Giovan Giuseppe Mellusi - Academia.edu (original) (raw)
Papers by Giovan Giuseppe Mellusi
L'indomito desìo. Scritti dedicati a Federico Martino, 2023
96 nt. 3, fa menzione di una lettera inedita del card. Carafa al Lombardo del 13 ottobre 1586, ne... more 96 nt. 3, fa menzione di una lettera inedita del card. Carafa al Lombardo del 13 ottobre 1586, nella quale era richiesto che si «costituisca quanto prima il Seminario sicondo il progetto del Concilio, del che fin hora ha fatto poco cunto». Gli sforzi dell'arcivescovo trovano conferma in una notizia di Rocco Pirri che nota come «Ad educandos, instituendosque clericos Seminarium an. 1590. auspicatus est Antonius datis ab Archiepiscopali mensa in singulos annos aureis 160» [R. PIRRI, Sicilia Sacra disquisitionibus et notitiis illustrata, voll. I-II, Palermo 1733 (rist. an. con uno Scritto di F. GIUNTA, Sala Bolognese 1987), I, p. 432]. 9 Le costituzioni sinodali furono date alle stampe a distanza di tre anni dalla chiusura dell'assemblea (Constitvtiones Synodales Illvstriss. mi et Rever. mi Domini D. Antonii Lombardo Archiepiscopi Messan., Messanae, Ex Tipographia Fausti Bufalini. MDXCI). Tuttavia, nell'Archivio Segreto Vaticano abbiamo rinvenuto una copia manoscritta del testo, con alcune varianti. Si tratta di un codice di ottanta carte, rilegato in tutta pergamena, scritto con diverse grafie e autenticato, in calce, dal sac. Antonio Ricciardi, dottore in teologia e pro-segretario del Sinodo. Abbiamo ritenuto utile riportare in appendice (doc. I) la trascrizione integrale del paragrafo che più ci interessa, quello relativo al Seminario dei chierici, trattandosi della prima stesura delle Costituzioni. Il Ricciardi, nella qualità di procuratore dell'arcivescovo Lombardo, si recò a Roma nel 1592 e nel 1594 per la periodica visita ad limina. 10 G. MELLUSI, L'Arcivescovo e il suo palazzo. Nove secoli di storia della residenza dei presuli messinesi, in G. TAVILLA (a cura di), La Cappella privata dell'Arcivescovo, Messina 2006, pp. 14-17. 11 «Ad meliorem formam Seminarii gubernium composuit, in quo tum Clerici,
Panta Rei Studi Dedicati a Manlio Bellomo Vol 3 2004 Isbn 88 7831 174 X Pags 589 625, 2004
Rivista di Storia della Chiesa in Italia, 2014
Il 24 settembre 1897, alle esequie del card. Giuseppe Guarino, arcivescovo e archimandrita di Mes... more Il 24 settembre 1897, alle esequie del card. Giuseppe Guarino, arcivescovo e archimandrita di Messina, il can. Annibale M. Di Francia (innalzato agli onori degli altari nel 2004), che fi n dall'arrivo del presule in diocesi era stato uno dei sacerdoti a lui più vicini 1 , nell'elogiare il defunto pronunciò una frase famosa che non è stata ancora oggetto di specifi che rifl essioni:
RELIGIONE E PATRIA. FILIPPO BARTOLOMEO PRETE LIBERALE MESSINESE DELL'OTTOCENTO, 2019
Due amori hanno sempre infiammato, ed infiammeranno l'animo mio, cioè quello della pura religione... more Due amori hanno sempre infiammato, ed infiammeranno l'animo mio, cioè quello della pura religione cattolica, l'altro dell'unità, ed indipendenza della patria comune l'Italia. Io sono profondamente convinto, che il dominio temporale dei papi-re è una delle piaghe più dolorose della Chiesa di Cristo Salvatore 1 .
Archivio Storico Messinese n. 93, 2012
Secondo la tradizione, la conversione al cristianesimo dei messinesi avvenne per mezzo della pred... more Secondo la tradizione, la conversione al cristianesimo dei messinesi avvenne per mezzo della predicazione di San Paolo, il quale, chiamato dagli abitanti della città del Faro mentre sostava a Reggio, si portò sulle rive siciliane dello Stretto, fermandosi per tre giorni. Qui ordinò Bacchilo primo vescovo di Messina, dando così inizio alla successione episcopale. La presenza dell'Apostolo delle Genti, inoltre, è legata alla ben più importante devozione verso la Vergine Maria, invocata con il titolo di Madonna della Lettera, patrona principale della città e della diocesi peloritana 1 .
KTHMA ES AIEI Studi e ricordi in memoria di Giacomo Scibona, 2017
1. il monastero femminile messinese di S. Gregorio -che in origine portava il nome della Madre di... more 1. il monastero femminile messinese di S. Gregorio -che in origine portava il nome della Madre di Gesù -è forse, tra i cenobi di rito latino della città del Faro, quello che più di ogni altro ha meritato l'attenzione degli studiosi; e ciò per almeno due ragioni: la prima, di ordine artistico, a motivo delle opere d'arte che custodiva e della ricca decorazione della sua chiesa, costruita nella seconda metà del Xvi secolo e sontuosamente abbellita di preziosi marmi mischi nel corso del secolo successivo 1 ; la seconda, non meno importante della prima, per l'essersi in parte salvato dalla distruzione il fondo di pergamene un tempo conservate nel suo tabulario. circostanza, quest'ultima, che deve considerarsi un evento davvero fortunato, se pensiamo agli archivi della maggioranza delle istituzioni ecclesiastiche (ed anche civili) di Messina. a tutti, infatti, sono note le vicende che, per svariate ragioni, hanno portato alla perdita, più o meno definitiva, dei documenti messinesi: dal nefasto saccheggio operato dal duca di S. Stefano alla fine della rivolta antispagnola della città e della conseguente secessione (gennaio 1679), all'incendio del palazzo arcivescovile durante il moto separatista antiborbonico (settembre 1848), alla eversione dell'asse ecclesiastico seguìta alla soppressione delle corporazioni religiose (1866) e, per finire, all'incendio dei depositi del locale archivio di Stato susseguente ai bombardamenti alleati dell'estate del 1943.
Nea Rhome. Rivista di ricerche bizantinistiche, 2014
È fuor di dubbio che gli studiosi della Chiesa greca in Italia 1 , e soprattutto quelli che da ol... more È fuor di dubbio che gli studiosi della Chiesa greca in Italia 1 , e soprattutto quelli che da oltre mezzo secolo dedicano la loro attenzione a Messina e al suo territorio, facciano oggetto precipuo delle proprie indagini il fenomeno monastico 2 e, in particolare, le vicende dell'archimandritato del S. Salvatore de lingua Phari, la federazione di monasteri creata da Ruggero II nel 1130 (quando già alcuni di essi mostravano i primi segni di cedimento) che, ancora per qualche secolo, riuscì a garantire una certa vitalità al monachesimo greco 3 . Questa scelta 4 ha lasciato 1 V. LAURENT, L'église de l'Italie méridionale entre Rome et Byzance à la veille de la conquête normande, in La Chiesa greca in Italia dall'VIII al XVI secolo. Atti del Convegno storico interecclesiale (Bari, 30 apr.-4 magg. 1969), I, Padova 1973 (Italia Sacra. Studi e documenti di storia ecclesiastica, 20), pp. 5-24: 11-14; A. PERTUSI, La Chiesa greca in Italia, in Problemi di storia della Chiesa: l'alto Medioevo, a cura di P. ZERBI, Milano 1973, pp. 99-128; V. VON FALKENHAUSEN, Chiesa greca e chiesa latina in Sicilia prima della conquista araba, in Archivio Storico Siracusano, n.s. 5 (1978Siracusano, n.s. 5 ( -1979, pp. 137-155; C.D. FON-SECA, L'organizzazione ecclesiastica dell'Italia normanna tra l'XI e il XII secolo: i nuovi assetti istituzionali, in ID., Particolarismo istituzionale e organizzazione ecclesiastica del Mezzogiorno medievale, Galatina 1987, pp. 77-103. 2 Cf. M. SCADUTO, Il monachesimo basiliano nella Sicilia medioevale. Rinascita e decadenza, sec. XI-XIV, Roma 1982 2 ; A. GUILLOU, Il monachesimo greco in Italia meridionale e in Sicilia nel medioevo, in L'eremitismo in Occidente nei secoli XI e XII. Atti della seconda Settimana internazionale di studio. Mendola, 30 agosto-6 settembre 1962, Milano 1965 (Miscellanea del Centro di Studi medievali, 4), pp. 355-381: 356-357; V. VON FALKEN -HAUSEN, I monasteri greci dell'Italia meridionale e della Sicilia dopo l'avvento dei Normanni: continuità e mutamenti, in Il passaggio dal dominio bizantino allo stato normanno nell'Italia meridionale, Taranto 1977, pp. 197-229; EAD., Patrimonio e politica patrimoniale dei monasteri greci nella Sicilia Normanno-Sveva, in Basilio di Cesarea. La sua età, la sua opera e il basilianesimo in Sicilia. Atti del Convegno Internazionale (Messina 3-6 XII 1979), II, Messina 1983, pp. 777-790; EAD., Il monachesimo greco in Sicilia, in La Sicilia rupestre nel contesto delle civiltà mediterranee. Atti del VI Convegno internazionale di studio sulla Civiltà rupestre nel Mezzogiorno d'Italia (Catania-Pantalica-Ispica, 7-12 sett. 1981), Galatina 1986, pp. 135-174; F. GIUNTA, Il monachesimo basiliano nella Sicilia normanna, in Basilio di Cesarea cit., II, pp. 709-732. 3 Cf. V. VON FALKENHAUSEN, L'Archimandritato del S. Salvatore in lingua phari di Messina e il monachesimo italo-greco nel regno normanno-svevo (secoli XI-XIII), in Messina. Il ritorno della memoria. Catalogo della mostra svoltasi a Messina, Palazzo Zanca, dal 1 marzo al 28 aprile , Palermo 1994 A titolo esemplificativo ricordiamo solo alcuni tra i più significativi saggi che finora quasi del tutto ignorate le vicende del clero secolare greco, cui era affidata la cura animarum delle popolazioni ellenofone della città dello Stretto, del suo entroterra e del Valdemone 5 , ovvero la micro-regione che comprendeva l'attuale provincia di Messina, l'Etna, il versante meridionale dei Nebrodi e la contea di Geraci. Una presenza, quella greca, tutt'altro che trascurabile ancora nella prima età aragonese, se consideriamo i dati riportati nelle rationes decimarum relative agli anni 1308-1310 6 . Il fenomeno, quindi, merita una riflessione ampia e articolata, mettendo a frutto i documenti rimastici -non molti a dire il vero -nel tentativo di gettare luce su una realtà che ha origine almeno dal secolo VII, giungendo con alterne fortune fino al 1908, quando il disastroso sisma che distrusse la città dello Stretto pose fine a una più che millenaria tradizione.
L'indomito desìo. Scritti dedicati a Federico Martino, 2023
96 nt. 3, fa menzione di una lettera inedita del card. Carafa al Lombardo del 13 ottobre 1586, ne... more 96 nt. 3, fa menzione di una lettera inedita del card. Carafa al Lombardo del 13 ottobre 1586, nella quale era richiesto che si «costituisca quanto prima il Seminario sicondo il progetto del Concilio, del che fin hora ha fatto poco cunto». Gli sforzi dell'arcivescovo trovano conferma in una notizia di Rocco Pirri che nota come «Ad educandos, instituendosque clericos Seminarium an. 1590. auspicatus est Antonius datis ab Archiepiscopali mensa in singulos annos aureis 160» [R. PIRRI, Sicilia Sacra disquisitionibus et notitiis illustrata, voll. I-II, Palermo 1733 (rist. an. con uno Scritto di F. GIUNTA, Sala Bolognese 1987), I, p. 432]. 9 Le costituzioni sinodali furono date alle stampe a distanza di tre anni dalla chiusura dell'assemblea (Constitvtiones Synodales Illvstriss. mi et Rever. mi Domini D. Antonii Lombardo Archiepiscopi Messan., Messanae, Ex Tipographia Fausti Bufalini. MDXCI). Tuttavia, nell'Archivio Segreto Vaticano abbiamo rinvenuto una copia manoscritta del testo, con alcune varianti. Si tratta di un codice di ottanta carte, rilegato in tutta pergamena, scritto con diverse grafie e autenticato, in calce, dal sac. Antonio Ricciardi, dottore in teologia e pro-segretario del Sinodo. Abbiamo ritenuto utile riportare in appendice (doc. I) la trascrizione integrale del paragrafo che più ci interessa, quello relativo al Seminario dei chierici, trattandosi della prima stesura delle Costituzioni. Il Ricciardi, nella qualità di procuratore dell'arcivescovo Lombardo, si recò a Roma nel 1592 e nel 1594 per la periodica visita ad limina. 10 G. MELLUSI, L'Arcivescovo e il suo palazzo. Nove secoli di storia della residenza dei presuli messinesi, in G. TAVILLA (a cura di), La Cappella privata dell'Arcivescovo, Messina 2006, pp. 14-17. 11 «Ad meliorem formam Seminarii gubernium composuit, in quo tum Clerici,
Panta Rei Studi Dedicati a Manlio Bellomo Vol 3 2004 Isbn 88 7831 174 X Pags 589 625, 2004
Rivista di Storia della Chiesa in Italia, 2014
Il 24 settembre 1897, alle esequie del card. Giuseppe Guarino, arcivescovo e archimandrita di Mes... more Il 24 settembre 1897, alle esequie del card. Giuseppe Guarino, arcivescovo e archimandrita di Messina, il can. Annibale M. Di Francia (innalzato agli onori degli altari nel 2004), che fi n dall'arrivo del presule in diocesi era stato uno dei sacerdoti a lui più vicini 1 , nell'elogiare il defunto pronunciò una frase famosa che non è stata ancora oggetto di specifi che rifl essioni:
RELIGIONE E PATRIA. FILIPPO BARTOLOMEO PRETE LIBERALE MESSINESE DELL'OTTOCENTO, 2019
Due amori hanno sempre infiammato, ed infiammeranno l'animo mio, cioè quello della pura religione... more Due amori hanno sempre infiammato, ed infiammeranno l'animo mio, cioè quello della pura religione cattolica, l'altro dell'unità, ed indipendenza della patria comune l'Italia. Io sono profondamente convinto, che il dominio temporale dei papi-re è una delle piaghe più dolorose della Chiesa di Cristo Salvatore 1 .
Archivio Storico Messinese n. 93, 2012
Secondo la tradizione, la conversione al cristianesimo dei messinesi avvenne per mezzo della pred... more Secondo la tradizione, la conversione al cristianesimo dei messinesi avvenne per mezzo della predicazione di San Paolo, il quale, chiamato dagli abitanti della città del Faro mentre sostava a Reggio, si portò sulle rive siciliane dello Stretto, fermandosi per tre giorni. Qui ordinò Bacchilo primo vescovo di Messina, dando così inizio alla successione episcopale. La presenza dell'Apostolo delle Genti, inoltre, è legata alla ben più importante devozione verso la Vergine Maria, invocata con il titolo di Madonna della Lettera, patrona principale della città e della diocesi peloritana 1 .
KTHMA ES AIEI Studi e ricordi in memoria di Giacomo Scibona, 2017
1. il monastero femminile messinese di S. Gregorio -che in origine portava il nome della Madre di... more 1. il monastero femminile messinese di S. Gregorio -che in origine portava il nome della Madre di Gesù -è forse, tra i cenobi di rito latino della città del Faro, quello che più di ogni altro ha meritato l'attenzione degli studiosi; e ciò per almeno due ragioni: la prima, di ordine artistico, a motivo delle opere d'arte che custodiva e della ricca decorazione della sua chiesa, costruita nella seconda metà del Xvi secolo e sontuosamente abbellita di preziosi marmi mischi nel corso del secolo successivo 1 ; la seconda, non meno importante della prima, per l'essersi in parte salvato dalla distruzione il fondo di pergamene un tempo conservate nel suo tabulario. circostanza, quest'ultima, che deve considerarsi un evento davvero fortunato, se pensiamo agli archivi della maggioranza delle istituzioni ecclesiastiche (ed anche civili) di Messina. a tutti, infatti, sono note le vicende che, per svariate ragioni, hanno portato alla perdita, più o meno definitiva, dei documenti messinesi: dal nefasto saccheggio operato dal duca di S. Stefano alla fine della rivolta antispagnola della città e della conseguente secessione (gennaio 1679), all'incendio del palazzo arcivescovile durante il moto separatista antiborbonico (settembre 1848), alla eversione dell'asse ecclesiastico seguìta alla soppressione delle corporazioni religiose (1866) e, per finire, all'incendio dei depositi del locale archivio di Stato susseguente ai bombardamenti alleati dell'estate del 1943.
Nea Rhome. Rivista di ricerche bizantinistiche, 2014
È fuor di dubbio che gli studiosi della Chiesa greca in Italia 1 , e soprattutto quelli che da ol... more È fuor di dubbio che gli studiosi della Chiesa greca in Italia 1 , e soprattutto quelli che da oltre mezzo secolo dedicano la loro attenzione a Messina e al suo territorio, facciano oggetto precipuo delle proprie indagini il fenomeno monastico 2 e, in particolare, le vicende dell'archimandritato del S. Salvatore de lingua Phari, la federazione di monasteri creata da Ruggero II nel 1130 (quando già alcuni di essi mostravano i primi segni di cedimento) che, ancora per qualche secolo, riuscì a garantire una certa vitalità al monachesimo greco 3 . Questa scelta 4 ha lasciato 1 V. LAURENT, L'église de l'Italie méridionale entre Rome et Byzance à la veille de la conquête normande, in La Chiesa greca in Italia dall'VIII al XVI secolo. Atti del Convegno storico interecclesiale (Bari, 30 apr.-4 magg. 1969), I, Padova 1973 (Italia Sacra. Studi e documenti di storia ecclesiastica, 20), pp. 5-24: 11-14; A. PERTUSI, La Chiesa greca in Italia, in Problemi di storia della Chiesa: l'alto Medioevo, a cura di P. ZERBI, Milano 1973, pp. 99-128; V. VON FALKENHAUSEN, Chiesa greca e chiesa latina in Sicilia prima della conquista araba, in Archivio Storico Siracusano, n.s. 5 (1978Siracusano, n.s. 5 ( -1979, pp. 137-155; C.D. FON-SECA, L'organizzazione ecclesiastica dell'Italia normanna tra l'XI e il XII secolo: i nuovi assetti istituzionali, in ID., Particolarismo istituzionale e organizzazione ecclesiastica del Mezzogiorno medievale, Galatina 1987, pp. 77-103. 2 Cf. M. SCADUTO, Il monachesimo basiliano nella Sicilia medioevale. Rinascita e decadenza, sec. XI-XIV, Roma 1982 2 ; A. GUILLOU, Il monachesimo greco in Italia meridionale e in Sicilia nel medioevo, in L'eremitismo in Occidente nei secoli XI e XII. Atti della seconda Settimana internazionale di studio. Mendola, 30 agosto-6 settembre 1962, Milano 1965 (Miscellanea del Centro di Studi medievali, 4), pp. 355-381: 356-357; V. VON FALKEN -HAUSEN, I monasteri greci dell'Italia meridionale e della Sicilia dopo l'avvento dei Normanni: continuità e mutamenti, in Il passaggio dal dominio bizantino allo stato normanno nell'Italia meridionale, Taranto 1977, pp. 197-229; EAD., Patrimonio e politica patrimoniale dei monasteri greci nella Sicilia Normanno-Sveva, in Basilio di Cesarea. La sua età, la sua opera e il basilianesimo in Sicilia. Atti del Convegno Internazionale (Messina 3-6 XII 1979), II, Messina 1983, pp. 777-790; EAD., Il monachesimo greco in Sicilia, in La Sicilia rupestre nel contesto delle civiltà mediterranee. Atti del VI Convegno internazionale di studio sulla Civiltà rupestre nel Mezzogiorno d'Italia (Catania-Pantalica-Ispica, 7-12 sett. 1981), Galatina 1986, pp. 135-174; F. GIUNTA, Il monachesimo basiliano nella Sicilia normanna, in Basilio di Cesarea cit., II, pp. 709-732. 3 Cf. V. VON FALKENHAUSEN, L'Archimandritato del S. Salvatore in lingua phari di Messina e il monachesimo italo-greco nel regno normanno-svevo (secoli XI-XIII), in Messina. Il ritorno della memoria. Catalogo della mostra svoltasi a Messina, Palazzo Zanca, dal 1 marzo al 28 aprile , Palermo 1994 A titolo esemplificativo ricordiamo solo alcuni tra i più significativi saggi che finora quasi del tutto ignorate le vicende del clero secolare greco, cui era affidata la cura animarum delle popolazioni ellenofone della città dello Stretto, del suo entroterra e del Valdemone 5 , ovvero la micro-regione che comprendeva l'attuale provincia di Messina, l'Etna, il versante meridionale dei Nebrodi e la contea di Geraci. Una presenza, quella greca, tutt'altro che trascurabile ancora nella prima età aragonese, se consideriamo i dati riportati nelle rationes decimarum relative agli anni 1308-1310 6 . Il fenomeno, quindi, merita una riflessione ampia e articolata, mettendo a frutto i documenti rimastici -non molti a dire il vero -nel tentativo di gettare luce su una realtà che ha origine almeno dal secolo VII, giungendo con alterne fortune fino al 1908, quando il disastroso sisma che distrusse la città dello Stretto pose fine a una più che millenaria tradizione.