Card. Zenari: sulla Siria troppi i veti dell'Onu (original) (raw)
La Siria continua ad essere devastata dalla guerra, la popolazione è sempre in fuga e la comunità internazionale non riesce ad intervenire. Parla il cardinale Mario Zenari, nunzio apostolico in Siria lanciando un ennesimo grido di allarme
Hélène Destombes e Gabriella Ceraso- Città del Vaticano
Sono molto dure le parole con cui il cardinale Mario Zenari, nunzio apostolico in Siria, interviene sulla minaccia di bombardamenti nel Paese. Il porporato lamenta il fallimento degli organismi internazionali, in particolare del Consiglio di Sicurezza dell'Onu, e chiede che il flagello della fuga della popolazione termini.
Le responsabilità di abominevoli delitti
La Siria è un Paese che da anni vive momenti critici e il timore che il conflitto si espanda a tutta l'area medio orientale è ora più forte che mai. Il cardinale richiama fortemente la comunità internazionale a esaminare sul posto le responsabilità delle violenze e in particolare si rivolge al Consiglio di Sicurezza dell'Onu a cui chiede di appurare la verità sull'uso di armi chimiche contro la popolazione. "Non sarebbe la prima volta", afferma: "imputo la responsabilità" di quanto non si riesce a fermare "al fallimento delle Nazioni Unite" . Troppi "veti", troppe "empasse" impediscono di punire "abominevoli delitti" che si compiono.
Terza guerra mondiale in pezzi
A 55 anni dalla Pacem in Terris, l'invocazione di San Giovanni XXIII resta attuale, commenta il porporato. Oggi la guerra mondiale si "combatte a pezzi, come dice Papa Francesco, e uno di questi pezzi è proprio la Siria". La minaccia attuale di bombardamenti è insopportabile per la popolazione. Il cardinale spiega quanto la gente sia stanca e preoccupata, e quanto sia urgente far cessare la fuga dal Paese che ha dimezzato la popolazione originaria. "E' un flagello che deve finire": le immagini di profughi in tutto il mondo sono vere, aggiunge, ma anche qui il porporato chiede di avviare indagini approfondite.
Ascolta l'intervista al card. Zenari
Grazie per aver letto questo articolo. Se vuoi restare aggiornato ti invitiamo a iscriverti alla newsletter cliccando qui