Mercosur/Mercosul Research Papers - Academia.edu (original) (raw)

Non più di un decennio fa l'Unione Europea (UE) veniva descritta da diversi osservatori come l'attore che avrebbe guidato il XXI secolo (Rifkin, 2004;; come una potenza (per alcuni una superpotenza, , anche se non certo di natura... more

Non più di un decennio fa l'Unione Europea (UE) veniva descritta da diversi osservatori come l'attore che avrebbe guidato il XXI secolo (Rifkin, 2004;; come una potenza (per alcuni una superpotenza, , anche se non certo di natura convenzionale: una potenza civile , una potenza normativa , una forza gentile (Padoa-Schioppa, 2004), una potenza tranquilla (Todorov, 2005). La maggior parte di questi contributi veniva pubblicata proprio all'indomani della crisi irachena del 2003, che aveva prodotto in seno all'UE effetti divisivi come mai prima. Un paradosso che si spiega con il fatto che, nonostante le difficoltà, essa appariva come un attore coerente con le trasformazioni strutturali delle relazioni internazionali portate dalla globalizzazione che tanto l'11 settembre quanto la guerra irachena avevano reso più evidenti. In un quadro di crescente rilevanza del cd. soft power rispetto ai semplici differenziali di potere militare ed economico (Nye, 2002) 1 , gli Stati Uniti venivano descritti come l'attore dell'indipendenza , la cui politica estera si ispirava ad un connubio di unilateralismo e isolazionismo 2 , contribuendo così a rendere più rapido il loro declino quale potenza egemonica . La Strategia di Sicurezza Europea (ESS) (European Council, 2003), pubblicata proprio nel 2003, esprimeva al contrario una politica estera dell'interdipendenza, che riconosceva cioè la complessità e la crescente multidimensionalità dei problemi, adottando un approccio olistico alla sicurezza ispirato alla prevenzione strutturale dei conflitti e alla gestione delle crisi attraverso una molteplicità di strumenti (compreso quello militare, come extrema ratio); che affermava la centralità della cooperazione, del diritto internazionale, del multilateralismo e delle organizzazioni internazionali (a cominciare dall'ONU), cioè di una global governance da rendere più efficace per garantire beni pubblici globali come la sicurezza fisica degli individui, la partecipazione politica, lo stato di diritto e il rispetto dei diritti umani, la libertà dal bisogno e il benessere sociale in tutti i suoi aspetti (Biscop, 2008, pp. 9-10). In altre parole, la politica estera dell'UE veniva idealmente impostata sulla centralità dei collective e degli other-regarding interests, piuttosto che sui selfregarding interests, il cui perseguimento non costituisce una naïveté, bensì una necessità in un 1 Il concetto di soft power è stato elaborato da Joseph Nye, che lo definisce come la capacità di attrarre, piuttosto che di costringere, e di definire le priorità plasmando le preferenze altrui (Nye, 2002, p. 13). 2 La National Security Strategy (NSS) USA del 2002 proponeva infatti, tra l'altro, il rigetto del diritto internazionale e la marginalizzazione del multilateralismo e delle organizzazioni internazionali, nonché l'uso illegale della forza come mezzo di risoluzione delle controversie e di diffusione dei valori statunitensi.