UN 2030 Agenda for Sustainable Development Research Papers (original) (raw)

Introduzione La realtà sociale in cui viviamo ha subito profondi cambiamenti nel corso degli ultimi decenni, tali da influire nell’evoluzione di alcune agenzie sociali di riferimento per le persone e le comunità. Decisivi in tal senso... more

Introduzione
La realtà sociale in cui viviamo ha subito profondi cambiamenti nel corso degli ultimi decenni, tali da influire nell’evoluzione di alcune agenzie sociali di riferimento per le persone e le comunità. Decisivi in tal senso sono state le influenze delle politiche dei mercati finanziari e dello sviluppo tecnologico, accompagnati dal fenomeno della globalizzazione e dallo sfruttamento intensivo delle risorse della Terra. Il conseguente adattamento, forzato, della famiglia, in particolar modo, e di tutte le reti sociali ha generato delle profonde fratture e gravi criticità di natura sociale, culturale, politica e ambientale.
Le proposte avanzate, in Italia, per fronteggiare eventi così impattanti, causa di disuguaglianze e ingiustizie sociali crescenti, sono apparse spesso deboli e inefficaci, mettendo a dura prova tutte le agenzie sociali che tradizionalmente hanno assunto un ruolo di supporto per lo Stato. Le politiche sociali adottate hanno risentito delle influenze cultuali tipicamente italiane, determinando la realizzazione di un welfare state spesso inadeguato, nel rispondere ai diritti sociali delle persone, permeabile a influenze clientelari e causa di persistenti iniquità.
In questa situazione s’inserisce la figura dell’assistente sociale, chiamato a trovare risposte, soluzioni e scelte per fronteggiare gli effetti di fenomeni sociali sempre più impattanti, nella vita e per il benessere delle persone e delle comunità. Una professione in divenire, nata nell’immediato Secondo Dopoguerra, il cui proprio processo d’identificazione e maturazione professionale non ha ancora raggiunto la giusta dimensione che le spetta, per il ruolo conferito.
Il presente lavoro, si apre con la definizione sociologica dei concetti su cui insisterà la riflessione. I principali riferimenti sono stati gli autori classici come Emile Durkheim, Max Weber, Carl Marx e Ferdinand Tönnies e i rispettivi paradigmi da loro utilizzati: oggettivista, soggettivista e conflittualista.
Approfondire la dicotomia comunità-società, è stato necessario per condurre l’analisi dei cambiamenti che hanno interessato i contesti sociali in cui agisce l’essere umano. Attraverso lo scambio e la relazione con l’altro, che avviene all’interno di gruppi sociali, l’individuo si fa persona, con la propria unicità e multidimensionalità. Ogni persona si trova a rivestire un ruolo all’interno di gruppi ed organizzazioni. Questo accade anche per l’assistente sociale che, operando in strutture organizzate, può risentire di fenomeni che tendono a burocratizzare il proprio agire professionale.
Il secondo capitolo si apre ponendo l’attenzione sulle disuguaglianze e iniquità sociali, causa principale di profonde differenze fra le persone e ragione di un intervento più incisivo delle politiche sociali. L’evoluzione storica delle politiche sociali e delle proposte di welfare, da parte dello Stato, è contraddistinta da un’offerta di servizi in forte legame con le dinamiche del mercato finanziario e del lavoro. Nei diversi contesti nazionali, pur con ritardo rispetto alle richieste sociali, si sono avute norme e leggi che hanno saputo cogliere l’evoluzione che li ha interessato. In Italia una tappa fondamentale è rappresentata dalla promulgazione della Legge 328 del 2000. Una legge che contiene in se principi, propositi e indicazioni, ancora innovativi ma che sovente non riesce a trovare una giusta interpretazione dei soggetti attuatori. Il riscontro è stato offerto dalla recente crisi pandemica, legata alla diffusione del virus SARS-CoV-2 e del dilagare della malattia Covid-19, che ha palesato le fragilità e le debolezze di un sistema di welfare familistico già sofferente per le difficoltà in cui versavano le famiglie. Ciò ha generato una crisi ancor più grave, tanto che l’Europa (e l’Italia) ha adottato un piano di rilancio, per offrire nuove opportunità alle prossime generazioni, con il programma Next Generation EU. Una proposta che potrà essere vincente soltanto nel caso in cui sia fedele all’idea di sostenibilità sviluppata dal 1970 e che trova la massima espressione, in termini di contributi, analisi e sensibilizzazione nell’Agenda 2030 e nelle azioni che questa richiede di intraprendere (tanto a livello globale, quanto a livello locale).
La costruzione di un mondo migliore non è pertanto uno slogan pubblicitario né un esercizio di retorica, ma la meta a cui dovere e volere ambire. Per raggiungere tale finalità l’assistente sociale ha un compito essenziale, sancito dalla Costituzione Italiana e riproposto dalle indicazioni del Codice Deontologico. Per svolgere il proprio di promotore e facilitatore del benessere delle persone e delle comunità, può disporre di un metodologia di lavoro professionale di natura teorico-pratica e di dispositivi di supporto offerti dalla Legge 328 del 2000 o dall’Agenda 2030.