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WILLIAM FLETE

RIMEDI CONTR O LE TENTAZIONI

William Flete (†1383?)

L testo di William Flete, “Rimedi contro le tentazioni”, era conosciuto e fu utilizzato da Giuliana di Norwich nel suo “Rivelazione d’Amore”. Alla Biblioteca dell’Università di Cambridge si trova una miscellanea contenente due volte l'opera di Flete; questa miscellanea fu probabilmente compilata dalle benedettine della Prioria di Carrow, a Norwich; infatti il dialetto è stato identificato con quello del Norfolk. Flete lasciò Cambridge, dove aveva studiato, per l’Italia nel luglio 1359; qui divenne direttore spirituale e esecutore di Caterina da Siena in quanto eremita agostiniano a Lecceto.

Lecceto

Solo un manoscritto latino attribuisce il testo a William Flete, mentre altre versioni sono in genere erroneamente attribuite a Richard Rolle o Walter Hilton. Il testo ha influenzato “La Scala della Perfezione” di Walter Hilton, “La Rivelazione d’Amore” di Giuliana di Norwich e l’anonimo “Del correggere dei Figli di Dio”. L’opera dovrebbe essere più conosciuta in quanto è parte essenziale della biblioteca contemplativa di Giuliana e anche come il libro che Thomas More richiese quando era imprigionato nella Torre di Londra in attesa della morte; esso fu inoltre copiato dalla sua bisnipote Dama Bridget More, OSB, a Cambrai e Parigi. E’ pari alla “Contemplazione sulla Crocifissione” di John Whitering e come la “Consolazione della Filosofia” di Boezio è uno dei ‘libri aurei’ della civiltà occidentale. Questi testi sono psichiatria medievale; sono le cellule della comprensione di sé stessi e di Dio. In questi testi, scritti per donne e qui copiati da donne, ci si preoccupa di usare un linguaggio che includa entrambi i sessi: si parla, e siamo nel quattordicesimo e quindicesimo secolo, di ‘uomini e donne’.

Catherine of Siena, 86K Caterina da Siena, Dialogo, London, Wynken de Worde, 1519

Qui segue un altissimo e importante discorso adatto a confortare una persona che si trova in tentazione.

Capitolo primo

L nostro misericordioso Signore Gesù castiga i suoi figli e permette che siano tentati per molti utili scopi a profitto della loro anima: e quindi nessun uomo o donna deve sentirsi né gravato né dispiaciuto per alcuna tentazione. Infatti San Giacomo l’apostolo ci insegna che dovremmo avere grande gioia quando siamo tentati con varie tentazioni, perché come l’oro è purificato e raffinato dal fuoco, e un cavaliere si dimostra valido in una dura battaglia solo se si lascia sopraffare, nello stesso modo un uomo si dimostra valido attraverso la tentazione solo se sopporta di essere sopraffatto, cioè solo se vi consente per scelta.

Certamente, quando un uomo è acutamente tentato, egli può sperare di averne grande virtù, poiché Sant’Agostino dice che la perfezione di ogni virtù consiste nell’essere molto tormentati da tentazioni perché ogni virtù è messa alla prova dal suo contrario. Il nostro nemico il diavolo si da’ da fare giorno e notte per provocare e affaticare uomini e donne buoni con varie tentazioni, con dubbi di fede, timori della salvezza, e molti altri modi diversi, e specialmente ora in questi giorni è indaffaratissimo a far ammalare e ingannare l’anima dell’uomo; e quindi disponiti saggiamente a resistere al demonio in ogni attacco o violento conato di tentazione, e non dare validità a tutti i suoi assalti, né di dubbi né di timori, né di errori né di ripicche, né di false lusinghe né di fantasie, né di alcuna macchinazione del demonio. Sia che tu li veda, sia che tu li oda o li pensi, non prestare loro attenzione, perché sono oggetto di grande ricompensa e in nessun modo di peccato, sia che siano affanni e angosce che provengono dalla malizia del demonio sia che derivino dalla cattiva disposizione della natura umana. E quindi tutti questi affanni, gli uomini non devono tenere in conto, ma sopportarli mitemente e patirli con pazienza, finché Dio vi ponga rimedio; e siccome sono oggetto di grande ricompensa, nessuno dovrebbe combatterli, né meravigliarsene, né ricercarne la causa, né pensare allo quale scopo per cui è così tormentato. Infatti più si indugia nel ricercare e rimuginare su errori e angosce, più facilmente si cade sia in errori sia in angosce. E quindi, poiché il pensiero dell’uomo è spesso vago e mutevole, e non ha un fine, non se ne deve tener conto né prestargli attenzione, e nessuno dovrebbe angustiarsi per tutto ciò, né attribuirselo e pensare che sia colpa sua se è così tormentato perché tali affanni sono penosi, non peccaminosi, in quanto contrari alla volontà. Sant’Agostino dice che ogni peccato risiede nella volontà dotata di intenzione e che ciò che è ontrario alla volontà dell’uomo non è peccato; anche il santo dottore Isidoro, De Summo Bono, dice che il demonio tenta un uomo non più di quanto Dio glielo concede. Quindi cerchiamo di avere sempre buona volontà di volere il bene e fare il bene, e Dio ci custodirà e ci darà la vittoria, e il demonio sarà confuso. La fede e la speranza sono il fondamento di ogni perfezione e la radice di tutte le virtù: perciò il nostro antico nemico, il demonio, è indaffaratissimo con tutti i suoi affronti a trascinare l’anima in basso. E accade talvolta che il demonio metta alla prova e tormenti un’anima giusta così acutamente che questa è oppressa dalla preoccupazione e indotta a disperare; per tutto questo tempo, sebbene non ne sia cosciente, l’anima rimane immobile nel timore e nell’amore di Dio, e tutto quel tormento porta grande ricompensa per l’anima al cospetto di Dio. Infatti nostro Signore, nella sua infinita misericordia, non attribuisce all’anima quel peccato che Lui medesimo permette al demonio di operare nell’anima; quando però noi, per la nostra cattiva volontà, agiamo in modo del tutto contrario alla volontà di Dio con intenzione, allora pecchiamo, ma quando siamo indotti da cattivi e brutti pensieri, e tormentati dalla disperazione e da pensieri contrari alla nostra volontà a causa degli assalti e delle violente tentazioni del demonio, noi ne abbiamo sofferenza ma non pecchiamo. E tuttavia la coscienza dell’anima innocente è nascosta in quel tormento.

francescacell

Santa Francesca Romana, Cella, Roma

Capitolo secondo

A spesso la tentazione del demonio, che fa allontanare l’anima dalla fede e fantasticare nella disperazione, sembra un grande peccato all’anima dell’uomo, e non è così. Infatti tutti i santi dottori dicono che fede e speranza sono virtù della volontà umana per le quali colui che vorrebbe con giustizia credere è nella giusta fede davanti a Dio, e colui che vorrebbe fiduciosamente sperare è nella speranza leale davanti a Dio, sebbene non sia mai stato così tanto tormentato da pensieri incerti o dubbi. L’apostolo San Paolo dice che nella volontà dell’uomo è la fede nella giustizia; e di queste parole la glossa dice che soltanto nella volontà dell’uomo, che non può essere forzata, risiede sia la ricompensa sia la colpa. Vale a dire un uomo al cospetto di Dio non ha mai né ricompensa né colpa per alcun atto, escluso quelli che sono stati compiuti volontariamente.

Ma talvolta i pensieri dell’uomo e della donna sono così penosi e opprimenti che essi non conoscono la loro stessa volontà; e per quanto sia così, essi non debbono reoccuparsi perché i buoni atti mostrano sempre una volontà buona e quelli cattivi una volontà cattiva. Perciò un uomo che opera al servizio di Dio nei suoi atti, quest'uomo ha volontà buona verso Dio per quanto il suo cuore travagliato pensi il contrario. Inoltre nessuna creatura dovrebbe giudicare i propri confratelli per malvagie fantasticherie o dubbi,a meno che non abbia conoscenza molto chiara di quella cosa per cui dovrebbero essere giudicati. Infatti non si dovrebbe pensare male di un uomo o una donna per un qualcosa che è irresoluto, o dubbio, o incerto; e allo stesso modo è un male e non è ben fatto che una creatura ragionevole consideri la propria anima in una situazione così difficile da doversi separare da Dio per fantasticherie malvagie o dubbie.

Capitolo terzo

Se accade che hai consentito e sei caduta in tentazione, siane pentita e implora la misericordia di Dio, e non esserne sconfortata. Medita bene sulla grande misericordia di Dio, come perdonò a David i suoi grandi peccati, e Pietro e Maddalena,31 e non solo loro, ma tutti quelli che sono stati, o possono essere e saranno contriti per i loro peccati, e invocano la misericordia di Dio.

Quindi, sorella, rifugiati in Lui che è tutto misericordia interiore, e chiedi isericordia, e avrai misericordia e perdono per tutti i tuoi peccati; e sii umile davanti ai sacramenti della santa chiesa; e devi anche credere fiduciosamente che i peccati ti sono perdonati, e che sei accolta nella grazia di Dio. Infatti Dio stesso dice, attraverso il suo profeta Ezechiele, che quando un peccatore si affligge per i suoi peccati non ci penserà più. E se un uomo non riesce a sentire nel suo cuore vero dolore e, sebbene pensi nel dire le sue preghiere o nell’implorare la misericordia di Dio che sta facendo tutto ciò contro voglia, non per questo deve considerarsi privo di grazia; perché chiunque vuole avere grande dolore per i suoi peccati, nel giudizio di Dio egli ha molto dolore per i suoi peccati, e chiunque vuole nel suo cuore implorare la misericordia di Dio sinceramente, egli implora veramente la misericordia di Dio. Infatti, come ho detto prima, Dio presta attenzione alla volontà dell’uomo e non alle sue travagliate elucubrazioni. E’ bene che un uomo non presti attenzione a tutte le penose elucubrazioni e sensazioni che vengono in tal modo, perché Dio ne occulta la conoscenza per grandi ragioni, per profitto della loro anima. Tali passioni non sono peccato, ma materia di grazia e di grande merito, e così pensa sempre. E se accade che le tentazioni non cessino, ma crescano sempre più, non avere timore, ma, per onorare Dio e a dispetto del demonio, recita il tuo credo al momento giusto in mezzo a queste tentazioni e professa a voce la tua fede e la tua speranza e medita sulle parole di San Paolo che dice: la professione orale si fa per aiutare l’anima. E non possono essere ingannati dagli intrighi del demonio coloro che con buon giudizio e anche volontà resistono al demonio; infatti non c’è mai stato un uomo che fosse ingannato dal demonio senza l’assenso della sua volontà, e con una volontà che è del tutto consapevole e compiaciuta, con pieno assenso del cuore, perché una volontà travagliata da cattivi pensieri o dubbi non allontana un uomo da Dio.

Capitolo quarto

Quindi nessuno dovrebbe preoccuparsi o sentirsi oppresso se è più travagliato di un altro. Sorella, sempre quando parlo di un uomo in questo scritto intendilo sia per uomo sia per donna, perché così è inteso in tutti gli scritti di questo tipo, perché tutti sono umanità. E inoltre riguardo ai tuoi affanni, pensa in tutte le tue infermità quali affanni e malanni hanno sofferto i servi di Dio, quali pene e quali tormenti hanno avuto qui sulla terra in tanti modi diversi e troverai la causa del soffrire. Il papa Leone dice che talvolta accade che anime buone e giuste siano eccitate dal demonio, e talvolta siano portate per temperamento ad affliggersi, affannarsi, irritarsi e turbarsi con timori,al punto che la vita sembra loro un tormento e la morte un sollievo in quanto talvolta per la pena cominciano a disperare della vita sia del corpo sia dell’anima. E pensano di essere abbandonati da Dio, che saggia e mette alla prova i suoi amici eletti con tentazioni e afflizioni. Ma queste prove e violente tentazioni e angosce sono solo purificazioni e verifiche dell’anima perché, come ho stabilito e detto all’inizio di questo scritto, proprio come il fuoco purifica l’oro e anche un cavaliere si dimostra buono e valente in battaglia, così le tentazioni e le afflizioni mettono alla prova e purificano l’uomo giusto. Questo è ben mostrato da Tobia perché l’angelo Raffaele così disse a Tobia: per quanto tu sia stato giusto verso Dio era necessario che la tentazione mettesse alla prova la tua volontà.

E’ ben conosciuto che il malanno colpisce un uomo secondo la tendenza della sua natura, e il papa Leone dice che il demonio osserva in ogni uomo quale sia la disposizione della sua natura;infatti dove trova uomini pieni degli umori della malinconia li tenta soprattutto con tentazioni spirituali. Ma questi, se vogliono essere ricompensati da Dio, si dispongano alla pazienza e dicano con Giobbe: Dal momento che abbiamo ricevuto benefici da Dio perché non dovremmo ricevere e patire sofferenze. E pensa alla sofferenza che nostro Signore Gesù Cristo stesso patì sulla terra, e permise che soffrisse la sua beata madre, e rifletti anche che in questo fragile mondo non puoi essere libera come un angelo che è conformato nella grazia; ma mentre il tuo corpo e la tua anima stanno insieme in questa vita, devi ricevere sia affanno sia sollievo. E non pensare che Dio ti abbia abbandonato, ma attendi mitemente il conforto di Dio, e senza timore quando è veramente necessario, non ne mancherai. Perciò abbi piena fiducia che quando ti trovi in simile situazione dolorosa, la grazie è veramente con te.

Ma alcuni uomini quando temono per la salvezza o sono tentati alla disperazione, o se hanno cattive sensazioni spirituali,o se sono acutamente coscienti della propria fragilità, essi pensano allora di avere peccato contro lo spirito santo; e poi il demonio li convince che non potranno mai essere perdonati, e che quindi non potranno salvarsi. Così parla il demonio dentro di loro e spaventa alcune sante creature al punto che queste pensano di perdere il senno; ma tu, quando sei così tentata, rispondi al demonio che egli è falso e mentitore: così è la sua natura. Infatti il peccato dello spirito santo, come i chierici dicono, è senza pentimento all’infinito e avviene quando un uomo volontariamente con intenzione non vuole pentirsi, né invocare la misericordia di Dio né il perdono per i suoi peccati, né vuole cambiare, ma volontariamente si allontana dalla bontà di Dio, e in questo miserabile stato rimane intenzionalmente con pieno consenso della sua volontà, e ci vive e muore. Colui che in tal modo pecca contro lo spirito santo, questi non può essere perdonato, né qui ne altrove, perché non si affida alla bontà dello spirito santo né chiede perdono per i suoi peccati; e chi non vuole chiedere misericordia, non può averla. Questo accade all’infinito, senza pentimento.

Ma per quanto un uomo o una donna abbiano o avvertano tutte le cattive sensazioni, e anche più di quante se ne possano pensare, se ciò avviene contro la loro libera volontà e sempre, quando ragionano, ne sono dispiaciuti e si rifugiano sempre nella misericordia divina, ciò è per loro una prova e una purificazione del peccato, sebbene siano spesso, di notte e di giorno, ora su ora giù, come i lottatori. E sebbene tu sia una volta completamente caduta nel peccato spirituale o carnale e ci rimanga intenzionalmente con volontà e pieno consenso del cuore, allora sii dispiaciuta e invoca la misericordia di Dio, e sempre più pensa intensamente che la bontà dello spirito santo sorpassa tutti i peccati che mai siano stati o saranno compiuti, pensati o detti, nel giorno del giudizio. Infatti quando anche un uomo avesse compiuto tutti i peccati che siano stati o saranno compiuti, pensati o detti, fino al giorno del giudizio, se è contrito e invoca la misericordia divina, e mitemente si inchina ai sacramenti della santa chiesa, egli avrà misericordia e perdono per tutti i suoi peccati.

La misericordia di Dio è così grande che supera tutte le sue opere, e sebbene talvolta tu senta dire o legga nei libri aspre parole e dure affermazioni, confortati e pensa bene che tutte quelle dure parole sono dette e scritte per castigare i peccatori, per trarli fuori dalla malvagità, e anche per purgare e purificare gli eletti di Dio, come accade al metallo nella fornace, e di loro Dio farà la sua casa. E sappi bene che molte parole che sembrano durissime sono dette con grande tenerezza con buona intenzione; anche se alcune parole sono intenzionalmente dure, come il testo chiaramente dice, non devi intenderle come rivolte a te, ma pensa per tuo conforto che tutte le affermazioni dure possono applicarsi ai Giudei e ai Saraceni. Infatti i cristiani che vogliono essere contriti e confidano nella misericordia di Dio, o hanno la volontà che sia così, sfuggiranno tutti i pericoli, cosicché non periranno, ma si salveranno; i Giudei e i Saraceni, invece, negli stessi pericoli andranno alla perdizione perché non hanno la forza del battesimo, il prezioso unguento della passione di Cristo, che darebbe vita e salvezza alle loro anime.

Di questo abbiamo grande esempio e figura nella sacra scrittura, nel punto in cui Mosé condusse i figli di Israele, popolo di Dio, attraverso il Mar Rosso. Mosé li precedette e percosse l’acqua con la sua asta, e con ciò l’acqua si divise e i figli d’Israele traversarono sani e salvi, mentre quelli dell’Egitto perirono e affogarono nell’acqua. Con Mosé io intendo nostro Signore Gesù Cristo,e con l’asta che divise l’acqua, cosicché i figli di Israele non furono annientati, intendo la sua passione, e con i figli di Israele il popolo cristiano.

Un uomo che si trova in difficoltà è tenuto a cercare tutti i modi possibili per confortarsi. Nostro signore Gesù Cristo è venuto dal seno di suo padre in questo luogo di tribolazioni e tentazioni per essere la nostra guida: egli ci precede, e con la sua preziosa passione ci sbarazza dei pericoli delle nostre tribolazioni e tentazioni, cosicché non periremo, ma saremo portati alla salvezza, che è beatitudine eterna; e quindi intoniamo ringraziamenti o lodi e disponiamoci all’ascolto come fecero i figli di Israele.

E per quanto un Cristiano sia così malvagio e così peccatore e meriti proprio la condanna delle più dure parole che sono scritte, tuttavia egli deve confidare nella misericordia di Dio perché se abbandonasse i suoi peccati e si desse alla vita buona, riceverebbe grazia e perdono, e le dure parole di dannazione lo volgerebbero alla misericordia e alla salvezza. Infatti così dice nostro signore Gesù Cristo nella Sacra Scrittura attraverso il profeta Geremia: per quanto io faccia grandi minacce, mi pentirò delle mie parole se il mio popolo si pentirà dei suoi peccati.

Contempla la grande bontà di Nostro Signore e come la pietà lo condizioni—che Egli sia sempre adorato e ringraziato. E’ così buono e benigno e pieno di misericordia verso coloro che si pentono che cambia il suo verdetto da aspra vendetta a perdono e concede la remissione delle pene. Dice anche tramite il suo profeta Ezechiele: perdonerò i peccati di quell’uomo che con vera contrizione si volgerà al bene; e questa grande misericordia Nostro Signore la mostrò apertamente per la città di Ninive e anche per il re Ezechia. Quindi nessuno disperi per il peccato, ma sempre si affidi completamente alla misericordia di Dio che così bene può raddrizzare tutte le nostre malefatte, e volgere tutto la nostra afflizione in bene e il nostro dolore in gioia.

O glorioso potente Dio, che così meravigliosamente hai agito nelle tue creature, uanto ampia e grande è la tua misericordia, che ti ha fatto cambiare il verdetto della tua volontà e della tua parola. Che tu sia benedetto buon Signore in tutte le tue sante virtù perché hai il potere e la possibilità e il desiderio di volgere e cambiare tutte le nostre manchevolezze in bene per noi, se noi stessi vogliamo rifugiarci nella tua bontà e chiedere misericordia.

Ma Dio non voglia che qualcuno sia audace e negligente al punto da peccare con consapevole volontà e intenzione perché nostro signore è così misericordioso;infatti oso affermare con certezza che ogni anima creata e cortese sarà restia a offenderlo. Ma tu che sei tentata contro la tua volontà e non vuoi per niente al mondo dispiacere Dio intenzionalmente con la volontà buona, ma sei danneggiata e tormentata da pensieri penosi, non avere paura del demonio e dei suoi assalti: egli è malamente sconfitto quando vede che un uomo o una donna che induce in tentazione non ha paura di lui. Talvolta il demonio viene come un drago a tentare con ferocia un’anima; talvolta assale un’anima violentemente in guisa di leone. Ma se un uomo si rafforza fermamente nella bontà di Dio, e si arma nella sua preziosa passione, un centinaio di diavoli, in qualsiasi modo vengano, non avranno su di lui più potere di quanto ne hanno molte mosche o moscerini. E quindi rafforzatevi tutti in Dio e non evitate né abbiate paura di rafforzarvi e armarvi in lui sebbene siate peccatori: egli stesso infatti dice nel vangelo di essere venuto per i peccatori. Anche in un altro luogo del vangelo dice di essere venuto per la misericordia e non per la vendetta. E’ venuto il buon signore per essere il nostro scudo e la nostra forza, e così accogliamolo familiarmente con cuore mite.

E se avverti un timore a causa di una fantasticheria o di una tentazione, o a causa di parole che hai udito o letto nei libri, per le quali dubiti della salvezza, allora pensa alle parole che Cristo stesso insegnò a un uomo che dubitava e chiedeva a nostro signore chi si sarebbe salvato, perché pensava che fosse difficilissimo evitare tutte le situazioni che conducono alla perdizione. E Nostro Signore gli disse: Crede in deum patrem omnipotentem. Credi, disse nostro Signore Gesù, che Dio il padre è onnipotente, vale a dire, non c’è niente di impossibile per Dio, ma tutto è possibile per lui che può perdonare tutti i peccati, e riparare tutti i torti, e condurre le anime alla sua beatitudine. E quindi pensa bene che è in suo potere fare tutto; che la sua saggezza ne ha il potere e la sua bontà lo vuole, e abbi quindi fiducia che Egli vuole salvarti e condurti alla gioia eterna quando riterrà che sia il momento giusto per te; infatti ti ha riscattato a caro prezzo con il suo prezioso sangue e la sua penosa morte. Posso anche ben dire che non esiste oggi sulla terra peccatore così incallito, sia o voglia egli essere cristiano, condannabile sia agli occhi del signore e di tutte le altre creature per il peccato—e sarebbe certo giudicato condannabile dalle scritture – che, se ha la volontà di abbandonare il peccato, ed essere contrito, e chiedere perdono a Dio, non avrebbe la sua misericordia e il suo perdono; e se rimanesse in questa condizione o avesse la volontà buona di rimanervi nel momento della morte, egli si salverebbe.

La Potenza e la misericordia di Dio sono così abbondanti e così grandi che superano tutte le sue leggi e verdetti, e tutta la scrittura; e questo nostro Signore Gesù ci dimostra nel vangelo con l’esempio della donna che fu scoperta in adulterio. Secondo la legge di Mosé, che era stata ordinata da Dio, essa avrebbe dovuto essere lapidata, ma la potenza e la saggezza di Dio mostrarono ai farisei, che la accusavano, i loro peccati, cosicché non poterono per la vergogna condannarla, ma se ne andarono dal tempio e nostro signore non la giudicò, ma nella sua graziosa misericordia le perdonò tutti i suoi peccati. E quindi un uomo o una donna non saranno mai a tal punto peccatori e, per quanto sentano tutto il giorno innumerevoli peccati carnali e spirituali insorgere e agitarsi dentro di loro, essi non dovrebbero mai in alcun modo disperare della misericordia divina, né essere sconfortati, perché dove c’è molto peccato vi è grande misericordia e grazia, e la magnanimità di Dio nel perdonare il peccato sa quando un uomo si volge a lui dal peccato ed è molto contrito.

Ma Dio non voglia, come ho detto prima, che una creatura sia così incurante e ardita da peccare volontariamente. Al contrario, siccome la misericordia di Dio è così grande, dobbiamo preoccuparci di essere diligenti nell’amare e compiacere Dio proprio perché è così buono e pieno di misericordia. Dio agisce come un buon medico che tollera talvolta che la cattiva carne cresca su chi ha in cura, ma poi toglie la carne morta e fa crescere quella viva, e così guarisce l’uomo. Proprio così fa nostro signore, che è sempre pieno di benignità ed è il creatore del cielo e della terra—che sia sempre benedetto e ringraziato. Egli tollera talvolta che un uomo o una donna cadano in peccato mortale, ma poi, nella sua grande pietà e misericordia, pone mano alla grazia e coloro che erano feriti mortalmente dal peccato, li guarisce lavando via i loro peccati nella sorgente della sua misericordia, e fa crescere in loro le vive virtù, attraverso le quali restituisce loro la vita.

Nostro signore è anche simile a un giardiniere, perché un giardiniere tollera talvolta che le erbacce crescano nel suo giardino, ma, quando la terra è umida e tenera per la pioggia, toglie le erbacce completamente. Nello stesso modo si comporta Nostro Signore: tollera talvolta che nel suo giardino, che è l’anima dell’uomo,cresca l’erbaccia del peccato, ma quando il cuore si fa tenero per la mitezza e umido per la contrizione, il nostro benigno signore toglie completamente tutti i peccati e pianta e sistema nel suo giardino le buone erbe e i frutti delle buone virtù, e le annaffia con la rugiada della sua beata bontà, attraverso la quale si giungerà all’infinita beatitudine, gioia e riposo.

Ora poiché il nostro signore è così buono, così pietoso, così misericordioso verso i peccatori che lo hanno volontariamente offeso con grandi, terribili peccati, a maggior ragione, come potete ben sapere,egli è misericordioso e ha pietà e compassione di un’anima che contro la sua volontà è tormentata da afflizioni e tentazioni, ma solo perché Dio tollera che siano così tormentati per la salvezza della loro anima.

E dunque sorella non avere dubbi né sentirti oppressa perché non ci sarà mai un pericolo per te ma avrai grande profitto perché, per mezzo delle tentazioni, vincerai la corona della venerazione e la palma della vittoria, che saranno per te di grande venerazione e gloria nella beatitudine del cielo; sebbene ti sembri di averle da nostro Signore Dio per aver sopportato tali tentazioni e per la tua pazienza nell'accettarle con mitezza, esse si volgeranno in vergogna e confusione per il demonio. E sebbene ti sembri talvolta di non essere in sintonia con Dio, non esserne sconfortata perché così dice nostro signore attraverso il profeta Isaia: per un po’ ti ho abbandonato e in un momento ti ho nascosto il mio volto, ma ti accoglierò di nuovo con molte grazie e avrò misericordia di te e quella misericordia sarà eterna.

Capitolo quinto

Quindi nessuno si lagni della volontà di Dio, né si meravigli di questo tipo di tentazioni perché più un uomo o una donna sono tentati in questo o in altri modi contro la loro volontà, e lo sopportano—vale a dire non vi consentono con volontà compiacente, ma tollerano con mitezza—tanto più sono confermati nelle buone virtù e acquistano profitto presso Dio, sebbene ciò rimanga loro nascosto.

Ma può succedere che quando sei acutamente tentata pensi di essere stata troppo lenta e trascurata nell’esercizio spirituale perché, per la debolezza del tuo spirito che è travagliato, ti sembra di avere consentito nella volontà a quelle tentazioni alle quali sei stata sottoposta. Ma non è così: devi infatti capire che ogni uomo e donna ha due volontà, una volontà buona e una cattiva. Quella cattiva deriva dalla sensualità, che è sempre inclinata verso il basso a peccare, mentre la buona viene dalle grazie ed è sempre rivolta verso l’alto, alla piena bontà. E tuttavia hai sempre, quando la ragione ti soccorre, la volontà buona di agire bene, e ne sei ricompensata con ogni tipo di cattivo pensiero e sensazione – e questi avverti, e non vorresti mai avvertirli né agire se non nella volontà di Dio—sebbene tali cattivi pensieri e sensazioni entrino nel tuo cuore e, per la grande violenza dell’acuto tormento e malessere, tu sia incline al volere della sensualità, nonostante ciò non cedi né acconsenti; è la sensualità che agisce in te, e la volontà buona rimane silente e integra in te, sebbene le nubi cariche di pioggia ti impediscano la vista dei sentimenti di buona volontà,come si vede dall’esempio del sole. Il sole splende sempre e si trova nel luogo dovuto sia quando non lo vediamo sia quando lo vediamo: ma le nubi di pioggia impediscono la nostra vista, cosicché non possiamo vedere nel momento in cui ci sono le nubi di pioggia. Lo stesso avviene alla tua volontà buona, che rimane per la grazia di Dio intatta in te, per quanto tu non la avverta a cause dei pensieri tormentosi che tolgono la vista al tuo intelletto.

Oh, figli di Dio che siete acutamente tormentati con tribolazioni e tentazioni, confortatevi nel vostro benigno Padre che vi dice nella Sacra Scrittura per mezzo del suo profeta: Figli miei, sebbene andiate nel fuoco, non abbiate timore perché la fiamma non vi danneggerà—come dire: voi figli miei che siete cristiani e avete la volontà buona di agire bene, sebbene entriate nel fuoco della tribolazione e della tentazione, non abbiate timore perché vi salverete senza alcun pericolo per la vostra anima; anzi per la mia bontà e i meriti della mia passione, ciò si volgerà in grande aiuto per voi e profitto per l’anima.

Nostro Signore mostra al suo apostolo San Pietro tutti i tipi di tentazione e i loro imedi nel vangelo, nel quale così dice: Pietro, Satana chiede di poterti passare al setaccio come tu passi al setaccio il frumento. Nel chiedere questo, Satana ha ben mostrato che il demonio non ha il potere di tentare i servi di Dio con tali affanni se non con la Sua tolleranza; e questo fu apertamente mostrato nelle prove o tentazioni di Giobbe, che Egli aveva voluto passare al setaccio come si passa il frumento. Fai attenzione: più il frumento è scaraventato da un lato all’altro del setaccio più è puro; allo stesso modo più un uomo o una donna sono tormentati dal demonio contro la loro volontà, più sono puri al cospetto di Dio, e qui apprendiamo chiaramente che Dio non tollera che i suoi servi siano tormentati se non per il loro bene, perché essi si educhino a contrastare il demonio come i prediletti di Dio dovrebbero.

Ma poiché nessuno può resistere al demonio senza l’aiuto di Dio, per questo Egli ci rende certi del suo aiuto e così dice: Ho pregato per te affinché la fede non ti venga meno. Ed è così che un uomo trova nel suo cuore la pazienza buona per tollerare di buon grado e senza difficoltà tutti i tormenti per grazia di Dio e del suo amore, senza prestare attenzione a tutte le tentazioni del demonio e i travagli con i quali, per la potenza e la grazia di Cristo, si vince il demonio e si è messi alla prova. E a tali uomini Nostro Signore così dice: tu sei così indirizzato a Dio nella pazienza, se solo aiuti a consigliare e confermare i tuoi fratelli e insegni loro a sopportare come la grazia di Dio ha insegnato a te, altrimenti sei contro natura. Salomone dice che un fratello è un baluardo contro il demonio, e quindi quelli che sono penosamente e accanitamente tormentati, quando hanno udito il buon consiglio del loro fratello o sorella devono trarne conforto e dire queste parole con Davide: O tu mia anima, perché sei così infelice e perché mi tormenti in questo modo? Affidati pienamente al buon Dio che è pieno di misericordia, e a lui [dì:] rendo noto che lo servirò per quanto tormentato e angosciato io sia.

E quelli che soffrono e sono tormentati da penosissimi pensieri e sensazioni debbono prendere consiglio e istruzione da uomini saggi che sono buoni e prudenti, e in nessuno modo devono abbandonarsi alle proprie fantasticherie sregolate perché ciò li danneggerebbe grandemente. Inoltre, mentre si trovano in tali travagli, devono dedicarsi a qualche buona occupazione leggera—talvolta a leggere e cantare il servizio divino e altre buone azioni, e sempre pregare per l’aiuto di Dio affinché invii loro forza e pazienza. E sebbene non trovino in se stessi alcuna dolcezza, né gusto nel servire Dio, tuttavia non devono preoccuparsi né sentirsi oppressi per questo, perché è sufficiente per la salute dell’anima dell’uomo che egli voglia avere quiete e dolcezza nel servizio divino. Infatti nel giudizio di Dio la volontà sta per l’atto, e così dice la sacra scrittura—che non può non essere veritiera: ogni volontà buona è accettata come atto. San Bernardo dice che talvolta Dio ritira la devozione dalla preghiera per renderla più meritevole. Dio vuole essere servito talvolta nell’amarezza e talvolta nella dolcezza, e noi dobbiamo accoglierle entrambe mitemente; e Aristotele spiega il motivo: che con quanto più duro affanno le virtù sono acquisite, migliori queste sono e più degne di ricompensa. Ma l’anima è più tormentata dall’oppressione del cuore e dalla mancanza d’inclinazione a servire Dio di quando un uomo è in buona disposizione e piena dolcezza e quiete dell’anima, per cui certamente si tratta della condizione più degna di ricompensa. Non fu difficile per San Pietro, quando vide Nostro Signore sul colle in beatitudine, dire: Signore, è bene che rimaniamo qui. In seguito, però, quando lo vide tormentato tra i nemici, la parola di una donna lo spaventò e lo rese così addolorato nella paura che disse di non conoscerlo. Ma dopo di ciò, quando fu confermato tramite il potere dello spirito santo, non ci fu tormento sulla terra, né re né principe, che potesse spaventarlo. Proprio così, se un uomo si trova in uno stato di dolcezza e quiete del cuore, non è difficile servire Dio, se la volontà dell’uomo è buona, ma è difficile servirlo quando un uomo è tormentato e senza riposo. Ma qualsiasi sia il tormento che una creatura abbia nel servizio di Dio, se la sua volontà è buona, e vorrebbe che tutto andasse bene, ne avrà grande ricompensa. E se un uomo è disposto a soffrire con pazienza finché, dopo gli affanni, sia rafforzato dallo spirito santo, non esiste demonio nell’inferno che abbia il potere di terrificarlo fortemente. E sebbene ci voglia molto prima che egli si senta confortato, che non abbia timore, perché il nostro misericordioso Signore conosce bene il momento in cui il conforto gli è più necessario, e quindi non lo abbandona. E quindi che egli abbia piena fiducia che tutto è per il suo bene, sebbene non conosca quanto deve aspettare Dio.

Talvolta la sensazione di dolcezza e conforto è tolta a un uomo perché altrimenti diventerebbe orgoglioso e presuntuoso, oppure negligente e noncurante nelle virtù; e quindi è ritirata per il meglio, per la salute della sua anima. E anche la durezza e l’asprezza mandate a una creatura sono di grande profitto per l’anima; infatti Sant’Agostino così dice nell’insegnare a noi tutti che il modo di Dio è questo: quando un uomo è debole e si è appena volto a Lui [bisogna] dargli pace e dolcezza e così stabilizzarlo nella sua legge e nel suo amore; ma quando è stabile e fermamente disposto e basato nell’amore, allora Egli tollera che sia tormentato per due motivi: il primo è per metterlo alla prova e incoronarlo in modo più elevato nella beatitudine del cielo, e un altro è per purificarlo dei suoi peccati in questo mondo, affinché non sia in alcun modo lontano da lui nell’altro mondo.

Capitolo sesto

Poiché molti uomini nel momento della tentazione non possono né vogliono comprendere, ma sono malinconici e ipersensibili di natura, proprio per questo tre cose sono necessarie a tali uomini: la prima è che essi non stiano molto soli. La seconda è che non pensino né si interroghino su alcuna cosa intensamente, ma che la regolino, come ho detto prima, per mezzo di una persona buona e discreta; e sebbene s’insinui loro nel cuore e nella mente il pensiero che saranno perduti o in pericolo, per quanto desiderino attenersi al loro parere, non devono prestare attenzione a tali pensieri e sentimenti, né dare loro peso. Questo è il consiglio che i saggi danno loro per la loro salvezza: che essi non prestino attenzione a tali fantasticherie o elucubrazioni concettuali, perché queste non potranno mai portarli alla dannazione; Dio dice nel vangelo che se il significato dell’intenzione di un uomo è buono, l’atto è buono. Il terzo rimedio è questo: per quanto il demonio si affanni a rendere un uomo timoroso e malinconico, allora egli—in adorazione di Dio e fiducioso del suo aiuto, e per la vergogna e la confusione del nemico, e proprio a suo dispetto—si sforzi di essere lieto e felice, per quanto controvoglia. E assolutamente non tema la malizia del nemico, perché minore è la gioia che un uomo serba in cuore, maggiore è la ricompensa di cui è degno, in questo modo si fortifica a essere lieto e felice in adorazione di Dio e a dispetto del nemico; perciò la Sacra Scrittura dice che gli apostoli se ne andarono felici e lieti quando i Giudei, nemici di Dio, li ebbero vergognosamente battuti.

Inoltre un uomo dovrebbe essere lieto quando il diavolo lo tenta e lo tormenta per tre motivi: il primo è che è tormentato dal nemico di Dio; il secondo che in tali tormenti e tentazioni il diavolo mostra di essergli nemico e quindi dovrebbe essere lieto che il nemico di Dio sia il suo nemico; e il terzo è che, attraverso tali tormenti, un uomo è non solo liberato delle pene del purgatorio, ma anche acquista la beatitudine celeste come ricompensa. Gesù dice nel vangelo: Beati coloro che soffrono persecuzione per la giustizia perché loro è il regno dei cieli.

Capitolo settimo

Noltre il nostro antico nemico, il demonio e serpente, spesso si da’ da fare a ingannare l’anima dell’uomo in diversi modi: talvolta viene in veste di bontà a ingannare coloro che lieti agirebbero bene. E soprattutto di queste cose parlerò.

Santa Francesca Romana e il diavolo finto come Sant'Onofrio

Un inganno è questo, che per quanto una creatura, uomo o donna, stia bene e si confessi spesso e sia quieta nell’anima, il demonio le fa credere di non essersi ben confessata e fa di tutto per portare l’anima all’oppressione. E talvolta il diavolo fa’ sì che un uomo per le grandi tribolazioni e pene dimentichi del tutto una qualche cosa che avrebbe voluto dire, e quindi gli toglie la pace dell’anima fino a chè non si è confessato di nuovo; e questo non lo fa perché vuole che un uomo si confessi spesso, ma per provocarlo e fargli credere di essere privo di grazia e accecato dal peccato, di modo che non gli è possibile purificarsi.

Il secondo inganno sotto apparenza di bontà con cui il demonio tenta è questo: se alcuni uomini o donne hanno di abitudine buone sensazioni,pensieri devoti e sentimenti di meditazione e contemplazione, quelli tra loro che sono dei solitari egli li tenta ad aborrire il servizio divino cui sono tenuti, oppure a essere trascurati; e rende loro più pesante e difficile adempierlo perché li spinge a pensare che sarebbe meglio e più accetto a Dio seguire i propri travagli interiori di pensieri e sensazioni che non dire ciò cui sono tenuti, al punto che talvolta essi sono così turbati e inquieti che non sanno che partito sia meglio prendere. E questo può darsi che tu lo sappia bene, è il diavolo, perché sempre esso viene con inquietudini o falsi piaceri, e questo non lo fa affinché ci si occupi di elevate contemplazioni o buone meditazioni, ma perché vorrebbe allontanarli e distrarli, e anche vorrebbe che tralasciassero il servizio di Dio, cui sono tenuti.

Il terzo inganno apparente con il quale tenta è questo: se un uomo o una donna si danno a una onesta occupazione, in modo da rafforzarsi contro i tormenti del nemico per il conforto della propria anima, allora il diavolo li spinge a prenderne coscienza insinuando nel loro cuore che tali occupazioni non sono che peccato e vanità. E talvolta vuole porre loro in mente che hanno peccato per agitarli; questo lo fa’ per portare il loro cuore all’avvilimento affinché non abbiano conforto, ma solo preoccupazione e tormento, e così tentarli alla disperazione e a pensieri amari. Ma i rimedi a queste tentazioni ci sono.

Riguardo la prima tentazione con la quale il demonio tenta un uomo o una donna——ovvero che, sebbene si siano ben confessati, non sembra loro di essersi ben confessati, ma sempre dubitano che non sia stato fatto bene, oppure che abbiano dimenticato qualcosa di cui non si sono accorti—che essi di contro non prestino alcuna attenzione a tali pensieri, non più di quello che presterebbero a un moscerino che vola davanti la loro viso, ma pensino che è proprio il demonio che impedisce e disturba la pace della loro anima. E se accade che un uomo talvolta a causa di pensieri affannosi dimentica un qualcosa di rilevante che avrebbe voluto dire, allora scelga il momento giusto e se ne confessi; e se non gli è facile avere il proprio confessore pensi che se ne sarebbe confessato se fosse stato possibile avere il suo padre spirituale, e nel frattempo invochi la misericordia di Dio, e chieda perdono per tutte le sue trasgressioni, e abbia piena fiducia che sarà perdonato. Infatti per quanto pronto un uomo possa essere a chiedere perdono e misericordia, il nostro misericordioso Signore, nella sua grande bontà, è ancora più pronto a concederglieli.

E riguardo la seconda tentazione—ovvero che il demonio vorrebbe impedire e trattenere un uomo dal servizio divino cui è tenuto e lo tenta fortemente a tralasciarlo—il rimedio è che egli sia ancor più diligente a dirlo bene e devotamente, con grande reverenza e buonissima avvedutezza o presenza; e se dice il suo servizio da solo, allora possono arrivargli pensieri devoti o amore può visitarlo con dolcezza, oppure, se l’apparizione dello spirito santo lo tocca, egli può interrompere il suo servizio in quel momento per occuparsi di ciò, e poi riprendere, di modo che il servizio non rimanga né interrotto né non detto. E se fa così, ci sarà ben poca cessazione del servizio dovuto—al contrario troverà conforto e pace interiore -, e per quanto lo interrompa a un certo momento, lo proseguirà in un altro.

La terza tentazione è questa: se un uomo al momento opportuno si concede una onesta compagnia e conforto per rafforzare la sua anima, il diavolo gli pone in mente e gli fa credere che è peccato e pericolo per lui; e non solo questo, ma anche gli rammenta i vecchi peccati compiuti in precedenza per inquietarlo. Ma voi tutti che siete così tormentati dal demonio con tali pensieri e sensazioni, non credeteci né dategli importanza, perché tutto ciò che è veracemente fondato in Dio piace a Dio, e non gli dispiace. Quindi i servi di Dio devono sempre avere buon fondamento in Dio e agire secondo il consiglio della santa chiesa; e se si comportano così, non saranno mai ingannati. E in quanto tutto avviene nel servizio divino, un uomo non dovrebbe occuparsi di nessuna altra cosa, per buona che essa sia, che gli possa impedire il servizio di Dio.

Inoltre un uomo che, tormentato, si concedesse un conforto a dispetto del diavolo, non dovrebbe in quel momento occuparsi di quella cosa che lo inquieterebbe, ma ovrebbe trovare un momento per implorare la misericordia di Dio e chiedere perdono di tutte le sue trasgressioni e peccati; allora deve rammentarsi che la prima idea era solo un tormento del diavolo. Infatti colui che è infinitamente buono dovrebbe piuttosto muovere un uomo a pensare al suo peccato per aiutarlo nella vita piuttosto che tormentarlo nella vita e nell’anima.

Capitolo ottavo

Noltre il diavolo si occupa di uomini e donne di tenera coscienza, per indurli in un errore tale per cui essi pensino che una cosa che non è peccato o che sia ben fatta paia loro peccato; e un peccato veniale lo fa sembrare grave come un peccato mortale; e una cosa di nessuna importanza la fa sembrare come se fosse fatta a dispetto di Dio o dei suoi santi. E alcuni il diavolo li tormenta così intensamente che qualsiasi cosa facciano o credano di avere fatto, ne hanno un tale rimorso di coscienza che non possono in alcun modo trovare pace in se stessi; e tutto questo il diavolo lo fa inducendo falsi timori e rendendo la coscienza ottenebrata. Ma il rimedio per questa tentazione, e per tutte le altre, è che gli uomini le controllino presso il loro confessore, o una buona persona discreta, e le regolino seguendo il suo consiglio e non la propria coscienza ottenebrata e confusa. Infatti, se un uomo che sia così tormentato volesse seguire la propria coscienza, sarebbe un peccato di grande orgoglio che lui consideri la propria intelligenza migliore della vera saggezza della santa chiesa. Quindi se un uomo volesse fare ciò, necessariamente cadrebbe in grande errore e nelle mani del diavolo; e se tale errore di coscienza, fatto a causa del diavolo, ti dice che altri uomini non sentono cosa tu senti,e quindi non possono giudicare né suggerirti un buon rimedio, e quindi devi seguire le tue fantasticherie, oppure pensi di essere perduto, non prestare attenzione a questo pensiero e sensazione, né a tali fantasticherie che entrano nel tuo cuore, e non attribuire loro importanza; allontana invece tutti questi errori della coscienza con la stessa velocità con cui ti vengono in mente;lasciali andare con indifferenza, e se qualcuno dice che non si possono allontanare, non la dice giusta perché chi ha la volontà di fare a meno della falsa coscienza e dell’errore, davanti a Dio ce l’ha sempre, per quanti falsi giudizi ci possano essere in lui. E quindi per quanti tormenti un uomo possa avere nella sua coscienza contrari alla sua volontà, non deve temere, perché certo Dio sempre lo conforterà prima che muoia; e più a lungo patisce tali tormenti, più è degno al cospetto di Dio.

Capitolo nono

Sebbene il diavolo ti suggerisca un pensiero di disperazione, o ti faccia pensare che nell’ora della morte avrai tali cattivi pensieri e sensazioni, e quindi sarai perduta, non prestare loro fede né dare loro importanza, ma rispondigli così: che hai riposto piena fiducia nel Nostro Signore Dio e quindi, sebbene esso ti induca in tentazione, per la potenza di Dio e i meriti della sua passione, non ci sarà pericolo per la tua anima, ci sarà invece vergogna e confusione per lui. E se una creatura, uomo o donna, ti dice una parola pungente o parole sconfortanti, prendila con pazienza e mitezza, e pensa che può accadere che ciò sia stato fatto per tentazione del diavolo, per farti soffrire e intralciarti, oppure è un castigo di Dio per qualche parola o atto che hai fatto o detto. Nostro Signore Dio, infatti, si comporta come una madre amorevole: una madre amorevole che è saggia e ben istruita vuole che i suoi figli siano virtuosi e ben educati; e se viene a sapere che hanno un solo difetto, darà loro un colpo sulla testa; e, se hanno un grosso difetto, darà loro uno schiaffo sulle guance; e, se hanno commesso una grave infrazione, li castigherà severamente. Così fa Dio, che è il nostro amorevole padre dal quale deriva ogni virtù e bontà: Egli vuole che i suoi figli speciali e prediletti siano virtuosi e ben istruiti nell’anima; e, se essi commettono uno sbaglio, darà loro un colpo in testa con parole di scontento e sconforto; e. se fanno un grande sbaglio, darà loro uno schiaffo con grande severità in vari modi, a seconda dei diversi errori; e, se commettono maggiori infrazioni, li castiga con grande severità e rigore. E tutto questo il nostro buon Signore lo fa per un amore particolare, perché lui stesso dice che castiga coloro che ama. Oh, veramente, e se noi bene tenessimo a mente queste parole saremmo più lieti del suo castigo che di tutte le lusinghe del mondo; e se facessimo così, tutti i malanni e le tribolazioni si volgerebbero in conforto e gioia.

E' però difficile, nel momento dell’asprezza, quando un’anima è priva di ogni conforto spirituale e carnale, prendere e trovare gioia nel malanno; e però coloro che si trovano in tale costrizione interiore devono cercare, in ogni tipo di sconforto, come sia possibile trovare conforto in Dio, pensando sempre che è per il loro bene. Che abbiano anche piena fiducia che Dio non dà mai punizioni senza dare anche il conforto, sia che l’attesa sia lunga sia che sia breve, attraverso il quale li libera del loro malessere. Il profeta dice: Molte sono le tribolazioni dell’uomo giusto, e da tutte Dio lo libererà.

E sebbene tu possa talvolta avere un senso di disperazione o pensieri innaturali e irriverenti, confortati sempre più nella bontà di Dio e nella penosa passione che la sua umanità soffrì. E per quanto il diavolo tenti molti con la disperazione e con timori per la salvezza: egli tenta in particolar modo i buoni servi, ma anche uomini e donne del mondo induce alla alla disperazione quando questi riflettono sui loro gravi peccati; e gli spirituali egli tenta alla disperazione inoculando loro falsi timori e angustiando la loro coscienza, e con fantasie di predestinazione e in molti più modi di quanti io possa dire. Nonostante tutto ciò, con piena grazia, Dio ha confortato e mandato sollievo a molti che erano tormentati dalla disperazione e, fra tutti quelli che Dio ha confortato e tratto dall’errore, mi sento di raccontare di uno di loro, che era un nobiluomo di nome Homeleis.

Narrazione

Uesto nobiluomo che ho nominato era stato un peccatore e così alla fine riflettendo sui suoi peccati e per la tentazione del diavolo cadde in disperazione, così profondamente e gravemente che quasi perse l’intelletto; e così fu tormentato per quaranta giorni, al punto che non poteva né dormire né mangiare, ma si logorava ed era sul punto di uccidersi. Ma il buon Dio, che è pieno di pietà e misericordia, non voleva che si perdesse, e un giorno, mentre il nobiluomo in grande angoscia passeggiava da solo in un bosco, un angelo venne da lui in aspetto di uomo e lo salutò con grande gentilezza e gli parlò. Allora l’angelo gli disse: Tu sembri—disse—un uomo abbattuto e addolorato. Dimmi, te ne prego, cosa causa il tuo malessere. No—disse il nobiluomo—non è cosa da dirsi a te. Sì—disse l’angelo —non puoi sapere come io ti posso ben aiutare a rimuovere il tuo malessere. Un uomo dovrebbe—disse l’angelo—, quando è sconfortato e oppresso, sempre aprire il suo cuore a una creatura che lo possa sollevare, perché, per mezzo di buoni consigli, egli potrebbe—disse l’angelo—riacquistare conforto e guarire, o in qualche modo avere un buon rimedio. Il nobiluomo rispose all’angelo e disse che sapeva bene che questi non era in grado né aveva la possibilità di aiutarlo, e dunque non gli avrebbe detto niente. Il nobiluomo pensava comunque che l’angelo fosse un uomo terreno e temeva che, se gli avesse parlato, questi avrebbe risposto con una parola che lo avrebbe grandemente afflitto; quando l’angelo vide che non gli voleva in alcun modo dire niente, gli parlò così: Ora—disse—poiché tu non vuoi dirmi cosa ti angoscia, lo dirò io a te. Tu sei—disse l’angelo—disperato per la tua salvezza, ma abbi piena fiducia che ti salverai, perché la misericordia di Dio è così grande che supera tutte le sue opere e vince tutti i peccati. E’ vero—disse il nobiluomo—so bene che Dio è misericordioso, ma è anche giusto e la sua giustizia deve necessariamente punire il peccato, e quindi io temo la giustizia del suo giudizio. L’angelo gli rispose, e gli narrò di molti esempi nei quali Dio, che è tutto grazia, è misericordioso verso i peccatori: ma questo nobiluomo, di cui racconto, era così profondamente caduto nell’oppressione e nel timore che non riusciva a trarre conforto da quanto l’angelo gli diceva. Allora questi gli parlò e disse: Oh—disse—come sei duro ad avere fede, ma avrai una chiara rivelazione di come ti salverai, disse l’angelo al nobiluomo. Ho qui tre dadi che getterò e che anche tu getterai, e chi fa di più si salverà con certezza. Ah—disse il nobiluomo—come posso essere certo della mia salvezza gettando dei dadi? E pensava che fosse solo uno scherzo. L’angelo gettò i dadi e su ogni dado aveva sei; poi invitò il nobiluomo a gettare i dadi. Oh,—questo disse—non oso certo farlo, perché so bene che, comunque io getti il dado, non potrò fare più di quanto hai fatto tu, e se facessi meno di quanto hai fatto tu, cadrei in grande sconforto. Ma tanto l’angelo parlò che, alla fine, il nobiluomo gettò il dado e nel gettarlo, per la potenza del signore, ogni dado si divise e su ciascun dado c'era sei, e così egli fece il doppio dell’angelo. E mentre si meravigliava di ciò, l’angelo sparì dalla vista. Allora capì bene che era un angelo mandato da Dio per trarlo dal suo dolore; e allora fu così riconfortato e lieto della misericordia di Dio e della bontà della sua grazia, che tutti i suoi dolori e timori sparirono completamente, e divenne un servo di Dio e un beato credente, e, al momento di lasciare questo mondo, decise che quando fosse morto si dovesse mettere su di lui una pietra incisa con le parole che seguono: Qui giace John Homeleis che ha potuto vedere la generosità della misericordia divina. Ho conosciuto una persona stimabile nella stessa abbazia, qui in Inghilterra, dove lui giace, che ha letto su di lui le parole sovra menzionate.

Ora, poiché il nostro misericordioso signore Dio—che Egli sia ringraziato e adorato —ha mandato un simile conforto a questo uomo, che era un mondano peccatore, e lo ha ricevuto nella sua grazia, e lo ha sollevato dalla disperazione,nessuno deve sentirsi oppresso e sconfortato, per quanto abbia tentazioni di disperazione, perché Dio lo conforterà quando a lui sembrerà opportuno; e anche se non invia subito il conforto, Egli fa questo per fargli acquistare maggior merito. E pensa sempre, quando avverti una tentazione carnale o spirituale, che sei nella beatitudine della santa chiesa, perché la Sacra Scrittura dice: Beati coloro che patiscono tentazioni, perché, quando sono messi alla prova otterranno la corona della vita, che Dio ha promesso a coloro che lo amano.

Capitolo decimo

Oi figli della santa chiesa, che avete abbandonato il mondo per la salute della vostra anima e soprattutto per compiacere Dio, confortatevi in Lui che avete scelto di amare e servire; Egli infatti sarà del tutto liberale e generoso verso di voi, come si vede dall’esempio di Pietro nel vangelo, quando questi chiese a Nostro Signore quale ricompensa avrebbe dovuto avere per avere abbandonato tutto per seguirlo; e nostro signore gli rispose, e disse che avrebbe unito a lui le dodici tribù o parentele di Israele nel giorno del giudizio. E inoltre Nostro Signore gli disse anche che tutti quelli che abbandonano per amor suo parenti o amici o averi, cioè casa o terra o ogni altro bene terreno, questi avranno qui, in questa vita, cento volte altrettanta ricompensa e beatitudine eterna.

Quindi, sorella, abbandona tutti i falsi timori che ti turberebbero e ti allontanerebbero dall’amore e dalla speranza di Dio, perché niente piace più al diavolo che vedere anime che si ritirano dall’amore di Dio, e quindi si dà da fare giorno e notte a impedire e disturbare la pace nell’anima dell’uomo. E d’altro canto niente lo confonde così tanto come l’amore di Dio, il vedere un uomo che vi ripone ogni suo desiderio. Ma non pensare ora, in stato di sconforto: ‘Ahimé, non avverto questo amore, non ho quell’amore che è così buono’, e così per la tua immaginazione cadi nello sconforto e nell’oppressione del cuore e pensi e credi di essere perduta; allontana invece ogni oppressione e sconforto e pensa bene che ciò deriva dal nemico, il diavolo, per provocarti. Abbi la volontà buona di amare e compiacere Dio, e imprimi bene queste parole nel tuo cuore: che la volontà buona è accetta come atto al cospetto di Dio, e confortati sempre nel nome di Gesù, perché [dire] Gesù è come dire Salvatore. Riflettici bene, e tieni bene a mente questo, e la sua passione, e anche le sue sante virtù, perché niente allontana così velocemente questi vani timori e tentazioni, e ogni fantasia, quanto tenere bene a mente il nome di Gesù, la sua passione e le sue gloriose virtù.

Questi tre [rimedi] sono lo scudo e la lancia, l'armatura e la fortitudine per abbattere il nemico, per quanto feroce egli sia verso un uomo o una donna; e soprattutto il pensare alle Sue cortesi virtù, a come il Dio padre in sé sia tutto divina natura,Lui nel quale risiede ogni potenza, per il quale niente è impossibile, anzi Egli è totale capacità;a come Dio il figlio sia tutto saggezza, Lui che ha fatto e governa ogni cosa; a come Dio lo Spirito Santo sia tutto amore e bontà, Lui che in un attimo di tempo può perdonare tutti i peccati. Non tre dei,ma un Dio in tre persone,tre persone e un unico Dio, nel quale tutto è beatitudine e gloria. Egli è così bello e scintillante di luce che tutti gli angeli si meravigliano della sua beltà; la sua gloriosa beata presenza nutre e riempie di sé le coorti del cielo con giubilo e melodie che sono eterne. In Lui tutto è benevolenza,Lui che ci ripara dalla vendetta;in Lui tutto è grazia e gentilezza, cortesia, libertà e generosità, pietà, misericordia e perdono, gioia, dolcezza e eterna salute. Sorella, in tutte le nostre tribolazioni, quando lo invochiamo,Egli è nostro conforto, nostra forza,nostro aiuto e salute della nostra anima. Sorella, questo è il tuo sposo, che tu desideri amare e compiacere. La grandezza delle sue virtù e le tante gioie, che sparge nelle coorti celesti a tutti coloro che vi si trovano, nessun cuore riesce a concepire; e nessuna lingua riesce a esprimere, a parole o per iscritto, la beatitudine della sua presenza.

Rallegrati dunque in nostro Signore Cristo Gesù, perché ti ha riscattato a caro prezzo, per condurti a quella beatitudine e digli talvolta con cuore mite: ‘Oh Dio santo nel quale tutto è bontà, la cui pietà e misericordia ti ha fatto scendere dal tuo alto trono, giù in questo mondo sventurato, la valle del dolore e del pianto,e qui prendere la nostra natura, e in quella natura pena e passione e crudele tormentosa morte, per portare le nostre anime nel tuo regno. Tu, Dio misericordioso, perdona tutti i peccati che ho compiuto, pensato, o detto. Gloriosa Trinità, inviami purezza di cuore e purezza dell’anima, ristabiliscimi con le sante virtù e rafforzami con il tuo potere, cosicché io possa sempre resistere al peccato e a tutte le tentazioni. Oh buon signore, confortami con il tuo Spirito Santo, e riempimi di grazia perfetta, cosicché io possa da ora in avanti vivere virtuosamente e amarti con tutta la mia capacità, con tutto il mio cuore, e con tutta la mia anima, e mai offenderti, ma sempre seguire ciò che ti piace nella volontà, nella parola, nel pensiero e nell’atto. Concedimi ciò, Dio infinito, che in eterno durerai. Amen’.

Sorella, se farai così, spero che ciò ti darà pace, e sebbene tu non trovi nessun conforto o olcezza o devozione quando le vuoi, non essere sconfortata, ma sopporta mitemente. Ci sono molti che lottano con se stessi come se volessero avere dolcezza e devozione a comando, e ti dico, in questo modo esse non verranno; con la mitezza invece si possono più prontamente ottenere, e così avviene quando un uomo si ritiene indegno di avere dolcezza e conforto e si arrende umilmente alla volontà di Dio, e ripone la sua volontà interamente nella volontà di Dio. Non si dovrebbe desiderare di avere dolcezza e devozione per il proprio conforto e piacere, ma soltanto a questo scopo: per compiacere Dio e seguire la sua volontà; e quindi, se sempre riponiamo la nostra volontà nella sua, ciò è sufficiente per noi sia che le abbiamo sia che non le abbiamo.

Alcuni pensano anche di essere privi della grazia a meno che non sentano dolcezza e devozione; ma certamente alcuni che non avvertono in sé né dolcezza né devozione sono più in stato di grazia di quelli che sentono dolcezza e devozione e hanno molti conforti perché la mitezza senza sensazione è meglio della sensazione senza mitezza. Quindi, sorella, sopporta con mitezza e pazienza tutto ciò che ti accade e abbi sempre la volontà buona di comportarti come più farebbe piacere a Dio: e quando lo sconforto s’insinua nel tuo cuore per l’immaginazione o le tentazioni del nemico, tieni a mente le parole che sono state spesso dette in questo scritto, che la volontà buona sarà accettata come atto. Se ti attieni a ciò, per quanto in tuo potere, sempre, quando la ragione ti soccorre con la volontà bramosa di fare bene, e se hai sentito conforto e dolcezza, sebbene tu avverta la stessa tentazione dopo di ciò come prima, non esserne sconfortata né pensare così: ‘ahimè, è tornata, non se andrà mai via da me’; così cadi nello sconforto per il tuo fantasticare. Invece confortati in Dio, e sii lieta che il diavolo abbia invidia di te perché, finché ci sarà vita nel corpo, egli tormenterà sempre i servi di Dio; infatti li avversa fortemente per inquietarli con ogni malvagità e cattiveria, in tutti i diversi modi che sono in suo potere e capacità. Sant’Agostino dice: molti sono i modi della tentazione con cui il falso serpente, il diavolo, nemico dell’umanità, tormenta l’anima dell’uomo; e San Gregorio dice che non c’è cosa di cui dobbiamo essere più sicuri di Dio che non di avere turbamenti e tormenti. E se un uomo dice che i tormenti corporali, non quelli spirituali, sono degni di ricompensa non dice il vero, perché senz’altro i tormenti spirituali sono peggiori, più dolorosi e più contrari alla volontà di quanto lo siano i tormenti del corpo, e per questo sono più degni di ricompensa. E quindi disonora Dio l’uomo che dice con piena convinzione che il diavolo in questo mondo può tormentare più di quanto Dio possa ricompensare. Perciò in verità non c’è cosa più degna di ricompensa, né più buona, né più caritatevole del sostenere e confortare coloro che sono desolati; il signore del conforto, Gesù Cristo, Nostro Signore Dio, li conforterà eternamente nella beatitudine del cielo. Quel Signore che per la potenza e il merito della sua penosa passione e del suo prezioso sangue ha abbattuto il potere del diavolo e concesso alle anime cristiane la vittoria sul diavolo, per la venerazione della trinità, padre, figlio e spirito santo, che vive e regna in eterno. Amen.

Qui ho posto fine ai rimedi delle tentazioni. Che Dio, perla sua bontà, abbia misericordia di me peccatore. Amen. Misericordia Dio, misericordia Dio, misericordia Dio per me. Amen, abbia misericordia di me peccatore. Amen.

Misericordia Dio, misericordia Dio, misericordia Dio per me. Amen

Gloria, lode e onore al Dio padre. Amen.

E così termina questo libro.

Giovanni di Paolo, Santa Caterina a Santa Cristina, Pisa, Metropolitan Museum of Art

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