Alessandro Sacchi - Academia.edu (original) (raw)
Books by Alessandro Sacchi
Milano - Paoline Editoriale Libri, 1998
Come per la comunità di Corinto duemila anni fa, anche oggi per le comunità dei credenti si ripro... more Come per la comunità di Corinto duemila anni fa, anche oggi per le comunità dei credenti si ripropongono gli stessi interrogativi: come incarnare il Vangelo oggi? In questa opera metto a fuoco i problemi e le difficoltà con cui si è scontrata la comunità di Corinto nel tentativo di incarnare nella cultura greca, allora dominante, il messaggio evangelico elaborato nel mondo biblico-giudaico. L'intento di questa riflessione critica è soprattutto quello di far comprendere come l’inculturazione del Vangelo abbia avuto luogo già nei i primi decenni della Chiesa primitiva e indicare al tempo stesso un metodo per incarnare il cristianesimo nelle culture di oggi, senza perdere nulla del suo contenuto originario.
Roma Città Nuova, 2000
La Lettera ai Romani è lo scritto più importante dell' epistolario Paolino e dell'intera letterat... more La Lettera ai Romani è lo scritto più importante dell' epistolario Paolino e dell'intera letteratura cristiana primitiva. In essa, chiamata anche il "Vangelo di Paolo", l'Apostolo condensa i frutti di una lunga e feconda attività missionaria, durante la quale ha dovuto scontrarsi con altri cristiani orientati su posizioni teologiche diverse. In essa egli ha messo il dito sui punti nevralgici del messaggio cristiano. Lo scritto indirizzato ai cristiani di Roma si propone di rileggere la storia della salvezza in funzione dell'opera salvifica di Cristo, delineando gli aspetti essenziali della fede e aprendo un discorso teologico ampio e sistematico. Questo commento ha lo scopo di introdurre a una prima lettura di questo scritto, mostrando come per mezzo suo il lettore moderno possa riscoprire la figura di Gesù, e trovare per mezzo suo un senso per la propria vita.
Paoline Editoriale Libri, 2009
Il volume è la continuazione dei due precedenti: La Bibbia. Un percorso di liberazione, nei quali... more Il volume è la continuazione dei due precedenti: La Bibbia. Un percorso di liberazione, nei quali si sono trattati rispettivamente i libri storici e quelli profetici e sapienziali. Esso si prefigge lo scopo di introdurre i lettori a una lettura ragionata dei testi principali del Nuovo Testamento: Vangeli, Atti degli apostoli, Epistolario e Apocalisse. Da questa ampia carrellata si delinea con chiarezza la figura umana di Gesù di Nazaret, con il suo progetto religioso e umano che ha perseguito fino alla sua morte e alla successiva risurrezione. Intorno a lui si muovono i discepoli, spesso ignari delle intenzioni del Maestro, ma pronti a raccogliere la sua eredità e ad annunziarla in tutto il mondo. Fra di loro si staglia la figura di Paolo, il quale attraverso innumerevoli prove, difficoltà e incomprensioni ha diffuso il vangelo fino a Roma, la capitale dell’impero. Anche questo volume è concepito come uno strumento didattico rivolto soprattutto a educatori, genitori, insegnanti e catechisti, i quali vogliono introdurre i giovani allo studio e all’interpretazione della Bibbia.
Paoline Editoriale Libri, 2008
Il volume è il secondo della trilogia: “La Bibbia. Un percorso di liberazione". Esso contiene una... more Il volume è il secondo della trilogia: “La Bibbia. Un percorso di liberazione". Esso contiene una presentazione sintetica della seconda e della terza parte del Primo Testamento, cioè dei libri sapienziali e profetici. Anche questo volume, come il precedente, si prefigge lo scopo non solo di accompagnare i lettori nella lettura della Bibbia, ma anche di aiutarli a scoprire il suo contributo originale come guida per raggiungere una vera liberazione all’interno di un cammino personale e comunitario. Esso è concepito come uno strumento didattico soprattutto per educatori, genitori, insegnanti e catechisti, i quali vogliono introdurre i loro allievi nello sudio e nell’interpretazione della Bibbia.
Paoline Editoriale Libri, 2007
Il volume è il primo di una trilogia che si prefigge lo scopo di introdurre a una lettura attenta... more Il volume è il primo di una trilogia che si prefigge lo scopo di introdurre a una lettura attenta e critica della Bibbia, di situare cioè, da un lato, i singoli testi e le raccolte in cui sono inseriti nel loro contesto culturale e storico, e dall'altro di identificarne il genere letterario e il messaggio religioso. In questo primo volume si affronta l'importante settore del Pentateuco e dei libri storici, nei quali viene delineata l'origine di Israele e la sua particolare esperienza di liberazione. L'educatore - sia egli genitore, insegnante di religione, operatore pastorale, catechista - come pure il giovane o il giovanissimo, a seconda dell'età e della preparazione, trovano in quest'opera un ricco materiale informativo organizzato in modo tale da rendere possibile diversi livelli di comunicazione e di apprendimento. La scelta di corredare il libro con illustrazioni ricavate dal Sud del mondo, che a prima vista può apparire provocatoria, ha lo scopo di suggerire una nuova prospettiva secondo cui è necessario leggere la Bibbia oggi, in un mondo nel quale i diversi contesti culturali e di vita interagiscono in modo sempre più stretto e inestricabile.
Elle Di Ci - Leumann (Torino), 1996
Opera in collaborazione con alcuni dei migliori esegeti italiani, il cui scopo è quello di introd... more Opera in collaborazione con alcuni dei migliori esegeti italiani, il cui scopo è quello di introdurre lo studente di Teologia o di Storia del cristianesimo allo studio dell'epistolario del Nuovo Testamento. Sono escluse le lettere giovannee che sono trattate nel vol. 7° della stessa collana.
San Paolo, Cinisello Balsamo, 1999
Lo studio della Bibbia richiede la conoscenza di numerose nozioni che non sempre è possibile rica... more Lo studio della Bibbia richiede la conoscenza di numerose nozioni che non sempre è possibile ricavare direttamente dal testo. Soprattutto è necessario riflettere sul significato che essa ha avuto nella vita di coloro che l'hanno composto: solo così sarà possibile situarsi in modo corretto di fronte ad esso e cogliere il messaggio che intende rivolgere all'uomo di oggi. In questi appunti richiameremo anzitutto alla mente alcune idee circa lo sfondo storico-culturale della Bibbia: la storia dei tempi biblici (cap. I), la formazione del canone (cap. II), le lingue della Bibbia (cap. III), la trasmissione del testo (cap. IV). Questo lavoro ci aiuterà soprattutto a prendere coscienza, in modo più sistematico e riflesso, che la Bibbia è veramente "parola dell'uomo", cioè di uomini vissuti in luoghi e in epoche diversi da quelli dei moderni lettori. Dopo aver esaminato i problemi riguardanti la Bibbia come libro scritto da uomini di epoche lontane, metteremo a fuoco il significato che essa assume in quanto libro sacro dell'ebraismo e del c ristianesimo (c ap. V e VI). Si comprenderà così più in profondità che cosa si vuol dire quando si afferma che per il credente la Bibbia è "parola di Dio". La distanza storico-culturale tra i primi destinatari della Bibbia e i lettori di oggi pone infine numerosi interrogativi circa la sua capacità di trasmettere un messaggio valido e
Queriniana, Brescia, 2001
The Christian movement sprang from the preaching of Jesus of Nazareth, who reworked the religious... more The Christian movement sprang from the preaching of Jesus of Nazareth, who reworked the religious experience of Israel and made it, through his death and resurrection, a "gospel" addressed to all, Jews and Gentiles. Unfortunately, Christian Judaism entered into a collision with the other Judaism which, after the fall of Jerusalem (70 AD), reorganized itself around the teaching of the rabbis, thus losing vital contact with its Jewish matrix. Today there is a widespread belief that only a rereading of Christianity in the light of its Jewish matrix can restore its originality. Starting from this hypothesis, the author intends to put the reader in direct contact with the teaching of Jesus and his first disciples, as it is configured in its Jewish environment, without going into its subsequent developments. From this research emerges an original vision of Christianity, open to the Jewish world, to the followers of other religions and to every man or woman of good will.
Il cristianesimo è scaturito dalla predicazione Gesù di Nazaret, il quale ha rielaborato l’esperienza religiosa di Israele e ne ha fatto, mediante la sua morte e risurrezione, un «vangelo» rivolto a tutti, giudei e gentili. Malauguratamente il giudaismo cristiano è entrato in rotta di collisione con l’altro giudaismo che, dopo la caduta di Gerusalemme (70 d.C.), si è riorganizzato intorno all’insegnamento dei rabbini, perdendo così il contatto vitale con la sua matrice giudaica. Oggi è diffusa la convinzione che solo una rilettura del cristianesimo alla luce della sua matrice giudaica potrà ridargli la sua carica originaria. Partendo da questa ipotesi l’autore intende mettere il lettore a contatto diretto con l’insegnamento di Gesù e dei suoi primi discepoli, così come si è configurato nel suo ambiente giudaico, senza entrare nel merito dei suoi sviluppi successivi. Da questa ricerca emerge una visione originale del cristianesimo, aperta al mondo ebraico, ai seguaci di altre religioni e a ogni uomo o donna di buona volontà.
Youcanprint, 2012
The Paul of the Pauline correspondence is not exactly the historical figure who bears this name, ... more The Paul of the Pauline correspondence is not exactly the historical figure who bears this name, but rather the one reconstructed at the end of the first century AD from a stream of thought called the "Pauline school", in which the collection and elaboration of his writings was made, with the addition of glosses and new letters. To rediscover the true Paul it is necessary to take into consideration only the seven letters that are certainly authentic (1Thessalonians, 1-2Corinthians, Philippians, Philemon, Galatians and Romans), freeing them from the later additions that sometimes distort the thought.
This is the aim of this volume. In it, for each of the certainly authentic letters, an exhaustive introduction and presentation of the content is given with particular attention to the most important texts and to the Apostle's thought. From this study, the richness and originality of Paul's message as well as its relevance appear in a surprising way.
Il Paolo dell’epistolario paolino non è esattamente il personaggio storico che porta questo nome, ma piuttosto quello ricostruito alla fine del I secolo d.C. da una corrente di pensiero chiamata «scuola paolina», nel cui ambito è stata fatta la raccolta e l’elaborazione dei suoi scritti, con l’aggiunta di glosse e di nuove lettere. Per riscoprire il vero Paolo è necessario prendere in considerazione soltanto le sette lettere sicuramente autentiche (1Tessalonicesi, 1-2Corinzi, Filippesi, Filemone, Galati e Romani), liberandole per di più da quelle aggiunte posteriori che a volte ne travisano il pensiero.
È questo il lavoro che viene affrontato nel presente volume. In esso per ciascuna delle lettere sicuramente autentiche viene data un’esauriente introduzione e una presentazione del contenuto, con particolare attenzione ai testi più importanti e al pensiero dell’Apostolo. Da questo studio appare in modo sorprendente la ricchezza e l’originalità del messaggio di Paolo nonché la sua attualità.
A. Sacchi, Alle origini della missione. Atti degli apostoli, Youcanprint, 2014
In the past, the story told by Luke in the Acts of the Apostles was read as a substantially faith... more In the past, the story told by Luke in the Acts of the Apostles was read as a substantially faithful reconstruction of Christian origins, made by an author who was largely an eyewitness to the events narrated. In modern times, however, it has become increasingly clear that the author approaches the narrative of the beginnings of the Christian movement more with the aim of responding to the problems and questions of his time than to accurately reconstruct past events.
A critical reading of the text is therefore necessary, which leads to discerning the historically reliable events from the reconstruction made by the author. From this reading, which is the main purpose of this volume, it appears that Christianity contains, in addition to a profound religious sense, a strong social and political contestation, much more than Luke suggests.
In passato la vicenda raccontata da Luca negli Atti degli Apostoli è stata letta come una ricostruzione sostanzialmente fedele delle origini cristiane, fatta da un autore che era stato in gran parte testimone oculare degli eventi narrati. Nei tempi moderni invece è apparso sempre più chiaro che l’autore affronta la narrazione degli inizi del movimento cristiano più con lo scopo di rispondere ai problemi e agli interrogativi della sua epoca che non di ricostruire con esattezza gli eventi passati.
Si rende dunque necessaria una lettura critica del testo, che porti a discernere gli eventi storicamente attendibili dalla ricostruzione che ne ha fatto l’autore. Da questa lettura, che è lo scopo principale del presente volume, appare come il cristianesimo contenga, molto più di quanto Luca lasci immaginare, oltre che un profondo senso religioso, una forte contestazione sociale e politica.
Youcanprint, 2014
The Gospel of Jesus was preached from the beginning to those who are "far off", that is, to peopl... more The Gospel of Jesus was preached from the beginning to those who are "far off", that is, to people who largely did not understand the culture, images and religious symbols of the Jewish world, to which both Jesus and his disciples belonged. To help them overcome this obstacle, Mark wrote his gospel in such a way that, beyond cultural barriers, they too would be able to understand him and feel him as being addressed to themselves. This volume intends to show how his attempt is still valid today to ensure that Jesus' message becomes accessible even to those who feel extraneous to the cultural world for which it was originally formulated.
Il vangelo di Gesù è stato predicato fin dall'inizio ai «lontani», cioè a persone che in gran parte non capivano la cultura, le immagini e i simboli religiosi propri del mondo giudaico, a cui appartenevano sia Gesù che i suoi discepoli. Per aiutarle a superare questo ostacolo, Marco ha scritto il suo vangelo in modo tale che, al di là delle barriere culturali, anch'essi fossero in grado di comprenderlo e di sentirlo come rivolto a se stessi. Il presente volume intende mostrare come il suo tentativo sia valido ancora oggi per far sì che il messaggio di Gesù diventi accessibile anche a coloro che si sentono estranei al mondo culturale in funzione del quale è stato originariamente formulato.
Paoline Editoriale Libri, 2008
The possibility of salvation for those who have not yet received the announcement of the Gospel o... more The possibility of salvation for those who have not yet received the announcement of the Gospel or have rejected it because they have not been able to grasp in it an answer to their rational and spiritual needs, is attested in different parts of the Bible and is expressly recognized by the magisterium of Church. It is common opinion, however, that Paul did not accept this conception since he states that before and outside of Christ humanity is under the power of sin. According to the opinion of many scholars, this belief is not attested even in Romans 2.14-16. 26-29, where Paul speaks of Gentiles who, while not having the law, practice what it prescribes. In this research we want to show that, while affirming that before Christ all have sinned, Paul recognizes in this text that at least some of them, few or many, have shown, through an honest life, that they have obtained the gift of the Spirit .
La possibilità di salvezza per coloro che non hanno ancora ricevuto l’annunzio del vangelo o lo hanno rifiutato perché non vi hanno saputo cogliere una risposta alle loro profonde esigenze razionali e spirituali, è attestata in diverse parti della Bibbia ed è riconosciuta espressamente dal magistero della Chiesa. È opinione comune però che Paolo non abbia fatto propria questa concezione in quanto afferma che prima e fuori di Cristo l'umanità è sotto il dominio del peccato. Secondo il parere di molti studiosi, tale convinzione non è attestata neppure in Rm 2,14-16. 26-29, dove Paolo parla di gentili che, pur non avendo la legge, praticano ciò che essa prescrive. Nella presente ricerca si vuole dimostrare che, pur affermando che prima di Cristo tutti hanno peccato, Paolo riconosce in questo testo che almeno alcuni di essi, pochi o tanti che siano, hanno dimostrato, mediante una vita onesta, di avere ottenuto il dono dello Spirito.
Youcanprint, 2016
A church of which only the facade remains. What happened to the Cathedral of St. Paul in Macao sy... more A church of which only the facade remains. What happened to the Cathedral of St. Paul in Macao symbolically represents what, according to many of our contemporaries, is the situation of the Catholic Church: a beautiful facade, a symbol of ancient splendour, but without a credible message for the current world. But is it really so? Behind the facade is there a void or a message that no longer accepts being closed between the narrow confines of a building? To answer this question it is necessary to go back to the turning point that the Christian movement underwent at the end of the first century A.D., when some letters of the New Testament were written, in which Christianity took the form that later was called "Catholicism". Today it is necessary to become aware of this turning point in which we live, in order to go beyond these documents and to rediscover the "good news" of Jesus.
Una chiesa di cui è rimasta solo la facciata. Quanto è capitato alla cattedrale di San Paolo a Macao rappresenta simbolicamente quella che, secondo molti dei nostri contemporanei, è la situazione della Chiesa cattolica di oggi: una bella facciata, simbolo di antichi splendori, meta di turismo religioso, senza però un messaggio credibile per il mondo attuale. Ma è proprio così? Dietro la facciata c’è il vuoto o un messaggio che non accetta più di essere chiuso tra gli angusti confini di un edificio? Per rispondere a questa domanda è necessario riandare alla svolta che il movimento cristiano ha avuto alla fine del primo secolo. Essa è attestata da alcune lettere del Nuovo Testamento in cui appare per la prima volta quella forma di cristianesimo che ha preso il nome di «cattolicesimo». Oggi è necessario prendere coscienza di questa svolta per poter risalire all’indietro rispetto a questi documenti e riscoprire la «buona notizia» di Gesù, di cui il mondo contemporaneo ha ancora un estremo bisogno.
Youcanprint, 2016
Is God really merciful? How can a merciful God, who at the same time is omnipotent, assist indiff... more Is God really merciful? How can a merciful God, who at the same time is omnipotent, assist indifferently to so many disasters that most often strike innocent people? Moreover, how can this God have allowed, over the centuries, that people belonging to the most disparate religions perform so many abuses, violence and wars in his name? In the biblical tradition, alongside touching expressions of merciful love on the part of God towards Israel, we come across the traits of a jealous and vindictive God, who severely punishes not only the enemy nations but also his people. Jesus of Nazareth, inspired by the wisdom tradition, took on this theme an alternative position, presenting God as a father who welcomes man as he is, with all his limitations, and heals him from his ills. But soon the Christians took over, attributing to Jesus himself some problematic features of the God of Israel. Today's vision of the world indicates new ways to confront the enigma of God's mercy.
Dio è veramente misericordioso? Come può un Dio misericordioso, che al tempo stesso è onnipotente, assistere indifferente a tante sciagure che colpiscono il più delle volte persone innocenti? Inoltre, come può questo Dio aver permesso che, lungo i secoli, persone appartenenti alle religioni più disparate compissero in nome suo tanti soprusi, violenze e guerre?
Nella tradizione biblica, accanto a espressioni toccanti di amore misericordioso da parte di Dio verso Israele, non è difficile imbattersi nei tratti di un Dio geloso e vendicativo, che non perdona se non dopo aver punito severamente non solo le nazioni nemiche ma anche il suo popolo.
Gesù di Nazaret, ispirandosi alla tradizione sapienziale, ha assunto su questo tema una posizione alternativa, presentando Dio come un padre che accoglie ogni uomo con tutti i suoi limiti e lo guarisce dai suoi mali. Ma ben presto i cristiani hanno ripreso, attribuendole allo stesso Gesù, alcune caratteristiche problematiche del Dio di Israele.
Oggi la visione evoluzionistica del mondo indica vie nuove per confrontarsi con l’enigma della misericordia di Dio.
Youcanprint, 2018
The stories that inspire the Christian Christmas have as their theme the miraculous interventions... more The stories that inspire the Christian Christmas have as their theme the miraculous interventions of God that gave rise to the birth of the Messiah from a virgin. The events reported in them, interpreted as "facts" to be accepted as such without discussion, gave rise to many difficulties for our contemporaries and are those that most directly undermine their faith and cause the abandonment of the Church. Many people in fact prefer to belong to their culture and their time rather than return to a childish world, interwoven with fables and myths. It is therefore necessary to tackle a critical reading of these texts, trying to grasp the message contained in them, separating it from what is part of the communication medium that their authors adopted. Only in this way it will be possible to express Christianity in a new way that is understandable to those who want to keep their faith without being forced to abandon the culture in which they live.
I racconti ai quali si ispira il Natale cristiano hanno come tema gli interventi miracolosi di Dio che hanno dato origine alla nascita del Messia da una vergine. Gli eventi in essi riportati, interpretati come «fatti» da accettare in quanto tali senza discussione, suscitano molte difficoltà ai nostri contemporanei e sono tra quelli che più direttamente mettono in crisi la loro fede e causano l'abbandono della Chiesa. Molti infatti preferiscono appartenere alla loro cultura e al loro tempo piuttosto che ritornare a un mondo infantile, intessuto di favole e di miti.
È quindi necessario affrontare una lettura critica di questi testi, cercando di cogliere il messaggio in essi contenuto, separandolo da quanto fa parte del mezzo comunicativo che i loro autori hanno adottato. Solo così sarà possibile esprimere la fede in Gesù secondo modalità nuove, che siano comprensibili a coloro che vogliono mantenere la loro fede senza essere costretti ad abbandonare la cultura in cui vivono.
Youcanprint, 2017
The patriarchs are not historical figures, in the sense that we give to this term today. However,... more The patriarchs are not historical figures, in the sense that we give to this term today. However, the stories which regard them have profoundly influenced the history of the Jewish people. After the exile the Jews re-read the ancient traditions that concern the patriarchs in order to make them express the meaning of the religion, as they had reformulated it when they were in Mesopotamia. In the religious experience of their forefathers the Jews discovered the origin of the election of Israel and their own right to possess the land of Canaan. But at the same time, in the events of those distant ancestors, they grasped the need for an austere faith, which puts God first and demands a life that conforms to his will. What makes interesting even today the study of the patriarchal stories also consists in the fact that the followers of the three great "abrahamic religions" (Judaism, Christianity and Islam) consider their protagonists as their own fathers in faith. By starting from these texts, there is the possibility for the followers of these religions to engage a tight dialogue among themselves and with the modern culture.
I patriarchi non sono figure storiche, nel senso che assume oggi questo termine. Essi però hanno influenzato profondamente la storia del popolo ebraico. Le antiche tradizioni che li riguardavano sono state rilette dopo l'esilio in modo da far loro esprimere il senso profondo della religione israelitica, come l'avevano riformulata i giudei deportati in Mesopotamia. Essi vi hanno ritrovato le origini dell'al-leanza tra YHWH e Israele, nonché dell'elezione del popolo e del suo diritto al possesso della terra di Canaan. Ma al tempo stesso nelle vicende di quei lontani progenitori hanno colto l'esigenza di una fede austera, che mette Dio al primo posto ed esige una vita conforme alla sua volontà.
Ciò che rende interessante ancora oggi lo studio dei rac-conti patriarcali consiste anche nel fatto che i loro protagonisti sono considerati come padri nella fede dai seguaci di tre grandi religioni che per questo sono dette «abramitiche»: ebraismo, cristianesimo e islam. Si prospetta dunque, a partire da questi testi, la possibilità di un serrato dialogo interreligioso che permetta di cogliere l'insegna-mento specifico di ciascuna di esse in rapporto con le altre e con la cultura moderna ormai incalzante in tutto il globo.
Youcanprint, 2015
According to various NT texts, Jesus freed us from sin because on the cross he offered himself as... more According to various NT texts, Jesus freed us from sin because on the cross he offered himself as a sacrifice to God. But in what sense was the sacrificial metaphor applied to his death? According to Anselm of Aosta, dying on the cross, Jesus would have suffered the punishment due to sinners, thus satisfying once and for all the demands of God's justice and reconciling humanity with him.
This theory, called "vicarious atonement", has become for centuries the official explanation of the death of Jesus. However, it has long revealed its weak sides. On the one hand, it does not respond to the idea of sacrifice of the Old and New Testament and, on the other, it reduces the death of the Messiah to a mythological fact, that is, to pay a debt contracted by all humanity in the person of his distant progenitor.
In this study I try to demonstrate how Anselm's explanation is the result of a misunderstanding and should be put aside if we want to understand in what sense the death of Jesus still today involves a message of salvation valid not only for Christians but for the whole 'humanity.
Secondo diversi testi del NT Gesù ci ha liberato dal peccato perché sulla croce ha offerto se stesso in sacrificio a Dio. Ma in che senso la metafora sacrificale è stata applicata alla sua morte? Secondo Anselmo d’Aosta, morendo sulla croce Gesù avrebbe scontato la pena dovuta ai peccatori, soddisfacendo così una volta per tutte le esigenze della giustizia di Dio e riconciliando l’umanità con lui.
Questa teoria, chiamata «espiazione vicaria», è diventata per secoli la spiegazione ufficiale della morte di Gesù. Essa però ha rivelato da tempo i suoi lati deboli. Da una parte non risponde all’idea di sacrificio dell’Antico e del Nuovo Testamento e, dall’altra, riduce la morte del Messia a un fatto mitologico, al pagamento cioè di un debito contratto da tutta l’umanità nella persona del suo lontano progenitore.
In questo studio cerco di dimostrare come la spiegazione di Anselmo sia frutto di un malinteso e debba essere messa da parte se si vuole comprendere in che senso la morte di Gesù comporti ancora oggi un messaggio di salvezza valido non solo per i cristiani ma per tutta l’umanità.
Youcanprint, 2012
Israel tells its history. But who is the Israel that tells? And what history does it tell? Who wr... more Israel tells its history. But who is the Israel that tells? And what history does it tell? Who wrote the history of Israel is a group of Jews deported to Babylon and returned to Judea after a few decades spent in exile. They have conceived of a vast historiographical project that starts from the creation of the world until their return from the exile into the land of their fathers. To this end they have collected myths, stories, laws, rituals, customs, religious conceptions of the past, giving this enormous material a new form that responds to their religious views. Their purpose was not to accurately remember the past of their people, but to affirm and base their religious ideas, their hopes and ultimately their ethnic-religious identity. This volume aims at presenting the results of this work. Its novelty consists in the fact that the most recent historical books are introduced immediately at the beginning, in order to reconstruct the cultural background on which the Pentateuch and the Historical Books saw the light. The volume is accompanied by a glossary concerning the Jewish world, chronological tables, maps, bibliography a thematic and a liturgical index.
Israele racconta la sua storia. Ma chi è l’Israele che racconta? E quale storia racconta? Chi ha scritto la storia di Israele è un gruppo di giudei deportati in Babilonia e rientrati in Giudea dopo alcuni decenni trascorsi in esilio. Essi hanno concepito un vasto progetto storiografico che parte dalla creazione del mondo fino al loro ritorno dall'esilio nella terra dei padri. A tal fine essi hanno raccolto miti, racconti, leggi, riti, costumi, concezioni religiose del passato, dando a questo enorme materiale una nuova forma nuova che rispondesse alla loro visione religiosa. Il loro scopo era quello non di ricordare con precisione il passato del loro popolo, ma di affermare e fondare le loro idee religiose, le loro speranze e in ultima analisi la loro identità etnico-religiosa. Questo volume ha lo scopo di presentare il risultato di questo lavoro. La sua novità consiste nel fatto che si presentano subito all'inizio i libri storici più recenti, in modo da ricostruire lo sfondo culturale su cui hanno visto la luce il Pentateuco e i libri storici. Il volume è corredato di un glossario riguardante il mondo giudaico, di tavole cronologiche, cartine, bibliografia e di un indice tematico e liturgico.
Youcanprint, 2013
«Non so se ad Amilcare questo lavoro sarebbe piaciuto: di Dio, mi ricordava sempre, non si può pa... more «Non so se ad Amilcare questo lavoro sarebbe piaciuto: di Dio, mi ricordava sempre, non si può parlare in modo sistematico, pena l’idolatria». Con queste parole Elda inizia l’ultimo capitolo di questo libro piccolo ma prezioso, in cui è raccolta una sintesi del pensiero di Amilcare Giudici, ricavata direttamente dai testi che ci ha lasciato. Sono molto riconoscente a Elda per non essersi lasciata condizionare da quel dubbio. Le opere di Amilcare, no-nostante siano raccolte nel sito a lui dedicato, non sono facilmen-te accessibili al lettore ordinario. Perciò il poter avere una guida per conoscere gli elementi essenziali del suo percorso umano e teologico è di grande utilità non solo per quelli che gli sono stati vicino ma anche per quanti stanno facendo una sincera ricerca di Dio, senza per questo volersi separare dal mondo in cui vivono.
Papers by Alessandro Sacchi
A. Pitta-G. Di Palma, La parola di Dio non è incatenata (2Tm 2,9). Miscellanea in onore di Cesare Marcheselli-Casale nel suo 70° compleanno, Dehoniane, Bologna 2012 pp. 217-233, 2012
From the little information contained both in the Acts of the Apostles and in Paul's authentic le... more From the little information contained both in the Acts of the Apostles and in Paul's authentic letters, read against the background of the bitter polemic that he led against the Judaizing Christians, it was imagined that the reason for his persecution of the nascent Christian movement was precisely the fact that this had abandoned the practice of the Mosaic law. This hypothesis is corroborated by the assumption that Stephen's group, with whom Paul had come into contact, differed from that of the apostles of Jerusalem precisely in that they had assumed a critical position towards the law and the temple. For this Stephen would have been killed and the others would have been forced to flee from Jerusalem.
However, this position does not stand up to a critical study of the texts, which instead show that the persecution of nascent Christianity was due to the strong apocalyptic thrust that pervaded it. The announcement according to which Jesus, killed as a rebel by the Romans, would soon return to establish the kingdom of God, was a subversive message, such as to galvanize the crowds of Palestine and to find strong support among the Jews and the God-fearing of the diaspora . But at the same time it aroused strong apprehensions in the Jewish and Roman authorities, who cared above all about public order. It is therefore understandable that both have tried to nip the new movement in the bud. As a convinced Pharisee, Paul had taken these apprehensions on his own and had taken action to limit the damage that Christianity could do to the Jewish nation.
Dalle poche informazioni contenute sia negli Atti degli apostoli che nelle lettere autentiche di Paolo, lette sullo sfondo dell’aspra polemica che questi ha condotto contro i cristiani giudaizzanti, si è immaginato che il motivo della sua persecuzione nei confronti del nascente movimento cristiano fosse proprio il fatto che questo aveva abbandonato la pratica della legge mosaica. Questa ipotesi è corroborata dalla supposizione che il gruppo di Stefano, con il quale Paolo era venuto a contatto, si fosse differenziato da quello degli apostoli di Gerusalemme proprio in quanto aveva assunto una posizione critica nei confronti della legge e del tempio. Per questo Stefano sarebbe stato ucciso e gli altri sarebbero stati costretti a fuggire da Gerusalemme.
Questa posizione però non regge a uno studio critico dei testi, dai quali risulta invece che la persecuzione nei confronti del cristianesimo nascente era dovuta alla forte spinta apocalittica che lo pervadeva. L’annunzio secondo cui Gesù, ucciso come ribelle dai romani, sarebbe presto ritornato per instaurare il regno di Dio, era un messaggio sovversivo, tale da galvanizzare le folle della Palestina e da trovare un forte appoggio fra i giudei e i timorati di Dio della diaspora. Ma al tempo stesso suscitava forti apprensioni nelle autorità giudaiche e in quelle romane, a cui stava a cuore soprattutto l’ordine pubblico. È comprensibile perciò che sia le une che le altre abbiano cercato di stroncare sul nascere il nuovo movimento. In quanto fariseo convinto, Paolo aveva fatto proprie queste apprensioni ed era passato all’azione per circoscrivere i danni che il cristianesimo avrebbe potuto arrecare alla nazione giudaica.
Milano - Paoline Editoriale Libri, 1998
Come per la comunità di Corinto duemila anni fa, anche oggi per le comunità dei credenti si ripro... more Come per la comunità di Corinto duemila anni fa, anche oggi per le comunità dei credenti si ripropongono gli stessi interrogativi: come incarnare il Vangelo oggi? In questa opera metto a fuoco i problemi e le difficoltà con cui si è scontrata la comunità di Corinto nel tentativo di incarnare nella cultura greca, allora dominante, il messaggio evangelico elaborato nel mondo biblico-giudaico. L'intento di questa riflessione critica è soprattutto quello di far comprendere come l’inculturazione del Vangelo abbia avuto luogo già nei i primi decenni della Chiesa primitiva e indicare al tempo stesso un metodo per incarnare il cristianesimo nelle culture di oggi, senza perdere nulla del suo contenuto originario.
Roma Città Nuova, 2000
La Lettera ai Romani è lo scritto più importante dell' epistolario Paolino e dell'intera letterat... more La Lettera ai Romani è lo scritto più importante dell' epistolario Paolino e dell'intera letteratura cristiana primitiva. In essa, chiamata anche il "Vangelo di Paolo", l'Apostolo condensa i frutti di una lunga e feconda attività missionaria, durante la quale ha dovuto scontrarsi con altri cristiani orientati su posizioni teologiche diverse. In essa egli ha messo il dito sui punti nevralgici del messaggio cristiano. Lo scritto indirizzato ai cristiani di Roma si propone di rileggere la storia della salvezza in funzione dell'opera salvifica di Cristo, delineando gli aspetti essenziali della fede e aprendo un discorso teologico ampio e sistematico. Questo commento ha lo scopo di introdurre a una prima lettura di questo scritto, mostrando come per mezzo suo il lettore moderno possa riscoprire la figura di Gesù, e trovare per mezzo suo un senso per la propria vita.
Paoline Editoriale Libri, 2009
Il volume è la continuazione dei due precedenti: La Bibbia. Un percorso di liberazione, nei quali... more Il volume è la continuazione dei due precedenti: La Bibbia. Un percorso di liberazione, nei quali si sono trattati rispettivamente i libri storici e quelli profetici e sapienziali. Esso si prefigge lo scopo di introdurre i lettori a una lettura ragionata dei testi principali del Nuovo Testamento: Vangeli, Atti degli apostoli, Epistolario e Apocalisse. Da questa ampia carrellata si delinea con chiarezza la figura umana di Gesù di Nazaret, con il suo progetto religioso e umano che ha perseguito fino alla sua morte e alla successiva risurrezione. Intorno a lui si muovono i discepoli, spesso ignari delle intenzioni del Maestro, ma pronti a raccogliere la sua eredità e ad annunziarla in tutto il mondo. Fra di loro si staglia la figura di Paolo, il quale attraverso innumerevoli prove, difficoltà e incomprensioni ha diffuso il vangelo fino a Roma, la capitale dell’impero. Anche questo volume è concepito come uno strumento didattico rivolto soprattutto a educatori, genitori, insegnanti e catechisti, i quali vogliono introdurre i giovani allo studio e all’interpretazione della Bibbia.
Paoline Editoriale Libri, 2008
Il volume è il secondo della trilogia: “La Bibbia. Un percorso di liberazione". Esso contiene una... more Il volume è il secondo della trilogia: “La Bibbia. Un percorso di liberazione". Esso contiene una presentazione sintetica della seconda e della terza parte del Primo Testamento, cioè dei libri sapienziali e profetici. Anche questo volume, come il precedente, si prefigge lo scopo non solo di accompagnare i lettori nella lettura della Bibbia, ma anche di aiutarli a scoprire il suo contributo originale come guida per raggiungere una vera liberazione all’interno di un cammino personale e comunitario. Esso è concepito come uno strumento didattico soprattutto per educatori, genitori, insegnanti e catechisti, i quali vogliono introdurre i loro allievi nello sudio e nell’interpretazione della Bibbia.
Paoline Editoriale Libri, 2007
Il volume è il primo di una trilogia che si prefigge lo scopo di introdurre a una lettura attenta... more Il volume è il primo di una trilogia che si prefigge lo scopo di introdurre a una lettura attenta e critica della Bibbia, di situare cioè, da un lato, i singoli testi e le raccolte in cui sono inseriti nel loro contesto culturale e storico, e dall'altro di identificarne il genere letterario e il messaggio religioso. In questo primo volume si affronta l'importante settore del Pentateuco e dei libri storici, nei quali viene delineata l'origine di Israele e la sua particolare esperienza di liberazione. L'educatore - sia egli genitore, insegnante di religione, operatore pastorale, catechista - come pure il giovane o il giovanissimo, a seconda dell'età e della preparazione, trovano in quest'opera un ricco materiale informativo organizzato in modo tale da rendere possibile diversi livelli di comunicazione e di apprendimento. La scelta di corredare il libro con illustrazioni ricavate dal Sud del mondo, che a prima vista può apparire provocatoria, ha lo scopo di suggerire una nuova prospettiva secondo cui è necessario leggere la Bibbia oggi, in un mondo nel quale i diversi contesti culturali e di vita interagiscono in modo sempre più stretto e inestricabile.
Elle Di Ci - Leumann (Torino), 1996
Opera in collaborazione con alcuni dei migliori esegeti italiani, il cui scopo è quello di introd... more Opera in collaborazione con alcuni dei migliori esegeti italiani, il cui scopo è quello di introdurre lo studente di Teologia o di Storia del cristianesimo allo studio dell'epistolario del Nuovo Testamento. Sono escluse le lettere giovannee che sono trattate nel vol. 7° della stessa collana.
San Paolo, Cinisello Balsamo, 1999
Lo studio della Bibbia richiede la conoscenza di numerose nozioni che non sempre è possibile rica... more Lo studio della Bibbia richiede la conoscenza di numerose nozioni che non sempre è possibile ricavare direttamente dal testo. Soprattutto è necessario riflettere sul significato che essa ha avuto nella vita di coloro che l'hanno composto: solo così sarà possibile situarsi in modo corretto di fronte ad esso e cogliere il messaggio che intende rivolgere all'uomo di oggi. In questi appunti richiameremo anzitutto alla mente alcune idee circa lo sfondo storico-culturale della Bibbia: la storia dei tempi biblici (cap. I), la formazione del canone (cap. II), le lingue della Bibbia (cap. III), la trasmissione del testo (cap. IV). Questo lavoro ci aiuterà soprattutto a prendere coscienza, in modo più sistematico e riflesso, che la Bibbia è veramente "parola dell'uomo", cioè di uomini vissuti in luoghi e in epoche diversi da quelli dei moderni lettori. Dopo aver esaminato i problemi riguardanti la Bibbia come libro scritto da uomini di epoche lontane, metteremo a fuoco il significato che essa assume in quanto libro sacro dell'ebraismo e del c ristianesimo (c ap. V e VI). Si comprenderà così più in profondità che cosa si vuol dire quando si afferma che per il credente la Bibbia è "parola di Dio". La distanza storico-culturale tra i primi destinatari della Bibbia e i lettori di oggi pone infine numerosi interrogativi circa la sua capacità di trasmettere un messaggio valido e
Queriniana, Brescia, 2001
The Christian movement sprang from the preaching of Jesus of Nazareth, who reworked the religious... more The Christian movement sprang from the preaching of Jesus of Nazareth, who reworked the religious experience of Israel and made it, through his death and resurrection, a "gospel" addressed to all, Jews and Gentiles. Unfortunately, Christian Judaism entered into a collision with the other Judaism which, after the fall of Jerusalem (70 AD), reorganized itself around the teaching of the rabbis, thus losing vital contact with its Jewish matrix. Today there is a widespread belief that only a rereading of Christianity in the light of its Jewish matrix can restore its originality. Starting from this hypothesis, the author intends to put the reader in direct contact with the teaching of Jesus and his first disciples, as it is configured in its Jewish environment, without going into its subsequent developments. From this research emerges an original vision of Christianity, open to the Jewish world, to the followers of other religions and to every man or woman of good will.
Il cristianesimo è scaturito dalla predicazione Gesù di Nazaret, il quale ha rielaborato l’esperienza religiosa di Israele e ne ha fatto, mediante la sua morte e risurrezione, un «vangelo» rivolto a tutti, giudei e gentili. Malauguratamente il giudaismo cristiano è entrato in rotta di collisione con l’altro giudaismo che, dopo la caduta di Gerusalemme (70 d.C.), si è riorganizzato intorno all’insegnamento dei rabbini, perdendo così il contatto vitale con la sua matrice giudaica. Oggi è diffusa la convinzione che solo una rilettura del cristianesimo alla luce della sua matrice giudaica potrà ridargli la sua carica originaria. Partendo da questa ipotesi l’autore intende mettere il lettore a contatto diretto con l’insegnamento di Gesù e dei suoi primi discepoli, così come si è configurato nel suo ambiente giudaico, senza entrare nel merito dei suoi sviluppi successivi. Da questa ricerca emerge una visione originale del cristianesimo, aperta al mondo ebraico, ai seguaci di altre religioni e a ogni uomo o donna di buona volontà.
Youcanprint, 2012
The Paul of the Pauline correspondence is not exactly the historical figure who bears this name, ... more The Paul of the Pauline correspondence is not exactly the historical figure who bears this name, but rather the one reconstructed at the end of the first century AD from a stream of thought called the "Pauline school", in which the collection and elaboration of his writings was made, with the addition of glosses and new letters. To rediscover the true Paul it is necessary to take into consideration only the seven letters that are certainly authentic (1Thessalonians, 1-2Corinthians, Philippians, Philemon, Galatians and Romans), freeing them from the later additions that sometimes distort the thought.
This is the aim of this volume. In it, for each of the certainly authentic letters, an exhaustive introduction and presentation of the content is given with particular attention to the most important texts and to the Apostle's thought. From this study, the richness and originality of Paul's message as well as its relevance appear in a surprising way.
Il Paolo dell’epistolario paolino non è esattamente il personaggio storico che porta questo nome, ma piuttosto quello ricostruito alla fine del I secolo d.C. da una corrente di pensiero chiamata «scuola paolina», nel cui ambito è stata fatta la raccolta e l’elaborazione dei suoi scritti, con l’aggiunta di glosse e di nuove lettere. Per riscoprire il vero Paolo è necessario prendere in considerazione soltanto le sette lettere sicuramente autentiche (1Tessalonicesi, 1-2Corinzi, Filippesi, Filemone, Galati e Romani), liberandole per di più da quelle aggiunte posteriori che a volte ne travisano il pensiero.
È questo il lavoro che viene affrontato nel presente volume. In esso per ciascuna delle lettere sicuramente autentiche viene data un’esauriente introduzione e una presentazione del contenuto, con particolare attenzione ai testi più importanti e al pensiero dell’Apostolo. Da questo studio appare in modo sorprendente la ricchezza e l’originalità del messaggio di Paolo nonché la sua attualità.
A. Sacchi, Alle origini della missione. Atti degli apostoli, Youcanprint, 2014
In the past, the story told by Luke in the Acts of the Apostles was read as a substantially faith... more In the past, the story told by Luke in the Acts of the Apostles was read as a substantially faithful reconstruction of Christian origins, made by an author who was largely an eyewitness to the events narrated. In modern times, however, it has become increasingly clear that the author approaches the narrative of the beginnings of the Christian movement more with the aim of responding to the problems and questions of his time than to accurately reconstruct past events.
A critical reading of the text is therefore necessary, which leads to discerning the historically reliable events from the reconstruction made by the author. From this reading, which is the main purpose of this volume, it appears that Christianity contains, in addition to a profound religious sense, a strong social and political contestation, much more than Luke suggests.
In passato la vicenda raccontata da Luca negli Atti degli Apostoli è stata letta come una ricostruzione sostanzialmente fedele delle origini cristiane, fatta da un autore che era stato in gran parte testimone oculare degli eventi narrati. Nei tempi moderni invece è apparso sempre più chiaro che l’autore affronta la narrazione degli inizi del movimento cristiano più con lo scopo di rispondere ai problemi e agli interrogativi della sua epoca che non di ricostruire con esattezza gli eventi passati.
Si rende dunque necessaria una lettura critica del testo, che porti a discernere gli eventi storicamente attendibili dalla ricostruzione che ne ha fatto l’autore. Da questa lettura, che è lo scopo principale del presente volume, appare come il cristianesimo contenga, molto più di quanto Luca lasci immaginare, oltre che un profondo senso religioso, una forte contestazione sociale e politica.
Youcanprint, 2014
The Gospel of Jesus was preached from the beginning to those who are "far off", that is, to peopl... more The Gospel of Jesus was preached from the beginning to those who are "far off", that is, to people who largely did not understand the culture, images and religious symbols of the Jewish world, to which both Jesus and his disciples belonged. To help them overcome this obstacle, Mark wrote his gospel in such a way that, beyond cultural barriers, they too would be able to understand him and feel him as being addressed to themselves. This volume intends to show how his attempt is still valid today to ensure that Jesus' message becomes accessible even to those who feel extraneous to the cultural world for which it was originally formulated.
Il vangelo di Gesù è stato predicato fin dall'inizio ai «lontani», cioè a persone che in gran parte non capivano la cultura, le immagini e i simboli religiosi propri del mondo giudaico, a cui appartenevano sia Gesù che i suoi discepoli. Per aiutarle a superare questo ostacolo, Marco ha scritto il suo vangelo in modo tale che, al di là delle barriere culturali, anch'essi fossero in grado di comprenderlo e di sentirlo come rivolto a se stessi. Il presente volume intende mostrare come il suo tentativo sia valido ancora oggi per far sì che il messaggio di Gesù diventi accessibile anche a coloro che si sentono estranei al mondo culturale in funzione del quale è stato originariamente formulato.
Paoline Editoriale Libri, 2008
The possibility of salvation for those who have not yet received the announcement of the Gospel o... more The possibility of salvation for those who have not yet received the announcement of the Gospel or have rejected it because they have not been able to grasp in it an answer to their rational and spiritual needs, is attested in different parts of the Bible and is expressly recognized by the magisterium of Church. It is common opinion, however, that Paul did not accept this conception since he states that before and outside of Christ humanity is under the power of sin. According to the opinion of many scholars, this belief is not attested even in Romans 2.14-16. 26-29, where Paul speaks of Gentiles who, while not having the law, practice what it prescribes. In this research we want to show that, while affirming that before Christ all have sinned, Paul recognizes in this text that at least some of them, few or many, have shown, through an honest life, that they have obtained the gift of the Spirit .
La possibilità di salvezza per coloro che non hanno ancora ricevuto l’annunzio del vangelo o lo hanno rifiutato perché non vi hanno saputo cogliere una risposta alle loro profonde esigenze razionali e spirituali, è attestata in diverse parti della Bibbia ed è riconosciuta espressamente dal magistero della Chiesa. È opinione comune però che Paolo non abbia fatto propria questa concezione in quanto afferma che prima e fuori di Cristo l'umanità è sotto il dominio del peccato. Secondo il parere di molti studiosi, tale convinzione non è attestata neppure in Rm 2,14-16. 26-29, dove Paolo parla di gentili che, pur non avendo la legge, praticano ciò che essa prescrive. Nella presente ricerca si vuole dimostrare che, pur affermando che prima di Cristo tutti hanno peccato, Paolo riconosce in questo testo che almeno alcuni di essi, pochi o tanti che siano, hanno dimostrato, mediante una vita onesta, di avere ottenuto il dono dello Spirito.
Youcanprint, 2016
A church of which only the facade remains. What happened to the Cathedral of St. Paul in Macao sy... more A church of which only the facade remains. What happened to the Cathedral of St. Paul in Macao symbolically represents what, according to many of our contemporaries, is the situation of the Catholic Church: a beautiful facade, a symbol of ancient splendour, but without a credible message for the current world. But is it really so? Behind the facade is there a void or a message that no longer accepts being closed between the narrow confines of a building? To answer this question it is necessary to go back to the turning point that the Christian movement underwent at the end of the first century A.D., when some letters of the New Testament were written, in which Christianity took the form that later was called "Catholicism". Today it is necessary to become aware of this turning point in which we live, in order to go beyond these documents and to rediscover the "good news" of Jesus.
Una chiesa di cui è rimasta solo la facciata. Quanto è capitato alla cattedrale di San Paolo a Macao rappresenta simbolicamente quella che, secondo molti dei nostri contemporanei, è la situazione della Chiesa cattolica di oggi: una bella facciata, simbolo di antichi splendori, meta di turismo religioso, senza però un messaggio credibile per il mondo attuale. Ma è proprio così? Dietro la facciata c’è il vuoto o un messaggio che non accetta più di essere chiuso tra gli angusti confini di un edificio? Per rispondere a questa domanda è necessario riandare alla svolta che il movimento cristiano ha avuto alla fine del primo secolo. Essa è attestata da alcune lettere del Nuovo Testamento in cui appare per la prima volta quella forma di cristianesimo che ha preso il nome di «cattolicesimo». Oggi è necessario prendere coscienza di questa svolta per poter risalire all’indietro rispetto a questi documenti e riscoprire la «buona notizia» di Gesù, di cui il mondo contemporaneo ha ancora un estremo bisogno.
Youcanprint, 2016
Is God really merciful? How can a merciful God, who at the same time is omnipotent, assist indiff... more Is God really merciful? How can a merciful God, who at the same time is omnipotent, assist indifferently to so many disasters that most often strike innocent people? Moreover, how can this God have allowed, over the centuries, that people belonging to the most disparate religions perform so many abuses, violence and wars in his name? In the biblical tradition, alongside touching expressions of merciful love on the part of God towards Israel, we come across the traits of a jealous and vindictive God, who severely punishes not only the enemy nations but also his people. Jesus of Nazareth, inspired by the wisdom tradition, took on this theme an alternative position, presenting God as a father who welcomes man as he is, with all his limitations, and heals him from his ills. But soon the Christians took over, attributing to Jesus himself some problematic features of the God of Israel. Today's vision of the world indicates new ways to confront the enigma of God's mercy.
Dio è veramente misericordioso? Come può un Dio misericordioso, che al tempo stesso è onnipotente, assistere indifferente a tante sciagure che colpiscono il più delle volte persone innocenti? Inoltre, come può questo Dio aver permesso che, lungo i secoli, persone appartenenti alle religioni più disparate compissero in nome suo tanti soprusi, violenze e guerre?
Nella tradizione biblica, accanto a espressioni toccanti di amore misericordioso da parte di Dio verso Israele, non è difficile imbattersi nei tratti di un Dio geloso e vendicativo, che non perdona se non dopo aver punito severamente non solo le nazioni nemiche ma anche il suo popolo.
Gesù di Nazaret, ispirandosi alla tradizione sapienziale, ha assunto su questo tema una posizione alternativa, presentando Dio come un padre che accoglie ogni uomo con tutti i suoi limiti e lo guarisce dai suoi mali. Ma ben presto i cristiani hanno ripreso, attribuendole allo stesso Gesù, alcune caratteristiche problematiche del Dio di Israele.
Oggi la visione evoluzionistica del mondo indica vie nuove per confrontarsi con l’enigma della misericordia di Dio.
Youcanprint, 2018
The stories that inspire the Christian Christmas have as their theme the miraculous interventions... more The stories that inspire the Christian Christmas have as their theme the miraculous interventions of God that gave rise to the birth of the Messiah from a virgin. The events reported in them, interpreted as "facts" to be accepted as such without discussion, gave rise to many difficulties for our contemporaries and are those that most directly undermine their faith and cause the abandonment of the Church. Many people in fact prefer to belong to their culture and their time rather than return to a childish world, interwoven with fables and myths. It is therefore necessary to tackle a critical reading of these texts, trying to grasp the message contained in them, separating it from what is part of the communication medium that their authors adopted. Only in this way it will be possible to express Christianity in a new way that is understandable to those who want to keep their faith without being forced to abandon the culture in which they live.
I racconti ai quali si ispira il Natale cristiano hanno come tema gli interventi miracolosi di Dio che hanno dato origine alla nascita del Messia da una vergine. Gli eventi in essi riportati, interpretati come «fatti» da accettare in quanto tali senza discussione, suscitano molte difficoltà ai nostri contemporanei e sono tra quelli che più direttamente mettono in crisi la loro fede e causano l'abbandono della Chiesa. Molti infatti preferiscono appartenere alla loro cultura e al loro tempo piuttosto che ritornare a un mondo infantile, intessuto di favole e di miti.
È quindi necessario affrontare una lettura critica di questi testi, cercando di cogliere il messaggio in essi contenuto, separandolo da quanto fa parte del mezzo comunicativo che i loro autori hanno adottato. Solo così sarà possibile esprimere la fede in Gesù secondo modalità nuove, che siano comprensibili a coloro che vogliono mantenere la loro fede senza essere costretti ad abbandonare la cultura in cui vivono.
Youcanprint, 2017
The patriarchs are not historical figures, in the sense that we give to this term today. However,... more The patriarchs are not historical figures, in the sense that we give to this term today. However, the stories which regard them have profoundly influenced the history of the Jewish people. After the exile the Jews re-read the ancient traditions that concern the patriarchs in order to make them express the meaning of the religion, as they had reformulated it when they were in Mesopotamia. In the religious experience of their forefathers the Jews discovered the origin of the election of Israel and their own right to possess the land of Canaan. But at the same time, in the events of those distant ancestors, they grasped the need for an austere faith, which puts God first and demands a life that conforms to his will. What makes interesting even today the study of the patriarchal stories also consists in the fact that the followers of the three great "abrahamic religions" (Judaism, Christianity and Islam) consider their protagonists as their own fathers in faith. By starting from these texts, there is the possibility for the followers of these religions to engage a tight dialogue among themselves and with the modern culture.
I patriarchi non sono figure storiche, nel senso che assume oggi questo termine. Essi però hanno influenzato profondamente la storia del popolo ebraico. Le antiche tradizioni che li riguardavano sono state rilette dopo l'esilio in modo da far loro esprimere il senso profondo della religione israelitica, come l'avevano riformulata i giudei deportati in Mesopotamia. Essi vi hanno ritrovato le origini dell'al-leanza tra YHWH e Israele, nonché dell'elezione del popolo e del suo diritto al possesso della terra di Canaan. Ma al tempo stesso nelle vicende di quei lontani progenitori hanno colto l'esigenza di una fede austera, che mette Dio al primo posto ed esige una vita conforme alla sua volontà.
Ciò che rende interessante ancora oggi lo studio dei rac-conti patriarcali consiste anche nel fatto che i loro protagonisti sono considerati come padri nella fede dai seguaci di tre grandi religioni che per questo sono dette «abramitiche»: ebraismo, cristianesimo e islam. Si prospetta dunque, a partire da questi testi, la possibilità di un serrato dialogo interreligioso che permetta di cogliere l'insegna-mento specifico di ciascuna di esse in rapporto con le altre e con la cultura moderna ormai incalzante in tutto il globo.
Youcanprint, 2015
According to various NT texts, Jesus freed us from sin because on the cross he offered himself as... more According to various NT texts, Jesus freed us from sin because on the cross he offered himself as a sacrifice to God. But in what sense was the sacrificial metaphor applied to his death? According to Anselm of Aosta, dying on the cross, Jesus would have suffered the punishment due to sinners, thus satisfying once and for all the demands of God's justice and reconciling humanity with him.
This theory, called "vicarious atonement", has become for centuries the official explanation of the death of Jesus. However, it has long revealed its weak sides. On the one hand, it does not respond to the idea of sacrifice of the Old and New Testament and, on the other, it reduces the death of the Messiah to a mythological fact, that is, to pay a debt contracted by all humanity in the person of his distant progenitor.
In this study I try to demonstrate how Anselm's explanation is the result of a misunderstanding and should be put aside if we want to understand in what sense the death of Jesus still today involves a message of salvation valid not only for Christians but for the whole 'humanity.
Secondo diversi testi del NT Gesù ci ha liberato dal peccato perché sulla croce ha offerto se stesso in sacrificio a Dio. Ma in che senso la metafora sacrificale è stata applicata alla sua morte? Secondo Anselmo d’Aosta, morendo sulla croce Gesù avrebbe scontato la pena dovuta ai peccatori, soddisfacendo così una volta per tutte le esigenze della giustizia di Dio e riconciliando l’umanità con lui.
Questa teoria, chiamata «espiazione vicaria», è diventata per secoli la spiegazione ufficiale della morte di Gesù. Essa però ha rivelato da tempo i suoi lati deboli. Da una parte non risponde all’idea di sacrificio dell’Antico e del Nuovo Testamento e, dall’altra, riduce la morte del Messia a un fatto mitologico, al pagamento cioè di un debito contratto da tutta l’umanità nella persona del suo lontano progenitore.
In questo studio cerco di dimostrare come la spiegazione di Anselmo sia frutto di un malinteso e debba essere messa da parte se si vuole comprendere in che senso la morte di Gesù comporti ancora oggi un messaggio di salvezza valido non solo per i cristiani ma per tutta l’umanità.
Youcanprint, 2012
Israel tells its history. But who is the Israel that tells? And what history does it tell? Who wr... more Israel tells its history. But who is the Israel that tells? And what history does it tell? Who wrote the history of Israel is a group of Jews deported to Babylon and returned to Judea after a few decades spent in exile. They have conceived of a vast historiographical project that starts from the creation of the world until their return from the exile into the land of their fathers. To this end they have collected myths, stories, laws, rituals, customs, religious conceptions of the past, giving this enormous material a new form that responds to their religious views. Their purpose was not to accurately remember the past of their people, but to affirm and base their religious ideas, their hopes and ultimately their ethnic-religious identity. This volume aims at presenting the results of this work. Its novelty consists in the fact that the most recent historical books are introduced immediately at the beginning, in order to reconstruct the cultural background on which the Pentateuch and the Historical Books saw the light. The volume is accompanied by a glossary concerning the Jewish world, chronological tables, maps, bibliography a thematic and a liturgical index.
Israele racconta la sua storia. Ma chi è l’Israele che racconta? E quale storia racconta? Chi ha scritto la storia di Israele è un gruppo di giudei deportati in Babilonia e rientrati in Giudea dopo alcuni decenni trascorsi in esilio. Essi hanno concepito un vasto progetto storiografico che parte dalla creazione del mondo fino al loro ritorno dall'esilio nella terra dei padri. A tal fine essi hanno raccolto miti, racconti, leggi, riti, costumi, concezioni religiose del passato, dando a questo enorme materiale una nuova forma nuova che rispondesse alla loro visione religiosa. Il loro scopo era quello non di ricordare con precisione il passato del loro popolo, ma di affermare e fondare le loro idee religiose, le loro speranze e in ultima analisi la loro identità etnico-religiosa. Questo volume ha lo scopo di presentare il risultato di questo lavoro. La sua novità consiste nel fatto che si presentano subito all'inizio i libri storici più recenti, in modo da ricostruire lo sfondo culturale su cui hanno visto la luce il Pentateuco e i libri storici. Il volume è corredato di un glossario riguardante il mondo giudaico, di tavole cronologiche, cartine, bibliografia e di un indice tematico e liturgico.
Youcanprint, 2013
«Non so se ad Amilcare questo lavoro sarebbe piaciuto: di Dio, mi ricordava sempre, non si può pa... more «Non so se ad Amilcare questo lavoro sarebbe piaciuto: di Dio, mi ricordava sempre, non si può parlare in modo sistematico, pena l’idolatria». Con queste parole Elda inizia l’ultimo capitolo di questo libro piccolo ma prezioso, in cui è raccolta una sintesi del pensiero di Amilcare Giudici, ricavata direttamente dai testi che ci ha lasciato. Sono molto riconoscente a Elda per non essersi lasciata condizionare da quel dubbio. Le opere di Amilcare, no-nostante siano raccolte nel sito a lui dedicato, non sono facilmen-te accessibili al lettore ordinario. Perciò il poter avere una guida per conoscere gli elementi essenziali del suo percorso umano e teologico è di grande utilità non solo per quelli che gli sono stati vicino ma anche per quanti stanno facendo una sincera ricerca di Dio, senza per questo volersi separare dal mondo in cui vivono.
A. Pitta-G. Di Palma, La parola di Dio non è incatenata (2Tm 2,9). Miscellanea in onore di Cesare Marcheselli-Casale nel suo 70° compleanno, Dehoniane, Bologna 2012 pp. 217-233, 2012
From the little information contained both in the Acts of the Apostles and in Paul's authentic le... more From the little information contained both in the Acts of the Apostles and in Paul's authentic letters, read against the background of the bitter polemic that he led against the Judaizing Christians, it was imagined that the reason for his persecution of the nascent Christian movement was precisely the fact that this had abandoned the practice of the Mosaic law. This hypothesis is corroborated by the assumption that Stephen's group, with whom Paul had come into contact, differed from that of the apostles of Jerusalem precisely in that they had assumed a critical position towards the law and the temple. For this Stephen would have been killed and the others would have been forced to flee from Jerusalem.
However, this position does not stand up to a critical study of the texts, which instead show that the persecution of nascent Christianity was due to the strong apocalyptic thrust that pervaded it. The announcement according to which Jesus, killed as a rebel by the Romans, would soon return to establish the kingdom of God, was a subversive message, such as to galvanize the crowds of Palestine and to find strong support among the Jews and the God-fearing of the diaspora . But at the same time it aroused strong apprehensions in the Jewish and Roman authorities, who cared above all about public order. It is therefore understandable that both have tried to nip the new movement in the bud. As a convinced Pharisee, Paul had taken these apprehensions on his own and had taken action to limit the damage that Christianity could do to the Jewish nation.
Dalle poche informazioni contenute sia negli Atti degli apostoli che nelle lettere autentiche di Paolo, lette sullo sfondo dell’aspra polemica che questi ha condotto contro i cristiani giudaizzanti, si è immaginato che il motivo della sua persecuzione nei confronti del nascente movimento cristiano fosse proprio il fatto che questo aveva abbandonato la pratica della legge mosaica. Questa ipotesi è corroborata dalla supposizione che il gruppo di Stefano, con il quale Paolo era venuto a contatto, si fosse differenziato da quello degli apostoli di Gerusalemme proprio in quanto aveva assunto una posizione critica nei confronti della legge e del tempio. Per questo Stefano sarebbe stato ucciso e gli altri sarebbero stati costretti a fuggire da Gerusalemme.
Questa posizione però non regge a uno studio critico dei testi, dai quali risulta invece che la persecuzione nei confronti del cristianesimo nascente era dovuta alla forte spinta apocalittica che lo pervadeva. L’annunzio secondo cui Gesù, ucciso come ribelle dai romani, sarebbe presto ritornato per instaurare il regno di Dio, era un messaggio sovversivo, tale da galvanizzare le folle della Palestina e da trovare un forte appoggio fra i giudei e i timorati di Dio della diaspora. Ma al tempo stesso suscitava forti apprensioni nelle autorità giudaiche e in quelle romane, a cui stava a cuore soprattutto l’ordine pubblico. È comprensibile perciò che sia le une che le altre abbiano cercato di stroncare sul nascere il nuovo movimento. In quanto fariseo convinto, Paolo aveva fatto proprie queste apprensioni ed era passato all’azione per circoscrivere i danni che il cristianesimo avrebbe potuto arrecare alla nazione giudaica.
Famiglia domani, 2021
Attraverso un'analisi puntuale dei testi biblici, sia del Primo che del Nuovo Testamento, l'Autor... more Attraverso un'analisi puntuale dei testi biblici, sia del Primo che del Nuovo Testamento, l'Autore dimostra che la sofferenza o il male non sono causati da un agente esterno, ma sono una manifestazione dei limiti della nostra creaturalità. Dio non manda le prove né la tentazione, ma è sempre viino alle sue creature.
Rivista biblica Italiana, 1988
The author analyses the text of Lk. 18,7, developing particularly the underscored kai makrothymei... more The author analyses the text of Lk. 18,7, developing particularly the underscored kai makrothymei ep'autois (v. 7b), which is explained in the light of the theme of God's patience as it is outlined in the O.T. and in New Testament Judaism. At the end he indicates some conclusions about the way in which Luke has clearly tried to explain the delay in the coming of the Parusia as something desired by God in His merciful patience.
L'autore analizza il testo di Lc. 18,7, sviluppando in particolare il sottolineato kai makrothymei ep'autois (v. 7b), che viene spiegato alla luce del tema della pazienza di Dio così come delineato nell'O.T. e nel giudaismo del Nuovo Testamento. Alla fine indica alcune conclusioni sul modo in cui Luca ha chiaramente cercato di spiegare il ritardo nella venuta della Parusia come qualcosa voluto da Dio nella sua misericordiosa pazienza.
Luciano Fanin (ed.), Nova et Vetera. Miscellanea in onore di padre Tiziano Lorenzin, Messaggero, Padova 2011, pp. 205-228, 2011
The biblical quotations, especially from the Psalms, contained in Rom 3: 10-18, read in their ori... more The biblical quotations, especially from the Psalms, contained in Rom 3: 10-18, read in their original context, are very useful for understanding how Paul understood the universality of sin. They speak of the sin of the wicked, certainly not of a generalized sin. Paul uses it to describe in dark shades the situation in which humanity found itself before Christ. However, in tune with the original meaning of these texts, he does not want to make judgments about the behavior of single individuals. The conception of a structural sin, typical of the biblical-Jewish world, was adopted by Paul without too many changes, avoiding speculations on the fall of the angels, and calling into question man, represented by the biblical figure of Adam. Despite the language he adopted, in which the distinction between structural sin and personal sins is sometimes not clear, Paul does not consider all individuals as sinners. He knows that in all circles there are people who go against the tide. To them he shows appreciation and places them on the same level as believers in Christ (cf. Rom 2: 14-15).
Le citazioni bibliche, soprattutto dei Salmi, contenute in Rm 3,10-18, lette nel loro contesto originario, sono molto utili per capire come Paolo intendeva l’universalità del peccato. In esse si parla del peccato degli empi, non certo di un peccato generalizzato. Paolo se ne serve per descrivere a tinte buie la situazione in cui si trovava l’umanità prima di Cristo. Egli però, in sintonia con il significato originario di questi testi, non vuole dare giudizi circa il comportamento dei singoli individui. La concezione di un peccato strutturale, tipica del mondo biblico-giudaico, è stata adottata da Paolo senza troppi cambiamenti, evitando le speculazioni sulla caduta degli angeli, e chiamando in causa l’uomo, rappresentato dalla figura biblica di Adamo. Nonostante il linguaggio da lui adottato, in cui a volte non è chiara la distinzione tra peccato strutturale e peccati personali, Paolo non considera come peccatori tutti i singoli individui. Egli sa che in tutti gli ambienti esistono persone che vanno contro corrente. A esse dimostra apprezzamento e le mette sullo stesso piano dei credenti in Cristo (cfr. Rm 2,14-15).
F<amiglia domani I/2020, pagg. 21-24, 2020
La recita della professione di fede cristiana suscita molti problemi non solo ai genitori e ai ca... more La recita della professione di fede cristiana suscita molti problemi non solo ai genitori e ai catechisti che devono spiegare ai bambini questo documento, ma anche a molti cristiani che partecipano alla messa domenicale. Ciò dipende dal fatto che esiste un divario tra la cultura nella quale il credo è stato formulato e la nostra cultura moderna. Oggi quindi è molto importante distinguere la fede come apertura all'Atro e ai propri simili dalle concezioni di cui questa fede si è rivestita nel corso dei secoli. Mentre la fede resta sempre un'esigenza profonda dell'animo umano, le formule mediante le quali questa fede è stata espressa devono cambiare con il mutare dei tempi e delle culture.
Quaderni di InforPime N. 84, 2017
Il Concilio Vaticano II è stato indetto da Giovanni XXIII con lo scopo specifico di aprire un dia... more Il Concilio Vaticano II è stato indetto da Giovanni XXIII con lo scopo specifico di aprire un dialogo con il mondo moderno. Forse si manteneva l'ingenua convinzione secondo cui si sarebbe verificato uno scambio fruttuoso tra chiesa e società, senza cambiare sostanzialmente il paradigma eccle-siale vigente. Invece non è stato così. Questo dialogo esigeva un grande cambiamento. Si trattava di voltar pagina rispetto alle passate generazioni, nel corso delle quali era viva la con-trapposizione tra una chiesa, ritenuta nel pieno possesso della verità e una società che stava cambiando velocemente. Il confronto con il mondo moderno ha messo prima di tutto in crisi la concezione stessa della chiesa allora vigente. Ciò ha impaurito la maggioranza dell'establishment cattolico che non si è sentita all'altezza della sfida e ha dato il via a un duro proces-so di normalizzazione che è durato fino ad oggi. Ciò non ha però potuto soffocare i fermenti di rinnovamento che risalivano al periodo del modernismo e a prima ancora. La conseguenza è stata che, mentre alcuni decenni fa la chiesa era percorsa da un forte desiderio di cambiamento, attualmente si assiste all'esodo progressivo della popolazione dalla pratica religiosa. Segno evidente ne è la quasi totale caduta delle vocazioni religiose e sacerdotali. Se si vuole che la chiesa abbia ancora un ruolo nella società è dunque necessario un supera-mento del modello attuale della chiesa alla ricerca di un nuovo modello che risponda maggiormente alle attese del mondo moderno. Naturalmente questa ricerca ha un impatto molto forte sul tema della missione che, così come era concepita nel vecchio modello ecclesiale, rischia di perdere oggi tutto il suo significato e la sua rilevanza.