Writing Skills Research Papers - Academia.edu (original) (raw)

Leggiamo nella Naturalis historia di Plinio il Vecchio (XXXV, 36) che " Apelle aveva l'abitudine, diventata proverbiale, di non lasciar trascorrere un giorno, per quanto fosse occupato, senza tracciare almeno una linea " 1. Se Plinio ha... more

Leggiamo nella Naturalis historia di Plinio il Vecchio (XXXV, 36) che " Apelle aveva l'abitudine, diventata proverbiale, di non lasciar trascorrere un giorno, per quanto fosse occupato, senza tracciare almeno una linea " 1. Se Plinio ha ritenuto opportuno ricordare l'abitudine di Apelle, non è stato certamente per fornire un aneddoto, ma per segnalare il legame che occorre stabilire tra la continuità di una pratica (tracciare una linea), e la crescita (o anche solo la conservazione) della capacità di coordinare il pensiero e l'azione. Sorprende che un'affermazione di buon senso, come quella di Plinio, ci appaia così attuale, e sia in grado, se opportunamente interpretata, di dar ragione di tanti aspetti dei comportamenti quotidiani, e in particolare di quelli che collegano il fare all'attività mentale. È vero che Apelle era un maestro della sua arte, la pittura, ma credo nessuno dubiti che qualcosa di molto simile si sarebbe potuto dire se fosse stato un musico o un vasaio. Perché, dunque, riprendere le parole di Plinio, o la sintesi che ne esprime l'espressione nulla dies sine linea? Credo che ciascuno di noi potrebbe trovare argomenti per rispondere se solo si liberasse dalla cappa ideologica che ci sommerge e che ostacola la comprensione di tanti aspetti della vita quotidiana. Nel corso della vita abbiamo acquisito capacità che in parte si sono conservate, e in parte si sono perse. Se ci chiediamo perché sia avvenuta l'una o l'altra cosa, non possiamo che fornire la medesima spiegazione, anche se positiva in un caso e negativa nell'altro: abbiamo conservato ciò che non è stato abbandonato. Sembra una conclusione degna di Jacques de La Palice, e invece contiene un'inferenza fondamentale. Si apprende, si accresce il repertorio delle conoscenze e delle abilità di cui si dispone, ma a condizione che ciò che si è appreso diventi un aspetto della nostra attività. Un limite dell'educazione scolastica della quale tutti abbiamo esperienza è la perdita, in un periodo più o meno lungo, della maggior parte degli apprendimenti che avevamo acquisito. Restano gli apprendimenti aspecifici che utilizziamo con qualche continuità o quelli specifici che sono richiamati da esigenze della vita quotidiana. Parte degli apprendimenti assumono una rilevanza particolare perché sono necessari per acquisirne altri: è il caso dell'acquisizione del repertorio di simboli che consente di formulare ed esprimere il pensiero, di leggere, di scrivere, si stabilire relazioni di qualità o di quantità e via seguitando. Si tratta del repertorio che è stato all'origine degli imponenti processi di alfabetizzazione che 1 Il passaggio, che ho tradotto liberamente, è il seguente: Apelli fuit alioqui perpetua consuetudo nunquam tam occupatum diem agendi, ut lineam ducendo exerceret artem, quod ab eo in proverbium venit.