Reception of Roman law Research Papers (original) (raw)

The Roman empire set law at the center of its very identity. A complex and robust ideology of law and justice is evident not only in the dynamics of imperial administration, but a host of cultural arenas. Citizenship named the privilege... more

The Roman empire set law at the center of its very identity. A complex and robust ideology of law and justice is evident not only in the dynamics of imperial administration, but a host of cultural arenas. Citizenship named the privilege of falling under Roman jurisdiction, legal expertise was cultural capital. A faith in the emperor’s intimate concern for justice was a key component of the voluntary connection binding Romans and provincials to the state.
Even as law was a central mechanism for control and the administration of state violence, it also exerted a magnetic effect on the peoples under its control. Adopting a range of approaches, the essays explore the impact of Roman law, both in the tribunal and in the culture. Unique to this anthology is attention to legal professionals and cultural intermediaries operating at the empire’s periphery. The studies here allow one to see how law operated among a range of populations and provincials—from Gauls and Brittons to Egyptians and Jews—exploring the ways local peoples creatively navigated, and constructed, their legal realities between Roman and local mores. They draw our attention to the space between laws and legal ideas, between ethnic, especially Jewish, life and law and the structures of Roman might; cases in which shared concepts result in diverse ends; the pageantry of the legal tribunal, the imperatives and corruptions of power differentials; and the importance of reading the gaps between depiction of law and its actual workings.
This volume is unusual in bringing Jewish, and especially rabbinic, sources and perspectives together with Roman, Greek or Christian ones. This is the result of its being part of the research program “Judaism and Rome” (ERC Grant Agreement no. 614 424), dedicated to the study of the impact of the Roman empire upon ancient Judaism.

Journal: Bullettino dell'Istituto di Diritto Romano "Vittorio Scialoja", 8 Pages and Illustrations: 328 Publication Year: 2019 ISBN: 978-88-913-1751-3 P. Grossi, Riccardo Orestano: la storia del diritto nellunit della conoscenza... more

Lo studio traccia le linee dello sviluppo della superficie in diritto romano. L’istituto sorse tra secondo e primo secolo a.C., in conseguenza di rilevanti mutamenti demografici e urbanistici e fu probabilmente modellato sulle concessioni... more

Lo studio traccia le linee dello sviluppo della superficie in diritto romano. L’istituto sorse tra secondo e primo secolo a.C., in conseguenza di rilevanti mutamenti demografici e urbanistici e fu probabilmente modellato sulle concessioni vettigali. Inizialmente, la superficie fu basata sul contratto di locazione a tempo determinato e poi anche su quello a tempo indeterminato (ovvero in perpetuum) e i superficiari conduttori furono tutelati mediante l’interdictum de superficiebus, modellato su quello de loco publico fruendo. Poiché nel corso del tempo, sul finire del primo secolo a.C., si ammise nella prassi la possibilità di costituire diritti di superficie mediante compravendita, legato e donazione, la tutela interdittale non fu più sufficiente e così, forse tra primo e secondo secolo d.C., il pretore inserì nell’editto la tutela reale per via di azione, a vantaggio di tutti i superficiari, con l’eccezione di quelli che fossero meri conductores ad modicum tempus. Si esaminano tutti i tipi di azioni decretali in factum che il diritto romano conobbe a vantaggio dei superficiari.
Fonti particolarmente esaminate: Ulp. 16 ad ed. D. 6.2.11.10; Ulp. 70 ad ed. D. 43.18.1; Ulp. 68 ad ed. D. 43.9.1pr.; Paul. 29 ad ed. D. 13.7.16.2; Ulp. 17 ad ed. D. 6.1.73.1; Paul. 21 ad ed. D. 6.1.74; Ulp. 16 ad ed. D. 6.1.75; Ulp. 71 ad ed. D. 43.24.15.12; Paul. 19 ad ed. D. 6.2.12.2-3; Ulp. 16 ad ed. D. 6.2.11.1.

En el presente libro se recogen los trabajos elaborados por un importante grupo de compañeros, amigos y discípulos, profesores de Historia del Derecho, de Filosofía del Derecho y especialistas en Derecho Romano de todo el mundo: España,... more

En el presente libro se recogen los trabajos elaborados por un importante
grupo de compañeros, amigos y discípulos, profesores de Historia del Derecho, de Filosofía del Derecho y especialistas en Derecho Romano de todo el
mundo: España, Portugal, Holanda, Francia, Italia, Letonia, Polonia, Argentina, Brasil, México, Perú, etc., cuyas aportaciones, por la variedad y calidad de
sus contenidos, serán de gran utilidad para toda la doctrina nacional e internacional. Los contenidos de los trabajos científicos versan sobre los fundamentos
romanísticos de diversas materias que afectan al derecho de obligaciones y
contratos, derechos reales, persona y familia, sucesiones, proceso, derecho público y tradición romanística.

В данной статье даётся ответ на вопрос о том, почему в «Своде законов Российской империи» (далее: Свод) законодатель при обозначении лица, имеющего право собственности, часто предпочитает термин «владелец» перед термином «собственник».... more

В данной статье даётся ответ на вопрос о том, почему в «Своде законов Российской империи» (далее: Свод) законодатель при обозначении лица, имеющего право собственности, часто предпочитает термин «владелец» перед термином «собственник». Для этого автор, с одной стороны, анализирует соответствующий лексикон Свода и предыдущего российского законодательства, с другой стороны, проанализирует соответствующий римский правовой лексикон. Автор, прежде всего, отмечает спорадическое использование слова «собственник» в Своде. Согласно данным, представленным в первой части Х тома Свода, данное слово используется всего в шести случаях. Для обозначения собственника законодатель обычно употребляет слово «хозяин» или термин «владелец». Автор рассматривает этот факт как концептуальный парадокс. Кроме того, автор исследует историю использования термина «владение» в российской правовой традиции, начиная со второй половины XVIII века. Автор анализирует разные значения слова possessio в древнем римском праве. Как отмечает автор, в российском
законодательстве и в Древнем Риме ключевые термины в понятийном поле права собственности не имели строгого фиксированного смысла и для них была характерна многозначность. И все же понятие римской possessio оказывается гораздо шире и разнообразнее русского термина «владение». Объяснение можно найти в том, что римская доктрина вещного права (в том виде, в каком она сформулирован в «Своде гражданского права» Юстиниана), была более сложной, нежели доктрина, представленная в российском Своде. Российский юридический лексикон и российские правовые концепции сохранили свою национальную самобытность в силу того, что Россия в течение длительного периода времени остается государством, не испытавшим глубокой и полномасштабной рецепции римского права.

Journal of Late Antiquity, 15/1, 2022, p. 314-317.

L’indagine svolta ha permesso di fare apparire come meglio condivisibile, tra le varie prospettive in tema di origine della compravendita consensuale romana, quella secondo cui essa sorse come istituto sganciato dalle radici del ius... more

L’indagine svolta ha permesso di fare apparire come meglio condivisibile, tra le varie prospettive in tema di origine della compravendita consensuale romana, quella secondo cui essa sorse come istituto sganciato dalle radici del ius civile. In tal senso, almeno, depongono due ordini di considerazioni. In primo luogo, l’ipotesi sostenuta si può argomentare sulla base del passo di Paolo conservato in D. 18.1.1 e in D. 19.4.1pr.-2, dal quale emerge la convinta opinione del giurista classico, secondo la quale la compravendita consensuale doveva essere qualificata iuris gentium nel senso che i suoi caratteri fondanti erano emersi prima nel ius gentium e, solo successivamente, da esso erano stati recepiti nel ius civile (e non invece nel senso che, come viceversa accaduto per la traditio o per la stipulatio, essa fosse sorta nel ius civile e quindi fosse stata estesa ai rapporti con i peregrini). In secondo luogo, l’opinione può essere motivata sulla scorta di alcune osservazioni di dettaglio, che sono state sviluppate, da cui è sembrato emergere con sufficiente nitidezza che i Romani, in materia di compravendita con i peregrini, a partire da una certa epoca in poi, che si deve probabilmente collocare nel terzo secolo a.C., abbiano ritenuto non più soddisfacente il modello che avevano seguito fin dall’età arcaica. Tale modello arcaico era stato basato su quella che abbiamo potuto definire l’estensione “nei limiti del possibile” della disciplina civilistica ai casi di compravendite che intervenivano tra Romani e stranieri. Si trattava di un’estensione difficoltosa e a tratti anche illogica, dovuta al fatto che il diritto romano era stato pensato solo per la comunità dei cives: solo i Romani potevano avere la proprietà delle cose; solo ai cives era accessibile la mancipatio e pertanto solo per loro aveva senso compiuto la distinzione tra res mancipi e res nec mancipi; conseguentemente, solo per i cives poteva dirsi che esistesse una garanzia automatica dall’evizione in caso di vendita (reale) di res mancipi (in quanto tale garanzia derivava dalla mancipatio). L’estensione “nei limiti del possibile” di una siffatta disciplina ai rapporti di compravendita tra Romani e stranieri aveva prodotto un regime complesso, ma anche spurio e in gran parte contraddittorio, che infine apparve insoddisfacente, ciò che costituì la premessa per il suo superamento.

Il contributo “Fonti di cognizione e di ispirazione della scienza moderna dal processo civile romano” tratta dell’importanza di M. A. v. Bethmann-Hollweg per lo studio del processo civile romano in ottica specificamente storica. Sulla... more

Il contributo “Fonti di cognizione e di ispirazione della scienza moderna dal processo civile romano” tratta dell’importanza di M. A. v. Bethmann-Hollweg per lo studio del processo civile romano in ottica specificamente storica. Sulla base di diversi materiali inediti si mostra come l’opera in sei volumi „Der Civilprozeß des gemeinen Rechts“ (“Il processo civile del diritto comune”) (1864-1874), a differenza di altre opere coeve, non riveli il dominante influsso del metodo pandettistico, bensì sia orientata in maniera comparativamente coerente nel senso dello sviluppo storico, così approfonditamente, addirittura, da poter essere ancora oggi utile a chi si interessa allo studio storicamente orientato del processo civile romano.

La acción publiciana protegió al poseedor en vías de usucapir cuando en su forma de adquirir hubiese un defecto de forma o para los casos de falta de titularidad en el tradens. En época justinianea esta acción restringió su ámbito de... more

La acción publiciana protegió al poseedor en vías de usucapir cuando en su forma de adquirir hubiese un defecto de forma o para los casos de falta de titularidad en el tradens. En época justinianea esta acción restringió su ámbito de aplicación al supuesto del adquirente a non domino a través de traditio ex iusta causa como consecuencia de la desaparición de mancipatio y de la in iure cessio como modos de adquirir la propiedad. El remedio se conserva con esta y otras funciones en Derecho medieval y común hasta llegar a los códigos decimonónicos que no la mencionan. Este silencio llevó a la doctrina posterior a la codificación (sobre todo a la doctrina francesa e italiana, y más tarde a la española) a debatir sobre la permanencia de este acción en sus respectivos derechos positivos.
Tras el estudio del origen y evolución de esta acción pretoria, tratamos sobre la configuración jurisprudencial actual de este remedio.

This article discusses the origins and development of the benevolent interpretation of wills. Modern law tends to construe a will, as far as possible, in a way that gives effect to the testator's intention and consequently avoids... more

This article discusses the origins and development of the benevolent interpretation of wills. Modern law tends to construe a will, as far as possible, in a way that gives effect to the testator's intention and consequently avoids intestacy. This principle derives from a historical development which traces back to a Roman concept of benignior interpretatio, established by Ulpius Marcellus in the second century AD in a case where the testator's intention was unclear and the results of possible interpretations were even contradictory. Marcellus suggested interpreting the testator's behaviour with regard to his intention, in so far as it can be ascertained, at least partially, as a hypothetical intention. On the basis of an evaluative judgment Marcellus found a solution which is, as far as possible, in the testator's interest (benignior).

I "Parerga" sono un'opera di Andrea Alciato che raccoglie in XII libri alcune centinaia di brevi trattazioni con le quali l'autore cerca, in modo del tutto asistematico, di mettere a punto il significato di una serie di termini giuridici,... more

I "Parerga" sono un'opera di Andrea Alciato che raccoglie in XII libri alcune centinaia di brevi trattazioni con le quali l'autore cerca, in modo del tutto asistematico, di mettere a punto il significato di una serie di termini giuridici, alla luce della sua amplissima conoscenza della letteratura giuriidica e di quella storico-letterario-filosofica. L'opera è importante perché illustra in modo esemplare il metodo di Alciato, che trae ispirazione dalla propria cultura enciclopedica, tipica della adesione alla corrente culturale umanistica. A tale metodo, che mira a comprendere e contestualizzare i testi giuridici romani mediante la storia e la filologia, Alciato resta fedele per tutto l'arco della sua vita (infatti gli ultimi due libri contengono materiali degli ultimi anni di attività e sono pubblicati solo dopo la sua morte).

The main purpose of this essay is the analysis of the juridical contents of the Cursus written by Pedro Murillo Velarde (1696-1753), a Jesuit canonist who lived and taught Canonical Law in Manila. We pay special attention to the... more

The main purpose of this essay is the analysis of the juridical contents of the Cursus written by Pedro Murillo Velarde (1696-1753), a Jesuit canonist who lived and taught Canonical Law in Manila. We pay special attention to the projection of the Classical Roman Law in the Murillo’s work. In this sense, his juridical manual is an illustrative example of the importance of Roman Laws in Early Modern Legal studies in the Spanish Monarchy. The mentioned Law is one of the more important theoretical basis of the thought of the relevant Jesuit. Moreover, we study his perception about the Indians subject to the ecclesiastical and secular authorities. In summary, the Cursus is an excellent source of the knowledge about the history of legal education and juridical thought in the Spanish dependencies under the Habsburg and Bourbon dynasties.

Codex, 02
2021, 288 pp.
Paperback, 15 x 21 cm
ISBN: 9788891322289
ISSN: 2724-2110

Devenue province, la Bretagne romaine connait une profonde acculturation, modifiant les activités politiques et économiques passées. Parmi les importations, l’écrit constitue une nouveauté s’installant tant comme un outil de communication... more

Devenue province, la Bretagne romaine connait une profonde acculturation, modifiant les activités politiques et économiques passées. Parmi les importations, l’écrit constitue une nouveauté s’installant tant comme un outil de communication quotidienne qu’un vecteur du pouvoir. Commun aux diverses provinces de l’Empire, il permet autant d’établir un lien administratif, commercial et culturel avec la capitale romaine, qu’il creuse un fossé entre ceux qui savent la maitriser, et les autres. Instrument du quotidien des forts romains, l’écrit est le liant indispensable permettant aux légions en place de gérer le territoire. Le monde civil n’est pas en reste. Au-delà de la symbolique, c’est l’ensemble des activités funéraires, alimentaires, économiques ou encore religieuses qui semble avoir été touché.

Il contributo concerne il significato di Friedrich Carl von Savigny (1779-1861) per la scienza giuridica russa. In particolare si considera l’influsso di Savigny sui suoi allievi e sui contemporanei attraverso l’insegnamento e i materiali... more

Il contributo concerne il significato di Friedrich Carl von Savigny (1779-1861) per la scienza giuridica russa. In particolare si considera l’influsso di Savigny sui suoi allievi e sui contemporanei attraverso l’insegnamento e i materiali a stampa, il mutamento del significato dello studioso dovuto all’influenza della critica alla Scuola Storica, la fruizione da parte degli esponenti del pensiero conservatore, così come, infine, il perdurante effetto del suo lavoro grazie alla traduzione e le elaborazioni letterarie approntate nell’Impero degli Zar.

Finito di stampare nell'aprile 2021 ed inserito nella collana: Radici storiche del diritto europeo, il lavoro ripercorre tra fratture, ritorni e contraddizioni la storia dei principali istituti del diritto della crisi e dell'insolvenza... more

Finito di stampare nell'aprile 2021 ed inserito nella collana: Radici storiche del diritto europeo, il lavoro ripercorre tra fratture, ritorni e contraddizioni la storia dei principali istituti del diritto della crisi e dell'insolvenza oggi codificati in Italia: illustrando come in molti casi le loro forme "pure" si siano tramandate alla contemporaneità giuridica, attraverso il filtro del diritto intermedio, a partire dai loro progenitori romani.

RESUMEN: El presente trabajo analiza, en su desarrollo histórico, la protección al discapacitado a través de la prohibición de heredar respecto de quienes, teniendo derecho a la herencia y conocedores de su situación de necesidad, no le... more

La lex Iunia Licinia del 62 a.C. obbligò i magistrati a depositare all’erario i testi delle leggi che proponevano. La ragione di ciò era che l’erario era il luogo ove già si depositavano da tempo antico le leggi approvate: era quindi... more

La lex Iunia Licinia del 62 a.C. obbligò i magistrati a depositare all’erario i testi delle leggi che proponevano. La ragione di ciò era che l’erario era il luogo ove già si depositavano da tempo antico le leggi approvate: era quindi logico che lì confluissero anche i progetti di legge, in modo tale che i questori (o i cittadini eventualmente interessati) potessero controllare che i testi delle leggi approvate coincidessero con quelli delle leggi promulgate. Il deposito all’erario delle leges promulgate o approvate non aveva invece la funzione di pubblicare in forma scritta quei testi. Per le prime, infatti, la pubblicazione scritta avveniva durante il periodo del trinundinum, mediante iscrizione sulle tabulae dealbatae affisse nel foro. Per le seconde, invece, essa poteva avvenire mendiante incisione su bronzo ed esposizione al pubblico in vari luoghi della città di Roma, ma era piuttosto rara. Da tutto questo sistema emerge in fondo un carattere alquanto paradossale del sistema legislativo romano classico, almeno in relazione ai casi di tutte quelle leggi di cui non fosse prevista la pubblicazione su bronzo: quello per cui la conoscenza e la reperibilità delle leges erano assai più agevoli fintantoché esse fossero allo stato di leggi promulgate, o rogationes, scritte su tabulae dealbatae ed esposte nel foro, mentre lo erano assai meno dopo la loro approvazione nei comizi, quando venivano soltanto archiviate all'erario.

The universalism of Roman law finds its most meaningful expression in the ancient concept of “persona” used by the Roman jurists. “Persona”, in Roman law, was the principal juridical category which was able to include in itself all the... more

The universalism of Roman law finds its most meaningful expression in the ancient concept of “persona” used by the Roman jurists. “Persona”, in Roman law, was the principal juridical category which was able to include in itself all the “homines” without any discrimination (Omnes homines sunt personae). A “liber”, either a free-born (ingenuus) or a freedman (libertus), a slave (servus), a citizen (civis), a foreigner (peregrinus), a child, either unborn (nondum natus) or born (natus) etc. were the “species” of the “genus” “persona”. These “species” always could have changed -for example, a slave might become free through “manumission” (the release of a slave from the power of his master) or a “filius” subject to paternal power might become “sui iuris” (independent from paternal power) through the death of the “pater familias”, etc.- but not the “genus” “persona”. In fact the ancient jurists, different from the modern view, recognized only one category of “persona”: the humans. For the Roman “iurisprudentes” the concepts of “persona” and “homo” were reflecting the two different viewpoints of the same identity: the human being. Indeed, the technicality of the ancient “persona” consisted in its ability to refer to every possible part played by an individual and only by the individual in the “theater of law”. Nowadays, however, we seem to forget the real value of the concept of person. This paper aims to explain the concept of the “persona” in Roman law to reconstruct the historical memory of the modern jurists.

Thibaut fu considerato nell’Impero zarista sia sul versante delle cariche pubbliche sia a causa dell’interesse scientifico di numerosi giuristi. Le istituzioni provarono ad assumerlo come collaboratore nella legislazione e come insegnante... more

Thibaut fu considerato nell’Impero zarista sia sul versante delle cariche pubbliche sia a causa dell’interesse scientifico di numerosi giuristi. Le istituzioni provarono ad assumerlo come collaboratore nella legislazione e come insegnante universitario per l’Impero zarista. I giuristi dal canto loro lo affrontarono con orientamenti di interesse differenti e dipendenti dal diverso stato di sviluppo del diritto: come autore del „System des Pandekten-Rechts“, come insegnante di diritto, come promotore della codificazione, come avversario della Scuola Storica e, infine, come creatore di un’ermeneutica giuridica.

La scienza giuridica è una disciplina che studia il diritto, inquadrandolo razionalmente ed elaborandolo in modo tale che l’interpretazione delle norme sia compiuta attraverso procedure logiche verificabili in ogni passaggio. Nella storia... more

La scienza giuridica è una disciplina che studia il diritto, inquadrandolo razionalmente ed elaborandolo in modo tale che l’interpretazione delle norme sia compiuta attraverso procedure logiche verificabili in ogni passaggio. Nella storia della cultura giuridica dell’umanità una vera e propria scienza del diritto si trova sviluppata per la prima volta nel mondo romano, mentre non se ne riscontrano tracce significative né nella cultura giuridica dei paesi del Vicino Oriente Antico, né nella Grecia antica.

Are we entitled to consider the exiled German legal historians of Jewish origin, Fritz Pringsheim, Fritz Schulz and David Daube, on equal footing with Franz Wieacker, Paul Koschaker and Helmut Coing as founding fathers of the shared... more

Are we entitled to consider the exiled German legal historians of Jewish origin, Fritz Pringsheim, Fritz Schulz and David Daube, on equal footing with Franz Wieacker, Paul Koschaker and Helmut Coing as founding fathers of the shared European legal tradition? In this way, the asylum seekers would be equated with the perpetrators or profiteers of their expulsion. But first of all: have the exiled actually contributed something to this “shared” legal history?