Antonietta Di Vito - Profile on Academia.edu (original) (raw)
Papers by Antonietta Di Vito
Parthenope, o del mito necessario, 2025
Insula Europea, 2023
Il racconto dell'esperienza di Democrazia Proletaria a Palata (CB) negli anni '80. La lotta per l... more Il racconto dell'esperienza di Democrazia Proletaria a Palata (CB) negli anni '80. La lotta per l'acqua, l'ambientalismo, le battaglie contro il nucleare e per il pacifismo.
The article focuses on the recent debate, about gift and the non-market economies, born especiall... more The article focuses on the recent debate, about gift and the non-market economies, born especially around the new lecture of classical texts of Marcel Mauss and Karl Polanyi. The article is meant to show that the renewed interest is rooted in the contemporary crisis of relationships, of social ties, and in the effects of commodification of the utilitarian market economies. The theme of the gift is a narrative and theorethical tool to rethinking about the exchange and the social relationships throughout, both from the affective and private point of view than economical and collective too.
Etnoantropologia, Apr 9, 2014
The article focuses on the recent debate, about gift and the non-market economies, born especiall... more The article focuses on the recent debate, about gift and the non-market economies, born especially around the new lecture of classical texts of Marcel Mauss and Karl Polanyi. The article is meant to show that the renewed interest is rooted in the contemporary crisis of relationships, of social ties, and in the effects of commodification of the utilitarian market economies. The theme of the gift is a narrative and theorethical tool to rethinking about the exchange and the social relationships throughout, both from the affective and private point of view than economical and collective too. Keywords Gift; exchange; economies; social contract; social ties "Perciò è chiaro che l'uomo è animale più socievole di qualsiasi ape
Svizzera. Generazione Expo02
Il corpo ei suoi doppi
Strategie del corpo, 2008
Etnoantropologia, Apr 9, 2014
The article focuses on the recent debate, about gift and the non-market economies, born especiall... more The article focuses on the recent debate, about gift and the non-market economies, born especially around the new lecture of classical texts of Marcel Mauss and Karl Polanyi. The article is meant to show that the renewed interest is rooted in the contemporary crisis of relationships, of social ties, and in the effects of commodification of the utilitarian market economies. The theme of the gift is a narrative and theorethical tool to rethinking about the exchange and the social relationships throughout, both from the affective and private point of view than economical and collective too. Keywords Gift; exchange; economies; social contract; social ties "Perciò è chiaro che l'uomo è animale più socievole di qualsiasi ape
Insula Europea, 2017
The autobiography of the Albanian writer and ethnographer Musine Kokalari between 1937 and 1941, ... more The autobiography of the Albanian writer and ethnographer Musine Kokalari between 1937 and 1941, during university studies in Rome and the rise of fascism.
The definition of "places" in the anthropological sense has led to highlight how they show the ne... more The definition of "places" in the anthropological sense has led to highlight how they show the need to express social relations and identity and at the same time to isolation, autonomy, anonymity. Both dimensions are essential for a human life rich in meaning and pleasure. Research in the field of urban anthropology have shown that cities are the places that constantly reproduce these two forms of living together: on one side the practice of autonomy and even anonymity (which allows the development of large suburbs, but also of serendipity, the random encounter and discovery), on the other side ongoing research into gathering places (even in places of consumption, such as shopping centers, in the absence or an alternative to the traditional ones). Therefore, the use of technology and smartness in general can not ignore the need to take account of both aspects: for this, smart city and smart society can not be reduced to the implementation of smart systems without imagining or not creating a vision - using multidisciplinary approaches - of the forms of human relationships that are conceived, even in consideration of the aspects of multiculturalism that increasingly affect the city: from the experience of the body, grounding the life itself, to the social, and without which the practices of smartness become fetishes of a new utopia that might not solve existing problems and possibly create new ones, due to exclusion from the new communication technologies.
ono… sono belle… Queste scarpe, sono mio padre… Queste scarpe sono davvero mio padre, sono davver... more ono… sono belle… Queste scarpe, sono mio padre… Queste scarpe sono davvero mio padre, sono davvero lui. Quando penso a lui… Era buono… era come Van Gogh!" Così un bambino di dieci anni della provincia marocchina del 1969 si lascia affascinare da una tela del pittore olandese riprodotta in uno di quei libri d'arte la cui presenza nelle case testimonia il successo nell'ascesa sociale. Mehdi Khatib a casa sua non ha neppure la televisione e nulla ha visto dell'allunaggio di quell'estate. Tanto è distante il suo mondo da quella cultura che ha tentato di risolvere l'enigma degli scarponi raffigurati da Van Gogh con gli strumenti della filosofia e della critica d'arte. Mehdi nulla sa di Heidegger, Shapiro e Derrida che su quegli scarponi hanno dibattuto e fatto dotte conferenze ma degli scarponi coglie e dice al tempo stesso rappresentazione, essenza e verità. Senza la mediazione dell'educazione scolastica che di lì a poco lo istruirà a ciò che è bello. Incorporando quel gusto distintivo che nel gioco sociale include o esclude, come scrisse Bourdieu in quello che è diventato un caposaldo della sociologia del ventesimo secolo (La distinzione. Critica sociale del gusto, 1979). Mehdi Khatib è il protagonista di Un anno con i francesi, di Fouad Laroui, appena pubblicato in Italia da Del Vecchio, con la traduzione di Cristina Vezzaro (320 pagine, 16 euro). È la storia, un po' romanzo un po' fiaba per la levità dello stile, di un bambino marocchino di Béni-Mellal, nel Medio Atlante, a cui il maestro fa conseguire una borsa di studio per il prestigioso liceo francofono Lyautey di Casablanca. Dal suo ingresso a scuola fino alle successive vacanze estive Mehdi si troverà a fare i conti con la sua cultura d'origine, con quella dei francesi che frequentano la sua stessa scuola e poi con il suo senso di doppia estraneità che lo farà sentire costantemente un "impostore", un intruso sempre a rischio di essere scoperto, malgrado i suoi risultati a scuola. La scuola del resto non è un'istituzione come le altre. La trasmissione dei saperi (e di quali saperi poi? quelli che sono già stati oggetto di selezione) è la cosa più importante solo in apparenza. Specialmente in quella delicata età in cui si è ancora in formazione la scuola ha a che fare con il confronto tra pari, con l'autorità, con la gerarchia, con le regole del gioco dello stare al mondo e della propria posizione nel mondo, con il senso di sé e l'inadeguatezza: in altre parole si ha a che fare con l'identità ed il potere. La letteratura per l'infanzia (in Italia ne sono esempi importanti Pinocchio, o Cuore) ha saputo cogliere in maniera straordinaria la dimensione di rito di passaggio e di iniziazione della scuola, aspetti resi espliciti poi dalle analisi sociologiche.
cultura 21 organizzazioni". Curato dagli stessi Sergio Carbone e Angelo Pasquarella, si tratta di... more cultura 21 organizzazioni". Curato dagli stessi Sergio Carbone e Angelo Pasquarella, si tratta di un progetto giunto oramai alla sua terza edizione, dopo Punto HR 2014! e Punto HR 2013!, il volume vede il contributo di consulenti, manager, accademici e rappresentanti dei lavoratori che affrontano molti temi rilevanti sia in senso tecnico che come riflessione concettuale, da quello della leadership fino al ruolo dei social media, ai nuovi modelli di business ed alla certificazione delle competenze. Ma dedicando spazio anche al lavoro che cambia e che non c'è, o non c'è più. L'obiettivo è quello di comunicare le best practices anche in relazione al recente Jobs act che, mutuato dall'esperienza americana, dovrebbe introdurre procedure di maggiore snellezza nei rapporti di lavoro. Importante figura di raccordo tra le varie risorse umane è quella del leader. Ma chi è un leader? se lo chiede nel suo contributo Stefano Greco. La «leadership è la capaci-tà di un particolare individuo di lasciare un buon ricordo di sé [...] e di rimanere impresso nella memoria storica di molte generazioni». La parola «ricordo» viene dal latino recordare, richiamare alla mente ma soprattutto al cuore, dalla particella re -di nuovo -e cor-cordis -cuore, considerato da Aristotele come la sede della memoria. Attraverso una ricostruzione anche storica del suo significato, l'autore traccia un quadro della figura del leader differenziandola da quella di manager, ovvero colui o colei che sa e sa fare e la cui origine «rimanda direttamente al significato operativo del ruolo, per come era concepito fin dall'antichità: «manager» proviene infatti dal latino «manibus agere» che significa «fare con le mani». Nell'antica Roma il «manager» era un proprietario di «animali, cose e schiavi», e poi nell'illuminismo il termine assunse anche quello più ampio di saper tenere le briglie di una situazione (non a caso il termine ha la stessa origine di maneggio). La celebrazione del termine, nel suo significato di amministrare e gestire un'organizzazione in funzione del raggiungimento di risultati economici, avvenne nell'Ottocento in Inghilterra. Il concetto di leadership appare invece legato piuttosto alla gestione non solo di beni ma soprattutto di persone.
è una contro-utopia, forse perfino due, tra le righe del discusso ultimo romanzo di Michel Houell... more è una contro-utopia, forse perfino due, tra le righe del discusso ultimo romanzo di Michel Houellebecq, Sottomissione (traduzione italiana di Vincenzo Vega, Bompiani, 2015, 252 pagine, euro 17,50; Soumission nell'edizione originale francese, pubblicata da Flammarion). È l'utopia della fraternità, terzo e trascurato polo della Rivoluzione, come ebbe a definirla già qualche anno fa Jacques Attali, il fidato consigliere di Mitterrand. Ma anche, vale la pena ricordarlo, elemento fondante della Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo, proprio insieme a libertà ed uguaglianza. Un'utopia che ha strettamente a che vedere con la riflessione su quel che le scienze sociali definiscono il legame sociale: cosa cioè tiene insieme i membri di una società e cosa fa sì che una società funzioni in virtù del modo in cui è tenuta insieme. Letto con questa lente, il romanzo offre non pochi elementi. Non è un caso certamente se, nella finzione del racconto, il neoconvertito Rediger, rettore della Sorbona e poi fidato sottosegretario all'Istruzione per Ben Abbes, sia tra l'altro l'autore di un articolo intitolato Geometria del legame. Un articolo che dimostrava ancora una volta il fallimento del comunismo, che tuttavia aveva rappresentato un tentativo di superamento dell'individualismo, ma il cui punto essenziale era un altro. «Soltanto una religione, cercava di dimostrare l'articolo, poteva creare una relazione totale tra gli individui». Per questo, Rediger troverà coerente la conversione all'Islam. Rediger è anche colui che teorizza il concetto di sottomissione. Da qualche parte, in un inconscio collettivo neppure troppo rimosso, pare annidarsi un'identica idea di sottomissione, di devozione assoluta, che rende Islam ed Europa meno distanti di quel che si è tentati di rappresentare: «È la sottomissione, disse piano Rediger. L'idea sconvolgente e semplice, mai espressa con tanta forza prima di allora, che il culmine della felicità umana consista nella sottomissione più assoluta. È un concetto che esiterei a esporre davanti ai miei correligionari, potrebbero giudicarlo blasfemo, ma per me c'è un rapporto tra la sottomissione della donna all'uomo come la descrive Histoire d'O e la sottomissione dell'uomo a Dio come la contempla l'Islam». Una passione per la sottomissione, saremmo tentati di dire, che ha anche una forte componente erotica, quindi. Non è un caso infatti che il felice poligamo Rediger, riceva il confuso e solitario François (già sedotto dalla promessa di una edizione prestigiosa per la Pléiade) nella sua abitazione di Rue des Arènes: «per me è una felicità continua vivere nella casa dove Dominique Aury ha scritto Histoire d'O, o comunque dove viveva l'amante per amore del quale ha scritto quel libro. È un libro affascinante non trova?». La sottomissione come promessa di legame, quindi, attraverso la rinuncia alla libertà e all'uguaglianza. Ma se a capo della Sorbona, citta-C della per eccellenza della cultura francese, il rettore ha rinunciato all'ideale della libertà, in cambio di prestigio accademico e devozione femminile, quello della fraternità sopravvive lontano dai centri di potere. È la categoria che trova esplicita espressione nel giudizio sul tassista che accompagna François all'abbazia di Ligugé, presso Poitiers, potente frontiera simbolica per l'Europa prima cristiana e poi laica e liberale dove il protagonista François, come un novello Dante, si lascia guidare da Huysmans-Vir-gilio alla scoperta della storia e della fine della sua civiltà, di «un Occidente che si va consumando sotto i nostri occhi». A presidiare quella frontiera pare esserci ancora quell'umanità che trova rappresentazione nel tassista: «Era una di quelle persone -non numerose, inveroche godono a priori della felicità dei loro simili, in poche parole era quello che si dice un brav'uomo». È la definizione, pressoché letterale, del concetto di fraternità, «il provare piacere dalla felicità degli altri».
Parthenope, o del mito necessario, 2025
Insula Europea, 2023
Il racconto dell'esperienza di Democrazia Proletaria a Palata (CB) negli anni '80. La lotta per l... more Il racconto dell'esperienza di Democrazia Proletaria a Palata (CB) negli anni '80. La lotta per l'acqua, l'ambientalismo, le battaglie contro il nucleare e per il pacifismo.
The article focuses on the recent debate, about gift and the non-market economies, born especiall... more The article focuses on the recent debate, about gift and the non-market economies, born especially around the new lecture of classical texts of Marcel Mauss and Karl Polanyi. The article is meant to show that the renewed interest is rooted in the contemporary crisis of relationships, of social ties, and in the effects of commodification of the utilitarian market economies. The theme of the gift is a narrative and theorethical tool to rethinking about the exchange and the social relationships throughout, both from the affective and private point of view than economical and collective too.
Etnoantropologia, Apr 9, 2014
The article focuses on the recent debate, about gift and the non-market economies, born especiall... more The article focuses on the recent debate, about gift and the non-market economies, born especially around the new lecture of classical texts of Marcel Mauss and Karl Polanyi. The article is meant to show that the renewed interest is rooted in the contemporary crisis of relationships, of social ties, and in the effects of commodification of the utilitarian market economies. The theme of the gift is a narrative and theorethical tool to rethinking about the exchange and the social relationships throughout, both from the affective and private point of view than economical and collective too. Keywords Gift; exchange; economies; social contract; social ties "Perciò è chiaro che l'uomo è animale più socievole di qualsiasi ape
Svizzera. Generazione Expo02
Il corpo ei suoi doppi
Strategie del corpo, 2008
Etnoantropologia, Apr 9, 2014
The article focuses on the recent debate, about gift and the non-market economies, born especiall... more The article focuses on the recent debate, about gift and the non-market economies, born especially around the new lecture of classical texts of Marcel Mauss and Karl Polanyi. The article is meant to show that the renewed interest is rooted in the contemporary crisis of relationships, of social ties, and in the effects of commodification of the utilitarian market economies. The theme of the gift is a narrative and theorethical tool to rethinking about the exchange and the social relationships throughout, both from the affective and private point of view than economical and collective too. Keywords Gift; exchange; economies; social contract; social ties "Perciò è chiaro che l'uomo è animale più socievole di qualsiasi ape
Insula Europea, 2017
The autobiography of the Albanian writer and ethnographer Musine Kokalari between 1937 and 1941, ... more The autobiography of the Albanian writer and ethnographer Musine Kokalari between 1937 and 1941, during university studies in Rome and the rise of fascism.
The definition of "places" in the anthropological sense has led to highlight how they show the ne... more The definition of "places" in the anthropological sense has led to highlight how they show the need to express social relations and identity and at the same time to isolation, autonomy, anonymity. Both dimensions are essential for a human life rich in meaning and pleasure. Research in the field of urban anthropology have shown that cities are the places that constantly reproduce these two forms of living together: on one side the practice of autonomy and even anonymity (which allows the development of large suburbs, but also of serendipity, the random encounter and discovery), on the other side ongoing research into gathering places (even in places of consumption, such as shopping centers, in the absence or an alternative to the traditional ones). Therefore, the use of technology and smartness in general can not ignore the need to take account of both aspects: for this, smart city and smart society can not be reduced to the implementation of smart systems without imagining or not creating a vision - using multidisciplinary approaches - of the forms of human relationships that are conceived, even in consideration of the aspects of multiculturalism that increasingly affect the city: from the experience of the body, grounding the life itself, to the social, and without which the practices of smartness become fetishes of a new utopia that might not solve existing problems and possibly create new ones, due to exclusion from the new communication technologies.
ono… sono belle… Queste scarpe, sono mio padre… Queste scarpe sono davvero mio padre, sono davver... more ono… sono belle… Queste scarpe, sono mio padre… Queste scarpe sono davvero mio padre, sono davvero lui. Quando penso a lui… Era buono… era come Van Gogh!" Così un bambino di dieci anni della provincia marocchina del 1969 si lascia affascinare da una tela del pittore olandese riprodotta in uno di quei libri d'arte la cui presenza nelle case testimonia il successo nell'ascesa sociale. Mehdi Khatib a casa sua non ha neppure la televisione e nulla ha visto dell'allunaggio di quell'estate. Tanto è distante il suo mondo da quella cultura che ha tentato di risolvere l'enigma degli scarponi raffigurati da Van Gogh con gli strumenti della filosofia e della critica d'arte. Mehdi nulla sa di Heidegger, Shapiro e Derrida che su quegli scarponi hanno dibattuto e fatto dotte conferenze ma degli scarponi coglie e dice al tempo stesso rappresentazione, essenza e verità. Senza la mediazione dell'educazione scolastica che di lì a poco lo istruirà a ciò che è bello. Incorporando quel gusto distintivo che nel gioco sociale include o esclude, come scrisse Bourdieu in quello che è diventato un caposaldo della sociologia del ventesimo secolo (La distinzione. Critica sociale del gusto, 1979). Mehdi Khatib è il protagonista di Un anno con i francesi, di Fouad Laroui, appena pubblicato in Italia da Del Vecchio, con la traduzione di Cristina Vezzaro (320 pagine, 16 euro). È la storia, un po' romanzo un po' fiaba per la levità dello stile, di un bambino marocchino di Béni-Mellal, nel Medio Atlante, a cui il maestro fa conseguire una borsa di studio per il prestigioso liceo francofono Lyautey di Casablanca. Dal suo ingresso a scuola fino alle successive vacanze estive Mehdi si troverà a fare i conti con la sua cultura d'origine, con quella dei francesi che frequentano la sua stessa scuola e poi con il suo senso di doppia estraneità che lo farà sentire costantemente un "impostore", un intruso sempre a rischio di essere scoperto, malgrado i suoi risultati a scuola. La scuola del resto non è un'istituzione come le altre. La trasmissione dei saperi (e di quali saperi poi? quelli che sono già stati oggetto di selezione) è la cosa più importante solo in apparenza. Specialmente in quella delicata età in cui si è ancora in formazione la scuola ha a che fare con il confronto tra pari, con l'autorità, con la gerarchia, con le regole del gioco dello stare al mondo e della propria posizione nel mondo, con il senso di sé e l'inadeguatezza: in altre parole si ha a che fare con l'identità ed il potere. La letteratura per l'infanzia (in Italia ne sono esempi importanti Pinocchio, o Cuore) ha saputo cogliere in maniera straordinaria la dimensione di rito di passaggio e di iniziazione della scuola, aspetti resi espliciti poi dalle analisi sociologiche.
cultura 21 organizzazioni". Curato dagli stessi Sergio Carbone e Angelo Pasquarella, si tratta di... more cultura 21 organizzazioni". Curato dagli stessi Sergio Carbone e Angelo Pasquarella, si tratta di un progetto giunto oramai alla sua terza edizione, dopo Punto HR 2014! e Punto HR 2013!, il volume vede il contributo di consulenti, manager, accademici e rappresentanti dei lavoratori che affrontano molti temi rilevanti sia in senso tecnico che come riflessione concettuale, da quello della leadership fino al ruolo dei social media, ai nuovi modelli di business ed alla certificazione delle competenze. Ma dedicando spazio anche al lavoro che cambia e che non c'è, o non c'è più. L'obiettivo è quello di comunicare le best practices anche in relazione al recente Jobs act che, mutuato dall'esperienza americana, dovrebbe introdurre procedure di maggiore snellezza nei rapporti di lavoro. Importante figura di raccordo tra le varie risorse umane è quella del leader. Ma chi è un leader? se lo chiede nel suo contributo Stefano Greco. La «leadership è la capaci-tà di un particolare individuo di lasciare un buon ricordo di sé [...] e di rimanere impresso nella memoria storica di molte generazioni». La parola «ricordo» viene dal latino recordare, richiamare alla mente ma soprattutto al cuore, dalla particella re -di nuovo -e cor-cordis -cuore, considerato da Aristotele come la sede della memoria. Attraverso una ricostruzione anche storica del suo significato, l'autore traccia un quadro della figura del leader differenziandola da quella di manager, ovvero colui o colei che sa e sa fare e la cui origine «rimanda direttamente al significato operativo del ruolo, per come era concepito fin dall'antichità: «manager» proviene infatti dal latino «manibus agere» che significa «fare con le mani». Nell'antica Roma il «manager» era un proprietario di «animali, cose e schiavi», e poi nell'illuminismo il termine assunse anche quello più ampio di saper tenere le briglie di una situazione (non a caso il termine ha la stessa origine di maneggio). La celebrazione del termine, nel suo significato di amministrare e gestire un'organizzazione in funzione del raggiungimento di risultati economici, avvenne nell'Ottocento in Inghilterra. Il concetto di leadership appare invece legato piuttosto alla gestione non solo di beni ma soprattutto di persone.
è una contro-utopia, forse perfino due, tra le righe del discusso ultimo romanzo di Michel Houell... more è una contro-utopia, forse perfino due, tra le righe del discusso ultimo romanzo di Michel Houellebecq, Sottomissione (traduzione italiana di Vincenzo Vega, Bompiani, 2015, 252 pagine, euro 17,50; Soumission nell'edizione originale francese, pubblicata da Flammarion). È l'utopia della fraternità, terzo e trascurato polo della Rivoluzione, come ebbe a definirla già qualche anno fa Jacques Attali, il fidato consigliere di Mitterrand. Ma anche, vale la pena ricordarlo, elemento fondante della Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo, proprio insieme a libertà ed uguaglianza. Un'utopia che ha strettamente a che vedere con la riflessione su quel che le scienze sociali definiscono il legame sociale: cosa cioè tiene insieme i membri di una società e cosa fa sì che una società funzioni in virtù del modo in cui è tenuta insieme. Letto con questa lente, il romanzo offre non pochi elementi. Non è un caso certamente se, nella finzione del racconto, il neoconvertito Rediger, rettore della Sorbona e poi fidato sottosegretario all'Istruzione per Ben Abbes, sia tra l'altro l'autore di un articolo intitolato Geometria del legame. Un articolo che dimostrava ancora una volta il fallimento del comunismo, che tuttavia aveva rappresentato un tentativo di superamento dell'individualismo, ma il cui punto essenziale era un altro. «Soltanto una religione, cercava di dimostrare l'articolo, poteva creare una relazione totale tra gli individui». Per questo, Rediger troverà coerente la conversione all'Islam. Rediger è anche colui che teorizza il concetto di sottomissione. Da qualche parte, in un inconscio collettivo neppure troppo rimosso, pare annidarsi un'identica idea di sottomissione, di devozione assoluta, che rende Islam ed Europa meno distanti di quel che si è tentati di rappresentare: «È la sottomissione, disse piano Rediger. L'idea sconvolgente e semplice, mai espressa con tanta forza prima di allora, che il culmine della felicità umana consista nella sottomissione più assoluta. È un concetto che esiterei a esporre davanti ai miei correligionari, potrebbero giudicarlo blasfemo, ma per me c'è un rapporto tra la sottomissione della donna all'uomo come la descrive Histoire d'O e la sottomissione dell'uomo a Dio come la contempla l'Islam». Una passione per la sottomissione, saremmo tentati di dire, che ha anche una forte componente erotica, quindi. Non è un caso infatti che il felice poligamo Rediger, riceva il confuso e solitario François (già sedotto dalla promessa di una edizione prestigiosa per la Pléiade) nella sua abitazione di Rue des Arènes: «per me è una felicità continua vivere nella casa dove Dominique Aury ha scritto Histoire d'O, o comunque dove viveva l'amante per amore del quale ha scritto quel libro. È un libro affascinante non trova?». La sottomissione come promessa di legame, quindi, attraverso la rinuncia alla libertà e all'uguaglianza. Ma se a capo della Sorbona, citta-C della per eccellenza della cultura francese, il rettore ha rinunciato all'ideale della libertà, in cambio di prestigio accademico e devozione femminile, quello della fraternità sopravvive lontano dai centri di potere. È la categoria che trova esplicita espressione nel giudizio sul tassista che accompagna François all'abbazia di Ligugé, presso Poitiers, potente frontiera simbolica per l'Europa prima cristiana e poi laica e liberale dove il protagonista François, come un novello Dante, si lascia guidare da Huysmans-Vir-gilio alla scoperta della storia e della fine della sua civiltà, di «un Occidente che si va consumando sotto i nostri occhi». A presidiare quella frontiera pare esserci ancora quell'umanità che trova rappresentazione nel tassista: «Era una di quelle persone -non numerose, inveroche godono a priori della felicità dei loro simili, in poche parole era quello che si dice un brav'uomo». È la definizione, pressoché letterale, del concetto di fraternità, «il provare piacere dalla felicità degli altri».
Insula Europea, 2023
Il racconto dell'esperienza di un gruppo di giovani che aderiscono a Democrazia Proletaria negli ... more Il racconto dell'esperienza di un gruppo di giovani che aderiscono a Democrazia Proletaria negli anni '80 a Palata (CB), le lotte per l'acqua, per il pacifismo, contro il nucleare.