Taranto Research Papers - Academia.edu (original) (raw)

Il contributo sviluppa un’indagine conoscitiva sugli arsenali della Marina Militare durante il periodo interessato dalla Prima Guerra Mondiale; la ricognizione critica di tale patrimonio culturale parte da un inquadramento generale per... more

Il contributo sviluppa un’indagine conoscitiva sugli arsenali della Marina Militare durante il periodo interessato dalla Prima Guerra Mondiale; la ricognizione critica di tale patrimonio culturale parte da un inquadramento generale per poi approfondire specifici casi-studio, tra cui emerge, per il ruolo strategico, l’arsenale di Taranto. L’esito dell’indagine, sviluppata attraverso il materiale bibliografico, archivistico e iconografico conservato nell’Archivio Storico della Marina Militare, ha fornito una base conoscitiva indispensabile per lo sviluppo della ricerca, impostata non solo sull’approfondimento delle singole strutture portuali ma anche sul rapporto che, in questo periodo storico, viene a instauratisi tra arsenali, contesti urbani e paesaggistici. Nell’agosto 1914 (11 agosto), con la dichiarazione di guerra tra Francia e Impero austro-ungarico, appare con evidenza quanto le diverse piazze marittime italiane si trovino in condizioni non rispondenti alle esigenze del momento soprattutto per la mancanza di un sistematico assetto difensivo sull’Adriatico. Il “Piano generale delle operazioni marittime in Adriatico” elaborato dalla Regia Marina prevede una nuova collocazione della flotta nel porto di Taranto, struttura che diviene il fulcro delle operazioni navali italiane, con Brindisi, in contemporanea, che può offrire un approdo soltanto ai navigli leggere e alle siluranti. Attraverso la lettura del “Riassunto dell’opera compiuta nell’anno 1915-1916”, si apprende che la struttura tarantina, importante base strategica, richiede immediatamente un significativo impegno sia tecnico sia amministrativo, concentrato soprattutto nell’anno di guerra 1916; ciò comporta: l’ingrandimento dell’arsenale e la nuova sistemazione di officine e magazzini, dovendo la struttura esplicare maggiore attività nei lavori di grandi riparazioni. Numerosi i lavori eseguiti in bacino: nave Cavour, Duilio, navi inglesi come la Dublin silurata in Adriatico, Regina Margherita, imbarcazione che in soli quattro mesi è oggetto di radicali lavori di trasformazione. Considerevole anche l’impegno per la sistemazione delle artiglierie antiaeree su navigli leggeri e piroscafi.
Nell’Alto Adriatico e nella piazza di Venezia, contestualmente si procede nella difesa marittima, con azioni di rinforzo alle batterie costiere, contro l’attacco di motoscafi o sommergibili, nell’area dell’arsenale di Venezia e di Chioggia (dicembre 1916); si procede, inoltre, alla realizzazione di un progetto d’impianto di rete ferroviaria in arsenale, con tutti i problemi della topografia che “troppo risente dell’antico”, situazione che induce a riflettere sulla convenienza, data anche la guerra aerea moderna, di rafforzare e migliorare l’arsenale di Venezia posto a immediato contatto di una città altamente storica. Uno dei fascicoli conservati nell’Archivio della Marina Militare contiene tutte le informazioni dell’ampliamento, con pochi e non dispendiosi lavori, dell’Officina Pirotecnica sull’isola della Certosa. L’isola, infatti, possiede i requisiti desiderabili per una sede pirotecnica e ha un’estensione tale da permettere futuri ingrandimenti.