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IL GRAND TOUR AL FEMMINILE A ORVIETO: Il Grand Tour è un fenomeno che si afferma tra Cinque e Ottocento come viaggio di formazione dei ceti aristocratici e borghesi europei alla scoperta delle meraviglie della penisola italiana e non... more

IL GRAND TOUR AL FEMMINILE A ORVIETO:
Il Grand Tour è un fenomeno che si afferma tra Cinque e Ottocento come viaggio di formazione dei ceti aristocratici e borghesi europei alla scoperta delle meraviglie della penisola italiana e non solo. Si parla generalmente di una mobilità maschile, ma non mancarono eccezioni che dimostrarono una presenza anche femminile nei viaggi di formazione, e nel relativo impegno delle donne nella scrittura di guidebook , taccuini di viaggio o una raccolta di lettere. Il Grand Tour si dimostrò per le donne non solo un'occasione di crescita personale, ma attraverso gli scritti relativi al viaggio ebbero modo di poter parlare di temi tradizionalmente a loro esclusi, come climi, vegetazione, campagne, città, ma anche caratteri culturali, vita politica e religione delle popolazioni che mano a mano incontravano1. Fino al Settecento2 la donna ebbe diritto di viaggiare, solo in qualità di accompagnatrice o nelle vesti di madre o figlia (sebbene, come trattato da Luisa Rossi nel libro "L'altra Mappa", molte donne ovviarono a questo problema mediante l'uso di travestimenti), mentre a partire dall'Ottocento fecero la loro comparsa anche viaggiatrice solitarie, e fra tutte, le prime che si sottrassero alla tutela maschile, furono le inglesi, di pari passo con il veloce sviluppo dell'emancipazione femminile in Gran Bretagna; tra queste prime donne indipendenti sarebbe impossibile non citare Lady Montague. Mary Wortley Montague, moglie di Edward Wortley Montagu, ambasciatore inglese a Costantinopoli, fu un'appassionata poetessa e un'indomita viaggiatrice. Visionaria "scienziata per caso" nell'applicazione della tecnica ottomana dell'inoculazione del vaiolo sui suoi stessi figli, al fine di renderli immuni dalla malattia, oltre che essere la prima donna occidentale a raccontare i segreti degli harem3. La fortuna editoriale di Mary Montague nasce dal suo bisogno di raccontare, e come scrive nella prefazione l'amica Mary Astell, "ebbe occasione di conoscere ciò che era sfuggito ad altri viaggiatori" e "L'autrice mi ha affidato il suo manoscritto per soddisfare la mia curiosità sui viaggi. Rispettando la sua volontà l'ho fatto stampare solo dopo la sua morte […] I critici, che "mordono" soprattutto le opere migliori, non mancheranno di attaccare questa, ma penso che il pubblico si renderà conto che le donne sanno meglio degli uomini trarre partito dai loro viaggi"4 Si rese conto, in una lettera inviata alla figlia, contessa di Bute, a Genova l'8 dicembre del 1751, che "Le nozioni sull'Italia sono molto errate. La conosci solo per mezzo di libri o descrizioni di 1 Luisa Rossi, L'altra Mappa, Esploratrici, viaggiatrici, geografe, Diabasis, 2011, p. 132. 2 Luisa Rossi nel libro "L'altra mappa" traccia bene i contorni di quella che era la mobilità femminile prima del 1800, una mobilità ufficialmente non consentita, e che vedrà, nelle figure delle poche donne temerarie che, tramite travestimenti, sono riuscite ad oltrepassare questo ostacolo, una curiosità senza confine e acume scientifico, spesso non presente nei viaggiatori del sesso opposto.