History of Genoa Research Papers (original) (raw)

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Draft in Italian language of the French text "Venise des origines à l'an 827", in "Venise. Histoire, promenades, anthologie & dictionnaire". Sous la direction de Delphin Gachet et Alessandro Scarsella, Paris, Robert Laffont, 2016 (Bouquins) [ISBN 978-2-221-12874-9], pp. 3-41 ("Venise. Histoire, promenades, anthologie & dictionnaire" has got the "Prix des Belles Lettres" 2016 of "Académie nationale des sciences, belles-lettres et arts de Bordeaux") Bizantinità di Venezia Il filosofo tedesco Karl Jaspers nel volume Origine e senso della storia ritiene "principe prudent de ne pas se mêler des premiers âges de l'humanité". A proposito della preistoria Jaspers aggiunge: "Ce temps prodigieusement long, où l'homme peuplait déjà la terre, garde son secret. Quoique l'histoire n'y parle pas encore, nous savons qu'il a dû s'y produire quelque chose d'essentiel". Per i primordi di Venezia gli storici hanno poche fonti rispetto a quelle a disposizione della storia della città lagunare nei periodi successivi (e anche rispetto a quelle a disposizione di chi è interessato alla storia di altre località italiane nell'ottavo secolo e nei primi decenni del nono). Per esempio il primo documento veneziano fu scritto nell'anno 819 dal tribuno e notaio ducale Demetrio, qualche anno dopo il costituirsi della cancelleria dei dogi. Eppure, come scrive Jaspers sempre a proposito della preistoria, nei primi e oscuri secoli della storia veneziana "tout y était virtuellement contenu; ce qui s'y passa fut décisif et orienta le cours même de l'histoire" i. Il fattore decisivo di tutta la storia di Venezia fu la sua iniziale appartenenza all'Impero Romano d'Oriente, ovvero a Bisanzio. Nell'imminenza della caduta dell'Impero, una delegazione guidata dall'imperatore Giovanni Paleologo giunse a Venezia per partecipare al Concilio ecumenico di Ferrara-Firenze del 1438-1439 (organizzato per riunire cattolici e ortodossi in una unica Chiesa) ed visitò la città e i suoi monumenti. Uno dei membri di questa delegazione, Bessarione, il metropolita ortodosso di Nicea e futuro fondatore della Biblioteca Marciana (il cui ornato edificio oggi fronteggia Palazzo Ducale), rimase colpito dalla particolare atmosfera della città lagunare tanto che successivamente la definì "come una seconda Bisanzio" (quasi alterum Byzantium). Anche oggi, secondo Jonathan Harris, l'attuale "Istanbul non possiede un corrispettivo bizantino dell'acropoli di Atene o del foro di Roma [.. .] C'è un altro modo, tuttavia, per farsi un'idea della Costantinopoli bizantina: visitare Venezia". In origine Venezia era, in effetti, non una seconda Bisanzio, ma una parte integrante del mondo bizantino e dell'Impero Bizantino, e anche quando di fatto si rese indipendente, restò per generazioni parte integrante di quello che è stato definito con una moderna espressione il "Commonwealth bizantino" oppure koine bizantina ii. La leggenda delle origini selvagge: profughi in un disabitato mondo acquatico