San Giovanni a Teduccio - Storiacity (original) (raw)

E' uno dei quartieri di Napoli1, occupante il primo tratto della direttrice di penetrazione costiera.

Fu fortificato esclusivamente per impianti industriali ed alloggi popolari nei territori resi disponibili dal Risorgimento economico del 1904, tra l'Arenaccia, il vecchio Ponte della Maddalena ed i Granili a Sant'Erasmo completamente distrutti dai bombardamenti del 1943.

Mentre invece è dal 1988 in dotazione un impianto di depurazione delle acque, costruito coi fondi della Società edilizia Mededil, concessionaria del Comune di Napoli per la realizzazione del Centro Direzionale di Napoli.

Il rione Villa fissa il limite del quartiere con Poggioreale, mentre Pazzigno ed il rione Taverna del Ferro lo fanno con Portici e San Giorgio a Cremano. Infine, va ricordato che, il quartiere è rimasto autonomo fino al 1925 quando, in occasione della storica presentazione del PRG in quello stesso anno, ne fu decretata l'aggregazione al Comune di Napoli assieme a Secondigliano, Barra, Ponticelli e San Pietro a Patierno per effetto dei decreti fascisti a firma del re, emanati durante gli anni della gestione commissariale del Prefetto Michele Castelli e Pietro Baratono. Fu escluso dal programma di risanamento sanzionato dal PRG del 1939.


San Giovanni a Teduccio, il patrimonio immobiliare industriale ed i confini del quatiere.

Interessato dal cosiddetto Piano delle Periferie” del 19802, venne riqualificato sulle preesistenze insediative contestualizzati da paesaggi di elementi industriali obsoleti e indissolubilmente legato allo sviluppo urbanistico assieme al rione "167" e le Vele di Scampia.

Il riuso degli elementi d'architettura industriale e la rinascita del quartiere.

Il passaggio in stretta connessione fisica con gli insediamenti industriali di un fascio di binari provenienti dal centro città produsse l'effetto di stringere le nascenti industrie ai limiti col mare e sempre più isolate dal contesto urbano hanno poi ridotta tutta quanta la costa dal Ponte della Maddalena alla Pietrarsa, un reliquiario di opifici inutili ed abbandonati8.


Spazio note
(1) Estratto da: *Relazione del regio delegato straordinario avv. Giuseppe Margotta alla ricostituita amministrazione di S. Giovanni a Teduccio : (letta nella prima adunanza del 20 settembre 1888).- Portici : Stabilimento tipografico vesuvuiano, 1888. - 49 p. ; 24 cm. Autore secondario San Giovanni a Teduccio Autore Margotta, Giuseppe Luogo pubblicazione Portici
(2) [Detto il ”Piano delle Periferie di Napoli” attuato nell'ambito del Programma Straordinario di Intervento per l'Edilizia residenziale prevista dal Titolo VIII legge 219/81]
(3) [Tutta questa plaga che si distende dal Vesuvio al mare e che guarda Napoli cosparsa di sobborghi e di piazze appartenenti tutte alla città antica in vicinanza della baia al limitare coi confini di Pozzuoli, hanno da sempre goduto un perpetuo demanio e certi privilegi speciali che in stile contemporaneo li hanno resi frazioni fuori cinta considerandosi per tanto Comuni aperti; questi sobborghi prendono seppur per brevi tratti i nomi dei diversi proprietari che ne hanno infeudato il terreno. Questo stato di cose si è protratto fino al decreto di Filippo IV da Saragozza, in data 6 settembre 1645 intervenuto a trasformare le condizioni di sorta sul suolo napoletano, e nell'esecuzione del decreto medesimo si è dato l'avvio all'equivoco che è durato trecento anni e cioè che il reggente Antonio Caracciolo, marchese di San Sebastiano, avuto in consegna dall'augusto sovrano il casale di San Giorgio a Cremano, finì per inglobare entro il sistema della confinazione del suo territorio anche il piccolo borgo della Pietarbianca, invece di diritto a San Giovanni a Teduccio. Tutto questo stante alla relazione scritta il 4 giugno del 1902 da Nicolangelo Proto Pisani, in nome e per conto dell'allora sindaco di San Giovanni a Teduccio il Cavalier Vincenzo Stazio ed il dottor Domenico Autiero presidente della Commissione Censuaria.]
(4) [Realizzato dall'ingegner Stefano Gasse con D.R 7.1.1827; si tratta di un muro a fortificazione della città borbonica concepito con funzioni di dogana, con un primo presidio a mare posto con torretta affondata nelle anfrattuose coste di Posillipo fino all'alveo di Pollena. Oggi è semplicemente stata rivista con un'artistica e lunghissima cancellata, e limitata a nord fino al Molo Siglio e a sud fino alla zona dei Granili.]
(5) [
*Primati del Regno di Napoli : ordinamenti, risorse naturali, attività industriali prima dell'Unità d'Italia
Michele Vocino ; a cura di Giuseppe Catenacci. - Napoli : Grimaldi & C., 2007. - VII, 202 p. : ill. ; 26 cm. Si veda anche Le *industrie del regno di Napoli dal 1850 al 1860 / Massimo Petrocchi. - Napoli : Pironti, 1955. - 134 p. ; 25 cm. BNI 1955 10833 ].
(6) [*Bollettino / Associazione per l'archeologia industriale, Centro di documentazione e ricerca per il Mezzogiorno. - A. 1, n. 1 (ottobre 1981)- . - Napoli : [s. n.], 1981- . - v. ; 24 cm. ((Quadrimestrale. - Precede numero 0. ISSN 03928454]
(7) [Storia della marina mercantile delle Due Sicilie : 1734-1860 / Lamberto Radogna ; in appendice: L'armamento velico e a vapore della regione Campania, 1860-1940. - Milano : Mursia, c1982. - 286 p. : ill. ; 24 cm.]
(8) [Così è scritto in *Vigliena / Diego Del Rio, Salvio Esposito ; introduzione di Rosario Villari ; prefazione di Giancarlo Alisio. - Napoli : Istituto italiano per gli studi filosofici, 1986. - XV, 122 p. : ill. ; 30 cm. BNI 88-10585. a pagina 54]
(9) [Napoli - Il riuso della fabbrica Corradini a San Giovanni a Teduccio / P. Ianiro e P. Oriente ; rel. Uberto Siola e Lidia Savarese. - Tesi datt. - Napoli : Universita degli Studi, 1984. - 1 v. : ill. ; 21X30 cm. ((Senza paginazione. - In cop.: Universita degli Studi di Napoli - Facolta di Architettura - Istituto di Metodologia Architettonica .]

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