Sustainable Cities Research Papers - Academia.edu (original) (raw)

Il presente lavoro intende affrontare una tematica molto attuale, delicata e, per certi versi, ancora largamente sconosciuta, ma cruciale per tutelare e promuovere la competitività e lo sviluppo del sistema culturale e turistico italiano,... more

Il presente lavoro intende affrontare una tematica molto attuale, delicata e, per certi versi, ancora largamente sconosciuta, ma cruciale per tutelare e promuovere la competitività e lo sviluppo del sistema culturale e turistico italiano, caratterizzato dalla presenza di un ricco e articolato patrimonio ambientale, culturale e storico in cui si distinguono eccellenze di riconosciuta fama mondiale. Tuttavia, la particolarità del nostro patrimonio culturale consiste nella convivenza di beni ed evidenze altamente rinomate a cui si affiancano elementi meno noti o addirittura sconosciuti che, nonostante le loro peculiarità e le loro caratteristiche originali e uniche, soffrono il confronto e la “concorrenza” con le altre testimonianze più blasonate. Tale fenomeno risulta spesso aggravato dalla concomitanza di altre condizioni, quali in primo luogo il posizionamento geografico, che li rende difficili da raggiungere, e talvolta la loro dispersione o esclusione rispetto alle destinazioni, alle mete e ai circuiti culturali e turistici già affermati e consolidati.La presente ricerca intende dimostrare consiste nella presentazione delle possibilità di riscatto e delle possibili azioni per una nuova competitività territoriale offerta da quelle innovative e alternative strategie che mirano a fare del patrimonio culturale, e nello specifico di quello minore, una nuova leva sostenibile e soprattutto inimitabile di sviluppo alla scala locale, con particolare attenzione per quelle realtà territoriali affette da degrado e marginalità. Questa nuova impostazione e visione di sviluppo territoriale adotta un approccio definito culture-driven (Valentino, 2001; Sacco e Pedrini, 2003; Santagata, 2005; Francesconi e Cioccarelli, 2013), in cui la cultura e, in generale, il patrimonio culturale, può divenire un fattore strategico e trasversale in grado di favorire e di promuovere i processi creativi e innovativi nelle diverse filiere produttive che caratterizzano l’economia e il tessuto sociale di un territorio, divenendo, dunque, un volano inimitabile e insostituibile capace di stimolare un atteggiamento di competitività e di sviluppo che sappia creare valore condiviso, diffuso e sostenibile in quanto basato sul sapiente sfruttamento e valorizzazione delle risorse, tangibili e intangibili, caratterizzanti il singolo contesto territoriale.
L’idea alla base del presente lavoro di ricerca è che il processo di riscatto e di valorizzazione del patrimonio culturale minore non sia di esclusiva competenza delle realtà territoriali rurali e dei centri urbani di medio-piccola dimensione, esclusi dai principali flussi culturali e turistici, ma, al contrario, possa riguardare e interessare anche alcune aree periferiche e periurbane appartenenti a realtà metropolitane e urbane di grandi dimensioni e che sono conosciute come importanti destinazioni e mete culturali e turistiche, spesso di fama internazionale. Anche in queste realtà si possono riscontrare dei fenomeni accentuati di polarizzazione dell’offerta culturale e turistica verso quelle aree del territorio urbano, tendenzialmente coincidenti con le zone costituenti il nucleo storico, in cui si condensano le principali evidenze e testimonianze che costituiscono il patrimonio culturale urbano di riferimento e da cui deriva l’immagine e il posizionamento distintivo dell’offerta patrimoniale urbana.questa tendenza si riscontra in diverse realtà urbane che sono rinomate, anche a livello mondiale, per la loro ricca qualità e quantità di offerta culturale. Questo è il caso che riguarda, ad esempio, la città di Roma, in cui la maggior parte dell’offerta culturale e dei flussi turistici risultano essenzialmente polarizzati entro i confini della città storica e che, dunque, faticano a spostarsi verso gli altri quadranti del territorio urbano, sebbene anche questi ultimi posseggano numerose evidenze ambientali, culturali e storiche, talvolta di notevole pregio e classificabili come vere e proprie testimonianze rare ed eccezionali. Tale situazione risulta aggravata, inoltre, dall’assenza o dalla scarsità di adeguate infrastrutture urbane e di servizi turistici oltre i confini della città storica, che contribuiscono ad ostacolare l’accessibilità e la corretta fruizione dei beni localizzati esternamente alle aree e ai circuiti culturali e turistici consolidati. Ciò determina una diminuzione dell’offerta reale non solo verso i potenziali visitatori esterni, ma soprattutto verso gli stessi residenti che finiscono per ignorare l’effettiva consistenza e valore del patrimonio ambientale e culturale presente nei loro confini urbani e negli spazi della quotidianità urbana.
Il caso studio che si è voluto riportare si focalizza sull’indagine di una particolare area del quadrante nord-ovest della città di Roma, quella in cui sorge il territorio posto sotto l’amministrazione del Municipio XIV. Tale area risulta caratterizzata dalla presenza di importanti testimonianze culturali, naturali e storiche che, tuttavia, risultano sparse lungo l’intero perimetro dei confini del Municipio e, in particolare, lungo l’asse descritto da un importante itinerario storico-culturale passante in quel territorio e di crescente attrazione e notorietà a livello nazionale e internazionale, ovvero la Via Francigena. Questo itinerario, la cui percorrenza sta richiamando un numero sempre crescente di visitatori “alternativi” rispetto ai canoni del turismo culturale di massa, se adeguatamente valorizzato, organizzato e strutturato da parte delle autorità locali competenti e con il contributo della comunità locale e degli operatori turistici interessati, potrebbe configurarsi come un nuovo strumento strategico in grado di sovvertire la condizione di marginalità del patrimonio culturale presente in quel territorio e, di riflesso, in quel quadrante urbano e potrebbe avviare un nuovo processo di inclusione e di integrazione compatibile e complementare con il resto dell’offerta culturale e turistica che caratterizza la città di Roma. Ciò contribuirebbe a protendere il mercato turistico romano verso la capacità e la tempestività di risposta e soprattutto verso l’intercettazione di quelle nuove direttrici e tendenze alternative, spesso definite nicchie, che caratterizzano sempre più la domanda e il mercato turistico nazionale e mondiale.