Martha Nussbaum's theory of human capabilities Research Papers (original) (raw)

Vulnerabilità nella filosofia sociale di M. C. Nussbaum (Alessandro Pizzo) Essere animali vulnerabili Vivere nel mondo significa esperire il timore per la propria condizione umana, esposta a inedite e costanti minacce. In questo contesto,... more

Vulnerabilità nella filosofia sociale di M. C. Nussbaum (Alessandro Pizzo) Essere animali vulnerabili Vivere nel mondo significa esperire il timore per la propria condizione umana, esposta a inedite e costanti minacce. In questo contesto, trovo stimolante la riflessione di Martha Nussbaum la quale, appunto, prende le mosse dalla concretezza storica che viviamo al fine di dare risposte ai bisogni dell'uomo moderno, sempre più esposto a rischi per la propria limitatezza. Il mondo moderno, detto altrimenti, esalta, in negativo, la finitudine umana, aumentando in maniera esponenziale le naturali occasioni di difficoltà per la nostra vulnerabilità. Ora saper leggere in maniera efficace i concreti bisogni umani significa conoscere quel di cui ha davvero bisogno l'essere umano, e, di conseguenza, anche come promuovere in maniera adeguata lo sviluppo personale, coniugando capacità, occasioni e possibilità. Tuttavia, il mondo è diseguale, non è affatto il migliore dei mondi possibili e genera spesso ingiustizia, difficoltà, all'esercizio della libertà personale. D'altra parte, nessuno vive da solo, le esistenze degli uomini sono " legate " in maniera che la vita di ciascuno ha effetti sulle vite di tutti gli altri. Una società si caratterizza proprio per la connessione sociale tra i suoi membri e per i rapporti tra gli attori che operano in società. Misurarsi con questi scenari significa porsi in un'ottica diversa rispetto al passato, significa confrontarsi con livelli diversi di problematiche inerenti al rapporto tra libertà e diritti dei singoli, e dare una versione per così dire aggiornata alla dignitas umana. Muovendosi all'interno di questo scenario e nella concreta tensione storica che attraversiamo, Nussbaum formula una filosofia sociale che cerca di accordare in maniera innovativa la libertà personale con la giustizia, la diversità di cui ciascuno è, per parte propria, naturale portatore, in termini di talenti e possibilità di realizzazione, con un equo sviluppo nella differenza delle condizioni di partenza, nei differenti stati personali e sociali. Punto di partenza è il nesso tra pensiero e base materiale dello stesso. Come sostiene la Marzano, l'essere umano è una persona incarnata 1 , l'uomo esiste in stretta relazione con la sua dimensione materiale, ossia la corporeità, il possesso di un corpo 2. È nel corpo e tramite di esso che ciascuno vive ed entra in relazione con gli altri 3. L'entrata in rapporto con altri corpi, pone il problema dello straniero, vale a dire della percezione sociale di altri come noi, di altri stranieri che sono come noi 4. Essendo a noi estranei, gli stranieri generano smarrimento, vale a dire una sensazione di non sapere che cosa fare e cosa aspettarci. Evitare il contatto diviene, allora, l'unica ancora di salvezza, l'unico rimedio al timore, al disagio, allo smarrimento. Tuttavia, però, proprio l'evitamento del contatto con gli stranieri umani genera una scissione tra spazio fisico, ovvero l'essere presenti noi e gli stranieri nel medesimo luogo reale, e spazio sociale, ovvero il contatto tra diversi attori sociali all'interno del medesimo spazio fisico. Attraverso la misteriosa arte del non – incontro, lo straniero viene relegato sullo sfondo dello spazio fisico, non cessa di esistere, ma evita la problematicità del contatto, dell'entrare in relazione, del dover condividere il medesimo spazio sociale. Divenir stranieri è solamente il correlato sociale di una condizione storica più generale secondo la quale viene spezzato il classico legame tra identità personale e destino futuro. In altri termini, la modernità reca con sé questo aspetto tragicamente ansiogeno e preoccupante: nessun assetto futuro della propria esistenza può venir considerato ed atteso come definitivo. Viviamo nel buio del postmoderno, vale a dire in un'epoca rispetto alla quale sembrano non trasparire elementi rassicuranti circa il futuro e dove le generazioni umane, dalle più giovani alle più anziane, «devono combattere per qualcosa, e questo si chiama «insicurezza»» 5 , e che comporta la divisione sociale, l'emarginazione del " diverso " , dello straniero. Questo scenario globale cozza direttamente con l'idea concorrente di dignità umana secondo la quale, proprio all'esatto contrario, ciascun essere umano merita considerazione e rispetto in quanto tale, e non perché facente parte di quel gruppo o di quella comunità o gruppo sociale. Al timore e al rifiuto dell'umanità, Nussbaum oppone il riconoscimento dell'eguale dignità per ciascun essere umano. Ritengo che tale proposta ruoti attorno a tre colonne portanti che mi permetto di riassumere brevemente: 1) dignità; 2) equità; 3) potenzialità. Una persona degna è, sotto ciascun punto di vista, una persona che conduce un'esistenza con una qualità degna. Nussbaum scarta la mera sussistenza dei singoli per optare nella direzione di una coltivazione di sé che raggiunga dati livelli qualitativi assenti in partenza. Qui entra in gioco