Critical Musicology Research Papers - Academia.edu (original) (raw)
Chiarezza a qualunque costo (Stendhal) Feldman: «Tiziano aveva mestiere, Matisse aveva maestria (…) la musica non ha mai avuto il suo Matisse». Capire che cos'è il colore, lasciarlo libero in una vasta superficie. La musica di Feldman?... more
Chiarezza a qualunque costo (Stendhal) Feldman: «Tiziano aveva mestiere, Matisse aveva maestria (…) la musica non ha mai avuto il suo Matisse». Capire che cos'è il colore, lasciarlo libero in una vasta superficie. La musica di Feldman? Colore, le gradazioni del colore (come in Ad Reinhardt) strumento, ripetizione, e traduzione, come in Beckett? Il minimalismo non c'entra, è solo questione di mantenere quella tensione e, soprattutto, quella stasi, la stasi è già tutta in Matisse, così come in Feldman, un'illimitata distesa di colore oltre i bordi di una qualsiasi tela, dai contorni sfumati, e tutti insieme (alles zusammen) come nel piano pittorico che qui diviene piano aurale dell'orecchio, una bolla in assenza di gravità attenta a non cadere in terra. Quale terra? Il 'sistema' e quale sistema in Feldman? Quello di un pittore. Feldman aggiunge spessore, distribuisce colore, diluisce vere e proprie campiture e pigmenti di suono ed è sempre attento a quel che il materiale richiede; non gli interessa pensarlo, lo sente e basta, non tanto il suono, quanto la preferenza per certi strumenti da parte del suono o come la materia musicale possa essere plasmata restringendo il tempo, oppure, con opere come 'Intermissions' (1950), 'Extensions 1-5' (1951-'53) che, nello spirito della 'Sinfonia' di Webern, rivelano una miriade di significati con un numero estremamente ridotto di altezze. Una grande economia di mezzi ma, cosa ancor più importante, per i futuri sviluppi della sua musica, è l'estinzione del suono come materiali di risonanza, le diverse modalità di estinzione e inviluppo del suono, come i timbri degli strumenti risultano essere indipendenti ed allo stesso tempo interdipendenti e in particolar modo irriconoscibili (non come in Lachenmann) l'ostinata fluidità dei suoni isolati, la frizione verticale delle armonie ecc. Considerando ora-con esclusione del magnifico "apprendistato" strutturalista degli anni cinquanta-partiture come 'Why Patterns?' del 1978, 'String quartet' (1979), 'Trio' (1980) 'Crippled Symmetry' del 1983 o 'Coptic light' del 1985 (un grande pedale orchestrale ricco di sfumature, che ritengo essere il suo capolavoro) si guarda ad esse ed alle diverse misure che le scandiscono come ad una grande simmetria sproporzionata nel ritmo e nella lunghezza delle frasi che le sorregge. Non si tratta di vere battute con una loro regolare pulsazione bensì di un reticolo atto a far sì che l'esecutore possa orientarsi nello spazio-tempo. Le figure, invece, sono spesso più lunghe di quanto scritto, un esempio: nel 'Trio' l'indicazione di Feldman apposta in partitura riguardante tale aspetto è sottolineata a partire dal tempo metronomico, Feldman segna: 1/4 + 1/8 = 1/4 + 1/8 + (1/16). Nessun pattern ha il sopravvento sugli altri, cos'è un pattern? Colore-pausa-colore della pausa: colore. Un altro espediente, spesso nelle sue opere le battute hanno una cornice simmetrica di tempi di silenzio piuttosto lunghi. Un esempio, in 'Why patterns?', flute: 5/8 (= silenzio)-3/16 (= suono punto / linea-frase)-5/8 (= silenzio) ma sempre di colore si sta parlando! E, ancora, il ritmo: perché una quintina o settimina di un glockenspiel viene accelerata nell'esecuzione? Perché subisce inevitabilmente una accelerazione propulsiva legata alla sola proprietà di essere un gruppo irregolare proporzionale ai cambi di registro. I gruppi irregolari in Feldman vengono