Nicola Abbagnano, Il possibile e il virtuale (original) (raw)
Il possibile e il virtuale
Actas del Primer Congreso Nacional de Filosofía (Mendoza 1949), Universidad Nacional de Cuyo, Buenos Aires 1950, tomo II, págs. 643-648.
(Sesiones particulares: I. Metafísica.)
Uno dei tratti salienti della filosofia contemporánea è nell'importanza e nell'autonomia che in essa è venuta acquistando la categoria del possibile. Attraverso il lavorio apparentemente discorde, ma in qualche modo concordante, del pensiero contemporaneo, questa categoría comincia a rompere la sua connessione (che è in veritè confusione) con quella del virtuale e ad apparire nella sua individualità e nel suo valore autonomo. Mi propongo qui di portare un ulteriore contributo a questo processo di chiarificazione, che deve mettere la filosofia contemporanea in possesso del suo fondamentale strumento di ricerca.
Poichè è necessario partire da qualche precisazione terminologica, intendiamo per possibile ciò che puo essere o non essere ed è solo come tale. In questa accezione terminologica, il possibile non si connette necessariamente al mutamento, al divenire, al progresso &c., e in generale ad una concezione dell'essere come movimento. L'immobilità stessa è un possibile, se nonostante che sia tale, può non esserlo. Il possibile si riferisce, in altri termini, ad ogni condizione, stato o modo d'essere che comunque includa indeterminazione, instabilità, incertezza, precarietà, caducità, pericolo o rischio. Dall'altro lato, esso non esclude neppure la determinazione, la stabilità, la certezza, &c., se queste condizioni o stati non vengono assolutizzati e considerati irremovibili. Esso esclude soltanto e proprio questa assolutizzazione, cioà l'irrigidimento ontologico di tali condizioni o stati in modi d'essere privi d'interna problematicità.
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