazione comporta.

Volpe G., Annese C., Ciminale M., Corrente M., De Felice G., De Santis P., Favia P., Gallo D., Giuliani R., Leone D., Nuzzo D., Rocco A., Turchiano M. 2002, Il complesso paleocristiano di San Pietro a Canosa. Prima relazione preliminare (campagna di scavi 2001), Vetera Christianorum, 39, 133-190.

Lo scavo nell'area di san Pietro costituisce la prima tappa di un più articolato progetto di ricerca su Canosa tardoantica e altomedievale, la cui elaborazione è stata sollecitata da motivazioni che attengono tanto alla ricerca e alla didattica sul campo quanto alla tutela e alla valorizzazione.

R. Giuliani, D. Leone, Indagini archeologiche nell’area di Piano San Giovanni a Canosa: il complesso paleocristiano e le trasformazioni altomedievali, in Vetera Christianorum, 42, 2005, 147-172.

L'area di Piano San Giovanni, dominata dal monumentale battistero paleocristiano, è ubicata nel comparto sudorientale della città di Canosa, in prossimità del principale asse viario dell'Apulia romano-imperiale e tardoantica, la via Traiana, rivolta verso i vivaci agglomerati rurali del territorio, quali i vici di Cannae, a breve distanza, e di Bardulos, sulla costa.

Note e giunte alle iscrizioni cristiane di Beneventum

2011

1. "Tra la Beneventum classica e quella elevata a capitale del ducato longobardo, la città tardoantica è di fatto sconosciuta, sia per lo scarso apporto delle fonti letterarie, insufficiente sia quantitativamente che qualitativamente, sia per l'assoluta assenza finora riscontrata di evidenze monumentali" 1 : queste le mie parole nella introduzione alla pars beneventana dell'VIII volume delle Inscriptiones Christianae Italiae, apparso nel 1993. Dopo solo pochi anni il quadro delle ricerche sulla Benevento tardoantica iniziava a mutare in positivo, a giudicare dall'intervento di G. tocco sciaRelli, allora Soprintendente per le province di Salerno, Avellino e Benevento al XXXVIII Convegno di Studi di Taranto nel 1998, incentrato sui territori della Magna Grecia in età tardoantica 2 . Nel medesimo anno, in una efficace sintesi presentata alle VI Giornate di studio sull'età romanobarbarica tenutesi a Benevento, M. Rotili evidenziava i primi risultati -nel senso di revisioni e riletture delle cronologie -dell'attività di ricerche archeologiche mirate anche al periodo precedente l'arrivo dei Longobardi 3 . Le indagini sono continuate per tutto il decennio successivo 4 . Nel 2006 infine è apparsa, curata dal medesimo M. Rotili, una monografia a più voci incentrata proprio sulla Benevento tardoantica: a dire dello studioso, a questo periodo -e non alla fase della presa longobarda della fine del secolo VI -devono essere attribuiti rilevanti mutamenti nel tessuto romano della città e nel suo immediato suburbio 5 . Prove di attività di restauri e modifiche urbanistiche durante i secoli IV e V erano già date da alcuni documenti epigrafici nei quali si ricordano ripristini di edifici pubblici o il recupero di opere d'arte da parte della locale classe dirigente, probabilmente in conseguenza di eventi sismici 6 , anche in linea con quanto testimoniato dalla nota lettera di Simmaco del 375 7 . * Dipartimento di Studi classici e cristiani -Università degli Studi di Bari "Aldo Moro" (Italia). 1 ICI VIII: Regio II. Hirpini (intr. ediz. e comm. a cura di A. E. felle). Bari 1993, 17. Su altri documenti epigrafici postclassici beneventani vedi A. E. felle, Rinvenimenti dimenticati nella cattedrale di Benevento: note epigrafiche e iconologiche. RivAC 70 (1994) 247 -269; id., Tra l'epigrafe classica e l'iscrizione medievale: alcune note sulla produzione epigrafica cristiana di Benevento. In: Incontri di popoli e culture tra V e IX secolo. Atti delle V Giornate di Studio sull'età romanobarbarica (Benevento, 9 -11 giugno 1997). Benevento 1998, 155 -166. Lo iato risultava evidente nella stessa intitolazione della sintesi di M. Rotili, Benevento romana e longobarda. Napoli -Ercolano 1986. 2 G. tocco sciaRelli, L'età tardoantica nelle province di Salerno, Avellino e Benevento. In: L'Italia meridionale in età tardoantica. Atti del XXXVIII Convegno di Studi sulla Magna Grecia (Taranto, 2 -6 ottobre 1998). Taranto 1999, 243 -266, part. 245 -246. 3 M. Rotili, Aspetti dell'insediamento nel Ducato longobardo di Benevento. In: Memoria del passato, urgenza del futuro. Il mondo romano fra V e VII secolo. Atti delle VI Giornate di Studio sull'età romanobarbarica (Benevento, 18 -20 giugno 1998). Napoli 1999, 225 -243. 4 Cfr. M. Rotili, Benevento e il suo territorio: persistenze e trasformazioni. In: I Longobardi dei ducati di Spoleto e di Benevento. Atti del XVI Congresso internazionale del Centro Italiano di studi sull'alto medioevo (Spoleto, 20 -23 ottobre 2002, Benevento, 24 -27 ottobre 2002). Spoleto 2003, 827 -879, tavv. I-XVI, part. 864 -871. Vedi anche M. R. toRelli, Benevento romana. Roma 2002, 245 -306. 5 M. Rotili, Cellarulo e Benevento. La formazione della città tardoantica. In: Benevento nella tarda antichità. Dalla diagnostica archeologica in contrada Cellarulo alla ricostruzione dell'assetto urbano (a cura di M. Rotili). Napoli 2006, 9 -89; da ultimo vedi id., L'assetto urbanistico di Benevento tardoantica. In: Archeologia del paesaggio medievale. Studi in memoria di Riccardo Francovich (Quaderni di Archeologia Medievale 9) (a cura di S. Patitucci uggeRi). Firenze 2007, 151 -160. 6 Cfr. M. R. toRelli, Benevento romana, 254 -271; si veda da ultimo A. E. felle, Una novità epigrafica beneventana. ZPE 173 (2010) 278 -282. La formula di datazione incisa sul fianco della base onoraria per il comes fabricarum Pullidio Argolico (CIL IX, 1590 = ILS 5508) -finora ignota -rimanda all'anno 353 e quindi consente di collegare le attività di ricostruzione curate da Pullidius Argolicus ai ripetuti eventi sismici dell'anno 346 (cfr. I terremoti prima del Mille in Italia e nell'area mediterranea (a cura di E. guidoboni). Bologna 1989, 605 -606, n. 54; vedi anche CIL IX, 2638 = ILS 5588) e non a quello più noto del 375. 7 Q. Aur. Symmach. epist. 1, 3 (ed. o. seeck, MGH AA VI. Berolini 1883, 4 -5): dehinc brevi intervallo Beneventum me recepi. Ibi summo cultu civium plausuque susceptus tanto honore celebrabar ut iam gravarer officiis. Sedulitas enim, quae non MITTEILUNGEN ZUR CHRISTLICHEN ARCHÄOLOGIE 17, 77 -90