Glottodidattica Research Papers - Academia.edu (original) (raw)

La pandemia da COVID-19 (malattia da SARS-CoV-2) ha presentato al mondo dell’istruzione una serie di sfide senza precedenti poiché le università, le aule e le scuole dell’Italia intera sono state costrette a chiudere i battenti a marzo... more

La pandemia da COVID-19 (malattia da SARS-CoV-2) ha presentato
al mondo dell’istruzione una serie di sfide senza precedenti poiché le
università, le aule e le scuole dell’Italia intera sono state costrette a chiudere i battenti a marzo 2020 nella speranza di ridurre la diffusione del virus, e, trascorso un anno, funzionano ancora a distanza.
I docenti di lingua hanno dovuto adeguare rapidamente i loro interventi
alla nuova modalità didattica totalmente online, in risposta alla
chiusura degli istituti educativi e all’emergenza sanitaria globale. Il tutto
senza poter disporre di una formazione adeguata rispetto agli effetti degli ambienti virtuali di apprendimento sullo studio di una L2, sia in produzione sia in comprensione, e sui processi di cooperazione tra gli apprendenti che appartengono a uno stesso gruppo classe, abituati a confrontarsi tra di loro e con il docente in presenza su questioni di natura linguistica.
Partendo da una revisione degli strumenti e dei percorsi glottotecnologici disponibili, nonché delle linee di ricerca che hanno animato la scena glottodidattica negli ultimi decenni, questo volume si propone di far luce sulle possibili applicazioni della tecnologia nella classe di lingua, fornendo spunti di riflessione e proposte operative che possano orientare docenti e studenti in questo terreno inesplorato.
Indipendentemente dall’attuale situazione pandemica che stiamo
sperimentando, bisogna riconoscere che già da alcuni decenni ormai la
tecnologia si è infiltrata in quasi ogni singolo aspetto della nostra vita
quotidiana, e di sicuro non fa eccezione neanche il campo dell’apprendimento
e dell’insegnamento delle lingue straniere. È ormai da tempo che
i docenti più esperti e aggiornati hanno iniziato a sperimentare l’uso di
dispositivi tecnologici nella classe di lingua e che tali prassi sono divenute oggetto di interesse per numerose ricerche condotte sull’efficacia dell’uso della tecnologia a vantaggio dell’educazione linguistica. Nessun insegnante, studente o glottodidatta può negare l’importanza dell’utilizzo delle tecnologie informatiche per migliorare l’ambiente di apprendimento e l’efficacia del percorso acquisizionale; ciononostante, mancano
risultati esaustivi e percorsi di formazione sistematici che supportino un
processo di standardizzazione nell’uso delle tecnologie nella classe di
lingua, favorendo così una sperata omogeneità negli effetti prodotti sui
discenti. Difatti, la rapida evoluzione degli strumenti tecnologici ne ha reso spesso la scelta e lo sfruttamento al servizio del curricolo di lingua straniera un compito scoraggiante, se non addirittura proibitivo per molti. Il mio intento in questo volume è quello di illustrare l’evoluzione e alcuni possibili usi applicati della tecnologia nella didattica delle lingue, in modo chiaro e cercando di mantenere un’attenzione costante sugli aspetti pedagogici correlati a tale pratica, piuttosto che concentrandomi sulla fin troppo ampia gamma di strumenti disponibili, utili a tale scopo.
Va da subito precisato che questo volume non si configura come un
manuale tecnico; non verrà infatti spiegato ai lettori come connettersi a
Internet, come programmare in html o JavaScript o come utilizzare, più
in generale, sul piano tecnico, le risorse digitali disponibili. Ci sono già
in circolazione molte guide tecniche e corsi preparatori dedicati all’approfondimento di queste abilità pratiche. Piuttosto, questo libro si concentra sul motivo per cui alcuni strumenti tecnologici dovrebbero essere integrati nel curricolo di lingua straniera in un’ottica più strettamente glottodidattica, e sul potenziale contributo che questi strumenti possono dare all’interno di un percorso di acquisizione linguistica. Gli obiettivi principali dell’opera sono quelli di stimolare i lettori a uscire dalla loro comfort zone per esplorare le possibilità offerte dalle glottotecnologie, decidere di formarsi per acquisire le competenze tecniche necessarie per iniziare a incorporare la tecnologia nelle loro classi, iniziare a sperimentare sul campo nuove metodologie didattiche, che siano non solo efficaci sul piano acquisizionale, ma anche ripetibili su quello didattico.
Di conseguenza, questo libro è diretto anzitutto ai docenti di lingue,
tanto delle scuole primarie e secondarie che di livello universitario, anche neofiti o inesperti in questo campo, ma desiderosi comunque di approfondire questi aspetti del loro operato strettamente connessi alla tragica attualità derivata dagli eventi pandemici. Il volume è però pensato anche per i professionisti che già lavorano nell’ambito dell’apprendimento linguistico assistito dal computer, in presenza o a distanza, e che continuano a voler ampliare le proprie conoscenze glottodidattiche, per far sì che il loro intervento didattico rimanga costantemente al passo con i tempi, e sia massimizzata l’efficacia del ricorso alle tecnologie come strumento per l’acquisizione linguistica. Anche coloro che lavorano allo sviluppo di politiche linguistiche aggiornate per ciò che riguarda metodologie e strumenti disponibili, potranno trovare ampi spunti di riflessione specie in riferimento al rinnovamento del curricolo di lingua e alle pratiche di valutazione e verifica dell’operato dei docenti.
All’interno del presente volume non si sostiene l’uso di nuove tecnologie
come meri sostituti di strumenti equivalenti e ben più riconoscibili,
come carta e penna o gesso e lavagna. Piuttosto, si auspica un radicale
cambiamento di prospettiva nell’uso della tecnologia in ambito glottodidattico, per svolgere funzioni complementari rispetto ai metodi tradizionali e ottenere risultati migliori dal punto di vista dello sviluppo delle
competenze linguistico-comunicative degli apprendenti. Tutto ciò implica anche un ripensamento dei ruoli degli attori del processo didattico, ovvero studenti e docenti, i primi andando ad assumere un atteggiamento maggiormente attivo e autonomo, e i secondi andando a decentralizzare la propria figura nella classe di lingua, lasciando spazio al contatto con la lingua target, all’uso di quest’ultima in contesti comunicativi reali da parte degli apprendenti, e fungendo da guide e facilitatori più che da veicoli per la trasmissione di conoscenze.
Indubbiamente, alcuni degli strumenti tecnologici qui recensiti saranno
già stati superati da altre innovazioni nel momento in cui questo
libro sarà pubblicato e approderà nelle mani del lettore: quella di diventare obsoleti è una preoccupazione costante per chi lavora nel campo delle glottotecnologie. La rincorsa all’applicazione più recente o allo strumento di ultima generazione, se privata di una prospettiva pedagogica, risulterà però assai poco fruttuosa; difatti, il docente di lingua dovrebbe sempre tenere a mente che egli non è un mero tecnico e che la tecnologia che egli utilizza dovrebbe essere al servizio degli utenti e mai fine a se stessa, aumentando ed esaltando la capacità umana di acquisire nel corso della vita lingue diverse da quella materna.
Nella progettazione del curricolo di lingua il docente dovrebbe tenere
in considerazione almeno tre fattori: l’usabilità dello strumento; l’esperienza dell’utente; e la ricaduta sociale. Significa ragionare da un lato sui metodi cognitivo-percettivi associati allo strumento che si sceglie di utilizzare e dall’altro sull’interfaccia e sul design dello stesso, valutando se questi possono essere accattivanti e comprensibili per il target di apprendenti di riferimento. Infine, occorrerebbe provare in prima persona il dispositivo e confrontare le proprie impressioni con quelle di altri utenti
che già ne hanno avuto esperienza, così da verificare l’impatto sociale su
ampia scala che esso ha prodotto e ipotizzare quello che avrà su un più
ristretto gruppo classe.
È fondamentale, dunque, che la tecnologia sia integrata in una riflessione culturale e glottodidattica più ampia dando vita a una sorta di nuovo umanesimo digitale, in una prospettiva incentrata sull’uomo piuttosto che sullo strumento.