Benedetto Croce, La filosofia come storicismo (original) (raw)
La filosofia come storicismo
Actas del Primer Congreso Nacional de Filosofía (Mendoza 1949), Universidad Nacional de Cuyo, Buenos Aires 1950, tomo II, págs. 909-914.
(Sesiones: II. Situación actual de la filosofía.)
Procurerò di dare in breve, ma con precisione e con ordine, una informazione del punto a cui è pervenuta la filosofia in Italia, la filosofia della grande linea che va dal Bruno e dal Vico a Kant e a Hegel, e che non è la tradizione di alcune verità da difendere e da mantenere intatte, ma un concatenato sorgere di sempre nuovi problemi che lo svolgimento della vita pone.
"Filosofia come storicismo" è una parola che molto si legge oggi nei libri e nelle riviste italiane, ma che io stesso –al quale piacque filosofare sine titulo, all'opposto di coloro che foggiano titoli senza filosofía,– ho adottata solo tardi, quasi sforzato dalle cose stesse, per designare l'indirizzo secondo cui avevo spontaneamente lavorato ed ero andato innanzi per oltre cinquanta anni.
In certo senso, questo modo di trattazione è, se non proprio la negazione della tradizionale filosofia, una radicale correzione di essa e della figura del filosofo che la rappresenta. Perchè se nell'antíchità greco-romana il filosofo riuniva con sè lo scíenziato naturalista e il sapiente prudenziale e morale, nel medioevo cristiano ebbe forte l'accento del teologo, nè già solo quando accettò che la filosofia fosse l'ancella della teologia, ma anche quando, rivendicando una qualche indipendenza, continuò a teologicamente e metafisicamente concepire l'assunto proprio del filosofare. E questa concezione rimase sostanzialmente intatta nei primí secoli dell'età moderna, che volle essere l'indagine del problema supremo, che tutti gli altri racchiudeva o governava, il problema della realtà o del rapporto della realtà col pensiero, che, in nuova terminologia, era sempre quello del mondo e di Dio.
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