Eurozone crisis Research Papers - Academia.edu (original) (raw)

La crisi finanziaria scoppiata nell’autunno 2008 ha sancito il successo di coloro che ne sono stati gli artefici. In Italia e Grecia sono andati al potere tecnocrati e banchieri, gli stessi che, fino al giorno prima, hanno lavorato per le... more

La crisi finanziaria scoppiata nell’autunno 2008 ha sancito il successo di coloro che ne sono stati gli artefici. In Italia e Grecia sono andati al potere tecnocrati e banchieri, gli stessi che, fino al giorno prima, hanno lavorato per le istituzioni responsabili del crollo dell’economia. Ai vertici dei governi europei, delle istituzioni internazionali, dell’Unione europea (un «super Leviatano»), siedono i referenti delle banche e della finanza, nelle mani dei quali una classe politica incapace e inadeguata ha affidato le speranze di ripresa. Essi continuano a perseguire le politiche di impoverimento di 720 milioni di europei, con l’unico scòpo di trasformare il Vecchio Continente in un immenso lager di schiavi moderni: tagli, flessibilità, liberalizzazioni, privatizzazioni, queste le «ricette» per raggiungere falsi obiettivi: la riduzione del deficit ed il pareggio di bilancio (tecnicamente impossibile). Con la «privatizzazione» (svendita) delle ultime società pubbliche completeranno il disegno, raggiungendo l’obiettivo di distruzione degli Stati e della privazione dei più elementari diritti di cittadinanza. Sono politici, banchieri, economisti, editori, controllano i media, e attraverso essi ci tranquillizzano. Non possiamo illuderci che, coloro che hanno appiccato l’incendio, si trasformino improvvisamente in pompieri. Guardando i dati, viene spontaneo domandarsi come sia possibile che in soli tre anni dall’autunno 2008, il debito pubblico di alcuni Stati (Italia, Spagna, Portogallo, Irlanda) sia sensibilmente peggiorato. La risposta è semplice: la colpa è delle misure anti-crisi legate alle operazioni di sostegno al sistema bancario. Con i soldi dati alle banche a interessi irrisori (1.200 miliardi in Europa, e altrettanti negli Usa), queste non fanno altro che rifinanziare le loro obbligazioni o acquistare a loro volta il debito degli Stati, che è divenuto nel frattempo più oneroso da sostenere perchè è aumentato, e il rating è peggiorato. Le banche, quindi, chiedono interessi più alti agli Stati, e la voragine del debito pubblico aumenta in una spirale infinita. In tutto questo giro, chi ci guadagna, ancora una volta, sono proprio le banche. Ma come siamo arrivati fino a qui? Quali sono i sottili meccanismi che hanno privato gli Stati della loro sovranità? L’Ue, la Bce, l’euro, il Trattato di Lisbona, Basilea II, il Fmi, le agenzie di rating, sono tutti strumenti nelle mani della finanza, che ha piazzato i suoi uomini al vertice delle istituzioni nazionali e sovranazionali. Il potere, scippato da tecnocrati e banchieri, con la complicità di politici incapaci e corrotti, deve tornare nelle mani del popolo sovrano.