Anamorphosis Research Papers - Academia.edu (original) (raw)
Il volume propone una raccolta di saggi incentrati sul tema di ricerca dell'anamorfosi, la tecnica prospettica di defor-mazione delle immagini nota sin dal XV secolo, ma perfezionatasi nel suo rigore geometrico tra i secoli XVI e XVII.... more
Il volume propone una raccolta di saggi incentrati sul tema di ricerca dell'anamorfosi, la tecnica prospettica di defor-mazione delle immagini nota sin dal XV secolo, ma perfezionatasi nel suo rigore geometrico tra i secoli XVI e XVII. L'interesse nei confronti di questo aspetto della storia della rappresentazione oggi emerge rinvigorito, se connesso al crescente successo che le deformazioni stanno riscuotendo in ambito mediatico e progettuale. E proprio all'analisi geometrico-evolutiva di alcuni casi ritenuti paradigmatici e sviluppatisi in ambito romano è dedicata l'opera: gli stu-di raccolti abbracciano le applicazioni anamorfiche a diverse scale, iniziando dagli oggetti di più contenute dimen-sioni, che stabiliscono un rapporto tra osservatore e opera basato sulla vicinanza reciproca-fisica e psicologica-e sull'intimità percettiva (è il caso delle anamorfosi catottriche conservate presso la collezione di Palazzo Barberi-ni) (Friso), per rivolgersi poi ai più celebri esempi di applicazione anamorfica alla pittura parietale, conservati pres-so il complesso conventuale di Trinità dei Monti (De Rosa, Liva); e dedicandosi infine all'analisi di una delle opere architettoniche realizzate in "prospettiva solida" e oggetto di recenti e inediti rilievi, ovvero la galleria borromonina di Palazzo Spada (Paris, Candito), e le ornie accelerate delle finestre di Palazzo Barberini (Piccinin). Il volume rubri-ca però sotto la voce "anamorfosi" anche alcuni esempi di quadraturismo barocco che proprio sul tema della dece-zione, ottica e piscologica, concentrarono la loro sperimentazione linguistica: i decori pittorici nel corridoio antistan-te le camere di Sant'Ignazio di Loyola, presso la Casa Professa del Gesù (Romor); gli sfondati prospettici che deco-rano le coperture e le volte delle chiese di Sant'Ignazio di Loyola (Baglioni-Salvatore), del Gesù (D'Acunto-Zoer-le) e del convento di Trinità dei Monti (Calandriello-Bergamo, Ciammaichella, D'Acunto-Liva). E ancora, generate da una vera e propria applicazione proiettiva virtuosistica che "costringeva" le orbite e le traiettorie dei corpi cele-sti a collassare nello spazio di un corridoio o di una stanza, sono le meridiane catottriche le quali, convenzionalmen-te, sarebbero da almanaccare tra gli esempi di astrolabica applicata all'architettura. Tuttavia, nell'accezione qui pro-posta, oltre a esercitare il potere illusorio, tipico dell'anamorfosi, nel farci accedere a conoscenze nascoste, esse mo-strano come la logica proiettiva delle immagini iniziasse a formarsi con chiarezza sempre più crescente nel Seicento, proprio sotto l'egida della nozione di deformazione, e di come tale orizzonte esegetico fosse stato precocemente intu-ito da Girard Desargues (1591-1661) nella sua manière universelle in cui prospettiva, gnomonica e strereotomia era-no tutte accomunate sotto l'unico vessillo della proiezione: così, nel volume sono raccolti i recenti studi condotti sul-le meridiane di Palazzo Spada e Trinità dei Monti (Bortot, Monteleone). Storia dei metodi e delle forme di rappresentazione / 8 SMFR 8 Agostino De Rosa (Bari 1963), architetto e professore ordinario, insegna presso il corso di laurea in Architettura: tecniche e culture del progetto dell'Università Iuav di Venezia. Ha ricoperto docenze e tenuto conferenze presso università e istituzioni culturali in Italia e all'estero. È autore di libri e saggi incentrati sui temi della rappresentazione e della storia delle immagini, tra cui: Geometrie dell'ombra. Storia e simbolismo della teoria delle ombre (Utet/Città Studi, Milano 1996); L'infinito svelato allo sguardo. Forme della rappresentazione estremo-orientale (Utet/Cit-tà Studi, Milano 1998); La geometria nell'immagine. Storia dei metodi di rappresentazione, volume I, Dall'antichità al Medio Evo (Utet, Tori-no 2000); (con G. D'Acunto) La vertigine dello sguardo. Tre saggi sulla rappresentazione anamorfica (Cafoscarina, Venezia 2002); James Tur-rell. Roden Crater project. Geometrie di luce (Electa, Milano 2007); Dalla terra al cielo (Skira, Milano 2008); Jean François Niceron. Prospet-tiva, catottrica e magia artificiale (Aracne, Roma 2013); Cecità del vedere (in corso di stampa). Coordina scientificamente il gruppo di ricerca Imago rerum con il quale ha curato mostre presso: Università Iuav di Venezia (Venezia, Italia); Villa e Collezione Panza (Biumo Superiore, Va-rese); Galleria di Arte Moderna (Palermo, Italia); Museo della Fotografia (Alia, Palermo, Italia); Fondazione Querini Stampalia (Venezia, Ita-lia); Lichtmuseum (Unna, Germania).