Italian Iron Age Archaeology Research Papers (original) (raw)
2021, Morhange C., Canzanella-Quintalucce M.-M., Kaniewski D., Marriner N., Pasquinucci M. Russo Ermolli E., Vacchi M., Perché studiare l’ambiente dei porti antichi? in Il Mediterraneo e la storia III, Documentando città portuali –... more
2021, Morhange C., Canzanella-Quintalucce M.-M., Kaniewski D., Marriner N., Pasquinucci M. Russo Ermolli E., Vacchi M., Perché studiare l’ambiente dei porti antichi? in Il Mediterraneo e la storia III, Documentando città portuali – Documenting port cities, L. Chioffi, M. Kajava, S. Ormä (eds), pp. 27-39.
Nei tempi passati i porti antichi hanno a lungo affascinato pellegrini, viaggiatori, antiquari e archeologi, alla ricerca delle testimonianze bibliche o, sulle tracce di Omero, delle tante tappe del viaggio di Ulisse. A partire dall'Umanesimo, si è cercato di individuare gli antichi scali sulla base delle fonti latine e greche e dell'osservazione dei luoghi. Più recentemente, geologi e geomorfologi prestavano scarsa attenzione ai paleoambienti in contesto archeologico, considerando generalmente i sedimenti sub-attuali troppo "perturbati" e privi di interesse scientifico. Da una trentina d'anni, invece, l'archeologia mediterranea ed italiana ha visto significativi cambiamenti. Si osserva, in particolare, sotto l'influenza del mondo anglosassone, un interesse crescente per una nuova dialettica natura-cultura, sì che le ricerche pluridisciplinari sono diventate ai nostri giorni indispensabili per una migliore comprensione della vulnerabilità e della resilienza a lungo termine delle società costiere. Agli inizi degli anni '90, furono aperti due vasti cantieri archeologici a Cesarea, in Israele e nel Porto Vecchio di Marsiglia, in Francia. Questi due progetti di grande respiro erano impostati su una "archeologia totale" dei bacini portuali, con l'applicazione di una pionieristica metodologia geoarcheologica pluridisciplinare che ha incluso la geomorfologia, la sedimentologia, la biologia, la geochimica, le datazioni al radiocarbonio, le caratterizzazioni dei paleo-inquinanti nei sedimenti con isotopi stabili del piombo, etc. 2 Perché, quindi, studiare i paleoambienti portuali antichi? Quali risposte possono darci per una migliore conoscenza globale dell'organizzazione dei porti nell'Antichità? Gli elementi che qui presentiamo cercheranno di rispondere, almeno parzialmente, a degli interrogativi così complessi. Con l'illustrazione di esempi provenienti principalmente dalla penisola italiana, ci soffermeremo su cinque principali tematiche di ricerca.