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Books by Alberto Carradore

Research paper thumbnail of Impatto dei cervidi sugli ecosistemi forestali: evoluzione della tecnica e del pensiero

Volume della collana Conoscere, di Compagnia delle Foreste, dedicato alle problematiche tra fauna... more Volume della collana Conoscere, di Compagnia delle Foreste, dedicato alle problematiche tra fauna selvatica (ungulati) e foreste. Si tratta dell’analisi della bibliografia riguardante nello specifico l’impatto di cervi, caprioli e daini sugli ecosistemi forestali, in particolare sulla rinnovazione, che raccoglie una panoramica sulla ricerca svolta dal secondo dopoguerra fino ad oggi, considerando studi ed esperienze applicative in ambito europeo ed italiano. Come tutti sappiamo, il problema è molto attuale e riguarda più o meno gravemente la maggior parte dei boschi italiani. I tecnici che si trovano a dover risolvere tale problema hanno bisogno di reperire informazioni chiare e precise sia per affrontarlo nel migliore dei modi, sia per spiegarlo e condividerlo con tutti i portatori d’interesse legati a vario titolo con l’ecosistema forestale. Per questo la pubblicazione, dedicata particolarmente a questa categoria di tecnici, offre una panoramica a 360° affrontando il problema in modo il più possibile ampio e multidisciplinare. Nella prima parte si descrivono le specie animali e vegetali coinvolte, il tipo di danni e di effetti causati; nella seconda parte si offre invece una panoramica sulle metodologie d’indagine e l’approccio al problema descrivendo esperienze applicative e gestionali.
Trattandosi di una disamina bibliografica, la pubblicazione fornisce gli strumenti minimi per chi, per motivi di studio o professionali, voglia approfondire specifici aspetti.

Talks by Alberto Carradore

Research paper thumbnail of Localizzazione acustica di cervo (Cervus elaphus L. 1758) in bramito: sviluppo di una metodologia bioacustica

Research paper thumbnail of Indagini sull’attività di bramito della popolazione di cervo (Cervus elaphus Linnaeus, 1758) del Bosco della Mesola (FE). Risultati dell’approccio bioacustico del 2009

Come noto il cervo della Mesola, per le peculiari caratteristiche genetiche, è di rilevante inter... more Come noto il cervo della Mesola, per le peculiari caratteristiche genetiche, è di rilevante interesse zoologico. Aspetti autoecologici di questa popolazione non sono, finora, noti.
Nel 2009 nel Bosco della Mesola (FE) si sono intraprese indagini utili a definire la fenologia del bramito, quale importante momento per l’etologia della specie, applicando nuove metodologie bioacustiche. Tali tecniche hanno previsto l’impiego di registratori stereo digitali Songmeter © che permettono, preimpostando gli orari di registrazione, di analizzare l’attività vocale dei maschi bramenti in assenza di disturbo causato da operatori presenti nell’area.
Come primo approccio per lo studio del fenomeno si è scelto, per il 2009, di indagare i momenti prodromici dell’attività di bramito, registrando sessioni di dodici ore dal 18 al 22 settembre, più precisamente, dalle 19.00 alle 07.00 del giorno successivo. Ulteriori rilievi, si sono effettuati anche nelle serate del 7, 15 e 23 ottobre.
L’analisi sinestetica dei dati raccolti ha portato a definire l’incipit del fenomeno stagionale e l’andamento notturno dell’attività vocale che sembrano svolgersi in maniera difforme rispetto a quadri noti per l’area prealpina ed alpina.

Conference Poster by Alberto Carradore

Research paper thumbnail of Una popolazione di cervo unica: quale futuro?

Il Bosco della Mesola è uno dei relitti di foreste planiziali del nostro Paese, l’ultimo di una c... more Il Bosco della Mesola è uno dei relitti di foreste planiziali del nostro Paese, l’ultimo di una certa estensione (1058 ha) in ambiente deltizio-litoraneo. La sua particolare posizione geografica, crocevia di specie con corologie diverse (mediterranee, orientali e centro-europee) risulta strategica per ospitare una biodiversità floristica, vegetazionale e faunistica molto elevata, con esigenze ecologiche differenziate.
Istituita Riserva Naturale dello Stato dal 1977, è gestita dal Corpo Forestale dello Stato fin dalla sua acquisizione al Demanio nel 1954; inserita territorialmente nel Parco del Delta del Po, è riconosciuta Riserva MAB dell’Unesco.
Una peculiarità dell’area è la presenza del Cervo della Mesola che, a livello nazionale, rappresenta una delle ultime popolazioni autoctone di cervo rosso, con il cervo sardo, integre da apporti genetici alieni. Sulla base di indagini genetiche e morfometriche, questa popolazione è stata recentemente proposta come sottospecie “italica”, distinta quindi dalle compagini “europee” e propria della penisola italiana.
Sulla base delle indicazioni del “Piano decennale di gestione naturalistica” (2004) e del “Programma Nazionale di Conservazione del cervo della Mesola” (2010) si è preso atto che l'eccessivo carico di ungulati nel sito imponeva l'attuazione di misure per la riduzione della presenza del daino, presente dalla metà degli anni ‘60. L’intervento si è protratto per 10 anni ed ha consentito di ridurre la competizione trofica e spaziale tra cervo e daino.
L’intervento ha provocato una reazione del bosco immediata e positiva, con evidenti miglioramenti degli strati erbaceo ed arbustivo e la ripresa della rinnovazione naturale delle specie arboree.
Un netto miglioramento è stato osservato nello stato fisico del cervo: diversi maschi maturi presentano la terza punta nella corona del palco e, dopo molti anni, l’ago; lo stato nutritivo appare migliorato ed è aumentato il tasso riproduttivo, con un aumento del numero dei piccoli nati, mentre sembra anticipata l’età della prima riproduzione delle femmine (dai 4-5 ai 3-4 anni).
L'incremento del numero di esemplari provoca per contro il rischio di raggiungere rapidamente il limite di carico di capi per unità di superficie del bosco. Attualmente, infatti, la popolazione ha raggiunto la consistenza stimata di 300 individui. Appare dunque urgente impegnarsi per fornire nuove prospettive di conservazione nel lungo termine a questo nucleo. Tra le possibili soluzioni si prospetta il trasferimento di una quota parte di capi in aree da valutarsi attentamente come idonee.
Si espongono i risultati ottenuti con i monitoraggi della popolazione dal 2004 ad oggi con particolare riguardo ai censimenti (eseguiti con l’ausilio di studenti universitari e liceali, applicazione riuscita di una gestione partecipata) e all’andamento dell’attività di bramito. Si illustrano, altresì, i dati biometrici rilevati su un campione di 153 esemplari di daino (69MM e 84FF) oggetto di prelievo.

Research paper thumbnail of Confronto dell'impatto dei cervidi su diverse tipologie forestali: Primi risultati

La Foresta del Cansiglio (FC) è un’area demaniale di importanza ambientale e conservazionistica, ... more La Foresta del Cansiglio (FC) è un’area demaniale di importanza ambientale e conservazionistica, ma anche forestale, zootecnica e turistica. La presenza del cervo e il conseguente impatto ha creato un contrasto tra diversi stakeholders. Negli ultimi anni sono state applicate misure dissuasive per allontanare gli animali dall’area aperta centrale, spingendo gli animali nei boschi circostanti e aumentandovi presumibilmente l’impatto.
Il tema “impatto” è affrontato da tempo, con tecniche di indagine e approcci al problema diversi tra loro; la stessa definizione del problema è variabile, non essendoci omogeneità nello stabilire quando un impatto diventa danno.
Delle indagini sono state svolte su questo argomento nell’area in questione, applicando e confrontando diversi metodi; si è svolto una approfondita disamina bibliografica, poi pubblicata. Sulla base di tali esperienze si è continuato affrontando il tema anche da un punto di vista forestale. Si è identificata una porzione della FC di 70 ha, ove sono presenti quattro tipologie forestali (Faggeta – Fagg; Pecceta di sostituzione giovane – PSG; pecceta di sostituzione storica – PSS; abieti-piceo-faggeta - APF) e tutte e tre le specie di cervidi italiani (il cervo con una popolazione consistente, monitorata da 20 anni); su di essa sono state effettuate 31 aree di saggio (ads) per una superficie totale di 9734 m2. L’area indagata è sufficientemente grande da permettere l’individuazione di più ads per ogni tipologia forestale, ma abbastanza piccola per poter assumere una presenza omogenea di ungulati su tutta l’area.
Per ogni ads sono state annotate le principali caratteristiche stazionali. L’indagine è stata svolta solo su specie arboree; per ogni pianta arborea presente sono stati effettuati rilievi dendro-auxometrici e degli impatti degli animali, classificati in morsi (distinti in 2 tipologie e 3 classi di severità), fregoni e scortecciamenti alimentari. Con le analisi dei dati raccolti, per ogni tipologia forestale sono stati considerate le percentuali di piante interessate, le categorie di impatto e le specie impattate. Risulta che in tutte le tipologie siano coinvolti almeno il 30% degli individui, con un massimo di 86% in PSG. In generale è stato rilevato un basso impatto sulla corteccia (max 2%), a parte in PSG dove supera il 12%; il dato interessante per questa categoria è che le piante colpite hanno un rapporto h/d medio di 102.
La tipologia PSG è quella che mostra maggiori differenze dalle altre: è l’unica con un impatto sulla corteccia che richieda attenzione, probabilmente per i bassi diametri e la scarsa suberificazione, dovuti alle condizioni di crescita dopo il rimboschimento; nella stessa prevale il morso singolo e specialmente l’abete rosso è il più interessato; nelle altre tipologie prevale il morso ripetuto su latifoglie (quasi esclusivamente faggio).
Sono in corso ulteriori approfondimenti sugli impatti sulle diverse specie e sul rapporto tra gli stessi e i parametri stazionali.

Research paper thumbnail of Aspetti fenologici dell'attività di bramito di Cervus elaphus (Mammalia, Artyodactila) in Italia

In Italia, come noto, la presenza sul territorio del cervo riflette le vicissitudini storiche e r... more In Italia, come noto, la presenza sul territorio del cervo riflette le vicissitudini storiche e recenti della specie. Infatti, sull'arco alpino orientale e centrale sono presenti metapopolazioni derivanti da immigrazione naturale dai paesi contermini (Svizzera, Austria, Slovenia); nel NW delle Alpi italiane e in Appennino i nuclei derivano da rilasci e reintroduzioni effettuate nell'ultimo cinquantennio. In Sardegna sussistono sub-areali storici in espansione numerica e territoriale della sottospecie Cervus e. corsicanus. I cervi presenti nel Gran Bosco della Mesola (FE), sembrano costituire l’ultima popolazione autoctona e relitta presente in Italia.
Le indagini storiche consistono in dati raccolti tramite annotazioni su schede cartacee dell’attività vocale crepuscolare e notturna dei maschi, effettuate da postazioni d’ascolto rappresentative dei campi di brama. In seguito, tale metodo è stato affiancato da registrazioni automatiche dell’attività dagli stessi punti, con lo scopo di validare una nuova metodologia che non richieda la presenza costante di un operatore in campo.
Le osservazioni sistematiche, che dal 2000 vengono condotte nella Foresta del Cansiglio (Prealpi Venete), sono state poi estese all'E.S.U. della Mesola e, in un secondo momento, alla sottospecie sarda presente in Costa Verde.
Dai risultati ottenuti nelle annate 2010 e 2011, si nota come l’andamento stagionale dell’attività di bramito risulti diverso nelle tre aree. Il picco serale di attività per il Cansiglio avviene mediamente tra l’ora prima e l’ora dopo il Tramonto Astronomico (TA), a seconda dei punti di stazione considerati; al G. B. della Mesola si verifica per lo più nella mezz'ora precedente il TA; in Costa Verde avviene da mezz'ora a un’ora e mezza prima a due ore e dieci dopo il TA.
L’attività stagionale, per le Prealpi, inizia nella prima decade di settembre, raggiunge l’apice nei giorni compresi fra la fine di settembre ed i primi di ottobre per declinare, in numero ed intensità, fin oltre il venti ottobre. Il nucleo della Mesola posticipa leggermente l’inizio dell’attività stagionale, con massimi raggiunti entro la fine di settembre, per concludersi entro la metà di ottobre. In Costa Verde l’attività ha inizio verso la metà di agosto, raggiungendo il picco nella prima decade settimana di settembre per esaurirsi nella seconda metà del mese.
I primi risultati dell’applicazione bioacustica sono congrui con quanto rilevato con i metodi tradizionali sopra descritti.
I rilievi condotti nei siti indagati evidenziano un anticipo delle interazioni fra i gruppi sociali di circa un mese da parte del cervo sardo ed un leggero posticipo da parte del nucleo della Mesola, rispetto agli standard a quanto rilevato nell'area prealpina dopo frutto di più di un decennio di osservazioni. Le manifestazioni del cervo della Mesola sono sintoniche con quanto citato in bibliografia, in relazione al fotoperiodo. Diversamente, l’anticipo dell’attività riproduttiva del cervo sardo è interpretabile come necessità alimentare sincronica al periodo dei parti, al fine di volta ad evitare stress trofici stagionali dovuti a carenze pabulari tipiche del periodo estivo, comportamento che come si riscontra anche in per altri mammiferi in ambiente mediterraneo.

Research paper thumbnail of Analisi del bramito del cervo (Cervus elaphus, Linnaeus, 1758) nella Foresta del Cansiglio (Prealpi Venete). Applicazione di metodologie bioacustiche

Le tradizionali attività di censimento del cervo (Cervus elaphus, Linnaeus, 1758) durante la stag... more Le tradizionali attività di censimento del cervo (Cervus elaphus, Linnaeus, 1758) durante la stagione degli amori nella Foresta del Cansiglio, che si susseguono dal 2000, sono state integrate con nuove metodologie bioacustiche.
Si sono utilizzati 4 registratori digitali stereo SongMeter© che permettono di analizzare l’attività vocale dei maschi bramenti per archi temporali superiori a quelli tradizionali, potendo preimpostare la registrazione in orari anche variabili e per più giorni. I files digitali vengono, dunque, analizzati con l’ausilio di softwares dedicati che permettono di visualizzare e misurare in modo sinestetico la struttura acustica dei segnali sonori registrati.
Gli strumenti sono stati impiegati per: 1) sperimentare metodi di monitoraggio alternativi basati sull’utilizzo di un apparecchio digitale che sostituisca validamente l’operatore annullando, de facto, disturbi provocati dalla frequentazione di aree in periodi sensibili per la specie; 2) sviluppare nuove metodologie automatiche per determinare numerosità e posizione topografica dei maschi bramenti.
Infatti, la possibilità di replicare le letture in condizioni ambientali confortevoli porta ad una definizione più precisa dell’attività di bramito per gli archi temporali giornalieri e/o stagionali indagati, nonché analisi e quantificazioni precise di disturbi antropici e naturali che sul sito si possono presentare. Inoltre, la sincronizzazione delle tracce audio permette, con la misura dei ritardi con cui i segnali arrivano ai microfoni, la materializzazione grafica e analitica del soggetto emettitore.
Questo nuovo metodo consente: indagini non invasive per la specie e l’ambiente, sforzo ridotto di campionamento per minor impiego di unità operative, possibilità di analisi più evolute e per periodi temporali lunghi e formazione di banche dati durevoli.
L’impiego di queste strumentazioni e la conseguente adozione di nuove procedure analitiche, come noto, permettono di indagare praticamente in assenza di disturbo taxa dal comportamento elusivo, dimoranti in ambienti difficilmente raggiungibili e vocalmente attivi in momenti giornalieri e/o stagionali poco noti.

Research paper thumbnail of Presenza del cervo (Cervus elaphus, Mammalia, Arctyodactila) sugli spazi aperti della Foresat del Cansiglio: applicazioni sperimentali di metodi dissuasivi

Le indagini sistematiche sulla popolazione libera di cervo della Foresta del Cansiglio, che si su... more Le indagini sistematiche sulla popolazione libera di cervo della Foresta del Cansiglio, che si susseguono dal 2000, definiscono parametri fondamentali sulla bio-ecologia della specie.
L’area demaniale in questione risulta essere un punto di concentrazione stagionale, in virtù delle necessità alimentari e riproduttive di questo cervide. Infatti, la presenza di estesi pascoli e prati-pascoli (circa 400 ha all'interno del complesso boscato) funge da eccezionale polo attrattivo a partire dall'inizio della primavera. Il cervo infatti, durante la stagione vegetativa frequenta nelle ore serali e notturne le aree prative, dove consuma almeno un pasto completo.
La presenza quotidiana di centinaia di esemplari su aree vocate alla zootecnia montana ha portato, nel tempo, a collisione con le attività alpicolturali. Le proteste documentate degli allevatori hanno indotto alla formulazione di un piano di controllo del cervo, approvato dagli organi competenti, che tende a limitarne la presenza e la densità stagionale sulle zone demaniali in questione. La concreta realizzazione del piano trova lenta applicazione anche a causa delle numerose difficoltà amministrative che insistono su un’area di pertinenza di due regioni (di cui una a statuto autonomo), tre province e cinque riserve alpine di caccia.
Nel corso del 2011 gran parte delle aree aperte sono state interessate dall'erezione di numerose chiudende fino a sei ordini di filo, elettrificate, che hanno fisicamente impedito l’accesso dei cervi a pascoli e prati-pascoli. Inoltre, da marzo ad agosto dello stesso anno, sono stati effettuati 61 interventi di dissuasione con sparo di dardi rumorosi che associano un potente fragore al bagliore dell’esplosione.
Per ogni macroarea storica ispezionata continuativamente con indagini standardizzate con l'uso di faro alogeno, si illustrano i dati di frequentazione delle aree aperte da parte del cervo per gli anni 2010 e 2011 evidenziando, col progredire della stagione vegetativa, le differenze di presenza degli animali e di sforzo dissuasivo applicato.

Research paper thumbnail of Cattura e marcaggio individuale di piccoli di cervo (Cervus elaphus Linnaeus, 1758) in Cornesega (Cansiglio - Prealpi Venete)

Since 1996 observations and studies about auto- and demo-ecology of the free-ranging red deer (Ce... more Since 1996 observations and studies about auto- and demo-ecology of the free-ranging red deer (Cervus elaphus Linnaeus, 1758) population are driven in the Cansiglio Forest (FC). In particular, thanks to the night spot-light monitoring, the area of Cornesega has shown to be a good place for births and offspring resting. The main efforts in order to capture calves have been focused on this area.
From 2001 to 2006, between May and June, silent-beating census are driven to localize hiding calves. In 2007 a capture program started, following two techniques: one based on a diurnal search with silent beating along the entire valley and one based on a night search with the spotlight.
Both techniques follows the same steps: at first individuation of the animal and capture with a net. Once the calf is immobilized, on a field-board are noted down the mark number, sex, the status evaluation of the umbilical cord, and also macro and micro habitat features of the capture site, associated to the infomation about the behaviour of the animal during the capture. The data about the 12 calves marked until now are the first for the FC.
The adopted methodologies are thought to be appliable in the whole area and to be few invasive for the deer. Specific projects will increase the number of captured animals and will provide further data useful for the ecological study of the species.

Research paper thumbnail of Aspetti auto e demoecologici della popolazione libera di cervo (Cervus elaphus Linnaeus, 1758) in Cornesega (Cansiglio, Prealpi Venete): esempi dei diversi monitoraggi adottati (1996-2009).

Nella Foresta del Cansiglio (FC), è dal 1996 che vengono condotte osservazioni e monitoraggi stan... more Nella Foresta del Cansiglio (FC), è dal 1996 che vengono condotte osservazioni e monitoraggi standardizzati utili ad una definizione auto e demoecologica della popolazione libera di cervo (Cervus elaphus Linneaus, 1758).
L’area della Cornesega (circa 200 ettari) è una conca carsica (“uvala”) situata nella parte centro-orientale della FC con un unico accesso stradale riservato ai mezzi di servizio. La parte centrale è costituita da una superficie prato-pascoliva circondata da rimboschimenti e peccete secondarie a vari stadi di sviluppo.
In quest’area, dal 1996 e con rilievi coordinati con altre stazioni d’ascolto nella FC, si svolgono indagini sull’andamento stagionale del bramito del cervo, evidenziandone fenologia e momenti di massima attività. Per lo studio del bramito, dal 2001, si applicano anche metodologie bioacustiche.
Dal 2000, ad eccezione del periodo di innevamento totale, per determinare struttura e composizione dei gruppi di animali al pascolo, sono condotti monitoraggi notturni con faro alogeno.
Negli anni 2004, 2005 e 2009 si sono state effettuate osservazioni al crepuscolo sugli orari di comparsa degli ungulati nelle aree aperte e l’utilizzo delle stesse. Rilievi floristici ne hanno definito gli aspetti vegetazionali e relativi all’appetibilità, con determinazione delle quantità di fitomassa offerta, consumata e rifiutata dagli animali (selvatici e domestici quando presenti).
Dal 2000 al 2004 sono stati effettuati censimenti in battuta utili a definire presenza e numerosità delle specie di ungulati presenti nell’area.
Nel 2005 e 2006, durante il periodo delle nascite, si sono condotte battute silenti per rilevare la presenza di piccoli a terra; dal 2007 si procede alla cattura e al marcaggio auricolare dei cerbiatti sia con ricerche notturne con faro alogeno, sia diurne con battute silenti.
Di ogni attività si illustrano i risultati salienti.

Thesis Chapters by Alberto Carradore

Research paper thumbnail of Sound localization of red deer roaring stags: developing of a bioacoustic methodology

Red deer (Cervus elaphus L., 1758) is a historical presence in the Cansiglio Forest. Since the di... more Red deer (Cervus elaphus L., 1758) is a historical presence in the Cansiglio Forest. Since the discover of a rut area in Valmenera the population have been continuously monitored. Moreover, since 2000 the production of technologies for digital sound recording opened the way to the development of new methodologies for roaring censuses. In this context our work takes place: the development of a methodology of sound-localization (triangulation) of red deer roaring stags.
The methodology is based on the possibility to measure the delay occurred to the same sound to arrive to three different recorders; then time delays an be transformed into linear distances, allowing to compute the position of the sound-source.
Key point in the definition of the study area is that all the three recorders must clearly record the same sound; we chose an area 8 Ha wide located in Valmenera.
To test the reliability of the developed methodology we carried out a test with conventional signal. We identified 21 points inside and near the study area, at different distances; from each point we emitted at list 30 whistles, successively localized according to the procedure. The distance of each whistles from the emitting point ha been measured. Then for each cloud of point we computed the distances mean value and the standard deviation; those parameters can be considered as indicators of accuracy and precision, respectively. For both parameters the test gave good results not only inside, but also in close neighboring of the area initially identified.
Then we applied the methodology to red deer roaring stags, during the rutting season 2010. During a five hours recording we have been able to localize 280 optimal vocalizations.
In addition we analyzed the different type of calls (harsh and common roars, barks and chase barks) to identify the most recurrent elements useful in the delay measurement: barks show several advantages in respect to other vocalizations.
Further studies and the integration with other methodologies would give the possibility to carry out very precise censuses with few personnel and very limited disturbances.

Research paper thumbnail of Impatto dei cervidi sugli ecosistemi forestali: evoluzione della tecnica e del pensiero

Volume della collana Conoscere, di Compagnia delle Foreste, dedicato alle problematiche tra fauna... more Volume della collana Conoscere, di Compagnia delle Foreste, dedicato alle problematiche tra fauna selvatica (ungulati) e foreste. Si tratta dell’analisi della bibliografia riguardante nello specifico l’impatto di cervi, caprioli e daini sugli ecosistemi forestali, in particolare sulla rinnovazione, che raccoglie una panoramica sulla ricerca svolta dal secondo dopoguerra fino ad oggi, considerando studi ed esperienze applicative in ambito europeo ed italiano. Come tutti sappiamo, il problema è molto attuale e riguarda più o meno gravemente la maggior parte dei boschi italiani. I tecnici che si trovano a dover risolvere tale problema hanno bisogno di reperire informazioni chiare e precise sia per affrontarlo nel migliore dei modi, sia per spiegarlo e condividerlo con tutti i portatori d’interesse legati a vario titolo con l’ecosistema forestale. Per questo la pubblicazione, dedicata particolarmente a questa categoria di tecnici, offre una panoramica a 360° affrontando il problema in modo il più possibile ampio e multidisciplinare. Nella prima parte si descrivono le specie animali e vegetali coinvolte, il tipo di danni e di effetti causati; nella seconda parte si offre invece una panoramica sulle metodologie d’indagine e l’approccio al problema descrivendo esperienze applicative e gestionali.
Trattandosi di una disamina bibliografica, la pubblicazione fornisce gli strumenti minimi per chi, per motivi di studio o professionali, voglia approfondire specifici aspetti.

Research paper thumbnail of Localizzazione acustica di cervo (Cervus elaphus L. 1758) in bramito: sviluppo di una metodologia bioacustica

Research paper thumbnail of Indagini sull’attività di bramito della popolazione di cervo (Cervus elaphus Linnaeus, 1758) del Bosco della Mesola (FE). Risultati dell’approccio bioacustico del 2009

Come noto il cervo della Mesola, per le peculiari caratteristiche genetiche, è di rilevante inter... more Come noto il cervo della Mesola, per le peculiari caratteristiche genetiche, è di rilevante interesse zoologico. Aspetti autoecologici di questa popolazione non sono, finora, noti.
Nel 2009 nel Bosco della Mesola (FE) si sono intraprese indagini utili a definire la fenologia del bramito, quale importante momento per l’etologia della specie, applicando nuove metodologie bioacustiche. Tali tecniche hanno previsto l’impiego di registratori stereo digitali Songmeter © che permettono, preimpostando gli orari di registrazione, di analizzare l’attività vocale dei maschi bramenti in assenza di disturbo causato da operatori presenti nell’area.
Come primo approccio per lo studio del fenomeno si è scelto, per il 2009, di indagare i momenti prodromici dell’attività di bramito, registrando sessioni di dodici ore dal 18 al 22 settembre, più precisamente, dalle 19.00 alle 07.00 del giorno successivo. Ulteriori rilievi, si sono effettuati anche nelle serate del 7, 15 e 23 ottobre.
L’analisi sinestetica dei dati raccolti ha portato a definire l’incipit del fenomeno stagionale e l’andamento notturno dell’attività vocale che sembrano svolgersi in maniera difforme rispetto a quadri noti per l’area prealpina ed alpina.

Research paper thumbnail of Una popolazione di cervo unica: quale futuro?

Il Bosco della Mesola è uno dei relitti di foreste planiziali del nostro Paese, l’ultimo di una c... more Il Bosco della Mesola è uno dei relitti di foreste planiziali del nostro Paese, l’ultimo di una certa estensione (1058 ha) in ambiente deltizio-litoraneo. La sua particolare posizione geografica, crocevia di specie con corologie diverse (mediterranee, orientali e centro-europee) risulta strategica per ospitare una biodiversità floristica, vegetazionale e faunistica molto elevata, con esigenze ecologiche differenziate.
Istituita Riserva Naturale dello Stato dal 1977, è gestita dal Corpo Forestale dello Stato fin dalla sua acquisizione al Demanio nel 1954; inserita territorialmente nel Parco del Delta del Po, è riconosciuta Riserva MAB dell’Unesco.
Una peculiarità dell’area è la presenza del Cervo della Mesola che, a livello nazionale, rappresenta una delle ultime popolazioni autoctone di cervo rosso, con il cervo sardo, integre da apporti genetici alieni. Sulla base di indagini genetiche e morfometriche, questa popolazione è stata recentemente proposta come sottospecie “italica”, distinta quindi dalle compagini “europee” e propria della penisola italiana.
Sulla base delle indicazioni del “Piano decennale di gestione naturalistica” (2004) e del “Programma Nazionale di Conservazione del cervo della Mesola” (2010) si è preso atto che l'eccessivo carico di ungulati nel sito imponeva l'attuazione di misure per la riduzione della presenza del daino, presente dalla metà degli anni ‘60. L’intervento si è protratto per 10 anni ed ha consentito di ridurre la competizione trofica e spaziale tra cervo e daino.
L’intervento ha provocato una reazione del bosco immediata e positiva, con evidenti miglioramenti degli strati erbaceo ed arbustivo e la ripresa della rinnovazione naturale delle specie arboree.
Un netto miglioramento è stato osservato nello stato fisico del cervo: diversi maschi maturi presentano la terza punta nella corona del palco e, dopo molti anni, l’ago; lo stato nutritivo appare migliorato ed è aumentato il tasso riproduttivo, con un aumento del numero dei piccoli nati, mentre sembra anticipata l’età della prima riproduzione delle femmine (dai 4-5 ai 3-4 anni).
L'incremento del numero di esemplari provoca per contro il rischio di raggiungere rapidamente il limite di carico di capi per unità di superficie del bosco. Attualmente, infatti, la popolazione ha raggiunto la consistenza stimata di 300 individui. Appare dunque urgente impegnarsi per fornire nuove prospettive di conservazione nel lungo termine a questo nucleo. Tra le possibili soluzioni si prospetta il trasferimento di una quota parte di capi in aree da valutarsi attentamente come idonee.
Si espongono i risultati ottenuti con i monitoraggi della popolazione dal 2004 ad oggi con particolare riguardo ai censimenti (eseguiti con l’ausilio di studenti universitari e liceali, applicazione riuscita di una gestione partecipata) e all’andamento dell’attività di bramito. Si illustrano, altresì, i dati biometrici rilevati su un campione di 153 esemplari di daino (69MM e 84FF) oggetto di prelievo.

Research paper thumbnail of Confronto dell'impatto dei cervidi su diverse tipologie forestali: Primi risultati

La Foresta del Cansiglio (FC) è un’area demaniale di importanza ambientale e conservazionistica, ... more La Foresta del Cansiglio (FC) è un’area demaniale di importanza ambientale e conservazionistica, ma anche forestale, zootecnica e turistica. La presenza del cervo e il conseguente impatto ha creato un contrasto tra diversi stakeholders. Negli ultimi anni sono state applicate misure dissuasive per allontanare gli animali dall’area aperta centrale, spingendo gli animali nei boschi circostanti e aumentandovi presumibilmente l’impatto.
Il tema “impatto” è affrontato da tempo, con tecniche di indagine e approcci al problema diversi tra loro; la stessa definizione del problema è variabile, non essendoci omogeneità nello stabilire quando un impatto diventa danno.
Delle indagini sono state svolte su questo argomento nell’area in questione, applicando e confrontando diversi metodi; si è svolto una approfondita disamina bibliografica, poi pubblicata. Sulla base di tali esperienze si è continuato affrontando il tema anche da un punto di vista forestale. Si è identificata una porzione della FC di 70 ha, ove sono presenti quattro tipologie forestali (Faggeta – Fagg; Pecceta di sostituzione giovane – PSG; pecceta di sostituzione storica – PSS; abieti-piceo-faggeta - APF) e tutte e tre le specie di cervidi italiani (il cervo con una popolazione consistente, monitorata da 20 anni); su di essa sono state effettuate 31 aree di saggio (ads) per una superficie totale di 9734 m2. L’area indagata è sufficientemente grande da permettere l’individuazione di più ads per ogni tipologia forestale, ma abbastanza piccola per poter assumere una presenza omogenea di ungulati su tutta l’area.
Per ogni ads sono state annotate le principali caratteristiche stazionali. L’indagine è stata svolta solo su specie arboree; per ogni pianta arborea presente sono stati effettuati rilievi dendro-auxometrici e degli impatti degli animali, classificati in morsi (distinti in 2 tipologie e 3 classi di severità), fregoni e scortecciamenti alimentari. Con le analisi dei dati raccolti, per ogni tipologia forestale sono stati considerate le percentuali di piante interessate, le categorie di impatto e le specie impattate. Risulta che in tutte le tipologie siano coinvolti almeno il 30% degli individui, con un massimo di 86% in PSG. In generale è stato rilevato un basso impatto sulla corteccia (max 2%), a parte in PSG dove supera il 12%; il dato interessante per questa categoria è che le piante colpite hanno un rapporto h/d medio di 102.
La tipologia PSG è quella che mostra maggiori differenze dalle altre: è l’unica con un impatto sulla corteccia che richieda attenzione, probabilmente per i bassi diametri e la scarsa suberificazione, dovuti alle condizioni di crescita dopo il rimboschimento; nella stessa prevale il morso singolo e specialmente l’abete rosso è il più interessato; nelle altre tipologie prevale il morso ripetuto su latifoglie (quasi esclusivamente faggio).
Sono in corso ulteriori approfondimenti sugli impatti sulle diverse specie e sul rapporto tra gli stessi e i parametri stazionali.

Research paper thumbnail of Aspetti fenologici dell'attività di bramito di Cervus elaphus (Mammalia, Artyodactila) in Italia

In Italia, come noto, la presenza sul territorio del cervo riflette le vicissitudini storiche e r... more In Italia, come noto, la presenza sul territorio del cervo riflette le vicissitudini storiche e recenti della specie. Infatti, sull'arco alpino orientale e centrale sono presenti metapopolazioni derivanti da immigrazione naturale dai paesi contermini (Svizzera, Austria, Slovenia); nel NW delle Alpi italiane e in Appennino i nuclei derivano da rilasci e reintroduzioni effettuate nell'ultimo cinquantennio. In Sardegna sussistono sub-areali storici in espansione numerica e territoriale della sottospecie Cervus e. corsicanus. I cervi presenti nel Gran Bosco della Mesola (FE), sembrano costituire l’ultima popolazione autoctona e relitta presente in Italia.
Le indagini storiche consistono in dati raccolti tramite annotazioni su schede cartacee dell’attività vocale crepuscolare e notturna dei maschi, effettuate da postazioni d’ascolto rappresentative dei campi di brama. In seguito, tale metodo è stato affiancato da registrazioni automatiche dell’attività dagli stessi punti, con lo scopo di validare una nuova metodologia che non richieda la presenza costante di un operatore in campo.
Le osservazioni sistematiche, che dal 2000 vengono condotte nella Foresta del Cansiglio (Prealpi Venete), sono state poi estese all'E.S.U. della Mesola e, in un secondo momento, alla sottospecie sarda presente in Costa Verde.
Dai risultati ottenuti nelle annate 2010 e 2011, si nota come l’andamento stagionale dell’attività di bramito risulti diverso nelle tre aree. Il picco serale di attività per il Cansiglio avviene mediamente tra l’ora prima e l’ora dopo il Tramonto Astronomico (TA), a seconda dei punti di stazione considerati; al G. B. della Mesola si verifica per lo più nella mezz'ora precedente il TA; in Costa Verde avviene da mezz'ora a un’ora e mezza prima a due ore e dieci dopo il TA.
L’attività stagionale, per le Prealpi, inizia nella prima decade di settembre, raggiunge l’apice nei giorni compresi fra la fine di settembre ed i primi di ottobre per declinare, in numero ed intensità, fin oltre il venti ottobre. Il nucleo della Mesola posticipa leggermente l’inizio dell’attività stagionale, con massimi raggiunti entro la fine di settembre, per concludersi entro la metà di ottobre. In Costa Verde l’attività ha inizio verso la metà di agosto, raggiungendo il picco nella prima decade settimana di settembre per esaurirsi nella seconda metà del mese.
I primi risultati dell’applicazione bioacustica sono congrui con quanto rilevato con i metodi tradizionali sopra descritti.
I rilievi condotti nei siti indagati evidenziano un anticipo delle interazioni fra i gruppi sociali di circa un mese da parte del cervo sardo ed un leggero posticipo da parte del nucleo della Mesola, rispetto agli standard a quanto rilevato nell'area prealpina dopo frutto di più di un decennio di osservazioni. Le manifestazioni del cervo della Mesola sono sintoniche con quanto citato in bibliografia, in relazione al fotoperiodo. Diversamente, l’anticipo dell’attività riproduttiva del cervo sardo è interpretabile come necessità alimentare sincronica al periodo dei parti, al fine di volta ad evitare stress trofici stagionali dovuti a carenze pabulari tipiche del periodo estivo, comportamento che come si riscontra anche in per altri mammiferi in ambiente mediterraneo.

Research paper thumbnail of Analisi del bramito del cervo (Cervus elaphus, Linnaeus, 1758) nella Foresta del Cansiglio (Prealpi Venete). Applicazione di metodologie bioacustiche

Le tradizionali attività di censimento del cervo (Cervus elaphus, Linnaeus, 1758) durante la stag... more Le tradizionali attività di censimento del cervo (Cervus elaphus, Linnaeus, 1758) durante la stagione degli amori nella Foresta del Cansiglio, che si susseguono dal 2000, sono state integrate con nuove metodologie bioacustiche.
Si sono utilizzati 4 registratori digitali stereo SongMeter© che permettono di analizzare l’attività vocale dei maschi bramenti per archi temporali superiori a quelli tradizionali, potendo preimpostare la registrazione in orari anche variabili e per più giorni. I files digitali vengono, dunque, analizzati con l’ausilio di softwares dedicati che permettono di visualizzare e misurare in modo sinestetico la struttura acustica dei segnali sonori registrati.
Gli strumenti sono stati impiegati per: 1) sperimentare metodi di monitoraggio alternativi basati sull’utilizzo di un apparecchio digitale che sostituisca validamente l’operatore annullando, de facto, disturbi provocati dalla frequentazione di aree in periodi sensibili per la specie; 2) sviluppare nuove metodologie automatiche per determinare numerosità e posizione topografica dei maschi bramenti.
Infatti, la possibilità di replicare le letture in condizioni ambientali confortevoli porta ad una definizione più precisa dell’attività di bramito per gli archi temporali giornalieri e/o stagionali indagati, nonché analisi e quantificazioni precise di disturbi antropici e naturali che sul sito si possono presentare. Inoltre, la sincronizzazione delle tracce audio permette, con la misura dei ritardi con cui i segnali arrivano ai microfoni, la materializzazione grafica e analitica del soggetto emettitore.
Questo nuovo metodo consente: indagini non invasive per la specie e l’ambiente, sforzo ridotto di campionamento per minor impiego di unità operative, possibilità di analisi più evolute e per periodi temporali lunghi e formazione di banche dati durevoli.
L’impiego di queste strumentazioni e la conseguente adozione di nuove procedure analitiche, come noto, permettono di indagare praticamente in assenza di disturbo taxa dal comportamento elusivo, dimoranti in ambienti difficilmente raggiungibili e vocalmente attivi in momenti giornalieri e/o stagionali poco noti.

Research paper thumbnail of Presenza del cervo (Cervus elaphus, Mammalia, Arctyodactila) sugli spazi aperti della Foresat del Cansiglio: applicazioni sperimentali di metodi dissuasivi

Le indagini sistematiche sulla popolazione libera di cervo della Foresta del Cansiglio, che si su... more Le indagini sistematiche sulla popolazione libera di cervo della Foresta del Cansiglio, che si susseguono dal 2000, definiscono parametri fondamentali sulla bio-ecologia della specie.
L’area demaniale in questione risulta essere un punto di concentrazione stagionale, in virtù delle necessità alimentari e riproduttive di questo cervide. Infatti, la presenza di estesi pascoli e prati-pascoli (circa 400 ha all'interno del complesso boscato) funge da eccezionale polo attrattivo a partire dall'inizio della primavera. Il cervo infatti, durante la stagione vegetativa frequenta nelle ore serali e notturne le aree prative, dove consuma almeno un pasto completo.
La presenza quotidiana di centinaia di esemplari su aree vocate alla zootecnia montana ha portato, nel tempo, a collisione con le attività alpicolturali. Le proteste documentate degli allevatori hanno indotto alla formulazione di un piano di controllo del cervo, approvato dagli organi competenti, che tende a limitarne la presenza e la densità stagionale sulle zone demaniali in questione. La concreta realizzazione del piano trova lenta applicazione anche a causa delle numerose difficoltà amministrative che insistono su un’area di pertinenza di due regioni (di cui una a statuto autonomo), tre province e cinque riserve alpine di caccia.
Nel corso del 2011 gran parte delle aree aperte sono state interessate dall'erezione di numerose chiudende fino a sei ordini di filo, elettrificate, che hanno fisicamente impedito l’accesso dei cervi a pascoli e prati-pascoli. Inoltre, da marzo ad agosto dello stesso anno, sono stati effettuati 61 interventi di dissuasione con sparo di dardi rumorosi che associano un potente fragore al bagliore dell’esplosione.
Per ogni macroarea storica ispezionata continuativamente con indagini standardizzate con l'uso di faro alogeno, si illustrano i dati di frequentazione delle aree aperte da parte del cervo per gli anni 2010 e 2011 evidenziando, col progredire della stagione vegetativa, le differenze di presenza degli animali e di sforzo dissuasivo applicato.

Research paper thumbnail of Cattura e marcaggio individuale di piccoli di cervo (Cervus elaphus Linnaeus, 1758) in Cornesega (Cansiglio - Prealpi Venete)

Since 1996 observations and studies about auto- and demo-ecology of the free-ranging red deer (Ce... more Since 1996 observations and studies about auto- and demo-ecology of the free-ranging red deer (Cervus elaphus Linnaeus, 1758) population are driven in the Cansiglio Forest (FC). In particular, thanks to the night spot-light monitoring, the area of Cornesega has shown to be a good place for births and offspring resting. The main efforts in order to capture calves have been focused on this area.
From 2001 to 2006, between May and June, silent-beating census are driven to localize hiding calves. In 2007 a capture program started, following two techniques: one based on a diurnal search with silent beating along the entire valley and one based on a night search with the spotlight.
Both techniques follows the same steps: at first individuation of the animal and capture with a net. Once the calf is immobilized, on a field-board are noted down the mark number, sex, the status evaluation of the umbilical cord, and also macro and micro habitat features of the capture site, associated to the infomation about the behaviour of the animal during the capture. The data about the 12 calves marked until now are the first for the FC.
The adopted methodologies are thought to be appliable in the whole area and to be few invasive for the deer. Specific projects will increase the number of captured animals and will provide further data useful for the ecological study of the species.

Research paper thumbnail of Aspetti auto e demoecologici della popolazione libera di cervo (Cervus elaphus Linnaeus, 1758) in Cornesega (Cansiglio, Prealpi Venete): esempi dei diversi monitoraggi adottati (1996-2009).

Nella Foresta del Cansiglio (FC), è dal 1996 che vengono condotte osservazioni e monitoraggi stan... more Nella Foresta del Cansiglio (FC), è dal 1996 che vengono condotte osservazioni e monitoraggi standardizzati utili ad una definizione auto e demoecologica della popolazione libera di cervo (Cervus elaphus Linneaus, 1758).
L’area della Cornesega (circa 200 ettari) è una conca carsica (“uvala”) situata nella parte centro-orientale della FC con un unico accesso stradale riservato ai mezzi di servizio. La parte centrale è costituita da una superficie prato-pascoliva circondata da rimboschimenti e peccete secondarie a vari stadi di sviluppo.
In quest’area, dal 1996 e con rilievi coordinati con altre stazioni d’ascolto nella FC, si svolgono indagini sull’andamento stagionale del bramito del cervo, evidenziandone fenologia e momenti di massima attività. Per lo studio del bramito, dal 2001, si applicano anche metodologie bioacustiche.
Dal 2000, ad eccezione del periodo di innevamento totale, per determinare struttura e composizione dei gruppi di animali al pascolo, sono condotti monitoraggi notturni con faro alogeno.
Negli anni 2004, 2005 e 2009 si sono state effettuate osservazioni al crepuscolo sugli orari di comparsa degli ungulati nelle aree aperte e l’utilizzo delle stesse. Rilievi floristici ne hanno definito gli aspetti vegetazionali e relativi all’appetibilità, con determinazione delle quantità di fitomassa offerta, consumata e rifiutata dagli animali (selvatici e domestici quando presenti).
Dal 2000 al 2004 sono stati effettuati censimenti in battuta utili a definire presenza e numerosità delle specie di ungulati presenti nell’area.
Nel 2005 e 2006, durante il periodo delle nascite, si sono condotte battute silenti per rilevare la presenza di piccoli a terra; dal 2007 si procede alla cattura e al marcaggio auricolare dei cerbiatti sia con ricerche notturne con faro alogeno, sia diurne con battute silenti.
Di ogni attività si illustrano i risultati salienti.

Research paper thumbnail of Sound localization of red deer roaring stags: developing of a bioacoustic methodology

Red deer (Cervus elaphus L., 1758) is a historical presence in the Cansiglio Forest. Since the di... more Red deer (Cervus elaphus L., 1758) is a historical presence in the Cansiglio Forest. Since the discover of a rut area in Valmenera the population have been continuously monitored. Moreover, since 2000 the production of technologies for digital sound recording opened the way to the development of new methodologies for roaring censuses. In this context our work takes place: the development of a methodology of sound-localization (triangulation) of red deer roaring stags.
The methodology is based on the possibility to measure the delay occurred to the same sound to arrive to three different recorders; then time delays an be transformed into linear distances, allowing to compute the position of the sound-source.
Key point in the definition of the study area is that all the three recorders must clearly record the same sound; we chose an area 8 Ha wide located in Valmenera.
To test the reliability of the developed methodology we carried out a test with conventional signal. We identified 21 points inside and near the study area, at different distances; from each point we emitted at list 30 whistles, successively localized according to the procedure. The distance of each whistles from the emitting point ha been measured. Then for each cloud of point we computed the distances mean value and the standard deviation; those parameters can be considered as indicators of accuracy and precision, respectively. For both parameters the test gave good results not only inside, but also in close neighboring of the area initially identified.
Then we applied the methodology to red deer roaring stags, during the rutting season 2010. During a five hours recording we have been able to localize 280 optimal vocalizations.
In addition we analyzed the different type of calls (harsh and common roars, barks and chase barks) to identify the most recurrent elements useful in the delay measurement: barks show several advantages in respect to other vocalizations.
Further studies and the integration with other methodologies would give the possibility to carry out very precise censuses with few personnel and very limited disturbances.