L'Hellas Verona nella Stagione 1964/65 (original) (raw)
allenatore e rosa
Sulla panchina del Verona viene chiamato per la prima volta Giancarlo Cadé, bergamasco di 34 anni, che è stato il vice di Edmondo Fabbri al Mantova e nell'ultima stagione ha condotto la Reggiana alla promozione in serie B. All'ultima giornata di campionato, Cadé ha avuto un diverbio con il dirigente granata Lari e il consiglio direttivo della Reggiana ha deciso di allontanarlo, salvo poi cambiare idea. L'allenatore, al rientro dalla tourneè estiva della Reggiana in Russia e Romania, si reca a Verona per siglare l'accordo con i gialloblù. La Reggiana ne prende atto e lo libera.
Persi in estate i veronesi più rappresentativi, Cera e Maioli, il Verona può ancora contare su Giancarlo Savoia che, nonostante il servizio militare, riesce a mettere insieme 32 presenze con 3 reti tutte su rigore. Altri veronesi protagonisti sono Lino Golin, classe 1945, di rientro dal prestito alla Pistoiese, e Giorgio Bissoli, di rientro dal prestito all'Arezzo, alla prima stagione da titolare dopo diversi anni a fare il secondo di Santino Ciceri.
Formazione tipo: Bissoli, Di Bari, Fassetta, Scaratti, Peretta, Savoia, Sega, Joan, Maschietto, Zeno, Golin.
la storia del campionato
Il Verona, in estate, ha smobilitato, cedendo i pezzi più pregiati. Maioli e Calloni, che insieme avevano messo a segno 17 delle 44 reti del Verona nella stagione precedente, sono andati rispettivamente al Foggia e alla Reggiana. Cera è stato ceduto al Cagliari neopromosso in serie A. Il portiere Ciceri, non più giovanissimo, è finito al Monza. L'ex interista Bolchi, che pur non ha convinto, è passato all'Atalanta. Gli acquisti? Il terzino Romano Di Bari, proveniente dal Brescia e il centrocampista Giuseppe Del Zotto, proveniente dall'Udinese, in perenne procinto di ritirarsi dal calcio per gli studi di architettura.
A Cadè viene affidata una squadra indebolita, e un gruppo di giovani veronesi: Savoia, Golin, Bissoli, Carletti, Sega, Cressoni e Tanello. La dirigenza gialloblù dovrà correre ai ripari a stagione in corso ingaggiando a novembre il jolly Scaratti, appena scartato dal Mantova dopo solo 4 presenze in A con i virgiliani, e Ennio Ciccolo, fratello minore di Nicola Ciccolo che aveva entusiasmato nella sua stagione al Verona nel 1962-63. Ciccolo II tuttavia non ha il talento del fratello e non è un caso se nelle ultime stagioni ha giocato con Viareggio e Akragas.
Dopo un avvio di campionato fitto di pareggi, il Verona, fra dicembre e gennaio, infila 3 vittorie consecutive (trasferta di Catanzaro, gare interne con Brescia e Triestina) e sale al terzo posto in classifica. La trasferta di Padova, dove il Verona viene sconfitto per 3-0, è lo spartiacque della stagione.
In 10 giornate, dalla sconfitta di Padova del 17 gennaio 1965, a quella di Livorno del 21 marzo 1965 (2-1 per i toscani), il Verona raccoglie 2 pareggi e ben 8 sconfitte, e precipita dal terzo al diciassettesimo posto, appena un punto sopra la zona retrocessione.
Dopo Livorno, quinta sconfitta consecutiva, iniziano a circolare voci insistenti sull'affiancamento di un direttore al tecnico Cadè, a cui viene contestata l'incapacità di motivare i giocatori. Non aiuta la situazione societaria dove il vice presidente Bonazzi ha dato le dimissioni a febbraio, e Garonzi si ritrova con un consiglio menomato e diviso. Alla fine, Bonazzi viene convinto a ritirare le dimissioni e gli viene affidato l'incarico di Presidente. La prima avventura di Garonzi a capo del Verona dura quindi meno di sei mesi.
A fine marzo, Cadè porta la squadra in ritiro a Desenzano per preparare la partita con la SPAL seconda in classifica. E' una partita decisiva per frenare l'emorragia di risultati e il tecnico, che avverte la tensione nei suoi giovani, prepara l'esordio dell'esperto portiere Mario Liberalato, prelevato a febbraio dal Milan (ha giocato nell'ultima stagione nel Prato), e il cui debutto è stato rinviato a causa di un infortunio appena giunto a Verona.
La malasorte non abbandona il neo portiere veronese che esordisce e termina la sua avventura in maglia gialloblù in appena 35 minuti, il tempo di ricadere malamente a terra dopo una presa alta, e riportare la frattura dell'avambraccio. L'introduzione della sostituzione del portiere avverrà solo dalla stagione successiva 1965-66: in porta deve andare il terzino Fassetta. La SPAL compie forse l'errore di presunzione pensando di avere la gara in mano. Il Verona invece lotta con orgoglio su ogni pallone e ad un minuto dalla fine coglie l'insperato gol della vittoria. Punizione di Cappellino, il portiere spallino Bruschini perde palla in uscita, Joan tocca di petto per Giulio Sega che batte a rete e segna il suo primo gol in maglia gialloblù (ne metterà a segno 21 in 6 stagioni).
Da quel momento il Verona si scrolla di dosso paure e incertezze e nelle ultime 10 gare di campionato rimedia solo 2 sconfitte, in casa della capolista Brescia, e all'ultima giornata nella passerella dei giovani ad Alessandria. In mezzo, anche una sonante vittoria per 5-1 sul Trani, oltre che la "vendetta" sportiva per 3-0 sulla Reggiana che all'andata ce ne aveva fatti 4.
Il Verona chiude il campionato in undicesima posizione, appena 3 punti sopra il retrocesso Bari.
Paolo