L'ORIGINE E' LA META (original) (raw)

La nostalgia dell'Origine

Il Pensiero Storico - Rivista internazionale di storia delle idee, 2022

La fenomenologia della "nostalgia dell'origine" ricondotta alla sua essenza metafisica nelle tavolette d'oro orfiche

L'immaginario delle origini

Lexia, 2011

Keywords: semiotics, imagination, Torah, Hesiodus, original Summary: This paper works about the concept of cultural imagination as a structured collection of "things" recognized by a culture as "existent". This idea is applied to two "original imaginations", the Jewish one, which is described by the first chapter of Genesis (Bereshit) Book; and the Greek one, as described in Hesiodus Theogonia". They happen to be very different: the Jewish imagination is very concreet, poor in number of names ("existing things") and strongly structured in a very characteristic way; the Greek one is inflationary, rich in proper names, inflated by abstract properties. The difference between the two imaginations is consistent with the cultural differences between ancient Greek and Jewish civilisation, and that support the idea that the imagination analysis could be a very useful device for culture semiotics.

I Nodi delle Origini

Il Nodo di Salomone, un simbolo nei millenni, 2010

1 LE ORIGINI: I PRESUPPOSTI NEOLITICI Di origini e non di un'origine del nodo di Salomone dobbiamo parlare: questa è una prima certezza dopo aver appurato una diffusione tanto vasta quanto estesa nel tempo. Gli esempi precolombiani da soli sostengono in pieno la tesi, ma sappiamo altresì che lo stesso fenomeno è per tutti i simboli basilari, quelli che appaiono come una sorta di patrimonio comune, comune a culture fra le più diverse e lontane. Simboli che paiono quindi "confi nare" con le matrici che defi niamo archetipi o per meglio dire essere loro dirette o vicine emanazioni, dato che l'archetipo in sé è considerabile irriducibile ad una forma. Ma questa è la meta concettuale, da indagare, del nostro argomento, ed altra sede, più fi losofi ca, è per tale questione più adeguata; a noi interessa in primis appurare la manifestazione del segno, indagarla, studiarne gli sviluppi e le relazioni, tentare di intenderne i valori gnoseologici. Solo su basi certe possiamo poi seguire rifl essioni che spostino il confi ne del conosciuto, confi ne nel caso di simboli e archetipi che è facile intuire molto elevato. Fra i nuovi elementi emersi in questi ultimi anni uno è di particolare valore, quello relativo all'area delle grandi civiltà mesopotamiche, ma almeno altri due casi meritano una breve nota: quello delle ceramiche thailandesi del VII mill. e quello dei decori balcanici del V mill., due casi di piena preistoria, emblematici di simili fenomeni che, pur con minor evidenza, si segnalano e si presuppongono in altri punti del pianeta. In Thailandia dunque il caso più antico, non di nodo salomonico, ma di intrecci a bande che avvicinano concettualmente ad una radice del nostro simbolo: si tratta di frammenti ceramici (terraglia) incisi a pettine in cui è evidente il sovrapporsi e legarsi delle trame. Nulla di straordinario se non si trattasse di manufatti vecchi di nove millenni che provengono da una cultura montana che sviluppa tecniche agricole, di allevamento e ceramica indipendentemente dai paralleli tentativi nella Mezza Luna fertile ed altri d'ambito neolitico iniziale. Il rinvenimento si situa nella "Caverna dello spirito" al confi ne birmano, sito che rappresenta, con quello di Nok Tha, una delle maggiori scoperte dell'archeologia asiatica (Solheim 1972); tali siti ci testimoniano, confermano, quel salto di qualità ideologico che già le prime comunità sedentarie o semisedentarie hanno sviluppato, quel formarsi di un humus che produrrà straordinarie, innovative soluzioni tecnico-ideologiche (è possibile tracciare un confi ne tra i due ambiti?) e che supponiamo manifesti in pieno quell'attenzione ai legami, ai rapporti organici fra gli elementi, al nesso fra cause ed effetti che è alla base strutturale dell'intera sfera iconografi ca cui il nostro simbolo appartiene.

IL RITMO ALL'ORIGINE DELLA FORMA

Ripercorre la storia della nozione di Ritmo nella filosofia occidentale e orientale, come principio dinamico nella genesi delle forme biologiche e artistiche. Individua nella frattura platonica anima-corpo la crisi del ritmo in occidente. Comparando poi, in particolare, la retorica del ritmo nel Teatro Eurasiano di Eugenio Barba e nel Natya (teatro-danza indiano), ne mostra in entrambi il valore ascetico-iniziatico e insieme socialmente vitale.

ROUSSEAU E L'ORIGINE ASSENTE APPUNTI PER UNA DISCUSSIONE

Etica & politica / Ethics & Politics, XXV, 2023, 1, pp. 185-200, 2023

This article discusses Francesco Toto's book, L'origine e la storia, highlighting its positive and problematic aspects. It first summarises the structure and content of the theses set out in it, and then, through a brief foray into Rousseau's texts, attempts to discuss the author's central thesis, according to which in Rousseau there is a 'homogeneity' between origin and history. The thesis presented in this article tends to defend the duplicity of the relationship established by Rousseau between nature and history. This duplicity manifests itself problematically in the idea of history as a negation of origin and in the idea that history is a genetic development from nature itself.