20th Century Italian Literature Research Papers (original) (raw)
2025, A. Frabetti, L. Toppan (a cura di), Raccontare la Resistenza oggi. Prospettive critiche tra il XX e il XXI secolo, Firenze, Franco Cesati Editore, 2025
scoperta della voce dimenticata di Rita Majerotti » iii. iL Racconto ipeRcontempoRaneo deLLa Resistenza Federico Bertoni, Se non ora, quando? La Resistenza come autobiografia del possibile » Michele Carini, Temi resistenziali nella... more
scoperta della voce dimenticata di Rita Majerotti » iii. iL Racconto ipeRcontempoRaneo deLLa Resistenza Federico Bertoni, Se non ora, quando? La Resistenza come autobiografia del possibile » Michele Carini, Temi resistenziali nella narrativa di Giacomo Verri » Alice Dacarro, «Mentre qui cresceva una pagina laggiù nella storia il tempo cresceva». Memoria e racconto in Partigiano Kim di Davide Orecchio » Beatrice Lorenzotti, Resistenza e Trauma Studies: una prospettiva integrata per la costruzione di una memoria condivisa » iv. aLtRe foRme deL Racconto deLLa Resistenza Élodie Cornez, Alla periferia della storia: l'eccidio delle Fosse Ardeatine nello spettacolo Radio Clandestina di Ascanio Celestini (2000) » Anna Frabetti, Laura Toppan, Annuska e La cerimonia, due spettacoli sulla Resistenza. Intervista a Ferdinando Vaselli » Giuseppe Pesce, Resistere nel "dopoguerra infinito". Transmedialità e mitografia, il caso Napoli » Ugo Russo, «Fedeli alla Linea Gotica». L'immaginario della Resistenza nel percorso musicale dei gruppi CCCP Fedeli alla Linea -Consorzio Suonatori Indipendenti » Elena Santagata, Un racconto senza miti? La narrativa della Resistenza oggi tra letteratura, musica e cinema » Vittoriano Gallico, Documentari contemporanei sulla Resistenza: ultime testimonianze dirette e nuove letture »
2025
in A. Frabetti, L. Toppan (a cura di), Raccontare la Resistenza oggi. Prospettive critiche tra il XX e il XXI secolo, Firenze, Franco Cesati Editore, 2025, pp. 241-254.
2025, Raccontare la Resistenza oggi. Prospettive critiche tra il XX e il XXI secolo, a cura di Anna Frabetti e Laura Toppan
Giacomo Verri (1978) ha scritto quatto libri: due romanzi (Partigiano inverno, 2012, e Un altro candore, 2017) e due raccolte di racconti (Racconti partigiani, 2015, e Storie di coscienti imperfetti, 2024). I due romanzi e la prima... more
Giacomo Verri (1978) ha scritto quatto libri: due romanzi (Partigiano inverno, 2012, e Un altro candore, 2017) e due raccolte di racconti (Racconti partigiani, 2015, e Storie di coscienti imperfetti, 2024). I due romanzi e la prima raccolta sono pienamente dedicati alla narrazione della Resistenza, ma anche alcuni racconti della raccolta appena pubblicata tornano sulla tematica resistenziale.
Si trovano in questi libri frammenti di realtà storica innestati in una narrazione che riprende e omaggia moduli narrativi e tratti stilistici del canone letterario della Resistenza (Calvino, Fenoglio, Pavese…), immettendo tuttavia elementi letterari e tematici post-novecenteschi; tra questi ultimi, essenziale è il rapporto con il fenomeno storico ed esistenziale della Resistenza per gli individui che ne hanno avuto conoscenza solo attraverso testimonianze, orali e scritte, o rievocazioni letterarie.
2025
Italo Calvino, scrittore formatosi nella militanza partigiana, nel dopoguerra si trovò ad affrontare una sfida centrale: raccontare la Resistenza tenendo in equilibrio quella duplice logica, letteraria e politica, prevista dal suo ruolo... more
Italo Calvino, scrittore formatosi nella militanza partigiana, nel dopoguerra si trovò ad affrontare una sfida centrale: raccontare la Resistenza tenendo in equilibrio quella duplice logica, letteraria e politica, prevista dal suo ruolo di intellettuale impegnato vicino al Partito Comunista. Il canone letterario comunista, oltre a chiedere «allo scrittore di creare l' "eroe positivo", di dare immagini normative, pedagogiche di condotta sociale, di militanza rivoluzionaria» 1 , imponeva di trovare una forma comunicativa efficace affinché il racconto della Resistenza con il suo bagaglio multiforme diventasse l'«autobiografia di una generazione» 2 ottenuta dall'efficace sintesi tra memoria individuale e collettiva, vissuto dell'io scrivente ed esperienza dell'altro da sé. 3 Ma l'oggettivismo realista, presupposto fondamentale per la realizzazione di una letteratura che rispondesse al concetto gramsciano di "nazional-popolare", è percepito come un limite da Calvino in primo luogo per la sua collocazione sociale: se infatti l'avventura della guerra combattuta fianco a fianco con la classe operaria in un primo momento aveva esorcizzato il senso di inadeguatezza dell'autore borghese, illudendolo di potersi identificare con essa secondo «quell'entusiasmo che accomuna sempre scrittori e popolo nei momenti rivoluzionari» 4 , nel dopoguerra la differenza sociale originaria torna a farsi sentire. L'impossibilità di appartenere "naturalmente" al popolo genera nell'autore un profondo senso di inferiorità verso la propria vicenda biografica, considerata sproporzionata rispetto alla portata collettiva dell'evento, secondo quanto dichiara egli stesso: «la mia storia personale mi pareva umile, meschina; ero pieno di complessi, d'inibizioni di fronte a tutto quello che più mi stava a cuore» 5 ; di riflesso anche la strada autobiografica non viene presa del tutto in considerazione. Lo scrittore dichiara più volte di avere un "rapporto nevrotico" 6 con questo genere considerato emblematico della confessione, dell'interiorità e «del debordare della soggettività» 7 . Tuttavia, Calvino sa bene che un autore è sempre presente all'interno della propria opera e che, persino quando costruisce una narrazione
2025, Ghinea
Celia (Ann Turner, 1989) è un film australiano di formazione che mette in crisi la rappresentazione dell'infanzia come territorio innocente o, al contrario, radicalmente mostruoso. Il presente saggio lo rilegge alla luce del folk horror e... more
Celia (Ann Turner, 1989) è un film australiano di formazione che mette in crisi la rappresentazione dell'infanzia come territorio innocente o, al contrario, radicalmente mostruoso. Il presente saggio lo rilegge alla luce del folk horror e del femminismo nel cinema di genere, evidenziando come Turner usi codici dell’orrore e un’estetica dell’abiezione per decostruire narrazioni tradizionali.
2025
This essay examines the complex intellectual relationship between Ernesto De Martino and Pier Paolo Pasolini, focusing on their shared yet divergent engagement with folk poetry, lamentation, and secular symbolism. Despite their common... more
This essay examines the complex intellectual relationship between Ernesto De Martino and Pier Paolo Pasolini, focusing on their shared yet divergent engagement with folk poetry, lamentation, and secular symbolism. Despite their common affiliation with Marxism and Gramscian thought, Pasolini and De Martino developed distinct methodologies: De Martino's "progressive folklore" emphasized the political and existential dimensions of popular culture, while Pasolini interrogated the aesthetic and ideological layers of folk expressions, stressing their subordination to hegemonic forms. The study explores how Pasolini, through works like Canzoniere italiano and Le ceneri di Gramsci, critically reworks De Martino's historicism by emphasizing irreducible residues of human experience, mourning, and contradiction within history. It also highlights Pasolini's secular reinterpretation of symbolic forms-such as the red flag-in poetry and cinema, contrasting it with De Martino's anthropological framework. Ultimately, the essay uncovers a paradoxical affinity between the two thinkers: a shared concern for the existential crises of subaltern communities, and a mutual, though differently articulated, resistance to the abstraction and rationalization of human experience.
2025, Arabeschi
Quello della casa infestata è probabilmente il tòpos più rappresentativo di tutta la letteratura gotica. Se nel corso dei secoli il rapporto, a livello narrativo, tra donne e case infestate si è consolidato in maniera sempre più salda,... more
Quello della casa infestata è probabilmente il tòpos più rappresentativo di tutta la letteratura gotica. Se nel corso dei secoli il rapporto, a livello narrativo, tra donne e case infestate si è consolidato in maniera sempre più salda, nella contemporaneità è senza dubbio Shirley Jackson a rielaborarne gli aspetti fondanti, creando un precedente da cui è impossibile prescindere. Nel suo L’incubo di Hill House (The Haunting of Hill House, 1959) la scrittrice lega in maniera indissolubile l’inconscio della protagonista alle inquietanti manifestazioni di una casa intrinsecamente maligna. Allo stesso tempo, contribuisce a riscrivere quello che Stephen King definisce l’archetipo del «Bad Place» sondando, forse più di chiunque altro, il terrore legato allo spazio domestico. Con questo articolo intendo indagare come tale modello venga reinterpretato in due recenti horror diretti da donne, The Babadook (J. Kent, 2014) e Relic (N. E. James, 2020), allo scopo di mostrare come tali narrazioni contemporanee si inseriscano nella tradizione del gotico femminile.
2025
L’articolo prende in considerazione le reazioni della società e dei politici in Cecoslovacchia al rovesciamento del governo italiano e del suo regime democratico, dalla Marcia di Roma in poi, attraverso il filtro della stampa nazionale.... more
2025
L'articolo prende in esame la vicenda dei legionari cecoslovacchi formati ed equipaggiati in Italia nel primo dopoguerra, che allorché tornati in patria costituirono la base del nuovo esercito cecoslovacco, e della missione militare e... more
2025, Équipe de recherche interdisciplinaire Elsa Triolet / Aragon
Cet article est consacré à un livre méconnu d'Elsa Triolet (prix Goncourt 1944), "Dessins animés" : un livre écrit dans l'immédiat après-guerre, illustré par Raymond Peynet et longtemps épuisé jusqu'à une récente réédition (aux éditions... more
Cet article est consacré à un livre méconnu d'Elsa Triolet (prix Goncourt 1944), "Dessins animés" : un livre écrit dans l'immédiat après-guerre, illustré par Raymond Peynet et longtemps épuisé jusqu'à une récente réédition (aux éditions Manifeste!, 2021). Ce texte, hybride entre conte, roman et récit de rêve, scandé par des illustrations colorées et joyeuses, interroge les fantômes de la guerre et la possibilité de la poésie et du romanesque dans un monde en ruines. L'autrice construit une figure de narratrice semblable à un miroir déformant d'elle-même : un "je" écrit en petit, sous l'angle de la naïveté et de la vulnérabilité mais aussi de l'enchantement (la figure de la fée) et un "je" écrit en grand (la géante), sujet énorme et réceptacle de la rumeur du monde. L’ambiguïté générique des Dessins animés, livre hybride de textes et de dessins, est ici interrogée en suivant les traces de ce personnage anonyme en ses métamorphoses, cette silhouette à la Peynet, amoureuse sans amoureux, fil conducteur dans un univers mouvant où la logique du rêve exige les contradictions et les ruptures de continuité.
2025, CONVEGNO INTERNAZIONALE: CARLO LEVI 50 ANNI DOPO, Università la Sapienza di Roma, 19-21 giugno
2025, Quaestiones Romanicae
(On the beat. The literary reception of Jack Kerouac in the work of Pier Vittorio Tondelli) In countless texts by Pier Vittorio Tondelli, the journey is a central literary motif. Since the literary work of the American author Jack Kerouac... more
(On the beat. The literary reception of Jack Kerouac in the work of Pier Vittorio Tondelli) In countless texts by Pier Vittorio Tondelli, the journey is a central literary motif. Since the literary work of the American author Jack Kerouac exerted a strong fascination on the Italian, the question arises as to what extent the aforementioned motif can be traced back to intertextual references to On the Road. To answer the research question, Tondelli's critical engagement with the beatnik was demonstrated on the one hand. In addition, a section deals with the conception of the travelling motif. In particular, the different ideas that the Italian writer associated with the journey played a central role. Finally, Altri libertini and Camere separate were analyzed about the travel motif. It was shown that both works have intertextual and hypertextual relationships that can clearly be traced back to Jack Kerouac.
2025
In questo volume si raccolgono quattro opere diverse di Torquato Tasso ("Il Monte Oliveto", "Il Rogo amoroso", "La Genealogia della Serenissima Casa Gonzaga", "Stanze per le Lagrime di Maria Vergine Santissima et di Giesù Christo Nostro... more
In questo volume si raccolgono quattro opere diverse di Torquato Tasso ("Il Monte Oliveto", "Il Rogo amoroso", "La Genealogia della Serenissima Casa Gonzaga", "Stanze per le Lagrime di Maria Vergine Santissima et di Giesù Christo Nostro Signore") e l’abbozzo del poemetto "La vita di S. Benedetto", sotto il titolo editoriale di "Poemi minori", titolo discendente dall’analogo scelto da Angelo Solerti per la sua edizione complessiva di opere del Tasso, ma del tutto divergente nel significato: per Solerti il concetto di “minore” aveva in sé un giudizio di valore rispetto ai “capolavori” di "Liberata" e "Aminta" (comprendendo sotto quel titolo poemi di mole certo non piccola come "Il Rinaldo" e "Il mondo creato"). Nel nostro caso, la connotazione di “minore” si riferisce esclusivamente alle dimensioni dei testi, che è altresì l’unico elemento unificante, oltre una certa contiguità cronologica, essendo tutti testi degli ultimi anni di vita del poeta e compresi in poco più di un quinquennio (1588-1594). Anche la definizione di “poemi” è del tutto estrinseca, non va oltre la constatazione di testi in versi (quattro in ottave, uno in sciolti e parti liriche), di ambito alquanto diverso tra rimeria sacra ("Monte Oliveto", "Le Lagrime della Beata Vergine", "Le Lagrime di Cristo", "La vita di S. Benedetto") e rimeria in senso lato encomiastica, di tratto funerario e lacrimoso ("Rogo amoroso", «picciol poema pastorale», secondo la definizione autoriale nella lettera di dedica a Fabio Orsini) e celebrativo ("La Genealogia della serenissima casa Gonzaga"). I testi si susseguono nell’ordine cronologico di composizione: "Il Monte Oliveto" (1588), a cura di Matteo Navone; "Il Rogo amoroso" (1588-1590), a cura di Paola Cosentino; "La Genealogia della serenissima casa Gonzaga" (1591), a cura di Stefano Verdino; "Le Lagrime della Beata Vergine – Le Lagrime di Cristo" (1593) e "La vita di S. Benedetto" (1594) a cura di Valeria Guarna.
2025, "Batte Botte", Rivista di Studi Campaniani, Edizioni Centro Studi Campaniani "Enrico Consolini", Marradi
Signorine, chimere e altri segni dell'amore a Monte Filetto E questa assenza, nella mia visione, di confini che ben presto avrei stabiliti, propagava per tutto il gruppo un ondeggiamento armonioso, la traslazione continua di una bellezza... more
Signorine, chimere e altri segni dell'amore a Monte Filetto E questa assenza, nella mia visione, di confini che ben presto avrei stabiliti, propagava per tutto il gruppo un ondeggiamento armonioso, la traslazione continua di una bellezza fluida, mobile e collettiva. Marcel Proust, All'ombra delle fanciulle in fiore 1. La signorina Jeanne Jeanne è una ragazza di famiglia nobile che, uscita dal collegio religioso, fa ritorno al castello paterno in Normandia. Qui, la prima notte, si lascia incantare dagli arredamenti, dalla mobilia, dagli arazzi, e soprattutto dalle grandi tappezzerie che sovrastano il suo letto. Dopo averle esaminate attentamente al lume di candela, scopre che vi è raffigurato il mito di Piramo e Tisbe: quell'avventura d'amore tutte le notti avrebbe vegliato sul suo sonno. Poi si corica, ma non riesce a dormire. Un raggio di luna illumina sulla parete la scena di Piramo e Tisbe. E allora apre la finestra, contempla la campagna notturna oltre il platano e il tiglio che si ergono ai lati del castello: ed eccitata, come cullata dalle scene d'amore della tappezzeria e dai dolci rumori della campagna, respira l'aria fresca, comincia a sognare, a vagheggiare d'un ignoto «Lui», che in un futuro non lontano avrebbe amato con tutta se stessa. Dopo una vita di sofferenze, umiliata, tradita, divenuta vedova, ridotta al lastrico da un figlio degenere, Jeanne fa ritorno nel castello della sua fanciullezza, e aggirandosi tra le stanze vuote, abbandonate, riconosce gli oggetti, i mobili, persino le macchie, così carichi di memoria; rimira le tappezzerie sulle quali un tempo lasciò correre i sogni dell'adolescenza. È probabile che Jeanne, protagonista di Une vie (1883), primo romanzo di Guy de Maupassant, lo scrittore normanno, discepolo di Flaubert, di vocazione naturalista, campione nell'arte della novella e autore, tra le altre cose, di Bel Ami, sia una di quelle «signorine» cui allude Dino Campana allorquando, di ritorno dal santuario francescano della Verna, compie una «siesta» rigenerante, nel tardo pomeriggio, nella casa di Monte Filetto 1 , e in una dolcissima pagina del suo diario (La Verna II, Ritorno) 2 scrive: Oggi che il cielo e il paesaggio erano così dolci dopo la pioggia pensavo alle signorine di Maupassant e di Jammes chine l'ovale pallido sulla tapezzeria memore e sulle stampe. Certo l'accenno intende restituire, plasticamente, un «tipo» 3 , stilizzato, peraltro, di personaggi letterari femminili i quali sono captati in icastiche pose, da quadretto, con in primo piano il particolare lumeggiato del viso pallido ovale reclino su tappezzerie e stampe; introdotti, come per somiglianze di famiglia, in un'unica descrizione definita che accorpa implicando forse un giudizio estetico sottaciuto Maupassant e Jammes. Ma se per il tipo femminile di Maupassant conviene cercare ancora, oltreché nel romanzo Une vie 4 lungo la sua opera che è del resto costellata di fanciulle il cui animo è rispecchiato, via analogica, negli arredamenti, nei ricami dei parati o talora come trasferito su artefatti speciali attorno a cui ruota la loro vita 5 , per Francis Jammes il riferente è preciso: si tratta delle sue «jeunes filles», con in testa Clara d'Ellébeuse; e mostrerò in che modo. Il dato non è tanto un pezzetto d'erudizione da aggiungere al mucchio delle fonti campaniane, quanto, piuttosto, una via sicura, ancorché sotterranea, per congiungere nel giro di una pagina, o addirittura di una riga, Campana e Guido Gozzano. Prima di calarmi, però, nel cuore di un dettaglio darò una veduta dall'alto, di insieme. Un usignolo canta tra i rami del noce. Il poggio è troppo bello sul cielo troppo azzurro. Il fiume canta bene la sua cantilena. È un'ora che guardo lo spazio laggiù e la strada a mezza costa del poggio che vi conduce. Quassù abitano i falchi. La pioggia leggera d'estate batteva come un ricco accordo sulle foglie del noce. Ma le foglie dell'acacia albero caro alla notte si piegavano senza rumore come un'ombra verde. L'azzurro si apre tra questi due alberi. Il noce è davanti alla finestra della mia stanza. Di notte sembra raccogliere tutta l'ombra e curvare le cupe foglie canore come una messe di canti sul tronco rotondo lattiginoso quasi umano: l'acacia sa profilarsi come un chimerico fumo. Le stelle danzavano sul poggio deserto. Nessuno viene per la strada. Mi piace dai balconi guardare la campagna deserta abitata da alberi sparsi, anima della solitudine forgiata di vento. Oggi che il cielo e il paesaggio erano così dolci dopo la pioggia pensavo alle signorine di Maupassant e di Jammes chine l'ovale pallido sulla tapezzeria memore e sulle stampe. Il fiume riprende la sua cantilena. Vado via. Guardo ancora la finestra: la costa è un quadretto d'oro nello squittire dei falchi. La pagina è limpida, composta nel dosaggio equilibrato dei suoi elementi, con riprese silenziose e simmetrie, tutta congegnata sulle coppie lessicali (che simpatizzano, vedremo, con una dialettica leggerissima, non travagliata, fra giorno/notte, veglia/sogno, interno/esterno etc.): l'usignolo e i falchi, il poggio e il cielo, il noce e l'acacia, il cielo e il paesaggio, Maupassant e Jammes, la tappezzeria e le stampe, l'azzurro e il verde, l'ombra e la luce, nonostante che in chiusa irrompa l'oro dei campi bruciati dal sole, sbilanciando appena la tavolozza. Domina però l'elemento acustico-musicale che schiude il lacerto nel «canto» 4 Di tutta l'opera di Maupassant Une vie è il testo dove il termine "tapisserie" ricorre più volte (15, senza contare derivati, sinonimi o perifrasi). Vi sono comunque diversi indizi che Campana avesse in mente questo libro, a fine secolo considerato un bestseller. Molte pagine iniziali sono dedicate alla scoperta delle tappezzerie che preludono alla sorte della protagonista, e molte pagine finali sono dedicate al riavvolgimento della sua esperienza tramite oggetti-ricordo, comprese le vecchie tappezzerie. Il romanzo ha infatti, fra i suoi temi cardine, la memoria: c'è anche una lunga scena, verso la fine, in cui Jeanne recupera vecchi calendari e li appende sui muri della sua nuova casa con l'ossessione di ricostruire giorno per giorno la sua vita: «ed ella rimaneva talvolta un tempo infinito la tête penchée vers un calendrier, l'esprit tendu sur l'Autrefois…» (termine quest'ultimo, come vedremo, pregnante anche per Jammes): questa e altre immagini potrebbero aver interferito con il «chine l'ovale pallido sulla tapezzeria memore» campaniano. Altre congruenze verranno alla luce nel corso dell'articolo. Naturalmente, essendo Jeanne un «tipo» (vedi n. precedente), si possono cercare altri centri ispirativi, ad esempio, nella raccolta di racconti La maison Tellier, in Bel Ami, in Fort comme la Mort, o altrove. 5 Una tematica ricorrente in Maupassant concerne proprio la relazione psicologica tra personaggi femminili e oggetti comuni: emblematico, in tal senso, il racconto La Parure.
2025, Nuova Poesia Troll, Ancona, Argolibri
Una prima e più breve versione di questo saggio è uscita su Formavera (www.formavera.com) il 5 agosto 2019. Nuova poesia troll è una pagina Facebook attiva dal 2014 e seguita ad oggi da oltre 2500 utenti. Su questa pagina un piccolo... more
Una prima e più breve versione di questo saggio è uscita su Formavera (www.formavera.com) il 5 agosto 2019. Nuova poesia troll è una pagina Facebook attiva dal 2014 e seguita ad oggi da oltre 2500 utenti. Su questa pagina un piccolo gruppo anonimo pubblica testi con cadenza variabile, a tratti quotidianamente e a tratti con lunghe assenze programmatiche. L'anonimato, unito alla dimensione collettiva della scrittura, si pone come procedimento di sabotaggio del dispositivo autoriale e abbandono dell'identità narcisista. Non sono tratti nuovi, e non sono certo mancati i libri di collettivi anonimi in passato. Nel medium sta però la differenza di Npt, perché Facebook non è un mediatore editoriale: se si sanno mantenere i segreti, l'anonimatocompratori di big data e Zuckerberg a parteè integrale. Da questo punto di vista, Npt non è diverso da una qualsiasi pagina di shitposting, o di meme, o di generico intrattenimento, i cui admin decidano di restare anonimi. Ma c'è dell'altro: questo tipo di invisibilità è anche una protezione, una tutela, e una garanzia di impunità. È tipico di una certa comunicazione via internet, che permette quello che è stato chiamato Gyges effect 1 . L'idea platonica alla base del racconto dell'anello di Gige, per cui l'invisibilità corrompe anche la persona più integra, è il sottotesto di questa operazione, con la sua antropologia negativa: se siamo anonimi e invisibili possiamo dare il peggio di noi. Possiamo dire il vero, ma il vero peggiore, su noi stessi; possiamo dire il vero, ma il vero peggiore, su ciò che ci circonda. Il titolo di questo intervento è Punk e romanticismo, parodia e satira: sono i quattro elementi attraverso cui ho cercato di sintetizzare Npt. Punk per la «necessità di una risposta di antagonismo totale» 2 . Romanticismo per il desiderio di autenticità che anima questa poesia, se l'autenticità, come ha mostrato Charles Larmore, è uno degli elementi della nostra eredità romantica 3 . Parodia e satira perché si tratta di una satira parodica, ossia il bersaglio polemico è primariamente extratestuale e secondariamente intertestuale, appartenente al campo letterario. Nel progetto si fondono un'anima performativa, istantanea, e un'anima ipso facto monumentaleper il suo avere luogo su internet, dove tutto potenzialmente rimane, nulla è selezionato o inesorabilmente destinato all'oblio. Si chiama 'troll' perché l'intento pragmatico è quello di decostruire la politesse del discorso poetico dall'interno. Mimando l'ortografia trasandata dei post e affidandosi al turpiloquio inteso come lingua della verità, Npt dà vita a un contenuto satirico profondamente radicato al territorio italianol'Italia distinguendosi come patria per eccellenza dello «squallore»che investe costumi, attualità, politica, cinema, musicaogni espressione dell'italianità. Questo non risparmia la società letteraria, la poesia italiana contemporanea, i reading di poesia e, soprattutto, i poeti detti 'standard' (a cui ci si riferisce per lo più tramite il bellissimo refuso «Peti standard»), visti come i maggiori rappresentanti di una fiducia fuori tempo massimo nei confronti della cultura e, nello specifico, della parola poetica. Ogni volontà artistica dei poeti standard è velleità artistica,
2025, in C. Borys, M. Cattaneo, D. Iozzia, F. Santucci, M. Villa, Per un commento collettivo a Quare tristis di Giovanni Raboni, in «Per Leggere», XXIV, n. 46, 2024, pp. 74-77.
Il contributo presenta il commento a cinque sonetti di Quare tristis (1998) di Giovanni Raboni: [Ricevitoria del lutto], [Come uno che sta sognando], [Stare coi morti], [Quanti fossero i pioppi] e [Qui è Valvins, qui è Voronež]. Si tratta... more
Il contributo presenta il commento a cinque sonetti di Quare tristis (1998) di Giovanni Raboni: [Ricevitoria del lutto], [Come uno che sta sognando], [Stare coi morti], [Quanti fossero i pioppi] e [Qui è Valvins, qui è Voronež]. Si tratta del primo consuntivo di un lavoro a più mani che ha come obbiettivo l'annotazione integrale della raccolta. Il commento, articolato in cappello introduttivo e note a seguire il testo, tenendo sempre al centro l'interpretazione letterale dei componimenti, ne ricostruisce brevemente la genesi e la storia editoriale e si concentra poi sui loro temi, sulla struttura, sulla lingua e sullo stile, oltre a vagliare i vari livelli dell'intertestualità interna ed esterna. The paper is a commentary on five sonnets from Giovanni Raboni's Quare tristis (1998): [Ricevitoria del lutto], [Come uno che sta sognando], [Stare coi morti], [Quanti fossero i pioppi] and [Qui è Valvins, qui è Voronež]. This is the result of a collective work aimed to provide an annotated edition of the collection. The commentary, that consists of an introduction and notes for each text, focuses on the literal interpretation of the poems. It briefly reconstructs their genesis and publishing history, then delves into their themes, structure, language and style, as well as the various levels of both internal and external intertextuality. CAROLA BORYS, MICHEL CATTANEO, DANIELE IOZZIA, FRANCESCA SANTUCCI, MARCO VILLA piuttosto piena fiducia ormai del poeta nell'evidenza dell'operazione di recupero). In particolare si analizzano tre sonetti dalla struttura tradizionale ([Ricevitoria del lutto], [Come uno che sta sognando], [Stare coi morti]) e due sonetti elisabettiani ([Quanti fossero i pioppi], [Qui e Valvins, qui è Voronež]). Altrettanto rappresentativa delle tematiche, che costituiscono vere e proprie costanti in Quare tristis, la selezione dei cinque testi. Il 'fatto minimo', l''occasione' specificamente generata dall'abbaglio, dal momentaneo disallineamento tra il reale e la sua percezione, è il tema di [Ricevitoria del lutto], un soggetto che, come suggerisce l'incipit, si connette anche al Leitmotiv di Quare tristis, alla stessa idea nucleale dell'opera, significata nell'aperta evocazione salmica del suo titolo: l'intimo e continuo pensiero riservato alla morte e ai trapassati, qui in particolare affrontato con [Stare coi morti]. Volgere il pensiero fissamente su coloro che ci hanno preceduti, da cui mai il poeta sente di aver preso congedo, continuando a 'vivere' in una 'comunione' familiare coi propri cari, se reca segni di un avverabile colloquio pascoliano, per cui il sogno è lo stato di trance che permette di ritrovare i dispersi e con loro coesistere, nel chiuso giardino dell'infanzia come in [Quanti fossero i pioppi], in [Stare coi morti] si combina con altra impellenza ideologica: lo stare coi morti è anche, per l'intellettuale marxista disilluso e tuttavia tormentato dai nuovi barbari rigurgiti del capitalismo di fine anni Novanta, atto di resistenza nei confronti dell'unico modello comportamentale dei vivi, riposto dissenso alla sopraffazione individuale e di classe. Il sogno, prassi di intima catabasi in [Quanti fossero i pioppi], rappresenta la quaestio stessa di [Come uno che sta sognando], dove però non si tratta di riflettere con freddezza sull'infinito potenziale poetico dell'esperienza onirica; questa è piuttosto nel profondo dell'io, nella carne come nel verbo, patita in qualità di analogia mortis: tutto il sonetto si attorce in un continuum espressivo per cercare di saggiare, capire e definire l'evento inconoscibile per eccellenza. Con l'ultimo sonetto [Qui e Valvins, qui è Voronež] ci si imbatte in un Raboni che, mentre medita sull'opposto atteggiamento di fronte alla morte di due poeti, diletti e a fondo conosciuti, Mallarmé e Mandel'štam, pone a sé stesso identico interrogativo. Evocati nella loro scelta antitetica, nell'opposta gestione del loro 'lascito ereditario', col nominare i due fatidici luoghi di tali diverse condotte, Valvins e Voronež -lo spazio del silenzio all'accomiatarsi dal mondo, il primo, l'angolo più arduo e impensabile dove continuare a fare poesia, il secondo -i due poeti vengono qui a incarnare la divergente tensione che anima nel suo farsi Quare tristis, opera scritta come in articulo mortis: l'inclinazione al nulla ed il bisogno ancora di lasciare un segno di sé. Ci auguriamo che la «membrana segreta» del libro possa non essere da alcuno lacerata in questo prossimo commento collettivo, ma che le sue nascoste verità siano da tutti concordemente 'sperate' con misura.
2025, Costellazioni. Rivista di lingue e letterature
Classe A settori 10/F4 (Critica letteraria e letterature comparate) e 10/M2 (Slavistica)
2025, L'Ospite inatteso
Dovlatov was not a dissident, nor an American writer, nor did he hate his country. His Soviet past is the main subject of his povesti, and even the pages focused on his American emigration express a critical and humorous approach which... more
Dovlatov was not a dissident, nor an American writer, nor did he hate his
country. His Soviet past is the main subject of his povesti, and even the pages focused
on his American emigration express a critical and humorous approach which does
not line with dissident ideological axioms. Dovlatov’s sense of belonging to Russian
culture («I just want to be a Russian writer») is aware and explicit, and crucial to the
interpretation of his work and style. The very ethical and aesthetic distance between
the writer and the American sovietophobia oh his days explains some obvious manipulations
of the American translation of his texts. We will see the exemplary case of
chap. 13 of Naši (cfr. Ours 1989), where A. Frydman produces a surprising re-writing,
erasing both the author’s ethical-identarian values and his refined Russian humor.
2025, Paideuma. Modern Poetry and Poetics
This article came out in the journal "Paideuma," in a special issue titled "Poems We Live With". It discusses in some detail, on the background of the 2020 pandemic, poems by Giorgio Caproni and Giuseppe Gioacchino Belli. These are... more
This article came out in the journal "Paideuma," in a special issue titled "Poems We Live With". It discusses in some detail, on the background of the 2020 pandemic, poems by Giorgio Caproni and Giuseppe Gioacchino Belli. These are somewhat humorous meditations on life's brevity and many ills. Belli's sonnet "The Life of Man" can be taken as a raucous variation on Shakespeare's "Seven Ages of Man".
2025, Nuova Storia Contemporanea
Le immagini presentate in Obiettivo sulla storia ci portano in territorio ucraino, dove furono schierate le truppe italiane, slovacche, ungheresi e rumene durante il tentativo tedesco di occupare territori sovietici ricchi di minerali. La... more
Le immagini presentate in Obiettivo sulla storia ci portano in territorio ucraino, dove furono schierate le truppe italiane, slovacche, ungheresi e rumene durante il tentativo tedesco di occupare territori sovietici ricchi di minerali. La “crociata” contro il comunismo fu la veste ideologica con la quale la germania nazista giustificò nel giugno 1941 l’invasione dell’Unione Sovietica, motivazione ideologica che – sola – permise l’appoggio anche dei Paesi aderenti all’asse, tra questi alleati minori c’era anche la piccola Slovacchia.
Fonti fotografiche di un fronte lontano le cui ricorrenti immagini sono, di solito, solo riferite alla tragica rotta successiva alla sconfitta tedesca a Stalingrado, ma le raffigurazioni di porzioni di territorio ucraino sono utili documenti per lo studio dell’ambiente e della geografia dell’area di riferimento.
2025, Sinestesieonline
Il 27 gennaio 1965 Ottieri pubblica sul «Giorno» Il lamento di un senza dialetto, articolo in cui ripercorre alcune tappe culturali fondamentali per la costruzione della propria poetica e della propria consapevolezza linguistica. Una di... more
Il 27 gennaio 1965 Ottieri pubblica sul «Giorno» Il
lamento di un senza dialetto, articolo in cui
ripercorre alcune tappe culturali fondamentali
per la costruzione della propria poetica e della
propria consapevolezza linguistica. Una di queste
è certamente quella rappresentata dall’interesse
per la psicotecnica e per la psicologia tout court,
anche per tramite della partecipazione al circolo
intellettuale animato da Nicola Perrotti, direttore
della rivista «Psiche». In questo intervento ci si
soffermerà a considerare questa componente (a
partire da un pezzo uscito proprio su «Psiche» – la
cui trascrizione si offre in appendice – e da pagine
tratte dai diari), parallelamente alla valutazione
della meditazione metalinguistica condotta
dall’autore.
2025, Culture del testo e del documento
Mercoledì 17 Maggio 2025 la Casa delle letterature (Roma, Piazza dell'Orologio 3) ospita la presentazione del volume "Il Fondo Amelia Rosselli dell'Università della Tuscia. Saggi e apparati catalografici".
2025, Strumenti critici
Preserved in the Philosophy Library of Sapienza University of Rome, Giuseppe Ungaretti’s surviving book collection raises significant challenges: the difficulty of finding clearly the profile of its owner and the lack of numerous... more
Preserved in the Philosophy Library of Sapienza University of Rome, Giuseppe Ungaretti’s surviving book collection raises significant challenges: the difficulty of finding clearly the profile of its owner and the lack of numerous annotations. The essay attempts to analyze whether the concept of an “author’s book collection” is applicable and presents the study of some reading marks.
2025, «Sinestesieonline», XIV, 47
Nella scrittura bianciardiana -come del resto accade nell'interezza della sua vicenda umana -, accanto al grande topos letterario della rabbia si avverte il manifestarsi di una costante che tiene a sé legati pezzi di un'esistenza... more
Nella scrittura bianciardiana -come del resto accade nell'interezza della sua vicenda umana -, accanto al grande topos letterario della rabbia si avverte il manifestarsi di una costante che tiene a sé legati pezzi di un'esistenza tormentata. Tale costante potrebbe essere identificata in un latente dolore esistenziale che sembra prendere le mosse ben prima della tragica vicenda di Ribolla (4 maggio 1954), vale a dire da una giornata foggiana del luglio 1943, in cui le bombe sganciate sulla città dalle truppe alleate hanno aperto nell'animo dello scrittore la voragine dello sdegno e dell'inquietudine. Attraverso la lettura di alcune pagine esemplificative tratte dai Diari di guerra (1944-1946), nonché da alcuni pezzi giornalistici e dal ciclo di prose Vita militare (1953-1954), l'intento di questo saggio è ipotizzare che le schegge di quel bombardamento abbiano costituito i prodromi alla nascita della scrittura "malinconicamente arrabbiata" di Luciano Bianciardi, il quale, inoltre, sembra aver dato a quel dolore una prima forma narrativa avvalendosi delle suggestioni provenienti dalla poesia ungarettiana.
2025, Anthology of Short Italian Poems by Thirteen Poets
Dual Language Short Italian-English Poems by Leopardi, D'Annunzio, Ungaretti, Montale, Pavese, Quasimodo, among others. General and Specific Introductions, Poems Translated
2025, Rendiconti dell’Accademia Nazionale dei Lincei. Scienze Morali, Storiche e Filologiche, 35, 2024, pp. 363-370
El autor hace un análisis crítico de lo que representó el libro Literatura Europea y Edad Media Latina desde la doble perspectiva del hispanista y del romanista, así como de las limitaciones que hoy se echan de menos en el proyecto y la... more
El autor hace un análisis crítico de lo que representó el libro Literatura Europea y Edad Media Latina desde la doble perspectiva del hispanista y del romanista, así como de las limitaciones que hoy se echan de menos en el proyecto y la forma en que fue llevado a cabo
2025, https://www.borderliber.it/angelo-sturiale-metamorfosi-testuali-sulla-sua-opera/
L’opera di Angelo Sturiale si muove su un crinale fluido tra pittura, musica e poesia, rifiutando ogni inquadramento in archetipi o categorie predefinite. La sua ricerca è segnata da un "horror vacui" inteso non come sovraccarico... more
L’opera di Angelo Sturiale si muove su un crinale fluido tra pittura, musica e poesia, rifiutando ogni inquadramento in archetipi o categorie predefinite. La sua ricerca è segnata da un "horror vacui" inteso non come sovraccarico estetico, ma come impulso biologico e creativo a colmare ogni spazio espressivo. Pittura, suono e parola non sono solo ambiti autonomi, ma vasi comunicanti, animati da un dinamismo diasporico e non gerarchico.
La materia, nel suo lavoro, non è supporto, ma gesto e forma insieme. L’arte diviene così gesto integrato: traccia amorosa e voce diretta, personale e senza destinatario predeterminato.
2025, Rivista di lingue e letterature diretta da Giuseppe Massara Anno IX n°27 giugno 2025
Classe A settori 10/F4 (Critica letteraria e letterature comparate) e 10/M2 (Slavistica) LL n. 27-2025 a cura di Maura Locantore Editoriale pag. Introduzione di Rino Caputo Le transizioni di Pasolini pag. Pasolini attraverso il suo tempo... more
Classe A settori 10/F4 (Critica letteraria e letterature comparate) e 10/M2 (Slavistica) LL n. 27-2025 a cura di Maura Locantore Editoriale pag. Introduzione di Rino Caputo Le transizioni di Pasolini pag. Pasolini attraverso il suo tempo (e il nostro) pag. La realtà pasoliniana tra impegno civile, trasformazioni antropologiche e sensibilità ecologica pag.
2025, Chroniques italiennes
Partendo dalla scoperta di alcune sovvenzioni della Reale Accademia d’Italia in favore di Dino Buzzati, il contributo si pone l’obiettivo di ripercorrere il rapporto dell’autore con il fascismo. Al contempo, si intende analizzare le... more
Partendo dalla scoperta di alcune sovvenzioni della Reale Accademia
d’Italia in favore di Dino Buzzati, il contributo si pone l’obiettivo di ripercorrere il rapporto dell’autore con il fascismo. Al contempo, si intende analizzare le modalità della ricezione attraverso cui l’opera narrativa di Buzzati, e in particolare Il deserto dei Tartari, è accolta dai giornali più filogovernativi negli anni Quaranta. La documentazione, pubblicata in questo saggio, rappresenta un’ulteriore prova dei tentativi del regime di fascistizzare e controllare la cultura, interpretando ogni significato e valore presente nelle opere letterarie alla luce degli schemi ideologici e culturali sostenuti dal fascismo. Una lettura più attenta della narrativa buzzatiana pone tuttavia in evidenza dei tratti di polemica ideologica che non possono essere fraintesi, né trascurati, e che rendono evidente l’atteggiamento dualistico di Buzzati nei confronti del potere di questi anni.
2025
[2025] In Il corpo che abito. Visioni e riflessioni nella letteratura e dintorni, a cura di Marta Galiñanes Gallén, Loredana Salis e Alessandra Cattani, 541-556. Madrid: Dykinson.
2025, Chroniques italiennes
ITA - Partendo dalla scoperta di alcune sovvenzioni della Reale Accademia d’Italia in favore di Dino Buzzati, il contributo si pone l’obiettivo di percorrere il rapporto dell’autore con il fascismo. Al contempo, si intende analizzare le... more
2025, Revista de la Sociedad Española de Italianistas
Il presente articolo si propone di tracciare un quadro riassuntivo della letteratura italiana incentrata sull'esperienza della Resistenza al nazi-fascismo e della sua cataloghizzazione da parte della critica. Dall'analisi complessiva ne... more
Il presente articolo si propone di tracciare un quadro riassuntivo della letteratura italiana incentrata sull'esperienza della Resistenza al nazi-fascismo e della sua cataloghizzazione da parte della critica. Dall'analisi complessiva ne emerge una letteratura resistenziale variegata nei suoi generi e nel linguaggio letterario proposto, tale da riconsiderare la schematizzazione manualistica tramandata. In questo contesto letterario si è approfondita l'analisi di Diario partigiano di Ada Prospero Gobetti che restituisce un resoconto lucido, preciso ma allo stesso tempo umano ed emozionante che lo renderanno un apporto significativo ed indispensabile alla letteratura della Resistenza.
2025, Antico e non antico. Studi interdisciplinari offerti a Giuseppe Pucci, a cura di V. Nizzo e A. Pizzo
2025
La ricca e poliedrica produzione letteraria di Italo Calvino è sempre stata accompagnata da una importante riflessione teorica. Questo saggio ne indaga le premesse filosofiche a partire da alcuni aspetti finora rimasti sottotraccia, in... more
La ricca e poliedrica produzione letteraria di Italo Calvino è sempre stata accompagnata da una importante riflessione teorica. Questo saggio ne indaga le premesse filosofiche a partire da alcuni aspetti finora rimasti sottotraccia, in particolare la sua lunga fase esplicitamente marxista. La svolta che si ha a partire dalla seconda metà degli anni Sessanta si chiarisce nella dialettica di continuità/discontinuità con quell’esperienza, i cui tratti fondamentali vengono ripensati, in parte abbandonati ma anche digeriti nel nuovo impianto teorico-letterario. Da questo “labirinto” risulta una visione del mondo “filosofica” che, nella sua stratificazione, costituisce un elemento chiave per la comprensione anche del suo lascito narrativo. Ne risulta un Calvino protagonista di una traiettoria umana e intellettuale che lo rende rappresentativo di un’intera
2025, «Mosaico Italiano», XXIII, 247
Non c’è storico della Seconda guerra mondiale che non abbia notato come le vicende della Campagna di Russia abbiano informato la più ampia fetta in assoluto della pubblicistica e della memorialistica sull’intero conflitto. Vi combatté... more
Non c’è storico della Seconda guerra mondiale che non abbia notato come le vicende della Campagna di Russia abbiano informato la più ampia fetta in assoluto della pubblicistica e della memorialistica sull’intero conflitto. Vi combatté quello che Calvino battezzò «il battaglione degli scrittori», il “Vestone” della Divisione Alpina “Tridentina”, in cui militavano Mario Rigoni Stern, Cristoforo Moscioni Negri e Nelson Cenci, ma vi combatterono anche tre degli scrittori sui quali questo numero si sofferma: Nuto Revelli e Francesco Masala – oggetto dei saggi, rispettivamente, di Chiara Tavella e Alessandro Cadoni – e Giovanni Pirelli, del cui carteggio con Vittorio Sereni ci parla il contributo di Ivana Menna. Al centro dell’affondo di Eleonora Anselmo è invece il ruolo del paesaggio ligure nelle poesie e prose di argomento partigiano di Giorgio Caproni: un antipasto di quello che sarà il tema centrale del prossimo numero.
2025, Bollettino di Italiansitica
Il "Bollettino di italianistica" sottopone i saggi pervenuti a doppia valutazione, da parte del Comitato scientifico e di almeno un revisore anonimo (blind referee).
2025
Buongiorno a tutte e a tutti, È un onore per me prendere la parola oggi, in un luogo così ricco di memoria e significato come Malga Fossetta. Vorrei innanzitutto ringraziare l'Istrevi, nella persona del suo presidente Stefano Fracasso, e... more
Buongiorno a tutte e a tutti, È un onore per me prendere la parola oggi, in un luogo così ricco di memoria e significato come Malga Fossetta. Vorrei innanzitutto ringraziare l'Istrevi, nella persona del suo presidente Stefano Fracasso, e il professor Camurri, per aver pensato a me per un'occasione tanto speciale. E naturalmente, grazie a voi tutte e tutti per essere qui e per l'attenzione che vorrete dedicarmi. Il motivo per cui sono stato invitato a intervenire oggi ha a che fare con un libro che ho scritto su Luigi Meneghello. Per lavorarci, ho avuto modo di leggere con attenzione i suoi libri e, grazie al fondo conservato alla Biblioteca Bertoliana di Vicenza, anche molte delle sue lettere. Pur non considerandomi un esperto, desidero condividere con voi le riflessioni nate da quella frequentazione, consapevole di non avere risposte definitive da sottoporvi. Innanzitutto vorrei rimettere in discussione un assunto che a volte si tende a dare per scontato: la Resistenza non costituisce un blocco compatto. Se andiamo indietro fino al 1947, l'anno in cui Italo Calvino pubblicò Il sentiero dei nidi di ragno, troviamo una visione fortemente polarizzata: Noi, nella storia, siamo dalla parte del riscatto, loro dall'altra. Da noi, niente va perduto, nessun gesto, nessuno sparo, pur uguale al loro, [...] va perduto, tutto servirà se non a liberare noi a liberare i nostri figli, a costruire un'umanità senza più rabbia, serena, in cui si possa non essere cattivi. L'altra è la parte dei gesti perduti, degli inutili furori, perduti e inutili anche se vincessero, perché non fanno storia, non servono a liberare ma a ripetere e perpetuare quel furore e quell'odio, finché dopo altri venti o cento o mille anni si tornerebbe così, noi e loro, a combattere con lo stesso odio anonimo negli occhi e pur sempre, forse senza saperlo, noi per redimercene, loro per restarne schiavi.
2025, "Della disperazione" Poesie ritrovate
Queste sono delle poesie che scrissi tra il 2004 e il 2006. Erano pubblicate nel mio blog Erodiade. Poesia e Dissidenza, poi collassato e subito ricreato nel 2006 su altra piattaforma (Google Blogger). Nello scomparire dalla vista... more
Queste sono delle poesie che scrissi tra il 2004 e il 2006. Erano pubblicate nel mio blog Erodiade. Poesia e Dissidenza, poi collassato e subito ricreato nel 2006 su altra piattaforma (Google Blogger). Nello scomparire dalla vista lasciarono però traccia su Internet Archive. Way Back Machine. Le ripubblico, ma in esse non va riscontrata un’aderenza letterale con la mia alquanto normalissima vita, quanto piuttosto un uso metaforico di questa per proporre una mia ricorrente idea. Quale? Quella della dissidenza per via artistica. In effetti, il mio pensiero è preciso a questo riguardo, e ne ripubblico un estratto da un mio articolo del 2009, sempre sul sito Erodiade. Online Journal. https://erodiade.blogspot.com
2025, Atti e Memorie dell'Arcadia
Un racconto disperso e una lettera inedita Un uomo molto semplice appare sulla rivista «Oggi» il 9 luglio 1933 e da questo momento non è stato più inserito da Brancati nelle raccolte di racconti successive, finendo dunque per essere... more
Un racconto disperso e una lettera inedita Un uomo molto semplice appare sulla rivista «Oggi» il 9 luglio 1933 e da questo momento non è stato più inserito da Brancati nelle raccolte di racconti successive, finendo dunque per essere destinato, di fatto, a un lungo oblio. La novella, d'impianto antimilitarista, di cui è riprodotto il testo, è una testimonianza rilevante e precoce della crisi culturale e ideologica che l'autore vive a partire dal 1933, confermata anche dal romanzo Singolare avventura di viaggio e da altri racconti coevi. Un uomo molto semplice presenta altresì alcuni nuclei tematici, come l'indifferenza e l'immaturità, che saranno approfonditi da Brancati nei suoi romanzi di maggior successo: Don Giovanni in Sicilia e Il bell'Antonio. Attraverso una lettera inedita che l'autore invia al direttore Mario Pannunzio nel maggio del 1933, sarà inoltre possibile analizzare i rapporti tra Brancati e l'ambiente liberale e moderato di «Oggi», animato da intellettuali antifascisti come Tilgher, Moravia e Borgese.
2025
This special issue examines the intersections of literature, spirituality, and politics in Italian culture between 1861, the year of Italian unification, and 1915, a symbolic threshold that, for Italy, marked both the onset of the war and... more
This special issue examines the intersections of literature, spirituality, and politics in Italian culture between 1861, the year of Italian unification, and 1915, a symbolic threshold that, for Italy, marked both the onset of the war and the collapse of its liberal order. This period witnessed a profound epistemological crisis, as traditional structures of knowledge and belief were increasingly destabilized by the pressures of modernization, secularization, and rapid ideological and social change. In this volatile context, religion, ideology, and artistic theory and practice became deeply entangled, giving rise to new models of meaning and representation that reshaped prevailing understandings of politics, society, and the individual's place in the world. Alongside the dominant current of positivism, a range of alternative epistemologies and spiritualities began to circulate: from mesmerism to hypnotic and mediumistic practices, from the occult revival inspired by the spiritualist chronicles of Hydesville to the reception of evolutionary theories by Alfred Wallace and Charles Darwin.
2025, The Acts of the Reappearing Pheasant: The Return of Experimental Italian and American Poets and Critics in New York (November 10–12, 2022)
An overview of the Italian reception of U.S. poetry by readers, publishers, and poets. After the extensive post-war interest in Eliot, Pound ad Masters, and later in the Beats, the 21st century has shown an increased response to Wallace... more
2025
In the 1960s, Mario Pomilio experienced a period of creative crisis that forced him away from creating fictional works. However, in the same period, the writer from Orsogna did not remain intellectually immobile: alongside his academic... more
In the 1960s, Mario Pomilio experienced a period of creative crisis that forced him away from creating fictional works. However, in the same period, the writer from Orsogna did not remain intellectually immobile: alongside his academic production dedicated to Pirandello and Verga, in 1967 Pomilio published Contestazioni, a collection of militant essays in which he reacted against various aesthetic-philosophical positions present in the post-war Italian literary field, in particular those adopted by the Gruppo 63. Our paper aims to examine Pomilio’s “contestations” by testing their argumentative forcefulness and methodological rigor. In the first paragraph, we will analyze the Abruzzese writer’s polemic against the conception of “naturalism” adopted by Renato Barilli and Angelo Guglielmi; in this regard, we will observe Pomilio’s call for a problematic and not naive historicisation of literary currents. In the second paragraph, we will examine the aesthetic-philosophical deconstructions of the neo-avant-garde positions proposed by Pomilio. These critiques are combined with an appeal for the adoption of a historicist perspective quite different from the one promoted by Marxist aesthetics because Pomilio’s positions seem more similar to those adopted by the great European philological tradition of the 20th century. In the conclusion, we will observe how the critical laboratory of Contestazioni preluded Pomilio’s return to literature.
2025, Dire quasi un’altra cosa. Intertestualità e traduzione nella letteratura del Novecento, a cura di G. Candela e E. Ceresi
This article analyses the lexical, metrical and syntactic constants of Shakespeare's sonnets translated by Ungaretti. The primary question concerns the extent to which the result was a "verbatim, word-for-word respect of the original... more
This article analyses the lexical, metrical and syntactic constants of Shakespeare's sonnets translated by Ungaretti. The primary question concerns the extent to which the result was a "verbatim, word-for-word respect of the original meaning" versus a graphic cast that goes so far as to highlight how foreign the formal scheme was.
2025, «Quaderni del “Cairoli”», 39, 2025, pp. 266-305.
Diamante nel puro azzurro sorgendo il sole dall'onde era la vetta -vertiginosa altezza!distacco dal sottoposto mondo che lo sguardo scorreva all'infinito. oh tutto pareva più bello e puro, lucente di giovinezza vicino ma tanto lontano sì... more
Diamante nel puro azzurro sorgendo il sole dall'onde era la vetta -vertiginosa altezza!distacco dal sottoposto mondo che lo sguardo scorreva all'infinito. oh tutto pareva più bello e puro, lucente di giovinezza vicino ma tanto lontano sì come il sogno dalla realtà. Ed era il diamante nel terso azzurro era la vetta la realtà che mirava il mondo puro e lontano. Sul precedente numero del luglio 1915 erano intanto comparsi due testi dal titolo singolarmente simile: Proda d'erba, ancora a firma di Giorgio De Paoli, e qualche pagina dopo Tondo d'erba, a firma di Mario Novaro. Proda d'erba riprende immagini e temi tipici del poeta -l'interrogativo filosofico sullo sfondo del paesaggio ligure -ma la sintesi è nuova e limpida, tra echi ceccardiani e anticipazioni montaliane: Stretta proda d'erba pende sul mare con scabri ulivi frondadargento. Pascolano l'aria primaverile magre farfalle nell'odor di timo. nel monotono querulo canto del mare io penso penso: -Dove la vita à la sua proda? Dove il suo fondo? -Scorre la vita scorrono l'onde.