Chryse and Argyre (original) (raw)

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En la mitología griega y en la mitología romana, Árgire fue una isla mítica de plata localizada en oriente. El nombre de la isla procede del griego antiguo argyros (plata). Plinio el Viejo señala que, al igual que la isla de oro, , estaba fuera de la desembocadura del río Indo.​ Se ha sugerido que podría identificarse con en el área costera birmana de Rakhine o con la península de Malaca.​

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dbo:abstract Chryse and Argyre (/ˈkraɪsiː/ and /ˈɑːrdʒəriː/) were a pair of legendary islands, located in the Indian Ocean and said to be made of gold (chrysos in Greek) and silver (argyros). In Book 6, chapter 23 of his Natural History, concerning the regions near the Indus River, Pliny the Elder (23–79 CE) wrote that "Beyond the mouth of the Indus are the islands of Chryse and Argyre, abounding in metals, I believe; but as to what some persons have stated, that their soil consists of gold and silver, I am not so willing to believe that." Some five or six centuries later, in section XIV.vi.11 of his encyclopedic Etymologies, Isidore of Seville (c. 560–636) repeated much the same information: "Chryse and Argyre are islands situated in the Indian Ocean, so rich in metal that many people maintain these islands have a surface of gold and silver; whence their names are derived." This was almost certainly taken—like much else in the Etymologies, as Isidore freely admitted—directly from the Natural History. Both of these Latin works, the Naturalis Historia and especially the Etymologiae, were widely read in Europe throughout the Middle Ages and this ensured the survival of the legend of the Gold and Silver Islands until the beginning of the Age of Discovery. As European geographers gathered more reliable information about the Indian Ocean, the purported location of Chryse and Argyre shifted farther and farther east to the fringes of the known world. By the time Martin Behaim created his Erdapfel globe in 1492, the islands were thought to be near Japan, possibly because Marco Polo had claimed Japan itself (which he called Cipangu) to be rich in gold and silver; Behaim is known to have used both Pliny and Marco Polo as sources. Another proposed location was the Kingdom of Salakanagara on Java, based on the fact that Salakanagara means "island of silver" in Sanskrit. The discovery of the Americas changed everything. European explorers in search of fabled lands of gold now sailed west for El Dorado instead of east to Cipangu. The works of Isidore of Seville fell out of fashion and the islands of Chryse and Argyre slowly faded from the popular imagination. In 1877, they were recalled to life by the astronomer Giovanni Schiaparelli, who used the planetary opposition of that year to begin mapping the planet Mars. As an expert in ancient astronomy and geography, he was very familiar with classical legends and fabled lands and used them to name the features he could see through the telescope. He assumed that dark areas might be low flat "seas", as they are on the Moon, while "land" would be lighter. In particular, he noted several light patches that he took to be islands; he named the most striking circular one Hellas (for Greece) and two others Chryse and Argyre. It was only with the observations made from Martian orbit by Mariner 9 in 1972 that it became clear that these light areas were not islands at all, but depressions carpeted with light windblown dust. Chryse is really a low flat plain, but the name has been kept and it is now known as Chryse Planitia, "Chryse Plain". Argyre (like Hellas) is, in fact, a broad impact crater and is now Argyre Planitia, "Argyre Plain", which in turn has given its name to one of the cartographic quadrangles of the Martian atlas. (en) En la mitología griega y en la mitología romana, Árgire fue una isla mítica de plata localizada en oriente. El nombre de la isla procede del griego antiguo argyros (plata). Plinio el Viejo señala que, al igual que la isla de oro, , estaba fuera de la desembocadura del río Indo.​ Se ha sugerido que podría identificarse con en el área costera birmana de Rakhine o con la península de Malaca.​ (es) Chryse (ou Orille) et Argyre (ou Argire, ou Argyte) sont deux îles légendaires évoquées par plusieurs ouvrages de l'Antiquité et du Moyen Âge. Situées dans l'océan Indien, elles sont censées être faites d'or (chrysos en grec) et d'argent (argyros). (fr) Chryse e Argyre erano una coppia di isole leggendarie, situate nell'oceano Indiano, che si diceva fossero fatte di oro (chrysos in greco) e di argento (argyros). Nel capitolo 23 del VI libro della sua Storia Naturale, Plinio il Vecchio (23-79 d.C.) afferma che al largo della foce dell'Indo si trovano le isole di Crise e Argire, «ricche, a mio avviso, di miniere, perché avrei difficoltà a credere che il loro suolo sia d'oro e d'argento, come alcuni sono inclini a ritenere». Una copia moderna dell'Erdapfel di Martin Behaim (1492). Chryse e Argyre sono poste nella stessa sezione di mappa del Cipangu (Giappone), a destra: Chryse (Crisis), di colore giallo-bruno, è proprio ad ovest della sua estremità occidentale, mentre Argyre (Argire), di colore bianco, è a sud-ovest di Chryse. Si noti l'assenza delle Americhe. Circa cinque o sei secoli dopo, nella sezione VI,11 del XIV libro dell'opera enciclopedica Etimologie, Isidoro di Siviglia (ca. 560-636) ripete più o meno le stesse informazioni: «Le isole Crisia ed Argiria si trovano nell'Oceano Indiano. Sono così ricche di differenti metalli che molti hanno detto che il loro suolo è formato da oro ed argento, donde anche il loro nome». Questa informazione è stata quasi certamente ricavata - come anche in altri casi nelle Etymologies, come lo stesso Isidoro ammette liberamente - direttamente dalla Storia Naturale. Entrambe queste opere latine, la Storia Naturale e specialmente le Etimologie, furono ampiamente lette in Europa per tutto il Medioevo, e questo assicurò la sopravvivenza della leggenda delle isole d'oro e d'argento fino all'inizio delle grandi scoperte geografiche. Man mano che i geografi europei raccoglievano informazioni più affidabili sull'oceano Indiano, la presunta posizione di Chryse e Argyre si spostò sempre più a est ai confini del mondo conosciuto. Quando Martin Behaim creò il suo globo Erdapfel nel 1492, si credeva che queste isole fossero vicine al Giappone, forse perché Marco Polo aveva dichiarato che il Giappone stesso (che chiamò Cipangu) era ricco di oro e di argento; Behaim è noto per aver usato come fonti sia Plinio che Marco Polo. La mappa di Schiaparelli (1877) a confronto con la superficie di Marte vista dal Mariner 9. Chryse e Argyre sono al centro a sinistra. La scoperta delle Americhe cambiò ogni cosa. Gli esploratori europei alla ricerca di favolose terre dell'oro iniziarono a navigare ad ovest, verso l'El Dorado, invece che ad est, verso il Cipangu. L'opera di Isidoro di Siviglia cadde nel dimenticatoio e le isole di Chryse e Argyre sparirono lentamente dall'immaginario popolare. Nel 1877, tuttavia, i loro nomi furono riportati in auge dall'astronomo Giovanni Schiaparelli, che sfruttò l'opposizione planetaria di quell'anno per iniziare a mappare il pianeta Marte. Come esperto di astronomia e geografia antiche conosceva bene le leggende classiche e le terre leggendarie, e da esse traeva ispirazione per nominare le formazioni che poteva vedere attraverso il telescopio. Ipotizzò che le aree scure presenti sul pianeta fossero bassi «mari» pianeggianti, come quelli della Luna, mentre le «terre» fossero le zone più chiare. Notò in particolare alcune zone chiare che scambiò per isole: nominò così la più grande e circolare Hellas (dall'antico nome della Grecia) e le altre due Chryse e Argyre. Fu solo con le osservazioni compiute dall'orbita marziana della Mariner 9 nel 1972 che divenne chiaro che queste aree chiare non erano affatto isole, ma depressioni tappezzate di polveri spazzate dal vento. Chryse è in realtà una distesa pianeggiante, ma il nome è stato mantenuto, ed è ora nota come Chryse Planitia, «pianura di Chryse». Argyre (come Hellas) è invece un cratere ad ampio impatto, noto oggi come Argyre Planitia, «pianura di Argyre», che a sua volta ha dato il nome a uno dei quadrangoli cartografici dell'atlante marziano. (it)
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