daniele gianpiero pescarmona | Ministero della cultura (original) (raw)
Papers by daniele gianpiero pescarmona
Atti ordinari nella storia della comunità campionese, dalla visita dell'arcivescovo Carlo Borrome... more Atti ordinari nella storia della comunità campionese, dalla visita dell'arcivescovo Carlo Borromeo a quella dell'abate Giovanni Andrea Gambarana Il presente scritto è stato compiuto durante i lavori del terzo lotto dei restauri della chiesa di Santa Maria dei Ghirli commissionati dal parroco di Campione d'Italia, monsignor Eugenio Mosca, eseguiti dalla dottoressa Eliana Tovagliaro.
La formazione della raccolta grafica della Pinacoteca di Brera e l'istituzione del Gabinetto dei ... more La formazione della raccolta grafica della Pinacoteca di Brera e l'istituzione del Gabinetto dei disegni e delle stampe
In memoria del restauro del monumento di Napoleone del cortile d'onore del palazzo di Brera (2013... more In memoria del restauro del monumento di Napoleone del cortile d'onore del palazzo di Brera (2013-2014)
Gli inizi nelle sale vuote negli anni della seconda guerra mondiale «Sta di fatto che a pochi gio... more Gli inizi nelle sale vuote negli anni della seconda guerra mondiale «Sta di fatto che a pochi giorni dall'entrata in guerra anche Brera aveva già messo al sicuro la maggior parte dei suoi tesori. […] Dunque il museo era quasi del tutto smontato e praticamente vuoto. L'idea fu di utilizzare le sale per ospitare l'attività del Centro di azione per le arti: un capitolo davvero pochissimo conosciuto sia della storia del museo in guerra, sia dei suoi storici dell'arte Guglielmo Pacchioni, allora soprintendente, e Gian Alberto Dell'Acqua, ispettore. Rimase sempre estraneo all'iniziativa, invece, l'altro ispettore, Fernanda Wittgens. […] Nato nel 1939, voluto fortemente, oltre che da Bottai e da Lazzari [direttore generale del Ministero], anche dallo stesso Pacchioni, appassionato di arte moderna, il Centro non fu l'unico in Italia, ma fu il primo e certamente il più interessante. Aveva esordito in quello stesso 1939 con il progetto di "una piccola mostra polemica su Caravaggio", secondo le parole dello stesso Pacchioni. L'esposizione, durata una quindicina di giorni, si era svolta nella primavera del 1940 accompagnata da una conferenza di Giulio Cesare Argan, ed era stata in realtà l'inaugurazione della Cena in Emmaus di casa Patrizi, appena acquistata per Brera su segreto consiglio dell'ex soprintendente Ettore Modigliani, da poco rimosso. Questa prima mostra su Caravaggio […] rimase comunque l'unica esposizione di arte antica del Centro. Esso, infatti, da quel momento in poi si impegnò in mostre di arte contemporanea, riuscendo ad organizzarne, nel breve e drammatico tempo della sua vita, almeno quattro: Scipione e disegni contemporanei, Salvatore Fancello, Carlo Carrà e disegni contemporanei e ultima, ormai sotto le bombe, la collezione Feroldi di Brescia. Presidente del Centro era il senatore Giovanni Treccani degli Alfieri. Francesco Dal Pozzo e Franco Marmont, Gio Ponti ed Ernesto Treccani affiancavano Pacchioni nella cosiddetta Commissione, una sorta di Consiglio. Gli aderenti erano architetti come Franco Albini, artisti, collezionisti e galleristi. […] Il cordiale e costruttivo rapporto con la Galleria del Milione di Virginio e Peppino Ghirindelli, allora di fronte al palazzo di Brera, con Vittorio Barbaroux della Galleria Barbaroux di via Rossari, con gli esponenti di Corrente, con Alberto Dalla Ragione, fu il background che aiutò Pacchioni e Dell'Acqua ad avere contatti diretti con gli artisti e a essere partecipi dei dibattiti in corso». Le mostre di Scipione e di Carrà furono determinanti (ricorderà decenni dopo Gian Alberto Dell'Acqua, che delle mostre fu curatore, con Pacchioni) per far avvicinare Emilio Jesi alla Pinacoteca, favorendone l'ultima decisione di donare la propria collezione. ) A partire dal 1939 la Soprintendenza aveva già iniziato ad acquistare, in occasione di mostre collettive organizzate a Bergamo e a Milano, o direttamente da prestigiosi galleristi e dagli artisti, «una serie di poco più di venti dipinti realizzati tra il 1938 e il 1941 da artisti emergenti in quegli anni appartenenti al gruppo dei sei di Torino, al chiarismo lombardo, al movimento di Corrente, alla scuola romana». (3) 1 Valerio Adami, d'après Canova (Napoleone Bonaparte) Alla Terza Mostra del Sindacato Nazionale Fascista Belle Arti, tenutasi a Milano al Palazzo dell'Arte nel giugno 1941, «il Ministero della Educazione Nazionale intervenne, anche per obbligo politico, in maniera consistente, acquistando ventotto tra dipinti, acquerelli e incisioni e dieci sculture per un totale di 52.550 lire, destinati alla Galleria Nazionale d'Arte Moderna e Contemporanea di Roma con l'intesa, come si legge in una lettera di Guglielmo Pacchioni del 5 ottobre 1941, che alcune opere restassero a Brera "sia per contribuire alla formazione di una piccola raccolta d'arte contemporanea, sia per soddisfare eventuali richieste di deposito da parte di pubblici uffici, conseguendo così in ambedue i casi lo scopo di diffondere la conoscenza dell'arte attuale». (4) Fernanda Wittgens e la ricostruzione dei musei milanesi. Le prime mostre a Palazzo Reale «Il 22 giugno 1947, morto Modigliani, […] Wittgens assunse la reggenza dalla Soprintendenza alle Gallerie e della Pinacoteca di Brera e intraprese in prima persona il piano di ricostruzione dei musei milanesi. Primo ad essere inaugurato fu il Museo Teatrale alla Scala, seguito dalla Pinacoteca di Brera (1950), dal Poldi Pezzoli e dalla Pinacoteca Ambrosiana (1951), dal Padiglione d'Arte Contemporanea (1953), dal Castello Sforzesco (1954-1956), dal Museo del Duomo (1956) e, sul territorio, dalla Pinacoteca dell'Accademia Carrara di Bergamo (1954)(1955), dal Tesoro del Duomo di Monza e da altre realtà minori. La ricostruzione ebbe come retroscena il dibattito sul modello museografico di riferimento che tra conservatorismo e innovazione improntò le scelte operate in Italia dopo il 1945, quando con musei vuoti e distrutti, le opere in cassa in attesa di essere ricollocate nelle sedi di origine, prese avvio un processo di trasformazione e di svecchiamento che, dopo l'immobilismo culturale e il ritardo della situazione prebellica, portò quasi tutti i musei ad adeguarsi alle esigenze del presente».
Talks by daniele gianpiero pescarmona
Il presente scritto è stato compiuto durante i lavori del terzo lotto dei restauri della chiesa d... more Il presente scritto è stato compiuto durante i lavori del terzo lotto dei restauri della chiesa di Santa Maria dei Ghirli commissionati dal parroco di Campione d'Italia, monsignor Eugenio Mosca, eseguiti dalla dottoressa Eliana Tovagliaro.
Atti ordinari nella storia della comunità campionese, dalla visita dell'arcivescovo Carlo Borrome... more Atti ordinari nella storia della comunità campionese, dalla visita dell'arcivescovo Carlo Borromeo a quella dell'abate Giovanni Andrea Gambarana Il presente scritto è stato compiuto durante i lavori del terzo lotto dei restauri della chiesa di Santa Maria dei Ghirli commissionati dal parroco di Campione d'Italia, monsignor Eugenio Mosca, eseguiti dalla dottoressa Eliana Tovagliaro.
La formazione della raccolta grafica della Pinacoteca di Brera e l'istituzione del Gabinetto dei ... more La formazione della raccolta grafica della Pinacoteca di Brera e l'istituzione del Gabinetto dei disegni e delle stampe
In memoria del restauro del monumento di Napoleone del cortile d'onore del palazzo di Brera (2013... more In memoria del restauro del monumento di Napoleone del cortile d'onore del palazzo di Brera (2013-2014)
Gli inizi nelle sale vuote negli anni della seconda guerra mondiale «Sta di fatto che a pochi gio... more Gli inizi nelle sale vuote negli anni della seconda guerra mondiale «Sta di fatto che a pochi giorni dall'entrata in guerra anche Brera aveva già messo al sicuro la maggior parte dei suoi tesori. […] Dunque il museo era quasi del tutto smontato e praticamente vuoto. L'idea fu di utilizzare le sale per ospitare l'attività del Centro di azione per le arti: un capitolo davvero pochissimo conosciuto sia della storia del museo in guerra, sia dei suoi storici dell'arte Guglielmo Pacchioni, allora soprintendente, e Gian Alberto Dell'Acqua, ispettore. Rimase sempre estraneo all'iniziativa, invece, l'altro ispettore, Fernanda Wittgens. […] Nato nel 1939, voluto fortemente, oltre che da Bottai e da Lazzari [direttore generale del Ministero], anche dallo stesso Pacchioni, appassionato di arte moderna, il Centro non fu l'unico in Italia, ma fu il primo e certamente il più interessante. Aveva esordito in quello stesso 1939 con il progetto di "una piccola mostra polemica su Caravaggio", secondo le parole dello stesso Pacchioni. L'esposizione, durata una quindicina di giorni, si era svolta nella primavera del 1940 accompagnata da una conferenza di Giulio Cesare Argan, ed era stata in realtà l'inaugurazione della Cena in Emmaus di casa Patrizi, appena acquistata per Brera su segreto consiglio dell'ex soprintendente Ettore Modigliani, da poco rimosso. Questa prima mostra su Caravaggio […] rimase comunque l'unica esposizione di arte antica del Centro. Esso, infatti, da quel momento in poi si impegnò in mostre di arte contemporanea, riuscendo ad organizzarne, nel breve e drammatico tempo della sua vita, almeno quattro: Scipione e disegni contemporanei, Salvatore Fancello, Carlo Carrà e disegni contemporanei e ultima, ormai sotto le bombe, la collezione Feroldi di Brescia. Presidente del Centro era il senatore Giovanni Treccani degli Alfieri. Francesco Dal Pozzo e Franco Marmont, Gio Ponti ed Ernesto Treccani affiancavano Pacchioni nella cosiddetta Commissione, una sorta di Consiglio. Gli aderenti erano architetti come Franco Albini, artisti, collezionisti e galleristi. […] Il cordiale e costruttivo rapporto con la Galleria del Milione di Virginio e Peppino Ghirindelli, allora di fronte al palazzo di Brera, con Vittorio Barbaroux della Galleria Barbaroux di via Rossari, con gli esponenti di Corrente, con Alberto Dalla Ragione, fu il background che aiutò Pacchioni e Dell'Acqua ad avere contatti diretti con gli artisti e a essere partecipi dei dibattiti in corso». Le mostre di Scipione e di Carrà furono determinanti (ricorderà decenni dopo Gian Alberto Dell'Acqua, che delle mostre fu curatore, con Pacchioni) per far avvicinare Emilio Jesi alla Pinacoteca, favorendone l'ultima decisione di donare la propria collezione. ) A partire dal 1939 la Soprintendenza aveva già iniziato ad acquistare, in occasione di mostre collettive organizzate a Bergamo e a Milano, o direttamente da prestigiosi galleristi e dagli artisti, «una serie di poco più di venti dipinti realizzati tra il 1938 e il 1941 da artisti emergenti in quegli anni appartenenti al gruppo dei sei di Torino, al chiarismo lombardo, al movimento di Corrente, alla scuola romana». (3) 1 Valerio Adami, d'après Canova (Napoleone Bonaparte) Alla Terza Mostra del Sindacato Nazionale Fascista Belle Arti, tenutasi a Milano al Palazzo dell'Arte nel giugno 1941, «il Ministero della Educazione Nazionale intervenne, anche per obbligo politico, in maniera consistente, acquistando ventotto tra dipinti, acquerelli e incisioni e dieci sculture per un totale di 52.550 lire, destinati alla Galleria Nazionale d'Arte Moderna e Contemporanea di Roma con l'intesa, come si legge in una lettera di Guglielmo Pacchioni del 5 ottobre 1941, che alcune opere restassero a Brera "sia per contribuire alla formazione di una piccola raccolta d'arte contemporanea, sia per soddisfare eventuali richieste di deposito da parte di pubblici uffici, conseguendo così in ambedue i casi lo scopo di diffondere la conoscenza dell'arte attuale». (4) Fernanda Wittgens e la ricostruzione dei musei milanesi. Le prime mostre a Palazzo Reale «Il 22 giugno 1947, morto Modigliani, […] Wittgens assunse la reggenza dalla Soprintendenza alle Gallerie e della Pinacoteca di Brera e intraprese in prima persona il piano di ricostruzione dei musei milanesi. Primo ad essere inaugurato fu il Museo Teatrale alla Scala, seguito dalla Pinacoteca di Brera (1950), dal Poldi Pezzoli e dalla Pinacoteca Ambrosiana (1951), dal Padiglione d'Arte Contemporanea (1953), dal Castello Sforzesco (1954-1956), dal Museo del Duomo (1956) e, sul territorio, dalla Pinacoteca dell'Accademia Carrara di Bergamo (1954)(1955), dal Tesoro del Duomo di Monza e da altre realtà minori. La ricostruzione ebbe come retroscena il dibattito sul modello museografico di riferimento che tra conservatorismo e innovazione improntò le scelte operate in Italia dopo il 1945, quando con musei vuoti e distrutti, le opere in cassa in attesa di essere ricollocate nelle sedi di origine, prese avvio un processo di trasformazione e di svecchiamento che, dopo l'immobilismo culturale e il ritardo della situazione prebellica, portò quasi tutti i musei ad adeguarsi alle esigenze del presente».
Il presente scritto è stato compiuto durante i lavori del terzo lotto dei restauri della chiesa d... more Il presente scritto è stato compiuto durante i lavori del terzo lotto dei restauri della chiesa di Santa Maria dei Ghirli commissionati dal parroco di Campione d'Italia, monsignor Eugenio Mosca, eseguiti dalla dottoressa Eliana Tovagliaro.