Giuseppe Sava - Academia.edu (original) (raw)
Papers by Giuseppe Sava
Giovanni Demio e la maniera moderna tra Tiziano e Tintoretto, 2018
Artisti itineranti di montagna dal Medioevo all’età moderna, 2014
"Studi Trentini di Scienze Storiche", 2007
“Musica e Figura”, 2011
Nella parrocchiale dei Santi Pietro e Paolo a Imer si conservano quattro tele raffiguranti gli Ev... more Nella parrocchiale dei Santi Pietro e Paolo a Imer si conservano quattro tele raffiguranti gli Evangelisti che superano per qualità e cultura figurativa la media delle testimonianze pittoriche locali del Sei-Settecento (figg. 1-4). In condizioni non ottimali a motivo delle vicende che qui verranno esposte, i dipinti evidenziano un approccio iconografico decisamente tradizionale. Tutti e quattro i santi sono ritratti a mezzo busto, intenti a scrivere il Vangelo; accanto a ciascuno compare, più o meno in evidenza, la specifica creatura simbolica del Tetramorfo. Le figure rispondono, quasi riecheggiando l'antica teoria dei quattro temperamenti, a due contrastanti modelli: più vivace e brillante il tipo di san Giovanni e di san Matteo, decisamente controllato il taglio dei meditativi san Marco e san Luca. Delle opere non si ignora la dignità artistica e già oltre trent'anni or sono Floriano Nicolao ne faceva menzione in un volume di storia locale come di «bellissime figure di scuola veneziana» 1 , mentre ancora sopravviveva la tradizione che, vantando una iperbolica paternità tizianesca, ricordava, pur impropriamente, il prestigio dei dipinti 2. Piuttosto generica ma congruente una testimonianza risalente al 1926: nello stilare l'elenco dei beni della chiesa richiesto alle parrocchie trentine dalla prefettura, si indugiava allora sul «pulpito adorno di bellissime tele ad olio di scuola veneziana raffiguranti i quattro evangelisti» 3. A fronte di queste indicazioni tutto sommato recenti, che non trasmettono la consapevolezza storica o critica di una precisa paternità, quanto piuttosto l'eco di una appartenenza culturale esterna, veneziana appunto, manca invece qualsiasi ausilio docu- GIUSEPPE SAVA
"Verona illustrata", 2014
Il nome del pittore Antonio da Vendri non è nuovo nel panorama pittorico del Cinquecento tridenti... more Il nome del pittore Antonio da Vendri non è nuovo nel panorama pittorico del Cinquecento tridentino. Il veronese figura tra quegli artisti ingaggiati nel 1535-1536 da Bernardo Clesio per decorare gli ambienti di Castel Selva a Levico: figure di eterogenea estrazione e formazione, accomunate dall'infausto destino della loro opera, irrimediabilmente perduta nel XVIII secolo con il saccheggio e pressoché completo atterramento del maniero. Proprio da Vendri, affiancato dal figliastro Angelo Sommariva, si era distinto in questa occasione aggiudicandosi come argomentano i documenti pubblicati da Cetto 1-la parte preponderante dell'impresa: al veronese, pagato per ben 98 giorni di lavoro, spettò la decorazione del salone, delle logge e delle « bellissime stantie » dell'appartamento del cardinale, di lì a poco generosamente lodate da Angelo Massarelli, segretario generale del Concilio. La perdita della residenza, probabilmente la più agognata dal vescovo di Trento, non a caso la prima messa a punto all'indomani della conclusione del Magno Palazzo, compromette seriamente la possibilità di verificare la partecipazione del veronese ai non pochi cantieri che Clesio non si stancò di promuovere fino alla sua morte, ingaggiando anche un secondo pittore scaligero, Giuseppe Morone, figlio del ben più celebre Francesco. 2 Il presente intervento cerca di offrire un primo favorevole sondaggio della presenza di Antonio da Vendri alla fine del quarto « Antonio da Vendris depentor veronese »: imprese della giovinezza e nelle residenze di Bernardo Clesio Desidero ringraziare Paolo Calzà, Gianni Peretti, Andrea Tomezzoli, Chiara Zanotti e Roberta Zuech.
Atti dell'Ateneo di Scienze, Lettere ed Arti di Bergamo, vol. LXXXIII, 2021
Studi di scultura. età moderna e contemporanea, 2021
This essay inquires for the first time the artistic activity of Antonio Gelpi (1740 ca - 1804), a... more This essay inquires for the first time the artistic activity of Antonio Gelpi (1740 ca - 1804), a sculptor native to Como. His profile appears in the Vite of Francesco Maria Tassi (1793), nevertheless is completely
forgotten by the studies of the sculpture of the XVIII th century in Lombardy. The sculptor is a pupil of
Antonio Pirovano in Bergamo, but very early transposes the classical and refined language of Antonio
Calegari (Brescia, 1698-1777). This relationship motivates the exchange of attribution between the two
artists and focuses the evolution in the last stage, now full of neoclassical suggestions.
"Paragone Arte", 2018
A terracotta and some works in marble are here ascribed to the Calegari family of sculptors from ... more A terracotta and some works in marble are here ascribed to the Calegari family of sculptors from Brescia. Te head of the family, Sante the Elder is given the authorship of a "Bust of Dionysus", hitherto attributed to Bernardo Falconi, but its classical composture and stylistic traits securely connect it with other marble pieces carved by Sante in the late seventeenth and early eighteenth centuries. The substantial oeuvre of his son Antonio, the most famous and talented member of the dinasty, is expanded with a refined terracotta acquired in the nineteenth century by the Visctoria and Albert Museum; this is a clay model for the statue of Antonio I "Martinengo di Padernello" (1764), still housed in the palazzo of that name in Brescia. In conclusion, two Angels "in Adoration" in a British private collection are revealed as one of the finest achievements by Alessandro, Antonio's younger brother, in the 1730s.
"Paragone Arte", 2016
This article presents two magnificent altarpieces by Luigi Vanvitelli, housed in the Franciscan c... more This article presents two magnificent altarpieces by Luigi Vanvitelli, housed in the Franciscan church in Cles, in the Trentino, but acquired in Rome in the years 1774-1776. Stylistically identifiable as by the great painter and architect, these canvases have eloquent parallels within the artist's graphic oeuvre. A number of clues and the evidence of early surces indicate that they came from the Roman church of Santi Alessandro e Bartolomeo dei Bergamaschi, in which Francesco Milizia mentions paintings by Luigi that have never been identified. The rediscovery of these early works, roughly datable to between 1728 and 1732, fills a significant gap in our knowledge of Vanvitelli as painter, and helps clarify the figurative aspects that shaped his art.
Römische Historische Mitteilungen, 2010
Icona artificiose depicta François Perrier e la committenza di Giovanni Todeschini a Roma* Con 14... more Icona artificiose depicta François Perrier e la committenza di Giovanni Todeschini a Roma* Con 14 illustrazioni Giovanni Todeschini (1583-1646) si profila come una delle più interessanti figure di committente in quel tempo piuttosto avaro di eccellenze che è la prima età barocca nei confini del Principato tridentino. Ma si dimostra del tutto singolare in relazione alla cultura figurativa romana, del tutto secondaria-se non proprio assente-nelle opzioni di gusto della classe nobiliare locale, quasi sempre orientata, anche nelle più alte aspirazioni, verso Venezia o verso il mondo germanico. Per molto tempo il nome di Todeschini è stato collegato a non altro che all'asperrima lite che per oltre quindici anni lo oppose al Capitolo della cattedrale di Trento, ostacolo invalicabile alla sua carriera ed al riconoscimento della dignità di canonico e decano: "Huomo di gran spirito, e talento"-postillava Michelangelo Mariani-"esempio memorabile di contrasto sostenuto da lui solo contra tutto un Capitolo" 1. Benché il rilievo del sacerdote anche nei fatti d'arte non sia ignoto, avendo anzi ricevuto in tempi recenti l'attenzione degli studi 2 , resta tuttavia ancora da ricostruire nella globalità la fisionomia del committente, nonché le specifiche relazioni intrattenute con Roma. Sono proprio le circostanze turbolente dell'interminabile causa sostenuta contro il Capitolo a consentire una prima ma chiara individuazione dei rapporti e delle potenti amicizie nella
Sava Giuseppe, 2006
p a r t i c o l a re dell'angelo di sinistra. Telve, chiesa di San Giovanni Nepomuceno. 8-9. Fran... more p a r t i c o l a re dell'angelo di sinistra. Telve, chiesa di San Giovanni Nepomuceno. 8-9. Francesco Androsi, Altare di San Gregorio B a r b a r i g o, particolari con gli angeli re g g i m e n s a. Padova, duomo.
Sava Giuseppe, 2011
MAtteo ceriAnA-Anne MArKhAM schulz New Works by Cristoforo Solari and His Shop 19 giuseppe sAvA G... more MAtteo ceriAnA-Anne MArKhAM schulz New Works by Cristoforo Solari and His Shop 19 giuseppe sAvA Giovanni Antonio Falconetto pittore di "belli animali, e frutti": una pergamena miniata a Rovereto 29 AndreA de MArchi "Per che, cresciutogli l'animo…" Il Cristo e l'adultera da Tiziano e il tirocinio di Giulio Clovio verso la maniera moderna 37 MArco cAMpigli Girolamo da Treviso, Perin del Vaga, Pordenone e Beccafumi. Quattro artisti per un ciclo di affreschi genovese 51 rAFFAele niccoli vAllesi Virgilio illustrato. Domenico Beccafumi, l'editoria veneziana e una serie misconosciuta di xilografie 79 lucA sirAcusAno "Cose tutte piene d'invenzioni, capricci e varietà". Proposte per Tiziano Minio a Padova e altrove 99 susAnnA zAnuso Il Bacco-Sileno "fatto di sua fantasia" da Giovanni Andrea Pellizzone per il giardino di Antonio Londonio 119 dAniele BenAti Guercino a Sassari 123 MAssiMo FrAncucci Giuseppe Puglia: una pala a Sassari 129 AlessAndro rossi-isABellA FogliAni Per il ciclo di Santa Caterina al Collegio dei nobili di Parma. Documenti e note su Francesco Stringa 141 deBorA tosAto
Sava Giuseppe, 2018
Un progetto per palazzo Capodiferro Spada e alcune riflessioni su Giulio Mazzoni disegnatore (Ser... more Un progetto per palazzo Capodiferro Spada e alcune riflessioni su Giulio Mazzoni disegnatore (Serena Quagliaroli)-Per gli scultori Calegari: una terracotta al Victoria and Albert Museum e alcuni marmi in collezioni private (Giuseppe Sava)
Giovanni Demio e la maniera moderna tra Tiziano e Tintoretto, 2018
Artisti itineranti di montagna dal Medioevo all’età moderna, 2014
"Studi Trentini di Scienze Storiche", 2007
“Musica e Figura”, 2011
Nella parrocchiale dei Santi Pietro e Paolo a Imer si conservano quattro tele raffiguranti gli Ev... more Nella parrocchiale dei Santi Pietro e Paolo a Imer si conservano quattro tele raffiguranti gli Evangelisti che superano per qualità e cultura figurativa la media delle testimonianze pittoriche locali del Sei-Settecento (figg. 1-4). In condizioni non ottimali a motivo delle vicende che qui verranno esposte, i dipinti evidenziano un approccio iconografico decisamente tradizionale. Tutti e quattro i santi sono ritratti a mezzo busto, intenti a scrivere il Vangelo; accanto a ciascuno compare, più o meno in evidenza, la specifica creatura simbolica del Tetramorfo. Le figure rispondono, quasi riecheggiando l'antica teoria dei quattro temperamenti, a due contrastanti modelli: più vivace e brillante il tipo di san Giovanni e di san Matteo, decisamente controllato il taglio dei meditativi san Marco e san Luca. Delle opere non si ignora la dignità artistica e già oltre trent'anni or sono Floriano Nicolao ne faceva menzione in un volume di storia locale come di «bellissime figure di scuola veneziana» 1 , mentre ancora sopravviveva la tradizione che, vantando una iperbolica paternità tizianesca, ricordava, pur impropriamente, il prestigio dei dipinti 2. Piuttosto generica ma congruente una testimonianza risalente al 1926: nello stilare l'elenco dei beni della chiesa richiesto alle parrocchie trentine dalla prefettura, si indugiava allora sul «pulpito adorno di bellissime tele ad olio di scuola veneziana raffiguranti i quattro evangelisti» 3. A fronte di queste indicazioni tutto sommato recenti, che non trasmettono la consapevolezza storica o critica di una precisa paternità, quanto piuttosto l'eco di una appartenenza culturale esterna, veneziana appunto, manca invece qualsiasi ausilio docu- GIUSEPPE SAVA
"Verona illustrata", 2014
Il nome del pittore Antonio da Vendri non è nuovo nel panorama pittorico del Cinquecento tridenti... more Il nome del pittore Antonio da Vendri non è nuovo nel panorama pittorico del Cinquecento tridentino. Il veronese figura tra quegli artisti ingaggiati nel 1535-1536 da Bernardo Clesio per decorare gli ambienti di Castel Selva a Levico: figure di eterogenea estrazione e formazione, accomunate dall'infausto destino della loro opera, irrimediabilmente perduta nel XVIII secolo con il saccheggio e pressoché completo atterramento del maniero. Proprio da Vendri, affiancato dal figliastro Angelo Sommariva, si era distinto in questa occasione aggiudicandosi come argomentano i documenti pubblicati da Cetto 1-la parte preponderante dell'impresa: al veronese, pagato per ben 98 giorni di lavoro, spettò la decorazione del salone, delle logge e delle « bellissime stantie » dell'appartamento del cardinale, di lì a poco generosamente lodate da Angelo Massarelli, segretario generale del Concilio. La perdita della residenza, probabilmente la più agognata dal vescovo di Trento, non a caso la prima messa a punto all'indomani della conclusione del Magno Palazzo, compromette seriamente la possibilità di verificare la partecipazione del veronese ai non pochi cantieri che Clesio non si stancò di promuovere fino alla sua morte, ingaggiando anche un secondo pittore scaligero, Giuseppe Morone, figlio del ben più celebre Francesco. 2 Il presente intervento cerca di offrire un primo favorevole sondaggio della presenza di Antonio da Vendri alla fine del quarto « Antonio da Vendris depentor veronese »: imprese della giovinezza e nelle residenze di Bernardo Clesio Desidero ringraziare Paolo Calzà, Gianni Peretti, Andrea Tomezzoli, Chiara Zanotti e Roberta Zuech.
Atti dell'Ateneo di Scienze, Lettere ed Arti di Bergamo, vol. LXXXIII, 2021
Studi di scultura. età moderna e contemporanea, 2021
This essay inquires for the first time the artistic activity of Antonio Gelpi (1740 ca - 1804), a... more This essay inquires for the first time the artistic activity of Antonio Gelpi (1740 ca - 1804), a sculptor native to Como. His profile appears in the Vite of Francesco Maria Tassi (1793), nevertheless is completely
forgotten by the studies of the sculpture of the XVIII th century in Lombardy. The sculptor is a pupil of
Antonio Pirovano in Bergamo, but very early transposes the classical and refined language of Antonio
Calegari (Brescia, 1698-1777). This relationship motivates the exchange of attribution between the two
artists and focuses the evolution in the last stage, now full of neoclassical suggestions.
"Paragone Arte", 2018
A terracotta and some works in marble are here ascribed to the Calegari family of sculptors from ... more A terracotta and some works in marble are here ascribed to the Calegari family of sculptors from Brescia. Te head of the family, Sante the Elder is given the authorship of a "Bust of Dionysus", hitherto attributed to Bernardo Falconi, but its classical composture and stylistic traits securely connect it with other marble pieces carved by Sante in the late seventeenth and early eighteenth centuries. The substantial oeuvre of his son Antonio, the most famous and talented member of the dinasty, is expanded with a refined terracotta acquired in the nineteenth century by the Visctoria and Albert Museum; this is a clay model for the statue of Antonio I "Martinengo di Padernello" (1764), still housed in the palazzo of that name in Brescia. In conclusion, two Angels "in Adoration" in a British private collection are revealed as one of the finest achievements by Alessandro, Antonio's younger brother, in the 1730s.
"Paragone Arte", 2016
This article presents two magnificent altarpieces by Luigi Vanvitelli, housed in the Franciscan c... more This article presents two magnificent altarpieces by Luigi Vanvitelli, housed in the Franciscan church in Cles, in the Trentino, but acquired in Rome in the years 1774-1776. Stylistically identifiable as by the great painter and architect, these canvases have eloquent parallels within the artist's graphic oeuvre. A number of clues and the evidence of early surces indicate that they came from the Roman church of Santi Alessandro e Bartolomeo dei Bergamaschi, in which Francesco Milizia mentions paintings by Luigi that have never been identified. The rediscovery of these early works, roughly datable to between 1728 and 1732, fills a significant gap in our knowledge of Vanvitelli as painter, and helps clarify the figurative aspects that shaped his art.
Römische Historische Mitteilungen, 2010
Icona artificiose depicta François Perrier e la committenza di Giovanni Todeschini a Roma* Con 14... more Icona artificiose depicta François Perrier e la committenza di Giovanni Todeschini a Roma* Con 14 illustrazioni Giovanni Todeschini (1583-1646) si profila come una delle più interessanti figure di committente in quel tempo piuttosto avaro di eccellenze che è la prima età barocca nei confini del Principato tridentino. Ma si dimostra del tutto singolare in relazione alla cultura figurativa romana, del tutto secondaria-se non proprio assente-nelle opzioni di gusto della classe nobiliare locale, quasi sempre orientata, anche nelle più alte aspirazioni, verso Venezia o verso il mondo germanico. Per molto tempo il nome di Todeschini è stato collegato a non altro che all'asperrima lite che per oltre quindici anni lo oppose al Capitolo della cattedrale di Trento, ostacolo invalicabile alla sua carriera ed al riconoscimento della dignità di canonico e decano: "Huomo di gran spirito, e talento"-postillava Michelangelo Mariani-"esempio memorabile di contrasto sostenuto da lui solo contra tutto un Capitolo" 1. Benché il rilievo del sacerdote anche nei fatti d'arte non sia ignoto, avendo anzi ricevuto in tempi recenti l'attenzione degli studi 2 , resta tuttavia ancora da ricostruire nella globalità la fisionomia del committente, nonché le specifiche relazioni intrattenute con Roma. Sono proprio le circostanze turbolente dell'interminabile causa sostenuta contro il Capitolo a consentire una prima ma chiara individuazione dei rapporti e delle potenti amicizie nella
Sava Giuseppe, 2006
p a r t i c o l a re dell'angelo di sinistra. Telve, chiesa di San Giovanni Nepomuceno. 8-9. Fran... more p a r t i c o l a re dell'angelo di sinistra. Telve, chiesa di San Giovanni Nepomuceno. 8-9. Francesco Androsi, Altare di San Gregorio B a r b a r i g o, particolari con gli angeli re g g i m e n s a. Padova, duomo.
Sava Giuseppe, 2011
MAtteo ceriAnA-Anne MArKhAM schulz New Works by Cristoforo Solari and His Shop 19 giuseppe sAvA G... more MAtteo ceriAnA-Anne MArKhAM schulz New Works by Cristoforo Solari and His Shop 19 giuseppe sAvA Giovanni Antonio Falconetto pittore di "belli animali, e frutti": una pergamena miniata a Rovereto 29 AndreA de MArchi "Per che, cresciutogli l'animo…" Il Cristo e l'adultera da Tiziano e il tirocinio di Giulio Clovio verso la maniera moderna 37 MArco cAMpigli Girolamo da Treviso, Perin del Vaga, Pordenone e Beccafumi. Quattro artisti per un ciclo di affreschi genovese 51 rAFFAele niccoli vAllesi Virgilio illustrato. Domenico Beccafumi, l'editoria veneziana e una serie misconosciuta di xilografie 79 lucA sirAcusAno "Cose tutte piene d'invenzioni, capricci e varietà". Proposte per Tiziano Minio a Padova e altrove 99 susAnnA zAnuso Il Bacco-Sileno "fatto di sua fantasia" da Giovanni Andrea Pellizzone per il giardino di Antonio Londonio 119 dAniele BenAti Guercino a Sassari 123 MAssiMo FrAncucci Giuseppe Puglia: una pala a Sassari 129 AlessAndro rossi-isABellA FogliAni Per il ciclo di Santa Caterina al Collegio dei nobili di Parma. Documenti e note su Francesco Stringa 141 deBorA tosAto
Sava Giuseppe, 2018
Un progetto per palazzo Capodiferro Spada e alcune riflessioni su Giulio Mazzoni disegnatore (Ser... more Un progetto per palazzo Capodiferro Spada e alcune riflessioni su Giulio Mazzoni disegnatore (Serena Quagliaroli)-Per gli scultori Calegari: una terracotta al Victoria and Albert Museum e alcuni marmi in collezioni private (Giuseppe Sava)