Lucio Valerio Barbera | Sapienza University of Roma (original) (raw)

La città radicale di Ludovico Quaroni, 2019

Ludovico Quaroni, uno dei principali maestri italiani dell'architettura del secondo dopoguerra – ... more Ludovico Quaroni, uno dei principali maestri italiani dell'architettura del secondo dopoguerra – problematico e affascinante intellettuale romano del suo tempo – negli anni Sessanta del secolo scorso, spinto dalla propria inquietudine culturale, sembrò volersi fare interprete dei sogni smisurati di un'epoca che, al culmine del miracolo economico e sociale, parve aprire una nuova età dell'oro a noi italiani. Egli coinvolse totalmente sé stesso, la sua cattedra, i suoi assistenti, gli studenti nel suo più ambizioso progetto di ricerca; una città lineare tra Roma e Firenze, un immenso Continuum disteso nelle valli del Tevere, di Chiana e d'Arno; una vera No-stop City, un paesaggio nuovo immerso nel paesaggio antico, dove la forma urbana, continuamente generata da un inesauribile processo di produzione industriale, non avrebbe dovuto sostenere funzioni definite, ma sollecitare incessantemente le emozioni sensuali, intellettuali e creative degli individui di una società immaginata ormai totalmente fluida, priva di vincoli, di limiti, di ideologie. Ma nel marzo del 1968, la contestazione giovanile spostò improvvisamente il fuoco dell'utopia e inflisse una rotta decisiva alle visioni dell'architettura radicale borghese non soltanto italiana – di cui faceva parte la città radicale di Ludovico Quaroni, nata con la sconfitta negli occhi – ma anche inglese, olandese; europea in una parola. Oggi, a più di cinquanta anni dalla sua brusca fine, è tempo di raccogliere ciò che del Continuum di Quaroni anima ancora la memoria dei suoi amici di allora, dei suoi studenti migliori, dei suoi allievi. Ma per poter rileggere quel lontano capitolo della ricerca d'architettura italiana, romana in particolare, occorre ricostruire il “sentire moderno” di Ludovico Quaroni, che non è più il sentire nostro – se ancora fra noi vive un “sentire moderno” – e occorre anche riprodurre la scena in cui si svolse il dramma della sua città radicale; la scena, dunque, della facoltà di architettura della Sapienza e dei suoi protagonisti, riportata all'epoca nella quale adottare un metodo di progettazione o uno stile significava scegliere tra etiche opposte, tra politiche avverse e interpretazioni della storia inconciliabili tra loro. Per questo il nostro libro, al cui centro sta il Continuum di Ludovico Quaroni, inizia con un testo – Quaroni brucia – che si inoltra nel problema della modernità per tentare di comprendere come esso fu vissuto dallo stesso Quaroni; e si chiude con un altro testo – Quaroni Muratori, tra dialogo e silenzio – che riapre, con commozione, il sipario del palcoscenico dove pochi maestri, troppo bravi per tanti di noi, consumarono la loro irriducibile sfida incrociata – la loro stessa vita – con un impegno, una speranza, una passione, una capacità di sofferenza, una sincerità, una generosità e una fede nell'architettura che per molti sono ormai, difficilmente comprensibili.

Lucio Barbera è architetto e docente della Sapienza, Università di Roma. Oggi è Chair-holder della Cattedra Unesco della Sapienza in “Sustainable Urban Quality and Urban Culture, notably in Africa”, riconoscimento del suo impegno internazionale di progettista in favore della città dei paesi in via di sviluppo e della città marginale e spontanea, storica e contemporanea che vive nelle nostre città e in tutte le metropoli. Il Medio Oriente, l'Africa, la Cina e ultimamente il Caribe e gli Stati Uniti, oltre l'Italia, sono i campi principali delle sue ricerche e della sua attività di architetto. Ha partecipato alla Biennale di Venezia del 1982 dedicata alla Architettura nei Paesi islamici. Allievo di Ludovico Quaroni, è stato preside della Prima Facoltà di Architettura “Ludovico Quaroni” della Sapienza e presidente della Conferenza dei presidi delle Facoltà di Architettura d'Italia. Ha fondato e diretto il Master in Architettura e Archeologia assieme a Clementina Panella. Dirige la rivista “L'architettura delle Città” della Società Scientifica “Ludovico Quaroni” che presiede. Affida regolarmente alla scrittura l'espressione della sua esperienza progettuale, didattica, scientifica; e le sue visioni d'architettura.

Ludovico Quaroni was one of the paramount masters of Italian architecture after the Second World War, and an intriguing if problematic Roman intellectual of his time; in the 1960’s, driven by his own cultural restlessness, he was prepared to make himself the interpreter of the grandiose dreams of an era, which was then at the apogee of Italy’s economic and social miracle, and which seemed to us to be the beginning of a new golden age. He totally committed himself, his university chair, his assistants and his students to his most ambitious research project: designing a linear city from Rome to Florence, a colossal Continuum stretching along the valleys of the Tiber, the Chiana and the Arno, a genuine No-stop City, a new cityscape inserted into the ancient landscape, where the urban form, continuously created by an unlimited process of industrial production, would have no defined function, but would constantly arouse sensual, intellectual and creative sentiments in the members of a society that would be completely fluid, freed from all restraints, limits or ideologies. But in 1968, the protest movements of youth suddenly quenched the utopian flames and inflicted a fateful defeat on the visions of radical bourgeois architecture, not only Italian (a part of which was Ludovico Quaroni’s radical city, its defeat perceptible at its very birth) but also British, Dutch, European in a word. Today, more than fifty years after its abrupt demise, it is time to gather together what of the Continuum of Quaroni still lives within the memories of his friends of the time, and of his students and disciples. Yet if we are to re-read that distant chapter of Italian, or particularly Roman, architectural research, we need to re-establish what ‘the sense of the modern’ meant to Ludovico Quaroni, which is no longer our sense (if we still have such a thing) and also we need to recreate the stage on which the drama of his radical city was acted out – the scene, in fact, of the faculty of architecture of Rome Sapienza University and its protagonists, taking us back to a time when adopting a method of design or a style meant making a choice between opposing ethical systems, hostile politics and irreconcilable interpretations of history. This is the reason our book, which centres on the Continuum of Ludovico Quaroni, begins with a chapter, Quaroni is burning, which examines the question of modernity to try to understand how Quaroni himself dealt with it, and ends with another, Quaroni Muratori, the dialogue and the silence, which poignantly lifts the curtain on the stage where a few masters, who were too good for many of us, faced up to their unwavering crusade-like challenge – their very lives – with a commitment, a hope, a fire, a capacity for suffering, an honesty, a selflessness and a faith in architecture that many of us today find difficult to comprehend.

Lucio Barbera is an architect and teacher at Rome Sapienza University. At present he is the Chair holder of the UNESCO Chair in ‘Sustainable Urban Quality and Urban Culture, notably in Africa’, in recognition of his international engagement as a designer committed to the city in developing countries, and to the marginal and improvised city, both historical and contemporary, which is a living part of all our cities and metropolises. The Middle East, Africa, China and most recently the Caribbean and the USA, as well as Italy, are the main fields of his research and his activity as an architect. He took part in the 1982 Venice Biennale dedicated to the architecture of Islamic countries. A pupil of Ludovico Quaroni, he was Dean of the first Faculty of Architecture ‘Ludovico Quaroni’ at the Sapienza, and also the President of the Conference of Italian Architecture Faculty Deans. With Clementina Panella, he founded and directed the post-graduate course in Architecture and Archaeology. He is also editor of the journal L’Architettura delle Città of the Ludovico Quaroni Scientific Society, of which he is president. He regularly writes on his experiences as a designer, teacher and researcher, and on his vision of architecture.

https://www.gangemieditore.com/dettaglio/la-città-radicale-ludovico/8450/2

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