Don Lorenzo Milani Research Papers (original) (raw)
Introduzione L'uso dell'espressione pedagogia del dissenso o antagonista si riferisce a quell'ampia e articolata visione ideologica del mondo-sorta tra ottocento e novecento-di matrice socialista utopista, marxista , anarchica e pacifista... more
Introduzione L'uso dell'espressione pedagogia del dissenso o antagonista si riferisce a quell'ampia e articolata visione ideologica del mondo-sorta tra ottocento e novecento-di matrice socialista utopista, marxista , anarchica e pacifista irenica che ha perseguito, e persegue, la finalità di progettare un uomo nuovo e una realtà politica e sociale radicalmente altra rispetto a quella del sistema dominante. Ebbene, questa definizione di matrice squisitamente pragmatica, esclude quegli orientamenti pedagogici dell'ottocento e del novecento che, pur avendo formulato critiche di rilievo alla pedagogia tradizionale, non hanno tuttavia assunto una posizione radicalmente antagonista rispetto alla realtà esistente. Alludiamo, ad esempio, ai fondamentali contributi dell'attivismo pedagogico ottocentesco e novecentesco che, pur avendo profondamente rinnovato la pedagogia, non possono tuttavia essere paragonati sotto il profilo antagonista al socialismo o al movimento anarchico. A maggior ragione la ricerca psicopedagogica non potrà essere oggetto della nostra riflessione. In primo luogo poiché la ricerca psicopedagogica ha attribuito priorità ad un atteggiamento scientifico nell'indagine pedagogica ponendo l'enfasi sui metodi e sui risultati; in secondo luogo perché ha stabilito un legame assai stretto con la ricerca psicologica cercando di individuare strategie educative di tipo oggettivo ;in terzo luogo poiché la ricerca psicopedagogica ha assunto un atteggiamento fortemente critico nei confronti della pedagogia con connotazioni ideologiche ed infine poiché la ricerca psicopedagogica ha concentrato la sua attenzione su alcuni nodi fondamentali e fra questi sulla crescita, sulle fasi dell'apprendimento e sulle tecniche atte a migliorarle e sull'evoluzione cognitiva. Ad ogni modo l'intento nostro lavoro non è stato quello di compiere una rassegna esaustiva sotto il profilo storico-critico della pedagogia antagonista. Il nostro obiettivo è stato infatti più limitato poiché si è concretizzato nell'individuare alcuni aspetti della dimensione pedagogica antagonista novecentesca sottolineando come il suo obiettivo sia di sovvertire attraverso l'educazione l'ordine esistente in funzione anticapitalista, antimilitarista e persino antistatale (nella sua declinazione anarchica). L'esito del nostro lavoro ci ha condotto a queste due conclusioni: da un lato la pedagogia antagonista novecentesca(come d'altronde quella ottocentesca con Lev Tolstoj,Louise Michel,Francisco Ferrer,Paul Robin,Sebastien Faure) è stata, ed è, un dispositivo ideologico di contropotere che ha avuto-ed ha-come finalità principale quella di promuovere la trasformazione rivoluzionaria della realtà politica, sociale e della dimensione educativa attraverso l'agitazione sovversiva (l'azione diretta, la disobbidienza civile) e attraverso la guerra psicologica (la disinformazione, la propaganda, l'indottrinamento e la sovversione culturale e sociale);dall'altro lato la pedagogia nel suo complesso ha avuto-ed ha-un legame intrinseco con la ideologica politica e/o religiosa che orienta la scelta delle tematiche da affrontare,che orienta le metodologie con le quali interpretare il reale ma che soprattutto determina gli scopi della educazione e della politica scolastica di una nazione.Parlare dunque di neutralità da un punto di vista epistemologico appare del tutto privo di fondamento.