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Papers by Margherita Landi

Research paper thumbnail of Improvvisazione in danza come spazio liminale

Improvvisazione in danza. l'arte di scegliere, 2012

Attraverso un esperimento svolto nel 2011, riprendendo la teoria di Turner sui fenomeni liminoid... more Attraverso un esperimento svolto nel 2011, riprendendo la teoria di Turner sui fenomeni liminoidi in relazione ai drammi sociali, sono andata alla ricerca del dramma sociale rappresentato attraverso le performance di improvvisazione in danza. L’esperimento ha quindi coinvolto 6 performer in un workshop dando vita a un ciclo di 12 performance all’aperto nel centro storico di Firenze, durante le quali è stato intervistato il pubblico di passaggio sulle impressioni e parole chiave che le performance suscitavano in loro. Dalla ricorrenza di alcuni termini è stato evidente il collegamento con il concetto postmoderno di libertà. Secondo Bauman viviamo in una società in cui è stato guadagnato in libertà individuale perdendo però quella sicurezza che teneva insieme la società moderna.
Nel mondo postmoderno vige la frammentazione e la mancanza di un quadro, sembrano mancare gli strumenti concettuali per esaminare la situazione in modo coerente e integrato. La vita individuale è concepita più che altro come un opera o come un’impresa, come qualcosa che va sviluppata, perfezionata e rielaborata fino a raggiungere il massimo potenziale. Al giorno d’oggi sembra che anche semplici scelte, come quale detersivo comprare, ci mettano di fronte a una crescente incapacità di scegliere. Nel gioco di specchi dell’improvvisazione come fenomeno liminoide possiamo quindi vedere chiaramente quali sono i nessi tra questa pratica performativa e la società postmoderna: il performer, improvvisando, si definisce nel presente della performance, compiendo le sue scelte passo dopo passo sulla scena. Si pone in una situazione di “precarietà creativa”, di “crisi volontaria”, come se avesse riprodotto una “scenografia postmoderna”.
Sembra che l’arte abbia proposto uno spazio protetto in cui potersi liberare
dall’ansia della scelta, in cui le parole chiave sono accettazione, ascolto e
mancanza di giudizio. Sembra inoltre aver riportato l’attenzione su un nodo
cruciale: la scelta non è quasi mai razionale, è intuitiva e sociale.

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Improvvisazione in danza. l'arte di scegliere, 2012

Attraverso un esperimento svolto nel 2011, riprendendo la teoria di Turner sui fenomeni liminoid... more Attraverso un esperimento svolto nel 2011, riprendendo la teoria di Turner sui fenomeni liminoidi in relazione ai drammi sociali, sono andata alla ricerca del dramma sociale rappresentato attraverso le performance di improvvisazione in danza. L’esperimento ha quindi coinvolto 6 performer in un workshop dando vita a un ciclo di 12 performance all’aperto nel centro storico di Firenze, durante le quali è stato intervistato il pubblico di passaggio sulle impressioni e parole chiave che le performance suscitavano in loro. Dalla ricorrenza di alcuni termini è stato evidente il collegamento con il concetto postmoderno di libertà. Secondo Bauman viviamo in una società in cui è stato guadagnato in libertà individuale perdendo però quella sicurezza che teneva insieme la società moderna.
Nel mondo postmoderno vige la frammentazione e la mancanza di un quadro, sembrano mancare gli strumenti concettuali per esaminare la situazione in modo coerente e integrato. La vita individuale è concepita più che altro come un opera o come un’impresa, come qualcosa che va sviluppata, perfezionata e rielaborata fino a raggiungere il massimo potenziale. Al giorno d’oggi sembra che anche semplici scelte, come quale detersivo comprare, ci mettano di fronte a una crescente incapacità di scegliere. Nel gioco di specchi dell’improvvisazione come fenomeno liminoide possiamo quindi vedere chiaramente quali sono i nessi tra questa pratica performativa e la società postmoderna: il performer, improvvisando, si definisce nel presente della performance, compiendo le sue scelte passo dopo passo sulla scena. Si pone in una situazione di “precarietà creativa”, di “crisi volontaria”, come se avesse riprodotto una “scenografia postmoderna”.
Sembra che l’arte abbia proposto uno spazio protetto in cui potersi liberare
dall’ansia della scelta, in cui le parole chiave sono accettazione, ascolto e
mancanza di giudizio. Sembra inoltre aver riportato l’attenzione su un nodo
cruciale: la scelta non è quasi mai razionale, è intuitiva e sociale.