Volto Santo di Lucca Research Papers (original) (raw)
La cappella della Villa Buonvisi a Monte San Quirico custodisce l'unico ciclo completo della leggenda del Volto Santo dipinto su parete che sia giunto fino ai nostri giorni. Il valore associato con l'unicità dell'opera non è stato... more
La cappella della Villa Buonvisi a Monte San Quirico custodisce l'unico ciclo completo della leggenda del Volto Santo dipinto su parete che sia giunto fino ai nostri giorni. Il valore associato con l'unicità dell'opera non è stato tuttavia rilevato nel modo che sarebbe stato lecito attendersi dalla locale storiografia, sempre così attenta, sin dal XVIII secolo, ad ogni «memoria» riguardante il venerato crocifisso. Tale lacuna appare ancora più sorprendente in considerazione del fatto che i dipinti sono, nel loro insieme, anche una testimonianza assai apprezzabile di pittura a fresco del XVI secolo a Lucca. Il riconoscimento solo parziale dell'importanza storica e artistica del ciclo ha probabilmente influito in modo negativo anche sulla sua conservazione. Oggi, infatti, gli affreschi versano in un deplorevole stato di abbandono ed è pertanto auspicabile un tempestivo intervento di restauro e di valorizzazione 1 . La villa di Monte San Quirico, insieme a quella di Forci, fu probabilmente la residenza suburbana più prestigiosa dei Buonvisi. Ne dà testimonianza il noto episodio, ricordato dalle cronache cittadine ed ampiamente descritto nelle carte d'archivio della famiglia, del soggiorno di Paolo III Farnese che, nel 1541, trascorse una notte nella villa, in occasione del suo incontro a Lucca con l'imperatore Carlo V 2 . Quaranta anni più tardi, nel 1581, Michel de Montaigne, durante il suo viaggio in Italia, fu ospite di Benedetto Buonvisi ed ebbe modo di definire la residenza «piacevole mezzanamente», rimanendo colpito soprattutto dai giardini con alberi sempreverdi, organizzati in forma di boschetti, in cui si svolgeva la caccia ai tordi 3 . Le date precise di edificazione della villa non sono conosciute, ma ragionevolmente doveva essere stata ultimata prima del 1541, quando fu ritenuta degna di ospitare il pontefice. Le fonti documentarie rivelano inoltre il lungo impegno profuso dai Buonvisi nel complesso di Monte San Quirico, che si protrasse per buona parte del XVI secolo, coinvolgendo almeno tre generazioni della famiglia. Nel 1520, in occasione della spartizione dell'eredità paterna, Martino Buonvisi ottenne, oltre alla responsabilità di amministrare le proprietà immobiliari della famiglia, una parte del palazzo cittadino ed altri immobili nella città e nel contado, tra i quali si distinguevano per importan-