Enthymema IV 2011 Riconcettualizzare la Narratologia. Argomenti per un approccio funzionalista e costruttivista alla narrazione 1 (original) (raw)

Enthymema I 2010 Raccontare nel Tempo (II): Cronologia, Teleologia, Narratività

In questa sezione centrale di Telling in Time II, Meir Sternberg rivolge la propria riflessione alle questioni sorte dall'incontro tra temporalità e narrazione osservato nella parte iniziale del saggio: strategie retoriche di controllo discorsivo, effetti narrativi, dinamica teleologica della sorpresa, so-no tutte problematiche, queste, appartenenti a quella dimensione pragmatica che caratterizza la prospettiva di indagine dell'autore. Il percorso argomentativo dei primi capitoli di queste pagine affronta infatti il discorso sugli effetti narrativi, presente nella storia degli studi letterari fin dalla Poetica aristotelica, a partire da premesse che consentono di gettare nuova luce su di essi: se i con-cetti aristotelici di «rovesciamento», «riconoscimento» e «sorpresa» sono entrati nelle teorizzazioni novecentesche-Sternberg osserva in particolare i lavori pioneristici di Propp e le implicazioni introdotte nell'esperienza narratologica-in forma pressoché immutata, conse...

Annotazioni sui fondamenti epistemologici della narratologia

2016

Si presentano alcune riflessioni sui fondamenti epistemologici della narra-tologia, mostrando come l'attività teorica sia da essi profondamente influenzata. Ter-minologie, definizioni, modelli, teorie non sono mai scelti e formulati in modo neu-trale, generano sempre delle conseguenze nell'applicazione, nello sviluppo di una di-sciplina e nella loro adattabilità al contesto. In particolare vengono delineate le diffe-renze fra due paradigmi epistemologici di base, quello oggettivista e quello costrutti-vista, argomentando in favore del secondo. A reflection on the epistemological foundation of narratology is very much needed today, since our theoretical activity is deeply influenced by its underlying assumptions. Terms, definitions, models, theories are never chosen and formulated in a neutral way, they always bring about some consequences in their application, in the development of a discipline, and in their adaptivity to the context. In particular, the differences between two basic epistemological paradigms are outlined, the objectivist and the constructivist one, bringing forth several arguments in favour of the latter.

Enthymema XXIV 2019 Ariosto e il Cardinale Appunti critici su Freud e lo scrittore creativo

L'atteggiamento di Freud nei confronti della fantasia è ambivalente. Per un verso egli segue il metodo positivista, per cui i prodotti fantastici sono "non provati" e quindi falsi. D'altro canto però egli si dimostra un buon letterato nel descrivere i suoi casi clinici (Il caso di Dora, L'uomo dei lupi…) al punto di ricevere nel 1930 il premio Goethe. Il suo insistere in molti casi sulla ricerca delle cause fu criticato fin dagli anni Venti, ad esempio da Vygotskij. La psicoanalisi di Freud tuttavia non si esaurisce in questo ambito, come si può ricavare da alcuni passi delle sue opere, in cui risulta che la fantasia e la scena onirica costituiscono una sorta di decostruzione capace di reinventare la realtà.

Reduplicazone strutturale e conoscenza dell'arte del racconto nel racconto: la 602a notte

In un saggio dedicato al fascino ambiguo esercitato dalle storie narrate dai personaggi di un racconto, Borges accenna a un momento delle Mille e una notte in cui Shaharazàd racconta al sultano Sharhriyaàr la sua stessa storia. Diversi lettori di Borges, tra i quali Italo Calvino, hanno cercato invano questo racconto, che Borges dice sia stato pronunciato dalla bella narratrice nel corso della 602° notte. Rileggendo le Mille e una notte e analizzandone la struttura, questo articolo dimostra che il racconto citato da Borges si trova in realtà proprio dove lui lo ha indicato e che chi lo ha cercato senza trovarlo è stato ingannato da una visione ingenua della complessa architettura dell’opera. Pubblicato in "Intersezioni", a. XI, n. 2, agosto 1991.

La complessità della narrazione e della narratologia

Enthymema, 2018

Negli ultimi cinque anni vi è stata un'attenzione crescente per le teorie della complessità da parte di narratologi. La recente summa della narratologia mondiale Emerging vectors of Narratology (Hansen et al. 2017) contiene due saggi dedicati a questo tema e due volumi collettivi sono in pubblicazione. Questo articolo presenta le motivazioni di tale interesse per la complessità e traccia alcuni percorsi intorno a concezioni sistemiche della narrazione, dal Formalismo russo, ad una recente proposta di John Pier, fino a giungere alla narratologia cognitivista di seconda generazione. /// In the last five years the attention of narratologists for complexity theory has been growing. The recent most comprehensive collection of narratology, Emerging vectors of Narratology (Hansen et al. 2017), includes two essays on the topic and two other collective books are forthcoming. This article explores the motivation of such interest in complexity and puts forth some reflections on systemic conceptions of narrative, from Russian Formalism, to a recent proposal by John Pier, ending with second generation cognitive narratology.

Narrativa e narratologia innaturale: oltre i modelli mimetici

2019

La narratologia innaturale costituisce una delle prospettive più interessanti nel panorama narratologico contemporaneo. Il saggio di cui si propone la traduzione-"Unnatural Narratives, Unnatural Narratology: Beyond Mimetic Models" di J. Alber, S. Iversen, H. S. Nielsen e B. Richardson-offre un primo sguardo su questa prospettiva, che l'introduzione cerca di integrare allargando il discorso anche alla luce degli sviluppi successivi delle ricerche unnatural. Parole chiave-Narratologia innaturale; Narrativa innaturale; Cognitive Poetics. Abstract-Unnatural narratology is one of the most interesting proposals in today's narratological landscape. "Unnatural Narratives, Unnatural Narratology: Beyond Mimetic Models", by J. Alber, S. Iversen, H. S. Nielsen e B. Richardson, offers an initial understanding of this perspective, while the introduction aims to further enlarge the discourse in light of its most recent developments.

Narrativa innaturale, narratologia innaturale. Oltre i modelli mimetici

J. Alber, S. Iversen, H. S. Nielsen e B. Richardson, Narrativa e narratologia innaturale: oltre i modelli mimetici, 2019

La narratologia innaturale costituisce una delle prospettive più interessanti nel panorama narratologico contemporaneo. Il saggio di cui si propone la traduzione – “Unnatural Narratives, Unnatural Narratology: Beyond Mimetic Models” di J. Alber, S. Iversen, H. S. Nielsen e B. Richardson – offre un primo sguardo su questa prospettiva, che l’introduzione cerca di integrare allargando il discorso anche alla luce degli sviluppi successivi delle ricerche unnatural.

Fra discorso e narrazione. Appunti di lettura

Barthes: mi piace

Il problema del nesso fra struttura e storia, fra sistemi di significazione e processi memorabili del passato è fra i più discussi nella cultura del Novecento, e forse fra i più fraintesi. Già la dicotomia saussuriana diacronia/sincronia provava a superare ogni malinteso a proposito di una presunta contrarietà (ontologica ed epistemologica) fra sistemi e mutamenti linguistici, ricordando come si tratti di sguardi diversi sul medesimo fenomeno sociale: lo studio diacronico, comparando fasi temporali diverse della langue, non si oppone a quello sincronico ma lo presuppone. Analogamente Lévi-Strauss sosteneva che etnologia e storiografia collaborano e non confliggono, di modo che il 'carattere cieco della storia' fornisce ai sistemi antropologici il materiale a partire da cui istituirsi e incrinarsi. Al seguito di Hjelmslev, Greimas ricordava come a porre il problema del senso -e dunque l'urgenza di una semantica strutturale -è il lavoro empirico delle scienze umane, fra cui, soprattutto, quelle storiche: selezionare gli avvenimenti del passato è metterli * Queste note prendono spunto dalla mia relazione introduttiva al seminario "Storie di Barthes" (Urbino, Centro internazionale di scienze semiotiche, 23 marzo 2015), sostanziato, fra gli altri, dagli interventi di Fabbri, Marsciani, Migliore e Pezzini pubblicati qui di seguito.