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Papers by Umberto Banchieri
"Siamo oltraggiati e con meno armi rispetto a molti potenziali avversari" con queste parole McMas... more "Siamo oltraggiati e con meno armi rispetto a molti potenziali avversari" con queste parole McMaster spiegava al Senato la situazione generale delle forze armate secondo il suo punto di vista durante una audizione nel 2016 quando era direttore del Centro di Integrazione Capacità dell'Esercito.
McMaster è stato un generale fortemente critico con molte delle scelte in termini di dottrina delle forze armate statunitensi, in questo articoli si traccia brevemente un sunto del suo pensiero e della sua critica.
Il TRADOC, il comando dell'esercito statunitense per l'addestramento e la dottrina, rilasciò nel ... more Il TRADOC, il comando dell'esercito statunitense per l'addestramento e la dottrina, rilasciò nel 2017 la prima versione del nuovo concetto strategico dal titolo: Multi-Domain Battle: Evolution of Combined Arms for the 21st Century 2025-2040.
In questo documento viene analizzata brevemente la dottrina per comprenderne le sue implicazioni strategiche e dottrinali
Il termine guerra ibrida è balzato agli onori delle cronache del 2014 ed oramai viene ampiamente ... more Il termine guerra ibrida è balzato agli onori delle cronache del 2014 ed oramai viene ampiamente usato anche al di fuori dell'ambito degli esperti in materia di sicurezza, ma cosa si intenda realmente con questo termine in realtà c'è piuttosto confusione. Nella stampa generalista il termine guerra ibrida viene usato come sinonimo di cyber warfare e pure in ambito accademico la discussione è stata, qualche tempo addietro, accesa sull'uso o meno del termine ibridaocome verrà brevemente accennato più avanti. Si pone quindi un primo problema di definire quindi cosa sia la guerra ibrida. Innanzittuto si può dire che non è una forma di guerra totalmente 'nuova', ma ne è una definizione dottrinaria, pure applicata sul terreno, come mai era stata messa nero su bianco da un attore statale nell'ambito di conflitti verso altri attori statali pur con alcune sostanziali novità concettuali. Nell'immaginario collettivo due stati si confrontano solitamente su un campo di battaglia con le unità ben identificabili. Al più possono esserci guerre di prossimità tra due attori statali che in realtà combattono per conto 'terzi'. Questa è quella che nel grande pubblico viene vista come guerra convenzionale, per quanto la realtà sia poi ovviamente molto più sfumata. Una guerra definitiva non convenzionale (o assimetrica o di quarta generazione, anche in questo caso le definizioni si sprecano e sono ricche di sfumature) solitamente vede coinvolti un attore statale contro attori irregolari o addirittura una guerra tra soli attori irregolari. Una guerra lontana dalle battaglie campali, ma fatta di scontri veloci, sabotaggi e via dicendo. La guerra ibrida vorrebbe, come si intuisce dal termine ibrido, porsi nel mezzo di questi antipodi (in realtà più immaginari che pratici). Il termine in tempi recenti si diffonde giornalisticamente in occidente fino all'ambito NATO a partire da 2014 inoltrato; ancora durante l'annessione della Crimea, su Foreign Policy, si usava 'guerra non lineare' (altro contendente al termine ibrido per definire questa tipologia di scontro) per indicare quanto stava accadendo, per giunta rifacendosi ad un articolo di Vladislav Surkov, consigliere di Putin, pubblicato il 12 marzo 2014 in coincidenza proprio con l'annessione della Crimea. Il termine guerra ibrida (o non lineare) viene usato oggigiorno per indicare una precisa tipologia di operazioni russe che si basano su una chiara dottrina che poi verrà illustrata, ma il termine è stato coniato in tempi meno recenti dal Maggiore statunitense William J. Nemeth in un suo testo intitolato Future War and Chechnya: A case of Hybrid Warfare del 2002. Scritto nel quale si analizzava la condizione ibrida della società cecena divisa tra elementi pre-moderni ed uno stato contemporaneo, una società ibrida che fece sorgere un modo di condurre la guerra originale con elementi regolari ed irregolari mixati in maniera molto efficace. Senza entrare nei dettagli dello 1 Ad esempio si prenda questo articolo del NYT dove il caso che riguardò la Clinton in campagna elettorale viene identificato-erroneamente-con la hybrid warfare confondendo uno dei possibili strumenti della cyber warfare che possono essere usati all'interno della guerra ibrida con la guerra ibrida stessa.
Nel testo viene analizzato il rapporto tra l'Unione Europea (e più in generale il processo di int... more Nel testo viene analizzato il rapporto tra l'Unione Europea (e più in generale il processo di integrazione europea) e lo sviluppo degli enti e delle rappresentanze politiche a livello regionale e locale.
L'esposizione è divisa in tre parti tematiche:
- Nella prima, secondo una prospettiva di sviluppo storico, si analizza, partendo dal pensiero di alcuni eminenti ideologi, lo sviluppo del ruolo degli enti intermedi e locali all'interno del processo di integrazione europeo da metà circa del '900 ai giorni nostri analizzando in particolare quali sono gli strumenti organizzativi ed economici che l'UE mette attualmente in campo per coinvolgere i livelli più bassi di amministrazione.
- Nella seconda si analizza, invece, l'evoluzione del ruolo regionale e locale all'interno di alcuni dei principali paesi dell'UE, cercando di mettere in evidenza alcune linee di intervento comuni ed il ruolo avuto dalle istituzioni europee (già accennato nella prima parte) nel promuovere tali riforme, anche in maniera diretta come nei paesi dell'Europa dell'Est
- La terza ed ultima parte è dedicata alla nascita e sviluppo dei principali partiti regionalisti ed etnoregionalisti europei ed il loro rapporto con l'idea di integrazione europea e di come le loro posizioni siano spesso state influenzate e siano cambiate rispetto al processo di integrazione a causa dello stesso. Una parte del capitolo sarà inoltre dedicata ai raggruppamenti politici europei in seno al Parlamento Europeo e di come alcune leggi nazionali per l'elezione del PE abbiano favorito l'affermarsi di partiti politici regionalisti, sfavorendoli invece in altri casi come in Europa dell'Est (pur con l'eccezione rilevante dei partiti etnici ungheresi).
Lo scopo è quello di fornire una panoramica sui rapporti che ci sono tra Unione Europea, organizzazioni statali e partiti regionalisti verificando se e quali tipi di rapporti sono presenti, valutando se all'interno dell'Unione Europea le regioni e gli enti locali stiano assumendo un ruolo più ampio e se e come l'Unione Europea stia favorendo un processo di regionalizzazione, sviluppo e potenziamento degli enti locali.
In questo breve scritto, puramente di taglio divulgativo*, si vuole fornire una chiave di lettura... more In questo breve scritto, puramente di taglio divulgativo*, si vuole fornire una chiave di lettura economica/demografica degli eventi che hanno caratterizzato lo spazio Post-Sovietico e quello Medio Orientale dal 2001 ad oggi, in particolare per quanto riguarda le azioni saudite che hanno portato indirettamente allo scoppio della Primavera Araba e a quelle russe che hanno portato una forte conflittualità in Est Europa.
*è stato presentato dall'autore come approfondimento durante un dibattito locale di un gruppo politico.
"Siamo oltraggiati e con meno armi rispetto a molti potenziali avversari" con queste parole McMas... more "Siamo oltraggiati e con meno armi rispetto a molti potenziali avversari" con queste parole McMaster spiegava al Senato la situazione generale delle forze armate secondo il suo punto di vista durante una audizione nel 2016 quando era direttore del Centro di Integrazione Capacità dell'Esercito.
McMaster è stato un generale fortemente critico con molte delle scelte in termini di dottrina delle forze armate statunitensi, in questo articoli si traccia brevemente un sunto del suo pensiero e della sua critica.
Il TRADOC, il comando dell'esercito statunitense per l'addestramento e la dottrina, rilasciò nel ... more Il TRADOC, il comando dell'esercito statunitense per l'addestramento e la dottrina, rilasciò nel 2017 la prima versione del nuovo concetto strategico dal titolo: Multi-Domain Battle: Evolution of Combined Arms for the 21st Century 2025-2040.
In questo documento viene analizzata brevemente la dottrina per comprenderne le sue implicazioni strategiche e dottrinali
Il termine guerra ibrida è balzato agli onori delle cronache del 2014 ed oramai viene ampiamente ... more Il termine guerra ibrida è balzato agli onori delle cronache del 2014 ed oramai viene ampiamente usato anche al di fuori dell'ambito degli esperti in materia di sicurezza, ma cosa si intenda realmente con questo termine in realtà c'è piuttosto confusione. Nella stampa generalista il termine guerra ibrida viene usato come sinonimo di cyber warfare e pure in ambito accademico la discussione è stata, qualche tempo addietro, accesa sull'uso o meno del termine ibridaocome verrà brevemente accennato più avanti. Si pone quindi un primo problema di definire quindi cosa sia la guerra ibrida. Innanzittuto si può dire che non è una forma di guerra totalmente 'nuova', ma ne è una definizione dottrinaria, pure applicata sul terreno, come mai era stata messa nero su bianco da un attore statale nell'ambito di conflitti verso altri attori statali pur con alcune sostanziali novità concettuali. Nell'immaginario collettivo due stati si confrontano solitamente su un campo di battaglia con le unità ben identificabili. Al più possono esserci guerre di prossimità tra due attori statali che in realtà combattono per conto 'terzi'. Questa è quella che nel grande pubblico viene vista come guerra convenzionale, per quanto la realtà sia poi ovviamente molto più sfumata. Una guerra definitiva non convenzionale (o assimetrica o di quarta generazione, anche in questo caso le definizioni si sprecano e sono ricche di sfumature) solitamente vede coinvolti un attore statale contro attori irregolari o addirittura una guerra tra soli attori irregolari. Una guerra lontana dalle battaglie campali, ma fatta di scontri veloci, sabotaggi e via dicendo. La guerra ibrida vorrebbe, come si intuisce dal termine ibrido, porsi nel mezzo di questi antipodi (in realtà più immaginari che pratici). Il termine in tempi recenti si diffonde giornalisticamente in occidente fino all'ambito NATO a partire da 2014 inoltrato; ancora durante l'annessione della Crimea, su Foreign Policy, si usava 'guerra non lineare' (altro contendente al termine ibrido per definire questa tipologia di scontro) per indicare quanto stava accadendo, per giunta rifacendosi ad un articolo di Vladislav Surkov, consigliere di Putin, pubblicato il 12 marzo 2014 in coincidenza proprio con l'annessione della Crimea. Il termine guerra ibrida (o non lineare) viene usato oggigiorno per indicare una precisa tipologia di operazioni russe che si basano su una chiara dottrina che poi verrà illustrata, ma il termine è stato coniato in tempi meno recenti dal Maggiore statunitense William J. Nemeth in un suo testo intitolato Future War and Chechnya: A case of Hybrid Warfare del 2002. Scritto nel quale si analizzava la condizione ibrida della società cecena divisa tra elementi pre-moderni ed uno stato contemporaneo, una società ibrida che fece sorgere un modo di condurre la guerra originale con elementi regolari ed irregolari mixati in maniera molto efficace. Senza entrare nei dettagli dello 1 Ad esempio si prenda questo articolo del NYT dove il caso che riguardò la Clinton in campagna elettorale viene identificato-erroneamente-con la hybrid warfare confondendo uno dei possibili strumenti della cyber warfare che possono essere usati all'interno della guerra ibrida con la guerra ibrida stessa.
Nel testo viene analizzato il rapporto tra l'Unione Europea (e più in generale il processo di int... more Nel testo viene analizzato il rapporto tra l'Unione Europea (e più in generale il processo di integrazione europea) e lo sviluppo degli enti e delle rappresentanze politiche a livello regionale e locale.
L'esposizione è divisa in tre parti tematiche:
- Nella prima, secondo una prospettiva di sviluppo storico, si analizza, partendo dal pensiero di alcuni eminenti ideologi, lo sviluppo del ruolo degli enti intermedi e locali all'interno del processo di integrazione europeo da metà circa del '900 ai giorni nostri analizzando in particolare quali sono gli strumenti organizzativi ed economici che l'UE mette attualmente in campo per coinvolgere i livelli più bassi di amministrazione.
- Nella seconda si analizza, invece, l'evoluzione del ruolo regionale e locale all'interno di alcuni dei principali paesi dell'UE, cercando di mettere in evidenza alcune linee di intervento comuni ed il ruolo avuto dalle istituzioni europee (già accennato nella prima parte) nel promuovere tali riforme, anche in maniera diretta come nei paesi dell'Europa dell'Est
- La terza ed ultima parte è dedicata alla nascita e sviluppo dei principali partiti regionalisti ed etnoregionalisti europei ed il loro rapporto con l'idea di integrazione europea e di come le loro posizioni siano spesso state influenzate e siano cambiate rispetto al processo di integrazione a causa dello stesso. Una parte del capitolo sarà inoltre dedicata ai raggruppamenti politici europei in seno al Parlamento Europeo e di come alcune leggi nazionali per l'elezione del PE abbiano favorito l'affermarsi di partiti politici regionalisti, sfavorendoli invece in altri casi come in Europa dell'Est (pur con l'eccezione rilevante dei partiti etnici ungheresi).
Lo scopo è quello di fornire una panoramica sui rapporti che ci sono tra Unione Europea, organizzazioni statali e partiti regionalisti verificando se e quali tipi di rapporti sono presenti, valutando se all'interno dell'Unione Europea le regioni e gli enti locali stiano assumendo un ruolo più ampio e se e come l'Unione Europea stia favorendo un processo di regionalizzazione, sviluppo e potenziamento degli enti locali.
In questo breve scritto, puramente di taglio divulgativo*, si vuole fornire una chiave di lettura... more In questo breve scritto, puramente di taglio divulgativo*, si vuole fornire una chiave di lettura economica/demografica degli eventi che hanno caratterizzato lo spazio Post-Sovietico e quello Medio Orientale dal 2001 ad oggi, in particolare per quanto riguarda le azioni saudite che hanno portato indirettamente allo scoppio della Primavera Araba e a quelle russe che hanno portato una forte conflittualità in Est Europa.
*è stato presentato dall'autore come approfondimento durante un dibattito locale di un gruppo politico.