Dieta mediterranea, 10 anni di patrimonio Unesco. Valter Longo: «Negli anni è cambiata, va corretta» (original) (raw)
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Valter Longo: �La dieta mediterranea � stata snaturata, fatta cos� fa male�
Il direttore del programma �Longevit� & Cancro� all’Ifom di Milano: �Mangiamo troppo pane, pasta, pizza, patate e proteine. Tutto insieme. L’Italia � il Paese europeo con il maggior tasso di obesit� dopo la Grecia. E questo a causa di una cattiva interpretazione della dieta mediterranea. Da rivedere, come facevano i nostri nonni�
Legumi, cereali per lo pi� integrali, frutta secca. E poi vegetali in quantit�, preferibilmente di stagione: dalle melanzane ai peperoni, dalle pesche alle albicocche, in estate si trova di tutto grazie alla straordinaria biodiversit� del nostro Paese. E ancora pesce — i nostri mari ne sono ricchi — e olio extra vergine di oliva. La carne rossa? Nell’elenco dei cibi da consumare con estrema moderazione, insieme ai latticini.
Sono trascorsi dieci anni, e poco pi�, da quando la dieta mediterranea � stata iscritta nella lista del patrimonio culturale immateriale Unesco. Le motivazioni, come si legge in un documento del Comitato intergovernativo della Convenzione, stanno in quelle conoscenze, pratiche tradizionali e abilit� che sono passate di generazione in generazione e che, nel tempo, hanno fornito alle comunit� affacciate sul bacino del Mare Nostrum un senso di appartenenza e continuit�. Come dire: quella mediterranea � molto pi� di una lista di alimenti. �, casomai, uno stile di vita entro cui l’atto del mangiare insieme � la base di una identit� culturale fatta di creativit�, dialogo, ospitalit�. Ma anche di rispetto per il territorio e la biodiversit�. E a guadagnarci � la salute.
Lo studio
�Non � pi� cos� — rilancia oggi l’allarme Valter Longo, biochimico, direttore del programma Longevit� & Cancro all’Ifom di Milano, oltre che tra i maggiori esperti al mondo nel campo degli studi sull’invecchiamento e le malattie a esso collegate, con tanto di pubblicazioni su alcune delle pi� autorevoli riviste scientifiche internazionali, tra cui Nature, Science e Cell (leggi anche Franco Berrino e Valter Longo, le 16 regole definitive per perdere peso e vivere a lungo) —. E l’alto tasso di obesit�, che alla lunga compromette il buon funzionamento del cuore, ne � la prova. I numeri parlano chiaro: il 42 per cento dei bambini italiani e il 38 per cento delle bimbe in et� pre e scolare hanno chili di troppo. Il 21 per cento degli uni e il 14 per cento delle altre sono obesi (leggi anche i bambini italiani sono i pi� obesi d’Europa). Percentuali, queste, sorprendentemente molto simili a quelle degli Stati Uniti, dove � in sovrappeso il 35 per cento dei bambini e obeso il 26 per cento. Quel che � peggio � che, in Italia, oltre il 60 per cento dei genitori non riconosce l’eccesso di chili nei propri figli, sottovalutando cos� gli errori alimentari e lo stile di vita sedentario che ne stanno alla base. Tutto ci� nonostante la dieta mediterranea (leggi anche i 10 cibi irrinunciabili che fanno ben alla salute). Anzi, mi vien da dire, proprio a causa della dieta mediterranea che nel tempo � stata mal interpretata�.
Sebbene sia piuttosto recente, la denominazione �dieta mediterranea� � radicata nel tempo. Il termine, coniato a met� degli anni Settanta da due scienziati americani — Ancel e Margaret Keys — deriva proprio da un loro studio. Nel 1962 la coppia arriva in Italia, a Pollica, in provincia di Salerno, per cercare di capire come mai gli abitanti del posto accusassero meno patologie cardiovascolari rispetto al resto della popolazione. La risposta all’interrogativo i Keys la trovano nell’alimentazione del luogo che cominciano a promuovere come stile di vita da adottare per stare meglio.
Cosa � cambiato professore?
�Sottolineo una evidenza: nel tempo la dieta mediterranea ha subito “personalizzazioni ed eccessi”, e ora paghiamo le conseguenze di menu sbilanciati, nonostante la salubrit� degli alimenti presi singolarmente. Si grida tanto al junk food, ma i bambini italiani non eccedono in snack, bevande e merendine come si pu� pensare. Mediamente un bimbo beve una lattina di cola a settimana, se va bene. La verit� � un’altra. I bambini italiani mangiano troppo pane, pasta, pizza, patate e proteine. L’equivalente, ogni giorno, di dieci cucchiai di zucchero. Le faccio un esempio concreto: in casa o fuori (anche se questo non � propriamente il periodo) siamo abituati ad accompagnare i nostri piatti con del pane, poco importa se poi in tavola viene servita della pasta, peraltro in quantit�. E alla fine del pasto ci si strafoga di frutta perch� siamo convinti che faccia tutto bene. In realt� � una combinazione deleteria, non certo il tipo di dieta mediterranea che allunga la vita�.
Quali sono le derive pi� comuni nell’alimentazione di noi italiani oggi?
�Su tutte, un eccesso di proteine: penso alla tanto amata pasta al rag� magari abbinata a insaccati e legumi. Un classico. Poi l’abbondanza di carni rosse. In alcune zone d’Italia 13 pasti lavorativi al mese su 20 sono a base di carne in genere, 10 di carne rossa. I cereali? Ancora poco consumati, cos� come i legumi. Mentre le verdure tendono a essere sempre le stesse. Ha presente l’immensa variet� della dieta mediterranea (leggi anche i 6 patrimoni Unesco legati al cibo). Ci sarebbe da sbizzarrirsi e invece… Quindi, lasciamo perdere snack e bibite: loro sono il vero problema solo per una piccola percentuale della popolazione italiana. Concentriamoci casomai sulle nostre abitudini quotidiane a tavola che, rispetto agli anni Sessanta e prima, sono radicalmente cambiate, complice anche l’abbondanza. Riduciamo carne e formaggi. Cos� come le porzioni di pasta, pane, riso e patate. Che, se presi in quantit�, sortiscono effetti simili a quelli del cibo spazzatura�.
Professore, quali regole dobbiamo tornare a seguire allora?
�In tavola per bambini e adulti, ma con un occhio particolare ai pi� piccoli — salute e longevit� si costruiscono e preservano dall’infanzia —, non deve mai mancare il bilanciato mix di proteine, minerali, carboidrati, grassi, vitamine, fibre e acqua. Le quantit�? In assenza di sovrappeso e obesit�, quanto ci si sente. Io sono dell’idea che si possa e si debba mangiare anche di pi�, purch� di quello che io chiamo la dieta della longevit� (leggi anche Valter Longo: i 10 piatti contro l’invecchiamento). E cio� per esempio la pasta e “vaianeia calabrese” con 70 grammi di pasta e 400 grammi di legumi e verdure. Poi mangiare entro un arco di tempo di 12 ore al giorno e fare 5 giorni di dieta mima digiuno vegana 2-3 volte all’anno. La dieta mediterranea offre una enorme variet� di vegetali, diversi di stagione in stagione. Diversificare, anche solo in base ai gusti, � semplice�.
Quanti pasti al giorno?
�Suggerisco 2 pi� uno spuntino per i sovrappeso e 3 pasti tra colazione, pranzo e cena con uno spuntino a met� mattina o nel pomeriggio per le persone di peso normale�.
Un esempio di menu giornaliero?
�Cominciamo dal primo. A tavola, ogni giorno, non dovrebbe mai mancare un piatto di cereali, meglio se integrali, da consumare o a pranzo o a cena. Come si preferisce. In alternativa: pasta, per lo pi� integrale, riso, polenta, patate… Non oltre gli 80 g perch� in abbinata avremo, sempre, una porzione di verdure: crude, cotte, in foglia. Queste ultime ottime per contrastare il senso di fame. Per secondo proteine, o a pranzo o a cena, ma le proteine totali devono rimanere intorno a 0.8 grammi per chilogrammo e cio� circa 55 grammi. O mezzo chilo di legumi per una persona di 70 chili. E quindi, via libera ai legumi ogni giorno. Il pesce da consumare solo 2 o 3 volte a settimana. Carni bianche o rosse, formaggi e salumi meglio se mangiati raramente: se proprio si vuole, una sola volta a settimana in piccole quantit�, almeno fino a 65-70 anni di et�. Dopo si pu� aumentare anche a 2-3 volte a settimana. Il tutto insaporito da olio extra vergine di oliva e accompagnato, se lo si desidera, da un boccone di pane integrale. Come spuntino rompi digiuno al mattino o al pomeriggio, della frutta di stagione fresca o secca, anche in barretta, oppure pane integrale e marmellata senza zuccheri aggiunti, ma anche del cioccolato fondente o crema di cacao e mandorle�.
Alla fine la dieta mediterranea, rivista, resta un patrimonio che ripaga…
�Solo se la si segue come facevano i nostri nonni. Che mangiavano poca pasta, e poco condita, con fagiolini e meno pane. E poi minestroni � gogo, con i prodotti poveri della terra, perch� non c’erano soldi per altro. E allora s�, ripaga. Ancor pi� se legata a un’attivit� fisica costante (leggi anche i 15 cibi da evitare assolutamente prima del workout), per quanto possibile in lockdown. Al momento soltanto il 10 per cento delle famiglie italiane la segue veramente. C’� un enorme margine di miglioramento. Senza un cambio di rotta l’Italia sar� inevitabilmente un Paese malato. Malato serio. Anche per il Covid, sono stati proprio gli obesi, persone con patologie dell’invecchiamento e gli anziani a essere di gran lunga i pi� sensibili�.
16 novembre 2020 (modifica il 10 agosto 2021 | 16:12)
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