Digital literacy, Hypertext reading, Online Learning Research Papers (original) (raw)

Pier Cesare Rivoltella, UCSC [in S. Fava (ed), … Il resto vi sarà dato in aggiunta. Studi in onore di Renala Lollo, Vita e Pensiero, Milano 2014, pp. 313-324] 1. Crisi della lettura? Non è difficile, oggi, fin dalla scuola primaria,... more

Pier Cesare Rivoltella, UCSC [in S. Fava (ed), … Il resto vi sarà dato in aggiunta. Studi in onore di Renala Lollo, Vita e Pensiero, Milano 2014, pp. 313-324] 1. Crisi della lettura? Non è difficile, oggi, fin dalla scuola primaria, assistere al proliferare di progetti dedicati alla difesa e alla promozione della lettura. L'implicito che sta dietro a queste iniziative-una su tutte, Nati per leggere 1-è che la lettura e i suoi valori sarebbero minacciati, a rischio di estinzione. La principale responsabilità di questa crisi viene normalmente cercata nella diffusione dei nuovi media: i bambini, troppo impegnati a guardare la televisione, a videogiocare, a sfogliare tablet pieni di immagini e di video, non leggono più. E la perdita di questa abitudine viene collegata a tre principali problemi con cui poi insegnanti e genitori si trovano inevitabilmente a fare i conti. La prima questione si può indicare parlando di morte dell'immaginario. Il libro, soprattutto il libro per l'infanzia, da sempre si caratterizza come uno spazio specifico entro cui l'immaginazione si può esercitare. Questo non significa soltanto che si possono percorrere le giungle della Malesia seguendo le gesta degli eroi di Salgari, perlustrare le profondità degli oceani a bordo del Nautilus, accompagnare Alice nel mondo al di là dello specchio. Il riferimento all'immaginario è tecnico. Fenomenologicamente, immaginare significa intenzionare qualcosa in assenza 2. A differenza della percezione, contraddistinta dal fatto che in essa gli oggetti si danno alla coscienza in presenza (percepisco un oggetto quando esso sta davanti ai miei occhi "in carne e ossa"), l'immaginazione è tale per cui quel che immagino si presenta alla mia coscienza senza che io materialmente ce l'abbia davanti. Questa funzione consente all'immaginazione di integrare la percezione. Anche se materialmente non vedo tutte le facce del cubo, grazie all'immaginazione integro la percezione delle facce che mi sono visibili intenzionando in assenza anche quelle che non vedo. E così, quanto più la realtà che mi sta davanti è ambigua e allusiva, quanto meno la mia percezione riesce a restituirne un'intenzionalità piena, tanto più la mia immaginazione sarà sollecitata. La fantasia del bambino che la buona letteratura per l'infanzia sollecita, non va pensata allora come un'evasione verso mondi improbabili, ma come la capacità di completare l'insufficienza della percezione superandone i limiti angusti. È quanto ben compendia Saint-Exupéry quando scrive nel Piccolo Principe che "l'essenziale è invisibile agli occhi". Un secondo motivo di preoccupazione legato alla desuetudine alla lettura è la perdita del linguaggio. Tutti noi ricordiamo sicuramente le raccomandazioni di mamme, nonne, maestre, quando ci dicevano che per imparare a scrivere occorreva leggere tanto: "Come fai a riuscire nei temi? Non leggi mai niente!". Come spesso capita, nel buon senso pedagogico sono custodite delle verità educative. La ricerca neuroscientifica ha infatti dimostrato che esiste uno stretto rapporto tra sviluppo del lessico, attitudine alla lettura e riuscita scolastica 3. Leggere ad alta voce storie e racconti a bambini molto piccoli, non ancora alfabetizzati, serve a favorire l'estensione del loro vocabolario. Il loro lessico, sicuramente più ricco di quello dei loro coetanei cui non sono state lette storie, li favorirà quando inizieranno a leggere. La 1 Cfr. in Internet, URL: http://www.natiperleggere.it/.