Asilo Research Papers - Academia.edu (original) (raw)
Le politiche migratorie sono salite di rango nell’agenda delle forze politiche, dei governi e dei parlamenti, non solo in Italia ma anche in Europa e nel mondo. Sono un tema caldo delle campagne elettorali, e sono oggetto di aspre... more
Le politiche migratorie sono salite di rango nell’agenda delle forze politiche, dei governi e dei parlamenti, non solo in Italia ma anche in Europa e nel mondo. Sono un tema caldo delle campagne elettorali, e sono oggetto di aspre polemiche da parte di nuovi attori politici. Il libro di Maurizio Ambrosini affronta i principali punti di tensione del rapporto sempre più problematico tra difesa della sovranità nazionale, affermazione di diritti umani universali e domande di apertura dei confini da parte dei mercati e degli attori economici.
Le politiche degli ingressi, il trattamento degli immigrati irregolari, l’accoglienza dei rifugiati, l’accesso alla cittadinanza, la riaffermazione dell’identità nazionale, la richiesta di adesione culturale agli immigrati, sono temi dibattuti e controversi in tutti i paesi sviluppati, e anche nei paesi emergenti. Spesso fra l’altro, in tempi di bassa passione ideologica, assumono uno spiccato rilievo simbolico: servono a definire le posizioni delle forze politiche e a contrapporsi ai concorrenti.
Il sovraccarico ideologico produce, tra le altre conseguenze, una crescente divaricazione tra politiche dichiarate e politiche praticate: le sanatorie ne sono l’esempio più evidente. Questo vale nel caso italiano (7 in 25 anni), ma anche nel resto d’Europa, dove 22 paesi su 27 ne hanno attuate tra il 1996 e il 2008, regolarizzando da 5 a 6 milioni di immigrati.
Il caso dei rifugiati, affrontato in un capitolo molto attuale, fornisce altri spunti di riflessione a chi voglia andare oltre le paure e le semplificazioni propagandistiche: l’86% dei richiedenti asilo sono accolti nei paesi del cosiddetto Terzo mondo. L’Italia si è impegnata in modo meritorio nei salvataggi in mare dell’operazione Mare Nostrum, ma accoglie poco più di un rifugiato ogni 1.000 abitanti, contro gli oltre 200 del Libano.
Anche a livello locale, dove di solito prevalevano pragmatismo e ricerca di soluzioni ragionevoli, compaiono oggi politiche dichiarate di esclusione, dagli Stati Uniti alle regioni dell’Italia settentrionale; spesso poi inattuate o contrastate da attori pro-immigrati e dalla magistratura, ma in ogni caso culturalmente e politicamente influenti.
Nello stesso tempo però gli immigrati acquistano ogni giorno legittimazione, voce e diritti, mediante diverse pratiche di cittadinanza dal basso, dall’adesione ai sindacati, all’impegno associativo, al volontariato, alla partecipazione in ambito religioso. La mobilitazione di diversi attori delle società civili, dai sindacati alle istituzioni religiose a molte associazioni di volontariato, forma una composita ma battagliera coalizione in difesa dei loro diritti e fornisce una serie di servizi che consentono di fronteggiare molte difficoltà, dalle cure mediche per gli irregolari all’insegnamento dell’italiano, al sostegno scolastico per i figli.
A livello locale, se il multiculturalismo è oggi in declino, la diversità invece ottiene crescente consenso. Nelle politiche urbane, diversità e coesione sociale sono i nuovi termini che consentono di cercare soluzioni praticabili per la gestione di società sempre più eterogenee. Chiusura ed esclusione non sono univoche: secondo l’autore, le politiche migratorie sono piuttosto un campo di battaglia, in cui alle tendenze ostili agli immigrati si oppongono attori e pratiche sociali che promuovono l’inclusione.