Richard Strauss Research Papers - Academia.edu (original) (raw)

Il dibattito fra idealismo universalista e materialismo individualista ha avuto inizio più di duemila anni fa nell’Antica Grecia con Platone e Aristotele, ed è giunto fino all’epoca moderna con la contrapposizione fra Classicismo e... more

Il dibattito fra idealismo universalista e materialismo individualista ha avuto inizio più di duemila anni fa nell’Antica Grecia con Platone e Aristotele, ed è giunto fino all’epoca moderna con la contrapposizione fra Classicismo e Romanticismo. Nella prima metà dell’Ottocento i tumulti sociali e i malcontenti che portarono alla Rivoluzione Francese si scontrarono prima con le sue conseguenze dirette e poi con i meccanismi della Restaurazione; il senso di “nulla di fatto” portò a quella serie di atteggiamenti collettivi che nell’arte si traducono nei temi topici del Romanticismo, nello specifico: la fuga dalla realtà verso mondi lontani nello spazio e nel tempo; la fuga intimista introspettiva; l’esaltazione della coscienza e dell’autodeterminazione individuale in luogo di grandi ideali collettivisti sempre validi; e infine la scoperta dei concetti di infinito e di eterno ritorno, che applicati alla storia e all’evoluzione della società, danno vita a una concezione circolare del tempo, contrapposta a quella giudaico-cristiana finalistica del tempo lineare. A causa dello smontaggio di alcuni valori fondativi della società, che iniziava il suo cammino verso il moderno capitalismo, tali concetti portarono gli intellettuali e gli artisti da un lato a operare con maggior libertà espressiva, dall’altro a dover scendere a continui compromessi con i gusti dei committenti. Per alcuni ciò era in qualche misura sopportabile, ma la mercificazione dell’arte e la perdita del ruolo sociale dell’intellettuale causate dal ceto borghese sempre più plutocratico, generarono dapprima un atteggiamento caricaturale e provocatorio nei confronti delle sue conseguenze, e subito dopo ad una netta opposizione conflittuale. È l’inizio della variegata stagione delle Avanguardie storiche, che spaziano dall’Espressionismo alla Nuova Oggettività. Ancora una volta però, gli atteggiamenti provocatori sfociarono in aspri conflitti sociali fra le varie anime del “Modernismo”, inteso come coesistenza del tardo Romanticismo decadente, delle Avanguardie e del Positivismo; essi portarono rapidamente alle due guerre mondiali, che sanciscono rispettivamente la fine della stagione borghese, e la fine delle “grandi narrazioni” e l’inizio del Postmodernismo. Esso si profila come l’ennesima crisi dell’idealismo, aggravata però dalla totale liquefazione globalizzante della società e delle informazioni fino alla rottura del logocentrismo, sintomo che rappresenta l’unica grossa differenza con il Modernismo. Nell’arte postmoderna, la contrapposizione tra Postavanguardie e Neoromanticismo si presenta per la prima volta dopo duemila anni non come scontro ma come dialettica non-violenta tra idealismo e materialismo. Le prime si presentano come voglia di rivoluzionare il pensiero tramite una rivoluzione del linguaggio tramite il metodo dell’apprendimento sperimentale. Il secondo accetta in realtà la globalizzazione, ma non in maniera rassegnata: bensì vuole sfruttare romanticamente i linguaggi stilistici di epoche passate, decontestualizzati e fusi in una sinergia eclettica promossa ad elemento strutturante e armonizzante nelle opere d’arte. Esse diventano quindi immagini di un’idea nascosta nell’anima mundi, la “memoria collettiva eterna”, aperte tra l’altro a varie interpretazioni come le opere postavanguardiste. La differenza sta invece
6
nell’intento di salvaguardia di una complessità non elitaristica in un’epoca privata del logocentrismo e in cui l’arte ha perso non solo ogni fine etico, ma anche la pretesa che possa averlo.
Analizzando tre brani con il corno, di cui uno per corno e pianoforte e due concerti per corno e orchestra, si sono andati a ricercare gli elementi che dimostrano l’appartenenza non al Romanticismo o ad un semplice “stile personale”, bensì ad uno stile nuovo legittimato da una nuova idea musicale, facendo tesoro della distinzione operata da Arnold Schönberg fra stile e idea. Ognuno di questi brani si colloca in modo diverso nella musica del Neoromanticismo corni stico, della quale in particolare si identifica il Secondo Concerto per Corno e Orchestra di Richard Strauss come uno dei precursori, in quanto sebbene lo stile non abbracci ancora un largo eclettismo storico, le idee sono già presenti in toto. En forêt di Eugène Bozza si configura come il più accademico e “antecedente” dei tre brani, che tuttavia si colloca perfettamente negli ideali neoromantici, mentre il Concerto per Corno e orchestra di John Williams, anch’esso assolutamente neoromantico, costituisce fra i tre il più complesso e sperimentale, caratterizzato da uno stile particolare e del tutto originale.
Il Neoromanticismo si afferma quindi non come revival del Romanticismo - tramontato assieme alle grandi narrazioni del passato - e neanche come sua semplice attualizzazione, ma come un’idea artistica nuova, figlia dell’epoca contemporanea postmoderna, che testimonia la possibilità non solo di entrare in polemica senza andare a cercare scontri ideologici, atteggiamento coerente del resto con l’accettazione della condizione di società liquida, ma anche di poter costruire la novità rimanendo legati alla totalità del passato collettivo eterno e all’anima mundi.