Marco Bazzini - Academia.edu (original) (raw)

Papers by Marco Bazzini

Research paper thumbnail of Una inconsueta raffigurazione monetale del duca Odoardo Farnese (1622-1646)

Archivio Storico per le Provincie Parmensi. Quarta serie. Volume LXXIV - anno 2022, 2023

The monetary portraits of Odoardo Farnese (1622-1646) are essentially of one type. For more than ... more The monetary portraits of Odoardo Farnese (1622-1646) are essentially of one type. For more than two decades, on coins produced in the mints of Parma and Piacenza, the Duke was in fact represented as a young, short-haired adolescent in armor and wearing a broad, high pleated ruff.
Exceptions to this monotonous series are some very rare gold pieces worth five doubles and half ducats in silver produced in the Piacenza mint in an uncertain period, but surely between 1633 and 1636. On these Odoardo is portrayed as a grown man with a broad lace collar falling over his shoulders; his hair, tousled and rather long, covers his forehead while his face, round with a slight double-chin, is framed by a mustache and goatee. These are extremely rare coins of which only four examples are known (one in gold, two in silver and one, of uncertain value, in copper). They were minted to seal the alliance with the France of King Louis XIII in the war against Spain and used as gifts for nobles who served the Duke of Parma during his stay in Paris in early 1636.

I ritratti monetali di Odoardo Farnese (1622-1646) sono sostanzialmente di un’unica tipologia. Per oltre vent’anni, sulle monete prodotte nelle zecche di Parma e di Piacenza il duca fu infatti rappresentato come un giovane adolescente dai capelli corti, in armatura e con una larga e alta gorgiera plissettata.
In questa serie monotona fanno eccezione alcuni rarissimi pezzi in oro dal valore di cinque doppie e mezzi ducatoni in argento prodotti nella zecca di Piacenza in un periodo incerto ma sicuramente compreso tra il 1633 e il 1636. Su di essi Odoardo è effigiato come uomo adulto, con un ampio colletto di pizzo che gli ricade sulle spalle; i capelli, scompigliati e piuttosto lunghi, gli coprono la fronte mentre il volto, tondo e con un leggero doppio mento, è incorniciato da mustacchi e pizzetto. Si tratta di monete rarissime delle quali sono conosciuti solamente quattro esemplari (uno in oro, due in argento e uno, dal valore incerto, in rame). Furono coniate per suggellare l’alleanza con la Francia di re Luigi XIII nella guerra contro la Spagna e utilizzate come donativi per i nobili che servirono il duca di Parma durante il suo soggiorno a Parigi nei primi mesi del 1636.

Research paper thumbnail of Un gruzzolo di monete medievali sequestrato a Piacenza

Notiziario del Portale Numismatico dello Stato, 17, serie "Medaglieri Italiani", Verso il futuro. Esperienze, progetti e casi di studio tra tutela, fruizione e comunicazione del patrimonio numismatico dello Stato. Atti del IV Incontro di studio "Medaglieri Italiani", Roma, 7-8 giugno 2022, 2023

In February 2011 the Guardia Di Finanza of Milan seized 636 medieval coins. During the investigat... more In February 2011 the Guardia Di Finanza of Milan seized 636 medieval coins.
During the investigation it emerged that the coins had been removed from a construction site at Via Bubba 16, in the southern suburbs of Piacenza.
The coins were reported to have been found during excavation work at a building site.
Preliminary analysis of the coins identified a large core consisting of 354 Venetian matapans.
Several imitations of the Venetian grosso originating from the North Italian and Balkan areas were also present.
Thirty coins were gros tournois from France and Provence.
From the ongoing study of the coins, various hypotheses regarding the formation of the hoard have been made.
Whether they all belong to a single treasury is uncertain.

Nel febbraio del 2011 la Guardia di Finanza di Milano ha eseguito il sequestro di 636 monete medievali.
Da quanto emerso dall’istruttoria, le monete erano state asportate dall’interno di un cantiere edile aperto nella periferia sud di Piacenza, in Via Bubba 16.
Il materiale numismatico sarebbe stato rinvenuto all’interno dello scavo eseguito per la costruzione di un edificio.
Un’analisi preliminare dei pezzi ha consentito di identificare un grande nucleo costituito da 354 matapan di Venezia.
Sono presenti anche diverse imitazioni del grosso di Venezia, sia di area norditalica sia di area balcanica.
Trenta monete sono gros tournois di Francia e di Provenza.
Lo studio delle monete, in questo momento ancora in corso, ha inoltre permesso di fare alcune ipotesi sulla formazione del ripostiglio.
La loro appartenenza ad un unico tesoretto non è certa.

Research paper thumbnail of Un tornese in mistura inedito di Filippo II di Spagna (1554-1598) o di Filippo III (1598-1621) della zecca di Napoli

Rivista Italiana di Numismatica e Scienze Affini, vol. CXXIII, 2022

Una moneta inedita della collezione numismatica del Museo Archeologico Nazionale di Parma-Comples... more Una moneta inedita della collezione numismatica del Museo Archeologico Nazionale di Parma-Complesso Monumentale della Pilotta potrebbe essere l’unico esemplare superstite di un’emissione di tornesi in mistura d’argento coniati nella zecca di Napoli nel 1572, durante il regno di Filippo II d’Asburgo-Spagna (1554-1598) oppure, ma meno probabilmente, nel 1606, all’epoca di Filippo III (1598-1621). La moneta reca uno stemma con fascia che ricorda tipologicamente quello inciso su di un grano in rame del Museo Nazionale di Napoli illustrato da Fiorelli nel 1871 e ritenuto da tutti gli studiosi di monetazione napoletana un ‘‘saggio di moneta non mai coniata, avente nel rovescio lo stemma della città’’.

An unpublished coin, from the numismatic collection of the National Archaeo- logical Museum of Parma-Complesso Monumentale della Pilotta, could be the only surviving specimen of an issue of tournois in silver billion, struck by the mint of Naples in 1572, during the reign of Philip II of Spain (1554-1598) or, although less likely, in 1606, at the time of Philip III (1598-1621). The coat of arms with a fess on the coin looks like by type to the one engraved on a copper grain (grano) of the National Museum of Naples, illustrated by Giuseppe Fiorelli in 1871, and considered a "saggio di moneta non mai coniata, avente nel rovescio lo stemma della città", by all the scholars studying the Neapolitan coinage.

Une monnaie inédite de la collection numismatique du Musée Arch́eologique National de Parme-Complexe Monumental de la Pilotta, pourrait être le seul spécimen survivant d’une émission de tournois de billon, frappés dans l’atelier de Naples en 1572, sous le règne de Philippe II d’Espagne (1554-1598) ou – bien que cela soit moins plausible – en 1606, à l’ ́epoque de Philippe III (1598-1621). Le blason avec une fasce gravé sur la monnaie rappelle typologiquement celui incise ́sur un grano en cuivre du Musée National de Naples, et illusté ́par Giuseppe Fiorelli en 1871. Le grano est réputé être un ‘‘saggio di moneta non mai coniata, avente nel rovescio lo stemma della città’’, par tous les spécialistes de numismatique napolitaine.

Research paper thumbnail of Una moneta ritrovata: la lira di papa Paolo III della zecca di Bologna con legenda PACI PONTIFICIAE SPQB

Rivista Italiana di Numismatica e Scienze Affini, vol. CXXII, 2021

Il recente riordino della collezione di monete medievali e moderne del Medagliere del Museo Arche... more Il recente riordino della collezione di monete medievali e moderne del Medagliere del Museo Archeologico Nazionale di Parma ha permesso di riscoprire un esemplare della lira con legenda PACI PONTIFICIAE emessa dalla zecca di Bologna nel 1538, durante il pontificato di papa Paolo III (1534-1549). Si tratta della moneta descritta da Saverio Scilla nel 1715 e della quale fino ad oggi si era persa ogni traccia.

The recent reorganization of the collection of the medieval and modern coins of the Museo Archeologico Nazionale of Parma has allowed to rediscover a copy of the lira, with the legend PACI PONTIFICIAE, issued by the mint of Bologna in 1538, during the pontificate of Pope Paul III (1534-1549). This coin, described by Saverio Scilla in 1715, was thought to be lost until today.

La récente réorganisation de la collection de monnaies médiévales, et modernes, du Museo Archeologico Nazionale de Parme a permis de rede ́couvrir un exemplaire de lire, avec l ́egende PACI PONTIFICIAE, frappé par l’atelier de Bologne en 1538, sous le pontificat du pape Paul III (1534-1549). Jusqu’à présent, on croyait que cette piéce, décrite par Saverio Scilla en 1715, était perdue.

Research paper thumbnail of I grossi della zecca di Tortona (XIII sec.): una proposta di datazione delle emissioni e un esemplare falso d’età moderna

Comunicazione. Bollettino della Società Numismatica Italiana Anno XXXIII - n.76 , 2020

Alcuni esemplari di grossi “con le stelle” apparsi recentemente sul mercato commerciale, insieme ... more Alcuni esemplari di grossi “con le stelle” apparsi recentemente sul mercato commerciale, insieme ad alcuni altri, musealizzati, consentono, a parere dell’autore, di integrare il quadro delle emissioni di moneta grossa della zecca di Tortona e di proporne una nuova cronologia.

Research paper thumbnail of Monete rinvenute a Forno/Serralunga di Versòla (Pontremoli-MS)

Oltre il Valoria (la Cisa romana). Archeologia del territorio nell’alta Lunigiana ( a cura di Angelo Ghiretti), 2019

In località Forno (Pontremoli, MS), alla testata del Rio Serralunga, accanto alle rovine della ca... more In località Forno (Pontremoli, MS), alla testata del Rio Serralunga, accanto alle rovine della cascina Romualdo Piagneri, sono stati individuati due siti con materiali archeologici d'epoca romana, l'uno a monte e l'altro a valle dell'antica strada acciottolata che, risalendo da Versòla, si portava a Logàrghena per proseguire in direzione Serravalle-Caprio-Ponticello-Sorano. Si tratta di un percorso storico ancora in uso un secolo fa, a testimonianza di una modalità di attraversamento del territorio di lunghissima durata. I reperti numismatici e metallici ne documentano e testimoniano l'utilizzo nella passata romanità. I siti si trovano a circa 6 km in linea d'aria dalla Sella del Valoria, e indicano inequivocabilmente l'andamento e un punto di riferimento accertato della via romana Parma-Luni. Insieme ad altre tipologie di materiali, sono state recuperate anche 27 monete, tutte in giacitura secondaria.

Research paper thumbnail of Una moneta dimenticata: la duina milanese di re Luigi XII d’Orléans (1500-1512)

Comunicazione. Bollettino della Società Numismatica Italiana Anno XXXII - n. 74, 2019

Una citazione contenuta nella Cronaca parmense di Leonardo (Leone) Smagliati (1450/58-1524) conse... more Una citazione contenuta nella Cronaca parmense di Leonardo (Leone) Smagliati (1450/58-1524) consente di precisare meglio il valore di una moneta coniata nella zecca di Milano durante il periodo di Luigi XII d’Orléans, re di Francia e duca di Milano (1500-1512).

Research paper thumbnail of Il falso grosso aquilino di Parma e un denaro di Piacenza: “monete” cigoiane?

Moneta e Storia, supplemento ad Archivio Veneto, sesta serie, n. 13 (2017), 2017

Nel suo volume Opus monetale Cigoi, Lodovico Brunetti attribuisce a Luigi Cigoi la contraffazione... more Nel suo volume Opus monetale Cigoi, Lodovico Brunetti attribuisce a Luigi Cigoi la contraffazione del grosso aquilino di Parma senza però riportare nelle tavole l’illustrazione di alcun esemplare. In questa sede si ripercorre la storia degli studi che hanno riguardato la moneta originale, facendo notare come le prime falsificazioni siano apparse circa a metà Ottocento, il momento d’oro nell’attività del grande falsario di Udine. Dei falsi aquilini oggi noti, tuttavia, solo alcuni sarebbero da ascrivere all’opera del Cigoi mentre altri, per le loro caratteristiche, potrebbero essere produzioni più recenti.

Research paper thumbnail of I materiali. La documentazione numismatica

Alla scoperta della Cisa romana. Scavi archeologici alla Sella del Valoria (2012 - 2015) (a cura di A. Ghiretti) , 2017

Nel luglio 2011 veniva scoperto un antico valico d'età romana alla Sella del Valoria (m 1224 slm)... more Nel luglio 2011 veniva scoperto un antico valico d'età romana alla Sella del Valoria (m 1224 slm), due km ad est della Cisa (m 1041 slm), sul massimo crinale appenninico tra Parmense e Lunigiana. Le tre campagne di scavi archeologici in regime di concessione ministeriale dirette dall'archeologo Angelo Ghiretti per ISCUM-Genova hanno permesso di identificare, direttamente sul valico, un'area sacra frequentata in età romana repubblicana e tardo-antica, priva dunque di testimonianze afferenti ai primi tre secoli dell'impero. Tale circostanza viene ricondotta ad uno spostamento del percorso verso l'attuale Passo della Cisa, che i ritrovamenti monetali suggeriscono essersi verificato in periodo augusteo, forse condizionato da una frana che interruppe il tracciato sul versante lunigianese. La strada in direzione della Cisa rimase attiva fino all'intero III secolo, quando la crisi economico-militare dovette causare, per carenza di manutenzione, l'abbandono delle infrastrutture di cui quel tracciato doveva essere dotato. La pista di crinale del Valoria, percorso naturale privo di strutture manutentive, riprese così ad essere frequentata, dal IV secolo fino alla calata longobarda; con Liutprando e la fondazione dell'abbazia regia bercetese i transiti ripresero nuovamente dalla Cisa e il Valoria ebbe da allora un'importanza unicamente locale. L'area sacra sulla Sella si caratterizza per un insieme di piccole fossette votive contenenti la moneta da offrire al dio pro itu et reditu, ingraziandosi così il buon esito del viaggio di andata e ritorno. I materiali rinvenuti, oltre seicento reperti d'età romana tra cui 316 monete, offrono nuovi spunti di ricerca sulla ricostruzione della viabilità Parma-Luni in età repubblicana e tardoantica.

Research paper thumbnail of La collezione di monete medievali e moderne e della zecca di Parma nel Medagliere del Complesso Monumentale della Pilotta

Notiziario del Portale Numismatico dello Stato, volume 11.1 (2017), Medaglieri Italiani. Complesso Monumentale della Pilotta, il Medagliere. Storia e documentazione, 2017

La ricognizione della Collezione Numismatica del Museo Archeologico Nazionale di Parma, avviata a... more La ricognizione della Collezione Numismatica del Museo Archeologico Nazionale di Parma, avviata alcuni anni fa, ha consentito a chi scrive di poter individuare con maggior esattezza di quanto non fosse stato fatto fino ad oggi la consistenza del fondo di monete medievali e moderne dell’istituzione museale parmigiana.
Benché al momento il censimento del fondo non sia stata ancora completato, è comunque stata catalogata e fotografata la grande maggioranza dei pezzi presenti in medagliere.
Si tratta di circa 4700 monete di zecche italiane, alle quali vanno sommate 51 oselle di Venezia. È inoltre stata individuata un’importante serie di pesi monetali (213) e di tessere e/o gettoni (86 pezzi, dei quali 34 di Parma, per gran parte riferibili al periodo ducale, 20 di varie città italiane e 32 esteri). I quarteruoli medievali finora identificati sono invece 35. È infine risultato presente anche un piccolo ma interessante nucleo di monete ‘estere’ (circa 150 pezzi).

Research paper thumbnail of Un Ripostiglio di monete medievali di XIII-XIV secolo ritrovato a Parma.pdf

Notiziario del Portale Numismatico dello Stato. Contributi, vetrine virtuali, dossier (a cura di S. Pennestrì), n. 9, 2016

Nel corso di uno scavo archeologico nel centro di Parma (Emilia-Romagna, Italia), è stato rinvenu... more Nel corso di uno scavo archeologico nel centro di Parma (Emilia-Romagna, Italia), è stato rinvenuto un tesoro composto da 290 monete di zecche italiane e estere. Cinque sono d’oro mentre il rimanente è d’argento. Sono presenti monete di diverse zecche dell’Italia Settentrionale e della Toscana ma la maggioranza degli esemplari sono grossi tornesi a nome dei re di Francia (138 esemplari) e di Carlo d’Angiò re di Sicilia e conte di Provenza (72 esemplari). Un grosso tornese è attribuibile a Jean II duca di Brabante (1294-1312); un altro a Thibaut II de Lorraine, signore di Florennes (1281-1312).
Se si esclude un bolognino di Bologna databile a circa la prima metà del XIII secolo e due matapan di Venezia, della prima metà del Duecento, tutte le altre monete appartengono alla seconda metà del Duecento, con un addensamento soprattutto negli ultimissimi decenni del secolo e nei primi anni di quello successivo.

Research paper thumbnail of BOLLETTINO DI NUMISMATICA on-line, Materiali, La collezione di Vittorio Emanuele III, Numero 30 - giugno 2015, La zecca di Milano. Da Giovanni Maria Visconti (1402-1412) a Gian Carlo e Estore Visconti (1412)

Catalogo delle monete di Milano della collezione di Vittorio Emanuele III di Savoia, conservate p... more Catalogo delle monete di Milano della collezione di Vittorio Emanuele III di Savoia, conservate presso il Museo Nazionale Romano. Il presente volume cataloga le monete del periodo compreso tra il 1402 ed il 1412.

Research paper thumbnail of Signa Ugutionis: monete come prova di identità tra Parma e Reggio Emilia nel 1409

Revue Numismatique, n. 172, 2015

Viene pubblicato un documento del 1409 nel quale sono elencate trenta monete utilizzate come lasc... more Viene pubblicato un documento del 1409 nel quale sono elencate trenta monete utilizzate come lasciapassare o contrassegni segreti (signa) da presentare alle porte delle città di Parma e Reggio Emilia e in alcune fortezze del territorio circostante per farsi identificare e potervi accedere. Le monete, sia di zecche italiane che straniere, sono spesso descritte con grande dettaglio. Si riporta la trascrizione integrale del documento e la traduzione delle parti di testo relative alle monete, delle quali si propone una identificazione insieme ad alcune considerazioni numismatiche.

This paper presents the edition of a document of 1409 listing thirty coins used as ‘passport’ or secret token of identity to have access at the gates of the cities of Parma and Reggio Emilia and fortresses of the surrounding territory. The coins are described in detail and can be identified; they are billon or silver coins of various Italian and foreign mints. This is the first evidence of such a use of coins.

Research paper thumbnail of Catalogo dei materiali numismatici rinvenuti nel sepolcreto dell’area del castello di Borzano (Reggio Emilia)

Borzano. Archeologia e Culti Religiosi (a cura di Anna Losi e Gabriella Gandolfi, con la partecipazione dei soci del Gruppo Archeologico Albinetano), Reggio Emilia, 2015

Nel volume sono presentati i numerosi oggetti di carattere sacro (portelle, crocefissi da rosario... more Nel volume sono presentati i numerosi oggetti di carattere sacro (portelle, crocefissi da rosario, medagliette devozionali, medaglie reliquiario, fermagli, cantonali, ecc.) rinvenuti nelle campagne di scavo archeologico condotte nel borgo rupestre del Castello di Borzano (Reggio Emilia). Nel sepolcreto, caratterizzato da fosse di forma antropomorfa scavate nella roccia di gesso, sono state recuperate anche alcune monete delle quali è qui offerto il catalogo.

Research paper thumbnail of BOLLETTINO DI NUMISMATICA on-line, Materiali, La collezione di Vittorio Emanuele III, Numero 23 - novembre 2014, La zecca di Milano. Da Azzone Visconti (1330-1339) a Bernabò e Galeazzo II Visconti (1354-1378)

Catalogo delle monete di Milano della collezione di Vittorio Emanuele III di Savoia, conservate p... more Catalogo delle monete di Milano della collezione di Vittorio Emanuele III di Savoia, conservate presso il Museo Nazionale Romano. Il presente volume cataloga le monete del periodo compreso tra il 1330 ed il 1378

Research paper thumbnail of BOLLETTINO DI NUMISMATICA on-line, Materiali, La collezione di Vittorio Emanuele III, Numero 16 - aprile 2014, La zecca di Milano. Età comunale e signorile. Dalla metà del XIII secolo al 1330 ca.

Catalogo delle monete di Milano della collezione di Vittorio Emanuele III di Savoia, conservate p... more Catalogo delle monete di Milano della collezione di Vittorio Emanuele III di Savoia, conservate presso il Museo Nazionale Romano. Il volume cataloga le monete del periodo compreso dalla metà del XIII secolo al 1330 circa

Research paper thumbnail of Un ripostiglio di monete romane di III secolo d.C. rinvenuto a Videzzàte di Groppallo (Comune di Farini, Piacenza)

Estratto dall'Archivio Storico per le Province Parmensi, Quarta serie, vol. LXIV - anno 2012, pp. 143-164

A Hoard of 3rd cent. AD Roman Coins Found in Videzzàte di Groppallo (Comune di Farini, Piacenza) ... more A Hoard of 3rd cent. AD Roman Coins Found in Videzzàte di Groppallo (Comune di Farini, Piacenza)

The small parcel of antoniniani published here was found in unknown circumstances and was immediately dispersed by the founder. It consisted originally of around one thousand pieces and only recently a part was reported to the local Soprintendenza Archeologica. This part consists of 108 antoniniani issued by Gallienus (sole reign, 260-268, including four in the name of Salonina), Claudius Gothicus (268-270) and Quintillus (early 270), of the mints of Rome, Milan and Siscia. There are no specimens of the Claudius’ divus type. The chronological frame is rather close, from 260 to early 270, a period of severe instability in the area, with prolonged wars between the imperial forces and Alamannic groups.

Research paper thumbnail of Sella del Valoria (Comuni di Berceto-Pr e Pontremoli-Ms): la campagna di ricerca 2013 (nota preliminare), in MEMORIE DELLA ACCADEMIA LVNIGIANESE DI SCIENZE «GIOVANNI CAPELLINI» VOL. LXXXV - (2015) fascicolo unico, pp. 69-89

MEMORIE DELLA ACCADEMIA LVNIGIANESE DI SCIENZE «GIOVANNI CAPELLINI», 2016

Nei mesi di giugno-luglio 2013 è stata condotta la seconda campagna di scavi archeologici alla Se... more Nei mesi di giugno-luglio 2013 è stata condotta la seconda campagna di
scavi archeologici alla Sella di monte Valoria, sul più alto crinale appenninico tra Emilia e Toscana, due km ad est del valico della Cisa (Tav. 1). Questa ricerca, diretta dallo scrivente in concessione ministeriale per ISCUM (Istituto di Storia della Cultura Materiale, Genova), si proponeva di
proseguire l’esplorazione dell’area di valico destinata ad offerte votive d’età romana1), terminando l’indagine sulle concentrazioni rimaste dalla campagna precedente e programmando alcune trincee esplorative per accertare l’eventuale presenza di un sacello sull’antico passo. Gli scavi hanno sostanzialmente delimitato e terminato l’indagine sulle concentrazioni di offerte votive, le quali si sono mostrate in assoluta coerenza cronologica e culturale con quelle esaminate in precedenza. Il risultato complessivo per le campagne 2012-13 ha prodotto 303 monete romane in gran parte entro propria fossetta votiva. [...]

Research paper thumbnail of Il valico della Cisa in età romana: la Sella del Valoria (Comuni di Berceto e Pontremoli, Pr - Ms) Relazione preliminare

In June of 2011, following a field survey carried out on the highest ridge of the Appennines, a R... more In June of 2011, following a field survey carried out on the highest ridge of the Appennines, a Roman shrine was located two kilometres east of the Cisa pass, at the Sella del Valoria (1224 m asl), frequented from the second century BC until the fourth century AD and beyond. A first excavation campaign, carried out as a concession in 2012 on an area of 64 m2, identified a stretch of votive offerings which consisted of the deposition of a coin in a small pit, pro itu et reditu. In rare cases, in place of the coin was found a small bronze: a forearm with a hand, perhaps making the gesture of the Latin benedictio of Jupiter Sabatius, or other bodily fragments (a small foot in bronze, a foot held in a lead base). The analysis of the numismatic documentation, comprising 168 coins, indicates that the use of the sanctuary was particularly intense during the second and first centuries BC. The pass was abandoned in the first two centuries AD, probably in favour of the actual Cisa pass, but was significantly restored in the third and fourth centuries. Around 300 metres away from Sella del Valoria, along the line of the Via Francigena that comes up from the Po Valley, was found an inscription bearing two letters in a pre-Roman alphabet datable between the end of the third and the beginning of the second century BC.

Research paper thumbnail of Voce “BERGAMO”, in Travaini L. (ed.), Le zecche Italiane fino all’Unità, Roma 2011, pp. 515-519

Research paper thumbnail of Una inconsueta raffigurazione monetale del duca Odoardo Farnese (1622-1646)

Archivio Storico per le Provincie Parmensi. Quarta serie. Volume LXXIV - anno 2022, 2023

The monetary portraits of Odoardo Farnese (1622-1646) are essentially of one type. For more than ... more The monetary portraits of Odoardo Farnese (1622-1646) are essentially of one type. For more than two decades, on coins produced in the mints of Parma and Piacenza, the Duke was in fact represented as a young, short-haired adolescent in armor and wearing a broad, high pleated ruff.
Exceptions to this monotonous series are some very rare gold pieces worth five doubles and half ducats in silver produced in the Piacenza mint in an uncertain period, but surely between 1633 and 1636. On these Odoardo is portrayed as a grown man with a broad lace collar falling over his shoulders; his hair, tousled and rather long, covers his forehead while his face, round with a slight double-chin, is framed by a mustache and goatee. These are extremely rare coins of which only four examples are known (one in gold, two in silver and one, of uncertain value, in copper). They were minted to seal the alliance with the France of King Louis XIII in the war against Spain and used as gifts for nobles who served the Duke of Parma during his stay in Paris in early 1636.

I ritratti monetali di Odoardo Farnese (1622-1646) sono sostanzialmente di un’unica tipologia. Per oltre vent’anni, sulle monete prodotte nelle zecche di Parma e di Piacenza il duca fu infatti rappresentato come un giovane adolescente dai capelli corti, in armatura e con una larga e alta gorgiera plissettata.
In questa serie monotona fanno eccezione alcuni rarissimi pezzi in oro dal valore di cinque doppie e mezzi ducatoni in argento prodotti nella zecca di Piacenza in un periodo incerto ma sicuramente compreso tra il 1633 e il 1636. Su di essi Odoardo è effigiato come uomo adulto, con un ampio colletto di pizzo che gli ricade sulle spalle; i capelli, scompigliati e piuttosto lunghi, gli coprono la fronte mentre il volto, tondo e con un leggero doppio mento, è incorniciato da mustacchi e pizzetto. Si tratta di monete rarissime delle quali sono conosciuti solamente quattro esemplari (uno in oro, due in argento e uno, dal valore incerto, in rame). Furono coniate per suggellare l’alleanza con la Francia di re Luigi XIII nella guerra contro la Spagna e utilizzate come donativi per i nobili che servirono il duca di Parma durante il suo soggiorno a Parigi nei primi mesi del 1636.

Research paper thumbnail of Un gruzzolo di monete medievali sequestrato a Piacenza

Notiziario del Portale Numismatico dello Stato, 17, serie "Medaglieri Italiani", Verso il futuro. Esperienze, progetti e casi di studio tra tutela, fruizione e comunicazione del patrimonio numismatico dello Stato. Atti del IV Incontro di studio "Medaglieri Italiani", Roma, 7-8 giugno 2022, 2023

In February 2011 the Guardia Di Finanza of Milan seized 636 medieval coins. During the investigat... more In February 2011 the Guardia Di Finanza of Milan seized 636 medieval coins.
During the investigation it emerged that the coins had been removed from a construction site at Via Bubba 16, in the southern suburbs of Piacenza.
The coins were reported to have been found during excavation work at a building site.
Preliminary analysis of the coins identified a large core consisting of 354 Venetian matapans.
Several imitations of the Venetian grosso originating from the North Italian and Balkan areas were also present.
Thirty coins were gros tournois from France and Provence.
From the ongoing study of the coins, various hypotheses regarding the formation of the hoard have been made.
Whether they all belong to a single treasury is uncertain.

Nel febbraio del 2011 la Guardia di Finanza di Milano ha eseguito il sequestro di 636 monete medievali.
Da quanto emerso dall’istruttoria, le monete erano state asportate dall’interno di un cantiere edile aperto nella periferia sud di Piacenza, in Via Bubba 16.
Il materiale numismatico sarebbe stato rinvenuto all’interno dello scavo eseguito per la costruzione di un edificio.
Un’analisi preliminare dei pezzi ha consentito di identificare un grande nucleo costituito da 354 matapan di Venezia.
Sono presenti anche diverse imitazioni del grosso di Venezia, sia di area norditalica sia di area balcanica.
Trenta monete sono gros tournois di Francia e di Provenza.
Lo studio delle monete, in questo momento ancora in corso, ha inoltre permesso di fare alcune ipotesi sulla formazione del ripostiglio.
La loro appartenenza ad un unico tesoretto non è certa.

Research paper thumbnail of Un tornese in mistura inedito di Filippo II di Spagna (1554-1598) o di Filippo III (1598-1621) della zecca di Napoli

Rivista Italiana di Numismatica e Scienze Affini, vol. CXXIII, 2022

Una moneta inedita della collezione numismatica del Museo Archeologico Nazionale di Parma-Comples... more Una moneta inedita della collezione numismatica del Museo Archeologico Nazionale di Parma-Complesso Monumentale della Pilotta potrebbe essere l’unico esemplare superstite di un’emissione di tornesi in mistura d’argento coniati nella zecca di Napoli nel 1572, durante il regno di Filippo II d’Asburgo-Spagna (1554-1598) oppure, ma meno probabilmente, nel 1606, all’epoca di Filippo III (1598-1621). La moneta reca uno stemma con fascia che ricorda tipologicamente quello inciso su di un grano in rame del Museo Nazionale di Napoli illustrato da Fiorelli nel 1871 e ritenuto da tutti gli studiosi di monetazione napoletana un ‘‘saggio di moneta non mai coniata, avente nel rovescio lo stemma della città’’.

An unpublished coin, from the numismatic collection of the National Archaeo- logical Museum of Parma-Complesso Monumentale della Pilotta, could be the only surviving specimen of an issue of tournois in silver billion, struck by the mint of Naples in 1572, during the reign of Philip II of Spain (1554-1598) or, although less likely, in 1606, at the time of Philip III (1598-1621). The coat of arms with a fess on the coin looks like by type to the one engraved on a copper grain (grano) of the National Museum of Naples, illustrated by Giuseppe Fiorelli in 1871, and considered a "saggio di moneta non mai coniata, avente nel rovescio lo stemma della città", by all the scholars studying the Neapolitan coinage.

Une monnaie inédite de la collection numismatique du Musée Arch́eologique National de Parme-Complexe Monumental de la Pilotta, pourrait être le seul spécimen survivant d’une émission de tournois de billon, frappés dans l’atelier de Naples en 1572, sous le règne de Philippe II d’Espagne (1554-1598) ou – bien que cela soit moins plausible – en 1606, à l’ ́epoque de Philippe III (1598-1621). Le blason avec une fasce gravé sur la monnaie rappelle typologiquement celui incise ́sur un grano en cuivre du Musée National de Naples, et illusté ́par Giuseppe Fiorelli en 1871. Le grano est réputé être un ‘‘saggio di moneta non mai coniata, avente nel rovescio lo stemma della città’’, par tous les spécialistes de numismatique napolitaine.

Research paper thumbnail of Una moneta ritrovata: la lira di papa Paolo III della zecca di Bologna con legenda PACI PONTIFICIAE SPQB

Rivista Italiana di Numismatica e Scienze Affini, vol. CXXII, 2021

Il recente riordino della collezione di monete medievali e moderne del Medagliere del Museo Arche... more Il recente riordino della collezione di monete medievali e moderne del Medagliere del Museo Archeologico Nazionale di Parma ha permesso di riscoprire un esemplare della lira con legenda PACI PONTIFICIAE emessa dalla zecca di Bologna nel 1538, durante il pontificato di papa Paolo III (1534-1549). Si tratta della moneta descritta da Saverio Scilla nel 1715 e della quale fino ad oggi si era persa ogni traccia.

The recent reorganization of the collection of the medieval and modern coins of the Museo Archeologico Nazionale of Parma has allowed to rediscover a copy of the lira, with the legend PACI PONTIFICIAE, issued by the mint of Bologna in 1538, during the pontificate of Pope Paul III (1534-1549). This coin, described by Saverio Scilla in 1715, was thought to be lost until today.

La récente réorganisation de la collection de monnaies médiévales, et modernes, du Museo Archeologico Nazionale de Parme a permis de rede ́couvrir un exemplaire de lire, avec l ́egende PACI PONTIFICIAE, frappé par l’atelier de Bologne en 1538, sous le pontificat du pape Paul III (1534-1549). Jusqu’à présent, on croyait que cette piéce, décrite par Saverio Scilla en 1715, était perdue.

Research paper thumbnail of I grossi della zecca di Tortona (XIII sec.): una proposta di datazione delle emissioni e un esemplare falso d’età moderna

Comunicazione. Bollettino della Società Numismatica Italiana Anno XXXIII - n.76 , 2020

Alcuni esemplari di grossi “con le stelle” apparsi recentemente sul mercato commerciale, insieme ... more Alcuni esemplari di grossi “con le stelle” apparsi recentemente sul mercato commerciale, insieme ad alcuni altri, musealizzati, consentono, a parere dell’autore, di integrare il quadro delle emissioni di moneta grossa della zecca di Tortona e di proporne una nuova cronologia.

Research paper thumbnail of Monete rinvenute a Forno/Serralunga di Versòla (Pontremoli-MS)

Oltre il Valoria (la Cisa romana). Archeologia del territorio nell’alta Lunigiana ( a cura di Angelo Ghiretti), 2019

In località Forno (Pontremoli, MS), alla testata del Rio Serralunga, accanto alle rovine della ca... more In località Forno (Pontremoli, MS), alla testata del Rio Serralunga, accanto alle rovine della cascina Romualdo Piagneri, sono stati individuati due siti con materiali archeologici d'epoca romana, l'uno a monte e l'altro a valle dell'antica strada acciottolata che, risalendo da Versòla, si portava a Logàrghena per proseguire in direzione Serravalle-Caprio-Ponticello-Sorano. Si tratta di un percorso storico ancora in uso un secolo fa, a testimonianza di una modalità di attraversamento del territorio di lunghissima durata. I reperti numismatici e metallici ne documentano e testimoniano l'utilizzo nella passata romanità. I siti si trovano a circa 6 km in linea d'aria dalla Sella del Valoria, e indicano inequivocabilmente l'andamento e un punto di riferimento accertato della via romana Parma-Luni. Insieme ad altre tipologie di materiali, sono state recuperate anche 27 monete, tutte in giacitura secondaria.

Research paper thumbnail of Una moneta dimenticata: la duina milanese di re Luigi XII d’Orléans (1500-1512)

Comunicazione. Bollettino della Società Numismatica Italiana Anno XXXII - n. 74, 2019

Una citazione contenuta nella Cronaca parmense di Leonardo (Leone) Smagliati (1450/58-1524) conse... more Una citazione contenuta nella Cronaca parmense di Leonardo (Leone) Smagliati (1450/58-1524) consente di precisare meglio il valore di una moneta coniata nella zecca di Milano durante il periodo di Luigi XII d’Orléans, re di Francia e duca di Milano (1500-1512).

Research paper thumbnail of Il falso grosso aquilino di Parma e un denaro di Piacenza: “monete” cigoiane?

Moneta e Storia, supplemento ad Archivio Veneto, sesta serie, n. 13 (2017), 2017

Nel suo volume Opus monetale Cigoi, Lodovico Brunetti attribuisce a Luigi Cigoi la contraffazione... more Nel suo volume Opus monetale Cigoi, Lodovico Brunetti attribuisce a Luigi Cigoi la contraffazione del grosso aquilino di Parma senza però riportare nelle tavole l’illustrazione di alcun esemplare. In questa sede si ripercorre la storia degli studi che hanno riguardato la moneta originale, facendo notare come le prime falsificazioni siano apparse circa a metà Ottocento, il momento d’oro nell’attività del grande falsario di Udine. Dei falsi aquilini oggi noti, tuttavia, solo alcuni sarebbero da ascrivere all’opera del Cigoi mentre altri, per le loro caratteristiche, potrebbero essere produzioni più recenti.

Research paper thumbnail of I materiali. La documentazione numismatica

Alla scoperta della Cisa romana. Scavi archeologici alla Sella del Valoria (2012 - 2015) (a cura di A. Ghiretti) , 2017

Nel luglio 2011 veniva scoperto un antico valico d'età romana alla Sella del Valoria (m 1224 slm)... more Nel luglio 2011 veniva scoperto un antico valico d'età romana alla Sella del Valoria (m 1224 slm), due km ad est della Cisa (m 1041 slm), sul massimo crinale appenninico tra Parmense e Lunigiana. Le tre campagne di scavi archeologici in regime di concessione ministeriale dirette dall'archeologo Angelo Ghiretti per ISCUM-Genova hanno permesso di identificare, direttamente sul valico, un'area sacra frequentata in età romana repubblicana e tardo-antica, priva dunque di testimonianze afferenti ai primi tre secoli dell'impero. Tale circostanza viene ricondotta ad uno spostamento del percorso verso l'attuale Passo della Cisa, che i ritrovamenti monetali suggeriscono essersi verificato in periodo augusteo, forse condizionato da una frana che interruppe il tracciato sul versante lunigianese. La strada in direzione della Cisa rimase attiva fino all'intero III secolo, quando la crisi economico-militare dovette causare, per carenza di manutenzione, l'abbandono delle infrastrutture di cui quel tracciato doveva essere dotato. La pista di crinale del Valoria, percorso naturale privo di strutture manutentive, riprese così ad essere frequentata, dal IV secolo fino alla calata longobarda; con Liutprando e la fondazione dell'abbazia regia bercetese i transiti ripresero nuovamente dalla Cisa e il Valoria ebbe da allora un'importanza unicamente locale. L'area sacra sulla Sella si caratterizza per un insieme di piccole fossette votive contenenti la moneta da offrire al dio pro itu et reditu, ingraziandosi così il buon esito del viaggio di andata e ritorno. I materiali rinvenuti, oltre seicento reperti d'età romana tra cui 316 monete, offrono nuovi spunti di ricerca sulla ricostruzione della viabilità Parma-Luni in età repubblicana e tardoantica.

Research paper thumbnail of La collezione di monete medievali e moderne e della zecca di Parma nel Medagliere del Complesso Monumentale della Pilotta

Notiziario del Portale Numismatico dello Stato, volume 11.1 (2017), Medaglieri Italiani. Complesso Monumentale della Pilotta, il Medagliere. Storia e documentazione, 2017

La ricognizione della Collezione Numismatica del Museo Archeologico Nazionale di Parma, avviata a... more La ricognizione della Collezione Numismatica del Museo Archeologico Nazionale di Parma, avviata alcuni anni fa, ha consentito a chi scrive di poter individuare con maggior esattezza di quanto non fosse stato fatto fino ad oggi la consistenza del fondo di monete medievali e moderne dell’istituzione museale parmigiana.
Benché al momento il censimento del fondo non sia stata ancora completato, è comunque stata catalogata e fotografata la grande maggioranza dei pezzi presenti in medagliere.
Si tratta di circa 4700 monete di zecche italiane, alle quali vanno sommate 51 oselle di Venezia. È inoltre stata individuata un’importante serie di pesi monetali (213) e di tessere e/o gettoni (86 pezzi, dei quali 34 di Parma, per gran parte riferibili al periodo ducale, 20 di varie città italiane e 32 esteri). I quarteruoli medievali finora identificati sono invece 35. È infine risultato presente anche un piccolo ma interessante nucleo di monete ‘estere’ (circa 150 pezzi).

Research paper thumbnail of Un Ripostiglio di monete medievali di XIII-XIV secolo ritrovato a Parma.pdf

Notiziario del Portale Numismatico dello Stato. Contributi, vetrine virtuali, dossier (a cura di S. Pennestrì), n. 9, 2016

Nel corso di uno scavo archeologico nel centro di Parma (Emilia-Romagna, Italia), è stato rinvenu... more Nel corso di uno scavo archeologico nel centro di Parma (Emilia-Romagna, Italia), è stato rinvenuto un tesoro composto da 290 monete di zecche italiane e estere. Cinque sono d’oro mentre il rimanente è d’argento. Sono presenti monete di diverse zecche dell’Italia Settentrionale e della Toscana ma la maggioranza degli esemplari sono grossi tornesi a nome dei re di Francia (138 esemplari) e di Carlo d’Angiò re di Sicilia e conte di Provenza (72 esemplari). Un grosso tornese è attribuibile a Jean II duca di Brabante (1294-1312); un altro a Thibaut II de Lorraine, signore di Florennes (1281-1312).
Se si esclude un bolognino di Bologna databile a circa la prima metà del XIII secolo e due matapan di Venezia, della prima metà del Duecento, tutte le altre monete appartengono alla seconda metà del Duecento, con un addensamento soprattutto negli ultimissimi decenni del secolo e nei primi anni di quello successivo.

Research paper thumbnail of BOLLETTINO DI NUMISMATICA on-line, Materiali, La collezione di Vittorio Emanuele III, Numero 30 - giugno 2015, La zecca di Milano. Da Giovanni Maria Visconti (1402-1412) a Gian Carlo e Estore Visconti (1412)

Catalogo delle monete di Milano della collezione di Vittorio Emanuele III di Savoia, conservate p... more Catalogo delle monete di Milano della collezione di Vittorio Emanuele III di Savoia, conservate presso il Museo Nazionale Romano. Il presente volume cataloga le monete del periodo compreso tra il 1402 ed il 1412.

Research paper thumbnail of Signa Ugutionis: monete come prova di identità tra Parma e Reggio Emilia nel 1409

Revue Numismatique, n. 172, 2015

Viene pubblicato un documento del 1409 nel quale sono elencate trenta monete utilizzate come lasc... more Viene pubblicato un documento del 1409 nel quale sono elencate trenta monete utilizzate come lasciapassare o contrassegni segreti (signa) da presentare alle porte delle città di Parma e Reggio Emilia e in alcune fortezze del territorio circostante per farsi identificare e potervi accedere. Le monete, sia di zecche italiane che straniere, sono spesso descritte con grande dettaglio. Si riporta la trascrizione integrale del documento e la traduzione delle parti di testo relative alle monete, delle quali si propone una identificazione insieme ad alcune considerazioni numismatiche.

This paper presents the edition of a document of 1409 listing thirty coins used as ‘passport’ or secret token of identity to have access at the gates of the cities of Parma and Reggio Emilia and fortresses of the surrounding territory. The coins are described in detail and can be identified; they are billon or silver coins of various Italian and foreign mints. This is the first evidence of such a use of coins.

Research paper thumbnail of Catalogo dei materiali numismatici rinvenuti nel sepolcreto dell’area del castello di Borzano (Reggio Emilia)

Borzano. Archeologia e Culti Religiosi (a cura di Anna Losi e Gabriella Gandolfi, con la partecipazione dei soci del Gruppo Archeologico Albinetano), Reggio Emilia, 2015

Nel volume sono presentati i numerosi oggetti di carattere sacro (portelle, crocefissi da rosario... more Nel volume sono presentati i numerosi oggetti di carattere sacro (portelle, crocefissi da rosario, medagliette devozionali, medaglie reliquiario, fermagli, cantonali, ecc.) rinvenuti nelle campagne di scavo archeologico condotte nel borgo rupestre del Castello di Borzano (Reggio Emilia). Nel sepolcreto, caratterizzato da fosse di forma antropomorfa scavate nella roccia di gesso, sono state recuperate anche alcune monete delle quali è qui offerto il catalogo.

Research paper thumbnail of BOLLETTINO DI NUMISMATICA on-line, Materiali, La collezione di Vittorio Emanuele III, Numero 23 - novembre 2014, La zecca di Milano. Da Azzone Visconti (1330-1339) a Bernabò e Galeazzo II Visconti (1354-1378)

Catalogo delle monete di Milano della collezione di Vittorio Emanuele III di Savoia, conservate p... more Catalogo delle monete di Milano della collezione di Vittorio Emanuele III di Savoia, conservate presso il Museo Nazionale Romano. Il presente volume cataloga le monete del periodo compreso tra il 1330 ed il 1378

Research paper thumbnail of BOLLETTINO DI NUMISMATICA on-line, Materiali, La collezione di Vittorio Emanuele III, Numero 16 - aprile 2014, La zecca di Milano. Età comunale e signorile. Dalla metà del XIII secolo al 1330 ca.

Catalogo delle monete di Milano della collezione di Vittorio Emanuele III di Savoia, conservate p... more Catalogo delle monete di Milano della collezione di Vittorio Emanuele III di Savoia, conservate presso il Museo Nazionale Romano. Il volume cataloga le monete del periodo compreso dalla metà del XIII secolo al 1330 circa

Research paper thumbnail of Un ripostiglio di monete romane di III secolo d.C. rinvenuto a Videzzàte di Groppallo (Comune di Farini, Piacenza)

Estratto dall'Archivio Storico per le Province Parmensi, Quarta serie, vol. LXIV - anno 2012, pp. 143-164

A Hoard of 3rd cent. AD Roman Coins Found in Videzzàte di Groppallo (Comune di Farini, Piacenza) ... more A Hoard of 3rd cent. AD Roman Coins Found in Videzzàte di Groppallo (Comune di Farini, Piacenza)

The small parcel of antoniniani published here was found in unknown circumstances and was immediately dispersed by the founder. It consisted originally of around one thousand pieces and only recently a part was reported to the local Soprintendenza Archeologica. This part consists of 108 antoniniani issued by Gallienus (sole reign, 260-268, including four in the name of Salonina), Claudius Gothicus (268-270) and Quintillus (early 270), of the mints of Rome, Milan and Siscia. There are no specimens of the Claudius’ divus type. The chronological frame is rather close, from 260 to early 270, a period of severe instability in the area, with prolonged wars between the imperial forces and Alamannic groups.

Research paper thumbnail of Sella del Valoria (Comuni di Berceto-Pr e Pontremoli-Ms): la campagna di ricerca 2013 (nota preliminare), in MEMORIE DELLA ACCADEMIA LVNIGIANESE DI SCIENZE «GIOVANNI CAPELLINI» VOL. LXXXV - (2015) fascicolo unico, pp. 69-89

MEMORIE DELLA ACCADEMIA LVNIGIANESE DI SCIENZE «GIOVANNI CAPELLINI», 2016

Nei mesi di giugno-luglio 2013 è stata condotta la seconda campagna di scavi archeologici alla Se... more Nei mesi di giugno-luglio 2013 è stata condotta la seconda campagna di
scavi archeologici alla Sella di monte Valoria, sul più alto crinale appenninico tra Emilia e Toscana, due km ad est del valico della Cisa (Tav. 1). Questa ricerca, diretta dallo scrivente in concessione ministeriale per ISCUM (Istituto di Storia della Cultura Materiale, Genova), si proponeva di
proseguire l’esplorazione dell’area di valico destinata ad offerte votive d’età romana1), terminando l’indagine sulle concentrazioni rimaste dalla campagna precedente e programmando alcune trincee esplorative per accertare l’eventuale presenza di un sacello sull’antico passo. Gli scavi hanno sostanzialmente delimitato e terminato l’indagine sulle concentrazioni di offerte votive, le quali si sono mostrate in assoluta coerenza cronologica e culturale con quelle esaminate in precedenza. Il risultato complessivo per le campagne 2012-13 ha prodotto 303 monete romane in gran parte entro propria fossetta votiva. [...]

Research paper thumbnail of Il valico della Cisa in età romana: la Sella del Valoria (Comuni di Berceto e Pontremoli, Pr - Ms) Relazione preliminare

In June of 2011, following a field survey carried out on the highest ridge of the Appennines, a R... more In June of 2011, following a field survey carried out on the highest ridge of the Appennines, a Roman shrine was located two kilometres east of the Cisa pass, at the Sella del Valoria (1224 m asl), frequented from the second century BC until the fourth century AD and beyond. A first excavation campaign, carried out as a concession in 2012 on an area of 64 m2, identified a stretch of votive offerings which consisted of the deposition of a coin in a small pit, pro itu et reditu. In rare cases, in place of the coin was found a small bronze: a forearm with a hand, perhaps making the gesture of the Latin benedictio of Jupiter Sabatius, or other bodily fragments (a small foot in bronze, a foot held in a lead base). The analysis of the numismatic documentation, comprising 168 coins, indicates that the use of the sanctuary was particularly intense during the second and first centuries BC. The pass was abandoned in the first two centuries AD, probably in favour of the actual Cisa pass, but was significantly restored in the third and fourth centuries. Around 300 metres away from Sella del Valoria, along the line of the Via Francigena that comes up from the Po Valley, was found an inscription bearing two letters in a pre-Roman alphabet datable between the end of the third and the beginning of the second century BC.

Research paper thumbnail of Voce “BERGAMO”, in Travaini L. (ed.), Le zecche Italiane fino all’Unità, Roma 2011, pp. 515-519

Research paper thumbnail of Oltre il Valoria. Archeologia del territorio in alta Lunigiana. Grafiche Step editrice, Parmaa

monografia, 2019

Vengono presentati i risultati di uno scavo archeologico, condotto in regime di concessione minis... more Vengono presentati i risultati di uno scavo archeologico, condotto in regime di concessione ministeriale, in località Forno di Versola (Comune di Pontremoli, MS). Sono stati identificati due siti d'età romana, connessi ad un punto di sosta con sorgente, lambiti da un percorso francigeno acciottolato in corrispondenza del quale transitava un tratto della romana Parma-Luni. Reperti dal II secolo a.C. al V-VI d.C.

Research paper thumbnail of BIBLIOGRAFIA GENERALE, in Travaini L. (ed.), Le zecche Italiane fino all’Unità, Roma 2011, pp. 1541-1567

Research paper thumbnail of Le zecche italiane fino all'Unità - Siena e Montalcino