The Thing From Another World Omnibus (original) (raw)

January 2, 2025

La Cosa di Carpenter è un film perfetto, e non solo nel senso che è girato egregiamente e che è nella top 3 dei miei horror preferiti. Intendo "perfetto" anche nel senso di "compiuto", perché, sebbene il (magnifico) finale sia ambiguo, scrivere un sequel è praticamente impossibile. Infatti, l'intera trama ruota intorno al fatto che, se la Cosa non viene distrutta prima di lasciare l'Antartide, il mondo intero è condannato senza possibilità di salvezza. Non è solo un film che non ha bisogno di un sequel, è un film la cui stessa premessa esclude la possibilità di un sequel. L'unica eccezione sono alcune fanfiction che ho letto, perché, in quanto fanfiction, non pretendevano di essere nulla di ufficiale ed erano perfettamente godibili se si teneva in conto di ciò.
Tuttavia, ho deciso di leggere lo stesso questi fumetti, perché sembravano interessanti e, sebbene volessi riguardare il film originale, non avevo voglia di passare due ore davanti alla TV, quindi le ho passate in compagnia di queste pagine. E, come sospettavo, la decisione si è rivelata infelice. Nessuno dei quattro riesce ad avvicinarsi alla qualità del materiale di partenza, il che, lo ammetto, era difficile, a sembrare un proseguimento naturale e coerente, o anche solo a essere abbastanza gradevole da giustificare la propria esistenza.
"The thing from another world" era forse quello che aveva più senso, dato che è comunque ambientato in Antartide e ha inizio esattamente dove il film finiva. Peccato che sia anche piuttosto blando. Tanto per cominciare dura solo due capitoli, nel quale succede poco o nulla se non una versione inferiore dell'ultimo atto del film. L'idea di ambientare lo scontro finale con la Cosa in un sottomarino era, a dire la verità, ottima, e avrebbe potuto creare un'atmosfera claustrofobica alla Alien, ma non viene adeguatamente sfruttata e il suddetto scontro si conclude troppo in fretta e in modo insoddisfacente. C'è anche una specie di personaggio nuovo, che però è inutile e per quel poco che appare non suscita le simpatie del lettore, o perlomeno non le mie. Peccato, perché le prime due o tre pagine sono bellissime, cupe e atmosferiche, e i disegni sono senza dubbio i migliori dell'intera serie e un'autentica gioia per gli occhi. 2/5
"Climate of fear" fallisce in partenza già dalla premessa, essendo ambientato in Sud America, dunque in uno scenario in cui la stessa presenza della Cosa equivale alla distruzione del pianeta Terra, ma questa cosa verrà completamente ignorata per ragioni di trama. Non ha ragione di esistere, ed è ulteriormente penalizzato da una sottotrama romance, per fortuna appena accennata e subito dimenticata, tra due personaggi che si conoscono forse da un giorno. Di tutte le storie che non hanno bisogno di una storia d'amore La Cosa è tra le prime che mi viene in mente, ma se proprio ce ne fosse stato il bisogno questa era un'opportunità sprecata di mettere insieme MacReady e Childs. Codardia allo stato puro. Però, sebbene anche qui i personaggi nuovi non siano particolarmente incisivi, mi stanno questa volta piuttosto simpatici (con due eccezioni: il dottor Deseado non sarà mai Clark, e la dottoressa Viale è una figura inutile il cui ruolo principale è servire alla suddetta sottotrama romance, cosa che automaticamente mi ha fatto inviperire nei suoi confronti), soprattutto il mitico Agapito, che è così tosto da non essere assolutamente credibile ma che non si può non amare, soprattutto perché è protagonista di una delle scene di questa serie che mi hanno effettivamente entusiasmato. Resta il fatto che mi ha fatto piacere continuare a leggere di MacReady e Childs, ma il modo in cui si conclude l'arco di quest'ultimo è, beh... un tantino deludente. Ciò detto, la premessa è insensata, la trama non è così appassionante e i disegni non possono essere definiti brutti, ma sono decisamente inferiori rispetto a The thing from another world. 2,5/5
"Eternal vows" è frustrante, perché presenta delle belle idee annegate in un mare di mediocrità. Forse per questo è quello che mi è piaciuto di meno. Tanto per cominciare, chi ipotizza che in origine fosse un lavoro completamente slegato che hanno unito al resto del franchise per motivi di soldi probabilmente ha ragione. Infatti la buona notizia è che la Cosa è un personaggio POV, e la sua psicologia è tratteggiata in modo effettivamente interessante! La cattiva notizia è che a)nessuno degli umani che vengono da lei posseduti risulta particolarmente coinvolgente, anche perché appaiono decisamente troppo poco perché me ne importi, e b)per quanto la suddetta psicologia del mostro sarebbe perfetta se associata a una creatura originale, non sembra coerente se associata all'entità mostrata nel materiale di partenza (che pare più un virus che una creatura senziente vera e propria, ma questo potrebbe essere giustificato da un'evoluzione interna, e che soprattutto non sembrerebbe, canonicamente, in grado di conservare contemporaneamente i sentimenti dell'ospite umano e il proprio istinto originario) e, cosa più importante, alla Cosa sono attribuiti nuovi poteri completamente a caso, il che rafforza la mia idea che questo fumetto sia il risultato di una buona idea originale rovinata dal tentativo forzato di renderlo parte dello stesso universo del film. Quindi tutti gli elementi intriganti di cui sopra si trasformano in un'irritante cocktail di potenziale sprecato. Inoltre come dicevo i personaggi sono poco coinvolgenti, soprattutto Jenny che dovrebbe essere la protagonista e una figura tragica ma che risulta del tutto priva di mordente. L'eccezione è Rowan, che è effettivamente un protagonista carismatico e intelligente che ha un finale (letteralmente) con il botto. E per quanto MacReady sia il mio final boy preferito e l'idea di farlo apparire come cacciatore di Cose sia molto divertente (ci ho visto anche un tocco del Dr. Loomis di Halloween, ma forse è un complimento eccessivo per questo fumetto), si ricollega al problema di partenza che questa miniserie conclude con Climate of fear, ovvero se la Cosa è giunta in un posto popolato l'apocalisse è praticamente certo ed è assolutamente inutile anche solo tentare di fermarla. Quindi, come per il suo predecessore, anche Eternal vows si distingue per la totale insensatezza della trama. I disegni mi piacciono un po' di più di quelli di Climate of fear, ma non sono comunque nulla di eccezionale e la smaccata sessualizzazione della protagonista femminile contribuisce alla mia irritazione. 2/5
"Questionable research" è invece, delle quattro serie, l'esperimento meglio riuscito, il che non è molto viste le prime tre ma è comunque qualcosa. Prima di tutto il fatto che si ricolleghi non ai fumetti precedenti, ma direttamente al film lo fa crescere in coerenza e in senso. In secondo luogo è rinfrescante vedere un cast completamente nuovo. Certo, nessuno di loro è particolarmente memorabile, ma sono tutte persone discretamente complesse e ragionevoli che non mi hanno frustrato con la propria mera presenza. Di conseguenza, sono riusciti a prendermi e a farmi genuinamente interessare al loro fato. Sebbene la brevità non permetta loro di brillare, sono perlomeno distinguibili gli uni dagli altri e per una volta il conflitto della storia non è semplicemente incentrato sul mostro (che appare relativamente tardi), ma sul modo in cui i diversi protagonisti reagiscono alla minaccia, il che li porta a scontrarsi tra loro e aggiunge finalmente la giusta dose di tensione. La trama dunque è molto più avvincente rispetto a quelle dei fumetti precedenti, l'atmosfera fredda è perfetta e il finale è non solo inquietante ma brutale, anche se continuo a non volerlo considerare canonico. Nulla di paragonabile, ancora una volta, al film, e i disegni, per quanto ben fatti, non hanno particolarmente attirato la mia attenzione, ma comunque una boccata d'aria fresca dopo la delusione presentata dalle altre tre storie. 3,75/5.
Riassumendo, non è un disastro totale. Ci sono, anche nelle prime tre serie, delle scene e dei dialoghi che, presi fuori contesto, mi sono piaciuti, e in tutti i casi le diverse forme che la Cosa assume sono innovativi e anche relativamente spaventosi. Il punto è che, con l'eccezione di Questionable research, queste storie sono proprio del genere sbagliato: sono tutti fumetti d'azione. E l'azione e l'horror sono due generi che possono sposarsi in modo eccellente, ma non è il caso della Cosa. Ciò che rende il film perfetto non è la creatura in questione, per quanto decisamente orripilante e terrificante già a partire dal concetto, ma l'atmosfera gelida che permea le scene, la costante tensione, claustrofobia e paranoia, la sensazione di non potersi fidare di nessuno. Difatti le sequenze d'azione riguardanti la Cosa stessa sono poche, fatte con gusto, e fungono praticamente tutte da climax a scene incentrate sul mistero dell'identità degli infetti e sui conseguenti conflitti tra i personaggi.
Qui non c'è nulla di tutto ciò. C'è qualche debole tentativo di creare tensione, ma i personaggi non sono sviluppati abbastanza perché la loro sorte importi al lettore, e questi tentativi sono comunque vanificati dal numero eccessivo di scene in cui la Cosa esce allo scoperto e deve essere neutralizzata. Anziché una storia in cui l'agente soprannaturale cerca di agire soprattutto nell'ombra, sfruttando la discordia suscitata dalla paranoia che la sua presenza provoca, qui si ha una semplice storia di battaglie contro un mostro, e quest'ultimo, a parte che in qualche raro momento (come il colpo di scena nel penultimo capitolo di Climate of fear), non presenta un briciolo dell'intelligenza della Cosa originale. Praticamente è un film di Michael Bay: molte esplosioni e poca sostanza.
E infine, come dicevo prima, è fondamentalmente impossibile dare un seguito soddisfacente al finale del film, quindi l'intera opera non ha senso. Persino il finale apocalittico di Questionable research, per quanto sia un colpo al cuore, non eguaglia l'eleganza e l'efficacia dell'originale, che nella sua ambiguità ha un impatto molto maggiore.
In parole povere, la prossima volta che avrò voglia di guardarmi La Cosa, accenderò la TV o, al massimo, leggerò qualche fanfiction, perché quelle almeno spesso sono realizzate con più cura e più coerenti nel confronto del materiale originale.

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