Urban Interiors Research Papers - Academia.edu (original) (raw)

* Research Group: Luca Basso Peressut (coordinator), Anna Barbara, Jacqueline Ceresoli, Simona Chiodo, Lavinia Dondi, Elena Elgani, Imma Forino, Francesca Lanz, Jacopo Leveratto, Antonio Longo, Chiara Rabbiosi, Pierluigi Salvadeo. *... more

* Research Group: Luca Basso Peressut (coordinator), Anna Barbara, Jacqueline Ceresoli, Simona Chiodo, Lavinia Dondi, Elena Elgani, Imma Forino, Francesca Lanz, Jacopo Leveratto, Antonio Longo, Chiara Rabbiosi, Pierluigi Salvadeo.
* Research Programme: Farb 2015, DAStU Department, Politecnico di Milano | Funded Program.
* Abstract_ L’identità e la diversità – culturale, etnica, religiosa, politica – attraversano quotidianamente il contesto globale contemporaneo: viviamo in un’epoca segnata dalle migrazioni, dai flussi di popolazioni,dal movimento delle persone, delle informazioni, della conoscenza. Di continente in continente, di nazione in nazione, di città in città, singoli o gruppi di individui superano i confini geografici e le barriere culturali o linguistiche alla ricerca di un maggiore benessere economico o di una diversa prospettiva di crescita per i propri figli, altrimenti si spostano per motivi di studio, per turismo o per maturare esperienze di vita e di rapporti sociali.
I “nuovi nomadi” segnano con tracce invisibili o concrete i luoghi che attraversano e in cui si fermano, generando contaminazioni linguistiche, culturali, di stili di vita. Gli spazi condivisi dell’abitare metropolitano – e in particolare gli spazi aperti urbani, i luoghi della mobilità, del lavoro e della cultura – vivono delle interrelazioni e dello scambio fra le persone, in un processo del tutto innovativo di intensificazione globale. Per questo motivo, la loro definizione oggi richiede un totale ripensamento degli usi e dei significati a essi tradizionalmente associati, in relazione ai cambiamenti socioculturali in atto. Ibridazione e multiculturalità, infatti, sollecitano nuove forme di inclusività sociale negli spazi e nelle architetture a cui, in passato, era demandata soprattutto una sorta di rappresentatività collettiva.
Nell’ipotesi progettuale di costruire un ambiente adattabile, che risponda cioè alla necessità di dialogo interculturale determinata dai flussi migratori transnazionali, la ricerca si propone di tracciare un quadro delle più rilevanti sperimentazioni architettoniche sugli interni collettivi, capaci di mettere in luce le strategie e gli strumenti più innovativi di “progettazione inclusiva” al riguardo. Dapprima definendo gli attori e le pratiche generate dalla condizione del “nomadismo globale” e, in seguito, individuando le architetture e gli spazi che rispondono al cambiamento dell’uso dell’ambiente collettivo, in una società segnata dall’intensificazione della mobilità. La ricerca sarà sviluppata sia attraverso un’analisi interdisciplinare sulla portata e sulle dinamiche di questi flussi, sia attraverso una lettura architettonica sulle potenzialità “accomodanti” delle forme spaziali a esse associate, sia attraverso una riflessione filosofica su un’estetica eteronoma, essenziale nell’orientare la loro costruzione attraverso il vincolo tra la dimensione formale e l’esplicitazione della specificità
identitaria dell’architettura.