Il Quarto Vangelo (original) (raw)

Nota sul Quarto vangelo della Bibbia Einaudi

La Scuola Cattolica, 2023

la nota considera le questioni teoretiche ed ermeneutiche che emergono dalla traduzione del vangelo di Giovanni proposta da Roberto Vignolo per la Nuova traduzione della Bibbia curata da Enzo Bianchi per l'editore Einaudi

La quarta dimensione del romanzo

2013

Ricerca, comunicazione, divulgazione, formazione: termini dai significati diversi eppure interconnessi che hanno costituito una costellazione di riferimento nello sviluppo di questo lavoro, nato dall'esigenza di mettere in connessione la cultura letteraria e la scienza nell'ambito di una proposta didattica. Da un lato il testo analizza le problematiche relative all'azione di comunicazione: un seminario rivolto a insegnanti di discipline scientifiche delle scuole superiori. Dall'altro, presenta i contenuti dell'intervento, ovvero i rapporti tra la teoria della relativita einsteniana e il romanzo europeo degli anni '20 del Novecento. Attraverso un percorso che affronta quattro opere letterarie emblematiche, l'autrice mette in luce le relazioni problematiche che intercorrono tra pensiero scientifico ed elaborazione artistica. Il libro si rivolge dunque a chiunque sia interessato alle connessioni tra diversi ambiti culturali e, in particolare, a coloro che si...

Il primo dei Vangeli

Breve rassegna di studi sul Vangelo di Marco. II Pubblichiamo qui la seconda parte della bibliografi a ragionata dei testi più signifi cativi sul vangelo di Marco editi in lingua italiana ne-gli ultimi dieci anni, proposta da don Matteo Crimella, docente di Esegesi del Nuovo Testamento presso la Facoltà teologica dell'Italia Settentrionale di Milano. In questa seconda sezione della rassegna, pensata quale aiuto remoto alla preparazione della predicazione li-turgica, vengono recensite le monografi e-tesi di dottorato e sag-gi-che offrono gli spunti più interessanti per l'approfondimento del Secondo vangelo. Ad esse si aggiungono due saggi di taglio più spirituale e pastorale che completano la presentazione del ricco panorama di studi su un vangelo per secoli ritenuto 'minore', ma che rappresenta «un tesoro che non smette di interrogare». Monografi e Le monografi e che presentiamo sono di due tipi: tesi di dottorato e saggi. Il genere letterario delle dissertazioni dottorali è ben noto: un'i-potesi di lavoro, un ampio status quaestionis, l'attenta disamina del testo originale, la puntuale discussione della letteratura secondaria, la difesa dell'ipotesi di lavoro che solitamente mette in luce qualche aspetto poco considerato nella ricerca ma valorizzato dalla disserta-zione. Si tratta di testi impegnativi, carichi di riferimenti al greco, con discussioni un po' per iniziati. Leggere queste opere non è tuttavia un esercizio inutile, allorché si è animati dalla giusta curiositas che permette di porsi domande inedite, quindi di scoprire nuove piste di comprensione della Scrittura. Ne prenderemo in considerazione po-chissime, coscienti che la loro lettura chiede tempo e rigore. La Rivista del Clero Italiano 2| 2021

Il "Dit des quatre Evangelistres"

"The famous manuscript Bibliotheque nationale de France, français 25566 (French chansonnier W), which is one of the most interesting anthologies of the 13th Century literature from Northern France (including, amongst the others, the complete works by Adam de la Halle and the Bestiaire d’Amours by Richart de Fournival), contains an anonymous poem composed in couplets d’octosyllabes on the four Evangelists. I publish here for the first time the critical text of this previously unknown Old French poem with an Italian translation, as a first contribute for further researches. A short introduction faces the problem of the possible sources of the text, localizes the author in the same area as the manuscript (Artois) through the linguistic analysis of rhymes and prosody and explains the sense of the poetic use of the tetramo´rphon, the traditional representation of the Evangelists in shape of four Living Creatures, which the poem is entirely based on."

IL TREDICESIMO APOSTOLO

Medioevo, 2014

L'imperatore Costantino Magno sfoggiava il titolo onorifico di Vittorioso, sin dal momento del trionfo riportato sull'augusto Licinio (324), quando il labaro con il monogramma di Cristo (il chrismon) aveva fatto di nuovo da baluardo contro il nemico, e nel 325 decise di organizzare il primo sinodo dei vescovi della cristianità a Nicea (da nike=vittoria; è l'odierna città turca di Iznik, di fronte a Istanbul, sulla costa orientale del Mar di Marmara). Questa volta il nemico da abbattere era la discordia. Costantino vedeva una minaccia preoccupante nei dissidi teologici che contrapponevano gruppi di credenti, incrinando l'unità e l'armonia di una Chiesa sempre più integrata nella società. Era giunto quindi il momento di porre fine a queste diatribe. Il sinodo, con le sue risoluzioni ratificate dal sovrano, doveva riportare la pace in ogni coscienza. Poiché la cattedrale non era adatta a ospitare molte persone, l'incontro si tenne proprio nel palazzo imperiale, nella sala centrale. I vescovi giunsero a frotte. Il loro numero preciso è impossibile da determinare, ma dovettero costituire un'assemblea davvero corposa. Se seguiamo la testimonianza del vescovo Eusebio di Cesarea (260 ca. -339 ca.), autore di un'encomiastica e fondamentale biografia di Costantino, erano presenti 250 prelati, senza contare tutti gli uomini del loro seguito. Stando a Eusebio, appena giunta la convocazione, erano tutti scattati in modo fulmineo alla volta di Nicea, come degli atleti da una linea di partenza. In onore di Costantino venne così a formarsi «un'immensa ghirlanda di sacerdoti». Sembrava che tutto il mondo fosse al cospetto dell'imperatore. «Si riunì in insieme il fiore dei ministri di Dio di tutte le Chiese che si trovavano nell'Europa intera, in Libia e in Asia». Nessuna terra mancava all'appello, dalla Spagna alla Persia. Ma non era solo un'adunanza trionfale alla corte del sovrano. Grazie a quel sinodo, asserisce lo stesso Eusebio, erano tornati in auge i tempi gloriosi dei primordi del cristianesimo. Sembrava rinnovarsi l'incontro degli uomini pii provenienti da ogni angolo del mondo, così come è narrato negli Atti degli Apostoli (2, 9-11). Costantino si trovava tra i ministri di Dio a presiedere un vero e proprio «consesso apostolico». Lo stuolo dei partecipanti prese posto sugli scranni, secondo un ordine puntualmente prestabilito, lungo i due lati maggiori della sala. Prima che l'assemblea si disponesse, un gran vocio doveva rimbombare in tutto l'ambiente, per l'inevitabile confusione dei momenti iniziali e per gli scambi di saluti e di commenti che sono altrettanto inevitabili negli incontri occasionali tra persone dello stesso rango. Pian piano però l'assemblea assunse l'ordine necessario, e, quando ognuno si trovò al proprio posto, si ingiunse a tutti di osservare un silenzio rigoroso. Ogni parola e ogni rumore erano magicamente cessati. Tutti rimasero in lunga attesa, immobili. Dovette sembrare un lasso di tempo interminabile. A un tratto, sulla porta compare un uomo, poi un altro, e un altro ancora. Giunge poi un gruppo di dignitari. Sono tutti uomini di fiducia del sovrano, e prendono posto al centro della sala. Si ordina a tutti di alzarsi in piedi. Finalmente appare Costantino. Eusebio lo paragona a «un angelo del Signore». La sua altezza considerevole e la sua corporatura granitica incutono soggezione, ma l'espressione del suo volto è pervasa da una mitezza che scaturisce dalla devozione e dal timore di Dio. Egli si para davanti all'assemblea nello splendore delle sue vesti imperiali, che fiammeggiano grazie ai barbagli dell'oro, della porpora e delle pietre preziose. Incede verso il culmine dell'aula (il tribunal sopraelevato con un'abside sul fondo), dove i suoi attendenti gli mettono a fianco un piccolo trono di legno, tutto rivestito d'oro. Prima di prendere posto, il sovrano invita tutti i convenuti a sedersi. In tal modo, dopo aver accettato l'omaggio dei prelati -che lo avevano accolto in piedi, in religioso silenzio, come era previsto dall'etichetta di corte -, concede loro il privilegio di accomodarsi prima di lui. Costantino si trova così assiso su un trono che rifulge d'oro, ma che si allinea per dimensioni agli scranni di ciascun prelato. Egli presiede i lavori, egli è l'imperatore, ma al tempo stesso vuole porsi in un rapporto paritetico con i convenuti. Non è accompagnato dai dorifori e dai soldati della guardia imperiale, come di solito avviene in tutte le assemblee a cui partecipa, proprio perché non vuole che si crei alcuna barriera tra la sua autorità e i ministri di Dio, che devono sentirsi accolti nel suo palazzo come se fossero a casa propria.

Il Vangelo di Marcione

Ricerche Storico Bibliche, 2015

Il vangelo di Marcione. Criteri non scritti di scelte testuali L'interesse per la figura di Marcione, a causa del forte influsso esercitato su tutta la storia del cristianesimo, trova il suo spazio anche nei tempi attuali. Nel contesto dell'inesausta riflessione sulle istanze canoniche dei testi biblici, in particolare quelli neotestamentari, uno sguardo alla vicenda di Marcione non è inutile per comprendere una fase germinativa della formazione del canone biblico, poiché la Bibbia, in ogni sua parte e nel suo insieme, non può essere capita al di fuori della storia che l'ha prodotta. Non si tratta solo di capire da quale comunità provengono e da chi sono stati scritti dei testi, ma anche di come i testi sono stati trasmessi, raccolti e interpretati. L'interesse per Marcione, per quanto riguarda il nostro angolo visuale specifico, si colloca, a mio avviso almeno su tre livelli.