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La storia - l’Illuminismo (1750-1850) I motivi della rottura con l’arte tradizionale • A partire dalla metà del XVIII secolo si forma una filosofia dell’arte estetica. È allora che si produce una profonda rottura nella tradizione... more
La storia - l’Illuminismo (1750-1850)
I motivi della rottura con l’arte tradizionale
• A partire dalla metà del XVIII secolo si forma una filosofia dell’arte estetica. È allora che si produce una profonda rottura nella tradizione artistica e ha inizio il nuovo ciclo storico dell’arte, quello che si chiama moderno o contemporaneo. L’arte non viene più riferita ai grandi ideali conoscitivi, religiosi, morali, ma ad un ideale specificamente estetico. Si afferma così l’assoluta autonomia della sfera dell’arte e contemporaneamente si pone il problema del suo coordinamento alle altre attività umane, cioè del suo posto e della sua funzione nel sistema generale della cultura dell’epoca.
Questo cambiamento della tradizione figurativa si determina a causa di due fattori.
• Uno è la cultura dell’Illuminismo, secondo cui la natura non è più la rivelazione dell’ordine certo e immutabile della creazione, ma semplicemente l’ambiente dell’esistenza umana, individuale e sociale; non è più un modello, ma uno stimolo a cui variamente si reagisce.
- Quello che era il valore assoluto e a priori della natura come rivelazione o modello dato dall’alto, nell’arte moderna viene sostituito dall’ideologia intesa come immagine che la mente si fa della realtà come si pensa che sia o come si vorrebbe che fosse. Il pensiero dell’Illuminismo, che è all’origine della cultura moderna, non pone la natura come una forma data e immutabile, che si può soltanto imitare o rappresentare: la natura che gli uomini percepiscono con i sensi, interpretano con l’intelletto, mutano con l’agire (è infatti dal pensiero dell’Illuminismo che nasce la tecnologia moderna, che non ripete la natura ma la muta) è già una rappresentazione mentale che ha nella mente tutti i suoi possibili sviluppi.
• Un altro motivo che, nel Settecento, determina la fine di quello che potremmo chiamare il ciclo classico e l’inizio del ciclo romantico o moderno è la trasformazione dei mezzi tecnici di produzione, con tutte le conseguenze che comporta nell’ordine sociale e politico. Era inevitabile che la nascita della tecnologia industriale, determinando la progressiva crisi dell’artigianato, provocasse la trasformazione delle strutture e delle finalità dell’arte, che della produzione artigianale aveva rappresentato il culmine, la ragione metafisica, il modello. Il trapasso dalla tecnologia dell’artigianato, che utilizzava le materie e imitava i processi della natura, alla tecnologia industriale, che agisce sulla natura trasformando rapidamente l’ambiente, è una delle cause principali della crisi dell’arte moderna: esclusi dal sistema tecnico-economico della produzione, gli artisti diventano intellettuali borghesi in rapporto di tensione e spesso di aspra polemica con la stessa classe dirigente di cui fanno parte. I rapidi sviluppi del sistema industriale, sia sul piano sociale sia sul piano tecnologico, spiegano il continuo mutare degli orientamenti artistici, il succedersi delle tendenze o delle poetiche, la loro forte accentuazione ideologica, i loro contrasti.
Le fasi
• Nella prima fase preromantica si sviluppano due poetiche, sublime e pittoresco, e successivamente verso gli inizi dell’800 anche la poetica del paesaggio.
• La seconda fase è quella Neoclassica, fino all’inizio del 1800, influenzata da grandi scoperte, come quella archeologica di Pompei. Dal punto di vista teorico vi sono due importanti figure:
1. Winckelmann, architetto ma soprattutto teorico che tratta di classicità in molte delle sue opere. Ritiene che è in Grecia che si è sviluppata la parte più creativa della classicità, inclusi gli ordini architettonici.
2. Mengs, architetto boemo, opera anche a Roma. Sostiene che l’apporto dei romani era fondamentali per l’uso dell’arco e del sistema trittico, dando ai Romani un’identità distinta, ma non più o meno importante. I Romani inseriranno dei loro modelli architettonici tra i quali il tuscanico (ripreso dai fenici, correzione del dorico) e il composito. In generale, il Neoclassicismo riprende i canoni greci e latini, seguendo la proporzione, l’armonia e la bellezza delle forme.
- La bellezza nella classicità è data dalle proporzioni e dall’armonia. Nei ritratti veniva infatti divisa la grandezza del viso per poi riproporlo secondo le grandezze armoniche tra loro.
- L’armonia nasce allora dalla proporzione, una consonanza di distanze metriche. Viene definita da Policleto attraverso il canone policleteo e via via con lo sviluppo di altri
- La natura nel classico è positiva (“mediterranea”), che invita alla pacificazione dell’uomo con il mondo. Dal punto di vista culturale, la classicità è associata al mediterraneo.
• La terza fase (1820-1850) è quella della reazione romantica. Tra le figure più influenti ci sono: Schlegel (teorico tedesco), Novalis (poeta tedesco), Viollet Le Duc (teorico francese), Pugin e Ruskin (architetti inglesi). Quest’ultimo scrive libri come “The seven lamps of architecture” e “The stones of Venice”, che tratta il concetto di restauro romantico.
- Sullo scenario italiano abbiamo Lodili e Miuzia, che si occupano di edifici pubblici e su come l’architettura deve essere funzionale allo stato.
- La bellezza romantica non è stereotipata ma dissonante e si ritrova in elementi che mancano di armonia, suscitando una bellezza nuova determinata dall’irregolarità e un’attrazione inspiegabile.
- La natura è nordica, minacciosa, oscura e fredda, che a volte suscita anche timore, ma che allo stesso tempo affascina, facendo scaturire il sublime.
• In generale, Neoclassicismo e Romanticismo costituiscono due importanti fasi di uno stesso processo storico, che risultano tra loro profondamente connesse sul piano artistico e culturale nonostante le loro differenze. Sia gli uni che gli altri, infatti, vivono alla costante ricerca di forme espressive che si dimostrano in grado di far evadere dall’insoddisfazione di uno oggi in sempre continua e spesso troppo rapida evoluzione.
- Mentre il Neoclassicismo si fa promotore del ritorno dell’ordine, ispirandosi ai modelli classici, il Romanticismo esalta la fantasia e la sensibilità personale.
- Il modo di vedere e sentire la natura rende perfettamente l’idea della contrapposizione di logica fra i due movimenti: l’artista romantico si sette parte integrante della natura e vi si immerge profondamente, mentre l’artista neoclassico, al contrario, si sforza di rimanerne estraneo e di indagarne razionalmente le caratteristiche al fine di padroneggiarla, negandole qualsiasi valore poetico ed espressivo e usandola come elemento di contorno.
- L’arte neoclassica non vuole quindi essere imitatrice della natura ma dei modelli ideali che di essa hanno elaborato i classici. Ne consegue, però, che mitizzando l’età classica come l’età dell’oro, il Neoclassicismo compie fatto un’operazione assolutamente irrazionale, contraddicendo le sue premesse illuministe e preludendo in modo chiaro a quella che sarà la reazione romantica verso le dimensioni della soggettività.
I concetti dell’arte estetica
• Distinguendo un “bello pittoresco” ed un “bello sublime” Kant distingue due giudizi che dipendono da due tipi di atteggiamento dell’uomo nei confronti della realtà: su di essi, e sulla loro relazione dialettica, fonda infatti la “Critica del giudizio”, dove organizza tre categorie estetiche: