La otra ciudad : Región rural periurbana de La Plata (original) (raw)

La frammentazione del paesaggio periurbano

2003

Il dottorato di ricerca in Progettazione paesistica è stato attivato con il XII ciclo nel 1997, su iniziativa della professoressa Mariella Zoppi, che lo ha coordinato fino all'aprile 2000, quando il coordinamento è passato al professor Giulio G. Rizzo. È in corso il XVIII ciclo. Il dottorato ha attivato tre percorsi formativi da intendersi come linee guida per orientare le singole ricerche dei dottorandi: aree naturali, piano e progetto; verde urbano, piano e progetto; le risorse naturali nel paesaggio urbano: l'acqua. Gli esiti che si prefigurano alla fine del triennio di ricerca sono due: formazione di personale altamente qualificato da inserire in organismi di ricerca pubblici (università, CNR) o privati (fondazioni operanti nel settore) e formazione di una figura di paesaggista, sensibile ai valori dell'ambiente, delle aree protette e del paesaggio, in grado di coprire ruoli d'elevata responsabilità presso ministeri, agenzie per l'ambiente, regioni, province e comuni, parchi e riserve naturali. Il dottorato, oltre le normali lezioni previste dall'ordinamento, organizza periodicamente seminari, conferenze e convegni aperti agli studenti ed agli specializzandi. Questo volume riporta gli esiti degli studi svolti dal 1999 nell'ambito del Dottorato di ricerca in Progettazione paesistica dell'Università di Firenze. L'elaborazione della ricerca è terminata nel novembre 2001. La tesi è stata discussa nel marzo 2002, presso il Dipartimento di Urbanistica e Pianificazione del territorio della Facoltà di Architettura di Firenze (presidente della commissione Andrea Tosi, del Politecnico di Milano, commissari Biagio Cillo, dell'Università della Calabria, e Pompeo Fabbri, del Politecnico di Torino). La revisione per la pubblicazione è stata conclusa nel novembre 2002. Il lavoro ha tratto importanti benefici dal supporto delle molte persone con cui ho avuto modo di confrontarmi in più occasioni di studio e di discussione teorica, come anche di applicazione in altre esperienze di ricerca. Dei preziosi indirizzi scientifici per l'impostazione e lo sviluppo della ricerca, ringrazio i coordinatori del dottorato Giulio G. Rizzo e Mariella Zoppi, il tutor Augusto Boggiano, a cui devo inoltre importanti suggerimenti riguardanti le specificità del territorio fiorentino, e gli altri componenti il Collegio dei docenti, fra i quali in particolare Antonello Boatti, Gabriele Corsani, Guido Ferrara, Massimo Olivieri e Andrea Tosi, per i molti contributi di discussione, risultati determinanti nella stesura dello studio. Tutta la mia gratitudine va inoltre a Giuliana Campioni, Mario Di Fidio, Matteo Guccione, Bernardino Romano che, in ambiti scientifici ed occasioni di incontro diverse, hanno sostenuto e stimolato varie fasi della ricerca ed al caro amico Biagio Guccione, che ho avuto vicino dalle prime elaborazioni, fino a quelle conclusive. Un ringraziamento speciale ad Antonella Valentini, per i costanti e sostanziali contributi scientifici alla revisione critica del lavoro, ed a Simona Cappellini e Chiara Tesi, per l'attenta predisposizione di alcune basi cartografiche, utilizzate nella parte applicativa della ricerca.

I territori labili del Rio de La Plata: tracce di portualità a Buenos Aires

• qap qap città porto matrici architetture scenari città porto Quaderni di Architettura del Paesaggio matrici architetture scenari a cura di cristina pallini e stefano recalcati Il volume documenta un impegno di ricerca per le tesi di laurea, di dottorato e borse di studio, che ha trovato nella didattica dei Laboratori un momento di verifica progettuale, attivando-secondo una consolidata tradizione-rapporti diretti con gli attori istituzionali dei diversi contesti. Già dalla fine degli anni Sessanta il gruppo coordinato da Piero Bottoni, Lucio Stellario d'Angiolini e Lodovico Meneghetti si era occupato di Genova nel quadro del dibattito sul Progetto '80. Nell'ottobre del 1988, si svolse a Livorno il seminario Città porto, organizzato dal Corso di Composizione Architettonica tenuto da Enrico Mantero. Partendo da quelle esperienze, si confrontano oggi nuovi studi e proposte, con le quali si vuole far sintesi in vista di nuove interlocuzioni. Le città-porto sono un osservatorio privilegiato per coniugare architettura e insediamento, per attivare un doppio scambio tra il punto di vista del progettista e quello dell'urbanista. L'accessibilità e gli scenari di intermodalità richiedono progetti funzionalmente efficienti e con un alto grado di specializzazione ma, per l'entità delle risorse coinvolte, divengono momenti cruciali di rimodellamento delle città e del paesaggio. In contesti stratificati, sia per la condizione di soglia, sia per il regime mutevole degli scambi, il progetto della portualità-in senso complessivo e infradisciplinare-è stato decisivo per reinterpretare e rilanciare di volta in volta i destini delle città. Le fotocopie per uso personale del lettore possono essere effettuate nei limiti del 15% di ciascun volume/fascicolo di periodico dietro pagamento alla SIAE del compenso previsto dall'art. 68, commi 4 e 5, della legge 22 aprile 1941 n. 633. Le fotocopie effettuate per finalità di carattere professionale, economico o commerciale o comunque per uso diverso da quello personale possono essere effettuate solo a seguito di specifica autorizzazione rilasciata dagli aventi diritto/dall'editore.

Il Distretto Rurale

2005

10 A riguardo si veda FAVIA F., "Possibilità e limiti dello sviluppo locale. Una nota troppo lunga e semiseria sui distretti industriali marshalliani", La Questione Agraria, n.45, 1992, p. 154-155. Per Goglio una teoria economica dello sviluppo si rivela "impossibile qualora per economia si intenda il campo delimitato dagli strumenti della disciplina economica vera e propria", questo i n quanto causa di un'economia politica caratterizzata dalla a-temporalità ed a-spazilità e quindi dalla a-storicità, cfr., GOGLIO S., "Economia regionale e sviluppo economico", cit., p. 24. Si veda inoltre IACOPONI L., "La bioregione. Verso l'integrazione dei processi socioeconomici e ecosistemici nelle comunità locali", Edizioni ETS, Pisa, 2001. 11 GAROFOLI G., "Economia del territorio",cit., p. VII. 12 Sui processi di "convergenza" si veda ad esempio BOGGIO L., SERAVALLI G., "Sviluppo e crescita economica", cit. p. 201 in cui si afferma "nella discussione sulle ricerche empiriche (Capitolo 5) si è avuto modo di sottolineare che non vi sono prove di tendenze diffuse verso la convergenza. Ciò ha costituito un problema per la teoria neoclassica, per la quale invece la convergenza costituisce, all'interno delle sue ipotesi standard, un risultato ben stabilito" . 13 "Basato sull'opposizione del centro alla periferia, con un ruolo subalterno (e, talvolta, di dipendenza/funzionalità) del secondo termine della dicotomia rispetto al primo", GAROFOLI G., "Economia del territorio", cit. p VI. 14 "Secondo questo filone interpretativo, […], il processo di sviluppo, determinerebbe un processo fisiologico di «traboccamento» dal centro alla periferia, senza tuttavia alcuno spazio di autonomia e di differenziazione" per le aree coinvolte, Ibidem. Tuttavia c'è chi sostiene l'attualità interpretativa di questi modelli. Palo Costa nel suo"Lo sviluppo economico italiano tra l'«uno» e il «molteplice».Modelli e interpretazioni delle trasformazioni produttive dal 1950 al 1980" in BECATTINI G. (a cura di) "Modelli locali di sviluppo", Il Mulino, Bologna, 1992, pp. 69-72, sostiene che " la sola categoria di modelli che consente di dare una interpretazione complessiva dei tanti fatti locali che hanno caratterizzato l'ultimo sviluppo italiano ci sembra quella costituita dai modelli di «filtering-down»". Secondo Costa "è tra questi modelli che dobbiamo cercare il connettivo che lega le tante manifestazioni della valorizzazione periferica". 15 Rimandiamo a vari rapporti della Commissione europea sulla Coesione sociale e territoriale, alla documentazione dell'ONU e dell'OCSE. di), "Esperienze di programmazione dello sviluppo locale. Il caso del Parco dei Nebrodi", Franco Angeli, Milano, 2004. 131 PACCIANI A., "La Maremma distretto rurale. Un nuovo modello di sviluppo nella consapevolezza della propria identità",cit., p 55. 132 Ibi., cit., p. 85.

En la encrucijada de la territorialidad urbana

Bitácora Urbano Territorial, 2006

Demmatteis propone un nuevo campo de acción para el planeamiento y, en general, para el conjunto de las ciencias que tienen que ver con el fenómeno urbano. Se refiere a una perspectiva diferente del territorio, en la cual la territorialidad es entendida como la capacidad del lugar para influir en el comportamiento social, es decir, que valora aquellos aspectos –condiciones y potenciales de los diversos recursos territoriales– que afectan positivamente los procesos de desarrollo y rehabilitación.

L’impronta della Rural City nell’area della Tuscia

2016

Il contributo ha l’intento di riflettere sui cambiamenti avvenuti negli ultimi decenni nell’area della Tuscia viterbese. Un territorio sempre più attento alla dimensione del capitale naturale, tanto da favorire lo sviluppo del modello Rural City: un sistema territoriale complesso in cui beni culturali e paesaggio ambientale formano un’offerta culturale con un vasto potenziale, dove circuiti turistici ben gestiti e un’adeguata fruizione possono determinare ricadute economiche ed occupazionali positive e rappresentare, allo stesso tempo, un deterrente ad un uso improprio del territorio stesso. The aim of this contribution is to reflect on the profound changes that have taken place in the Tuscia area during the last decades. A territory increasingly attentive to the size of the natural capital, so as to promote the development of the Rural City model: a complex territorial system in which cultural heritage and environmental landscape constitute together a cultural offer with an extensi...

La ruralità nella periferia e nel sistema locale

La riflessione proposta in questa nota si inserisce nel dibattito in corso con lo scopo di sostenere come, nella attuale situazione dell’economia italiana, l’unità di riferimento per l’analisi delle trasformazioni economiche e sociali del mondo rurale e per la definizione di eventuali politiche di sviluppo sia rappresentata dal sistema locale rurale, e che anche le residue politiche settoriali debbano essere ”aggiustate” alla dimensione locale della struttura produttiva agricola. Lo scopo che ci si è proposto è di vasta portata e coinvolge una lunga serie di problemi che non trovano soluzione univoca nella letteratura; tuttavia è proprio sulla base di diversi filoni di letteratura che può essere proposta una argomentazione a sostegno della tesi esposta poco sopra.