Micaela Antonucci | Università di Bologna (original) (raw)

Books by Micaela Antonucci

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Research paper thumbnail of Cesare Valle (1902-2000). Architettura, ingegneria, urbanistica in Italia attraverso il Novecento

L’ingegnere-architetto-urbanista romano Cesare Valle (1902-2000) ha attraversato tutto il Novecen... more L’ingegnere-architetto-urbanista romano Cesare Valle (1902-2000) ha attraversato tutto il Novecento con la sua multiforme esperienza professionale, didattica e istituzionale.
La sua lunghissima carriera si può dividere in due parti nettamente distinte, caso alquanto singolare nel panorama italiano contemporaneo, separate dalla Seconda guerra mondiale.
Durante la sua “prima vita”, tra il 1926 e il 1941, l’esperienza professionale di Valle matura prima nell’ambiente romano per poi espandersi alla scena nazionale (in particolare in Romagna e in Sardegna) e internazionale (nelle “Terre d’Oltremare” conquistate dal regime fascista), collaborando con personaggi di primo piano come Marcello Piacentini, Gustavo Giovannoni, Giuseppe Pagano, Pier Luigi Nervi, Ignazio Guidi, Riccardo Morandi. Nell’Italia fascista, egli si afferma come uno dei pochi professionisti capaci di conciliare paradigmi e linguaggi diversi, muovendosi con eguale abilità in ambito architettonico, tecnico e urbano.
Tra la fine del 1941 e l’inizio del 1942 si apre la “seconda vita” di Valle, in cui intraprende l’insegnamento universitario e lavora come urbanista nel Ministero dei Lavori Pubblici. Nella sua doppia veste di accademico e di funzionario ministeriale, egli è stato uno dei protagonisti dell’opera di costruzione delle politiche urbanistiche pubbliche e di una nuova legislazione nazionale, collaborando anche con prestigiose istituzioni italiane e internazionali (Coni, Anas, Mec, Onu).
Nell’ultimo decennio, numerose pubblicazioni, mostre e iniziative hanno acceso i riflettori su molte delle opere di Valle degli anni Trenta e Quaranta; mentre la sua attività nel dopoguerra, sia nell’ambito dei ruoli istituzionali che in quello delle ricerche sulla pianificazione e sulla legislazione urbanistica, è stata invece sinora quasi completamente trascurata.
In questo volume si è voluto dunque ricomporre un racconto completo e unitario delle “vite” di Cesare Valle, raccogliendo gli esiti di nuove ricerche e dedicando spazio agli aspetti della sua opera sinora poco o per nulla approfonditi, in modo da ricostruire un ritratto completo di questo personaggio che ha lasciato un segno indelebile nell’architettura e nell’urbanistica italiana.

Research paper thumbnail of Palazzo della Zecca in Banchi

I diritti di traduzione, adattamento, riproduzione con qualsiasi procedimento, della presente ope... more I diritti di traduzione, adattamento, riproduzione con qualsiasi procedimento, della presente opera o di parti della stessa, sono riservati per tutti i Paesi. L'Editore si dichiara pienamente disponibile a soddisfare eventuali oneri derivanti da diritti di riproduzione per le immagini di cui non sia stato possibile reperire gli aventi diritto. Cura redazionale: Edvige Aureli

Research paper thumbnail of Adriano Marabini architetto imolese (1897-1975)

Nonostante il suo significativo ruolo nell’architettura non solo imolese e bolognese, ma anche in... more Nonostante il suo significativo ruolo nell’architettura non solo imolese e bolognese, ma anche in una dimensione regionale ed extra-regionale, la figura dell’architetto imolese Adriano Marabini è rimasta sino ad oggi in ombra nella storiografia e nelle ricerche. Nel 2018 il Dipartimento di Architettura dell’Università di Bologna e il Centro Studi Cherubino Ghirardacci hanno avviato, in collaborazione con la Fondazione della Cassa di Risparmio di Imola, una ricerca sulla figura e sull’opera di Marabini volta ad esplorare le molte dimensioni della sua produzione ed a mettere in luce il suo profilo biografico e professionale.
Questo volume ricostruisce dunque per la prima volta a tutto tondo l’opera marabiniana, in un percorso che si dipana attraverso il Novecento lungo rotte locali e secondarie dell’architettura italiana, ma non per questo meno importanti: al contrario, rappresenta un prezioso contributo per comprendere i caratteri e le vicende di una professione che si muove tra le pieghe della società italiana e del mondo artistico e architettonico emiliano-romagnolo, legando insieme istanze locali e cambiamenti nazionali in una storia finora non raccontata.

Research paper thumbnail of Ostia. Architettura e città in cento anni di storia

Volume speciale del Bollettino d'Arte, 2020

Nel 1916 una sottocommissione dell’Associazione Artistica fra i Cultori di Architettura a Roma re... more Nel 1916 una sottocommissione dell’Associazione Artistica fra i Cultori di Architettura a Roma redige il primo piano regolatore di “Ostia nuova”, borgata marittima alla quale, nell’intenzione dei progettisti, è affidato il compito di fungere contemporaneamente da “ridente quartiere di abitazioni sul mare” e da scalo portuale, con un lungo canale navigabile che la collega direttamente con la prevista zona industriale della Capitale.
Da quel momento in poi il piccolo e ameno insediamento delle origini che, nel corso degli anni, cambia molte volte denominazione (Ostia, Ostia nuova, Ostia mare, Ostia Lido, Lido di Roma, Lido di Ostia) riflettendo le diverse funzioni urbane progressivamente attribuitegli, inizia il suo sviluppo: da piccola città giardino — a bassa densità edilizia e nella quale le componenti “ambientiste” sono prevalenti, essendo dotata di ampie aree verdi e di strade sinuose che rispettano l’orografia del triplice sistema dunale su cui è impostata — a quartiere marino di Roma: con l’avvento del regime fascista si rinuncia infatti al porto e si vuole creare un vero e proprio brano di città, degna conclusione sul Tirreno di quella che deve essere la Capitale di una nazione che punta alla supremazia nel Mediterraneo. Da quel momento in poi, cambia tutto: il delicato assetto urbanistico primigenio viene stravolto e, con i successivi piani regolatori, Ostia — ribattezzata, non a caso, “Lido di Roma” — viene dotata di tutte le infrastrutture necessarie a un insediamento la cui popolazione, nelle previsioni dei tecnici e dei demografi, deve superare in pochi anni la soglia dei 100.000 abitanti. Sorgono in breve tempo numerosi edifici pubblici, mentre nelle costruzioni private, anticipate da rilevanti opere “di transizione”, prendono il sopravvento nuove architetture — alcune delle quali di livello internazionale — che, favorite anche dalla peculiarità del luogo, si ispirano ai dirompenti principi del Movimento Moderno.
Il secondo conflitto mondiale rappresenta un brusco e doloroso spartiacque nella forma della città: nel dopoguerra, e fino ai nostri giorni, l’insediamento si uniforma infatti alle zone periferiche di Roma, sebbene non manchino, anche in questo periodo, episodi architettonici di riconosciuta valenza progettuale.
La ricorrenza dei cento anni dalla stesura del primo piano regolatore di Ostia è stata celebrata con un Convegno, i cui contributi, ai quali se ne sono aggiunti altri — come quelli che hanno preso in esame un interessante, e poco noto, intervento sul “verde” negli scavi di Ostia Antica — sono stati raccolti nel presente numero monografico del “Bollettino d’Arte”. Preceduti da due introduzioni generali che, ripercorrendo in maniera dettagliata le vicende urbanistiche e architettoniche della città in un secolo di vita, fungono da indispensabile cornice, i diversi saggi, curati da studiosi provenienti da prestigiosi atenei italiani, offrono una sintesi critica originale su alcuni dei temi più noti e indagano su opere e fasi storiche fino a oggi poco o per niente approfondite.

Research paper thumbnail of Pier Luigi Nervi. Architetture per lo Sport / Pier Luigi Nervi's Sports Facilities

La tipologia costruttiva delle architetture per lo sport percorre infatti tutta la lunghissima ca... more La tipologia costruttiva delle architetture per lo sport percorre infatti tutta la lunghissima carriera di Pier Luigi Nervi, dallo stadio comunale “Giovanni Berta” di Firenze (1929-32) al Kuwait Sports Center (1968-69) passando per le opere realizzate per le celebri Olimpiadi romane del 1960. Una ricerca progettuale e tecnica che rappresenta un fil rouge esemplare, nella stretta connessione che vi si stabilisce tra forma, tecnica e funzione, dell’evoluzione delle idee e dell’opera di questo protagonista dell’ingegneria e dell’architettura italiane del Novecento.

Sports architecture was present throughout Pier Luigi Nervi’s whole and very long career, from the Giovanni Berta Stadium in Florence (1929-32) to the Kuwait Sports Center (1968-69), and touching the projects executed for Rome’s 1960 Olympic Games. A technical and design research that represents an exemplary leitmotiv — because of the tight connection it establishes between form, technique and function — of the evolution of ideas and projects of this protagonist of Italian 20th century engineering and architecture.

Research paper thumbnail of Pier Luigi Nervi. Gli stadi per il calcio

Pier Luigi Nervi (1891-1979), straordinario progettista, teorico, docente, costruttore e imprendi... more Pier Luigi Nervi (1891-1979), straordinario progettista, teorico, docente, costruttore e imprenditore, è stato senza dubbio uno dei protagonisti dell’architettura e dell’ingegneria del Novecento.
La sua filosofia progettuale è fondata sull’esperienza operativa e sull’intuito statico, con una costante attenzione al rapporto tra struttura e forma. La prima costruzione che materializza mirabilmente questa sintesi e che lo porta alla ribalta nazionale è lo stadio comunale “Giovanni Berta” di Firenze (1929-32).
La tipologia degli impianti per lo sport e degli stadi in particolare percorre tutta l’opera di Pier Luigi Nervi, dagli stadi per il calcio nei primi anni Trenta (stadio di Firenze, progetti per gli stadi di Livorno, Torino e Roma), passando per le opere della maturità negli anni Quaranta-Cinquanta (stadio Flaminio a Roma, stadio di Taormina, progetto per lo stadio di Rio de Janeiro) fino ad arrivare per i grandi progetti nazionali e internazionali nell’ultima parte della sua carriera (stadio di Novara, progetti per gli stadi di Swindon e Kuwait City). La ricerca progettuale e tecnica sugli stadi per il calcio rappresenta dunque un fil rouge esemplare, nelle varie sperimentazioni esplorate nel corso dei decenni, dell’evoluzione delle idee, del metodo e dell’abilità costruttiva di Pier Luigi Nervi: “un modello di successo”, diventato un riferimento imprescindibile per l’architettura e l’ingegneria contemporanee.

Research paper thumbnail of Da Bologna all'Europa. Artisti bolognesi in Portogallo (XVI-XIX secolo)

I saggi raccolti in questo volume compongono un caleidoscopico, inedito racconto delle strette re... more I saggi raccolti in questo volume compongono un caleidoscopico, inedito racconto delle strette relazioni culturali e artistiche che si stabiliscono e crescono attraverso i secoli, dal XVI al XIX, tra Bologna e il Portogallo. Invisibili ma saldi ponti si stendono tra la città felsinea e la nazione lusitana, attraversati in entrambe le direzioni: Bologna è il luogo dove approdano molti artisti portoghesi, per formarsi presso il suo celebre Studium e per respirare le tendenze e gli stimoli che da tutta Europa in questa città si incontrano e si mescolano; e il Portogallo, terra di confine fra l’Atlantico e il Mediterraneo e dunque crocevia fra culture multiformi, è la meta preferenziale per un elevato numero di artisti bolognesi o che a Bologna si erano formati.

Research paper thumbnail of Pier Luigi Nervi and Africa. Unknown Geographies

None of currently available studies on the life and works of Pier Luigi Nervi (1891-1979), one of... more None of currently available studies on the life and works of Pier Luigi Nervi (1891-1979), one of the twentieth century’s most celebrated architects and engineers, mention his involvement with the African continent. This omission is surprising because Studio Nervi, which he ran with his sons, had intensive and complicated connections with Africa where, between 1964 and 1980 the Studio was involved in around forty projects.
How can this deafening silence be explained? Based on extensive research in Italy and in various African countries, this book aims to deepen our understanding not only of the work of Pier Luigi Nervi, but also of the complex technical, media, diplomatic, and management issues that Studio Nervi encountered in the latter part of its existence; and to examine, more generally, the Italian contribution to the modernisation of postcolonial Africa.

Research paper thumbnail of Pier Luigi Nervi in Africa. Evoluzione e dissoluzione dello Studio Nervi 1964-1980

Nelle molte storie finora scritte su Pier Luigi Nervi, uno degli ingegneri e architetti più celeb... more Nelle molte storie finora scritte su Pier Luigi Nervi, uno degli ingegneri e architetti più celebri del xx secolo, l’Africa è rimasta un contesto totalmente inesplorato. Eppure, tra il 1964 e il 1980 lo Studio Nervi – diretto insieme ai figli Antonio, Mario e Vittorio – sviluppa una fitta rete di contatti in questo continente, che portano al coinvolgimento del gruppo in quasi quaranta progetti. Vi sono edifici costruiti (tra i più significativi, il Good Hope Centre a Cape Town, la sede della Banque Africaine de Développement ad Abidjan e la cappella presidenziale di Yamoussoukro), ma anche tante iniziative che, seppur rimaste sulla carta, svelano un sorprendente mosaico di relazioni con i committenti più disparati, in Sudafrica, Costa d’Avorio, Libia, Congo, Nigeria, Repubblica Centrafricana, Tanzania e Algeria.
Le vicende delle opere africane gettano inoltre luce sul sofferto passaggio dalla fase epica – ormai in fisiologico esaurimento – dello Studio Nervi a quella contrassegnata dall’autonomia manageriale ed espressiva dei figli, sullo sfondo di una profonda trasformazione della pratica professionale. Un passaggio che avrebbe potuto, forse, traghettare lo Studio verso nuovi orizzonti, ma che rimase un sentiero interrotto, per la prematura morte del primogenito Antonio nel 1979, sei mesi dopo il padre.
Grazie a un’approfondita ricerca archivistica e a indagini sul campo, il presente volume può illustrare, per la prima volta in maniera organica, l’attività dello Studio Nervi in Africa, analizzandola attraverso diverse lenti storiografiche. Emerge così in controluce l’intreccio di rapporti professionali, politici, economici e culturali tra Italia e Africa, nel momento in cui si ridefinisce l’identità postcoloniale del grande continente.

Research paper thumbnail of La Manifattura Tabacchi a Bologna. Ricerche sull'architettura industriale contemporanea tra storia, tecnica e riuso

I diritti di traduzione, di memorizzazione elettronica, di riproduzione e di adattamento totale o... more I diritti di traduzione, di memorizzazione elettronica, di riproduzione e di adattamento totale o parziale, con qualsiasi mezzo (compresi i microfilm e le copie fotostatiche) sono riservati per tutti i Paesi. L'Editore si dichiara disponibile a regolare eventuali spettanze per l'utilizzo delle immagini contenute nel volume nei confronti degli aventi diritto.

Papers by Micaela Antonucci

Research paper thumbnail of "L'urbanistica è l'arte dei regimi d'autorità". Cesare Valle, gli studi sulle città coloniali e i progetti per l'Africa Orientale Italiana

Cesare Valle (1902-2000). Architettura, ingegneria, urbanistica in Italia attraverso il Novecento, 2023

All’interno del vivace dibattito sull’architetture e l’urbanistica coloniale tra le due guerre, C... more All’interno del vivace dibattito sull’architetture e l’urbanistica coloniale tra le due guerre, Cesare Valle si ritaglia - rispetto ai molti colleghi che si occuparono di questi temi - una posizione meno teorica e più “operante”, dedicandosi alla ricerca e alla definizione degli aspetti tecnici e pratici della pianificazione nelle città delle colonie. Esemplari sono in tal senso le vicende della redazione dei piani per la nuova Addis Abeba, che vedono l’ingegnere-urbanista romano nel doppio ruolo di studioso e tecnico.

Research paper thumbnail of «Un’impronta inconfondibile del tempo fascista nel cuore della città»: la Casa del Fascio di Imola

Adriano Marabini architetto imolese (1897-1975), a cura di M. Antonucci, L. Bartolomei, Bologna University Press, Bologna, 2022

Tra le opere pubbliche dell'architetto imolese Adriano Marabini (1897-1975) svetta, per imponenza... more Tra le opere pubbliche dell'architetto imolese Adriano Marabini (1897-1975) svetta, per imponenza e importanza, la Casa del Fascio (1933-36) che rappresenta in maniera esemplare il volto dell’architettura “fascista” di Imola e mostra la capacità dell’architetto di imprimere un’evoluzione alla sua produzione che sempre di più guarda al razionalismo. Indubbiamente, la Casa del Fascio – il cui progetto Marabini realizzò insieme al fratello ingegnere Giuseppe (1895-1977) e all’architetto Girolamo Landi (1895-1974) – rappresentò non solo un punto di svolta nella carriera di Adriano Marabini, ma anche un progetto fondativo per la costruzione sia del suo linguaggio architettonico che della sua identità professionale.

Research paper thumbnail of Mercato dei Fiori in Pescia (1948-1951): Design Inventiveness and Constructional Experimentation in Italy after the Second World War

HPA. Histories of Postwar Architecture, n. 9, 2021

After the Second World War, Italy shifted within a few years from post-war reconstruction to the ... more After the Second World War, Italy shifted within a few years from post-war reconstruction to the economic “boom”, attracting international attention with a series of highly original works and extraordinary examples of structural and constructional experimentation despite a strong technological delay compared to other industrialised countries.
In the immediate aftermath of the war, projects in which formal invention was closely linked to innovation in materials and structures developed all over Italy, creating a "built catalogue" of experimental techniques.
Brick was among the materials that were widely available and deeply rooted in the traditional building. Indeed, the development of the so-called "reinforced brick" in the interwar period had paved the way to the construction of thin, light structures that could be built saving time and costs.
One of the first and most significant Italian experiments with this material was the Mercato dei Fiori (Flower Market) in Pescia, Tuscany. It was the work of a team composed of architects Giuseppe Giorgio Gori, Leonardo Ricci, Leonardo Savioli, and Enzo Gori, along with the engineer Emilio Brizzi.
The presence of four architects and one engineer in the group meant that the two aspects of the project – design and construction – were both thoroughly studied and intimately connected. This was the key to the successful combination of structural boldness and formal originality that made this building a case study in post-war Italian architecture and also earned it international fame.
This structure still remains an important testimony to a formidable period of constructional experimentation in post-war Italy; the analyses of its material and structural aspects, which have not been considered so far by scholarly studies on either the building or its authors, represent fundamental investigative tools for fully understanding its value and innovation.
The paper proposes an analysis of the Market’s space and compositional principles relying upon a deep understanding of its structural conception, since the simplicity and lightness of the final result were only possible thanks to the innovative adoption of technological solutions that were widely known but still used infrequently or in different settings.

Research paper thumbnail of La scuola di ingegneria di Bologna: una "visione integrata" tra conoscenza storica e cultura politecnica

L'ingegneria italiana del Novecento. Scuole e protagonisti, a cura di M. Marandola, M. Pogacnik, 2022

Nell’ambito delle discipline ingegneristiche e tecniche legate ai vari ambiti della res aedificat... more Nell’ambito delle discipline ingegneristiche e tecniche legate ai vari ambiti della res aedificatoria, proprio questo rischio che la “iper-specializzazione” conduca verso una visione ristretta e sterile della pratica operativa rappresenta una delle principali criticità, in particolare in epoca recente: l’orientamento sempre più “settorializzato”, spinto dalle nuove potenzialità fornite dagli strumenti informatici, ha infatti generato la tendenza a formare una figura professionale focalizzata sull’analisi e sullo sviluppo delle formulazioni e delle tecnologie, senza inquadrarle in una prospettiva storica e in una visione più ampia.
All’interno dell’Università di Bologna, il percorso formativo degli ingegneri si è invece orientato da sempre in una direzione diversa, nella quale uno degli elementi invarianti è l’apporto significativo di un approccio classico-umanistico anche nelle discipline di carattere tecnico-scientifico: un’attitudine che riflette la lunga e gloriosa tradizione dell’Alma Mater Studiorum fondata nell’XI secolo.
La sintesi tra queste due strade epistemologiche è stata il fil rouge nell’evoluzione della formazione all’interno della Scuola di Applicazione per Ingegneri di Bologna, poi Facoltà di Ingegneria, poi Scuola di Architettura e Ingegneria e infine Scuola di Ingegneria. Il risultato è un percorso che ha plasmato la figura di un “tecnico filosofo” , un professionista conscio del proprio ruolo, attento alle esigenze della società come alle problematiche legate alla costruzione, e al tempo stesso profondo conoscitore non solo delle formulazioni teoriche ma anche dell’esperienza storica.

Research paper thumbnail of Il "nuovo Colosseo".  I Grandi magazzini Bocconi a Roma tra innovazione tecnica e monumentalità architettonica

I luoghi delle merci, a cura di P.ierpaolo Ascari, 2022

Nella seconda metà dell’Ottocento, i grandi magazzini, con la loro architettura insieme monumenta... more Nella seconda metà dell’Ottocento, i grandi magazzini, con la loro architettura insieme monumentale e moderna, si impongono come i centri pulsanti del nuovo paesaggio metropolitano in Europa e negli USA. La sintesi tra innovazione tecnica e tradizione architettonica è un elemento fondante nell’architettura dei grandi magazzini sin dai primi modelli. Dal punto di vista architettonico, gli esempi italiani presentano molti elementi analoghi a quelli d’oltralpe e d’oltreoceano, ma si caratterizzano sin da subito anche per una serie di peculiarità legate alle tradizioni culturali e architettoniche locali. L’impresa commerciale dei fratelli Bocconi è una delle poche che riesce ad estendersi a livello nazionale e, dopo il grande successo del primo negozio a Milano, si decide di aprire una sede anche a Roma: a partire dal 1885 viene realizzato il nuovo palazzo dei grandi magazzini “Alle città d’Italia” su progetto dell’architetto Giulio De Angelis, il primo caso italiano di edificio progettato e realizzato espressamente per questa nuova e moderna funzione commerciale. La grande abilità di De Angelis è dunque nel riuscire a dare forma a una nuova tipologia funzionale, impiegando le più moderne tecniche costruttive e al contempo mantenendo un legame con il contesto storico urbano. La costruzione dei grandi magazzini a Roma rappresenta un avvenimento epocale nella sonnolenta città papalina, una scossa alla sua ingessata struttura economica e commerciale ma anche alla vita sociale e mondana. Il ruolo di centri di attrazione e insieme di “monumenti moderni” è evidente non solo dall’enorme successo di pubblico, ma anche dai commenti dei contemporanei, sia autorevoli sia popolari. I grandi magazzini come “il nuovo Colosseo” dunque: centro urbano, polo monumentale, luogo delle riunioni di massa e dello spettacolo per tutte le classi sociali.

Research paper thumbnail of “Un riflesso argentato sulla sabbia”. Ostia e il litorale romano nel secondo Novecento tra crisi e rinascite

Bollettino d'Arte, 2020

Un andamento ciclico di crisi e rinascite segna, infatti, la storia dello sviluppo e delle trasfo... more Un andamento ciclico di crisi e rinascite segna, infatti, la storia dello sviluppo e delle trasformazioni nel corso del Novecento dell’area del litorale romano, che con le sue dimensioni e per numero di abitanti costituisce a tutti gli effetti una “città nella città”: da centro balneare a città giardino negli anni prima e a cavallo della Grande Guerra; poi quartiere moderno e razionalista in età fascista; luogo simbolo del boom e della Dolce Vita romana nel secondo dopoguerra; periferia degradata negli anni Settanta–Ottanta; di nuovo centro attrattivo turistico–balneare a partire dagli anni Novanta, fino a tornare di nuovo alla crisi e alla ribalta della cronaca nera nazionale nel primo scorcio del Duemila.
Un deciso spartiacque nella sua storia è rappresentato dagli eventi traumatici della Seconda Guerra Mondiale: non solo i bombardamenti distruggono cospicue parti del tessuto urbano, a partire da alcuni edifici significativi come la stazione della ferrovia Roma–Lido di Marcello Piacentini e lo stabilimento balneare Roma di Giulio Magni; ma nel dopoguerra il litorale e il suo entroterra crescono esponenzialmente in maniera disordinata e spesso priva di qualità, chiudendo definitivamente la felice e intensa stagione architettonica degli anni tra le due guerre.
Con l’improvvisa accelerazione dello sviluppo edilizio a partire dagli anni del boom e per tutta la seconda metà del secolo, Ostia si trasforma in breve da centro balneare–città giardino con una riconoscibile identità e una chiara immagine architettonica, in una “periferia con il mare” cresciuta per interventi frammentari ed episodici, che circondano il nucleo compatto originario e si sfrangiano sia sul fronte litoraneo che verso l’entroterra.
Il territorio tra Roma e il mare, oggi, offre l’immagine di un disordine generato dallo sprawl e dalla diffusione dell’edilizia — legale, legalizzata, fuori dalle leggi — che, come un tenace e pervasivo pulviscolo, ne ha saturato quasi tutti gli spazi. Una situazione ancora irrisolta, in attesa di trovare una struttura e un’identità all’altezza della sua dimensione e delle sue grandi potenzialità — il waterfront, il patrimonio archeologico, le reti idriche, la pineta — che possano essere i fattori trainanti per una rinascita che diverrebbe determinante per l’intera città di Roma.

Research paper thumbnail of Il Lido di Roma come Cannes e Coney Island: i progetti per Castelfusano da Marcello Piacentini a Pier Luigi Nervi

Bollettino d'Arte, 2020

Lo scoppio della Seconda guerra mondiale e il fallimento del grande progetto per l’E42 hanno lasc... more Lo scoppio della Seconda guerra mondiale e il fallimento del grande progetto per l’E42 hanno lasciato sulla carta buona parte degli ambiziosi e monumentali progetti del regime fascista per lo sviluppo di Roma verso il mare.
Nel corso del secondo Novecento, questo significativo comparto urbano si è sviluppato rapidamente e massicciamente, spesso attraverso un’urbanizzazione caotica e incontrollata, dando corpo a una sorta di «città–non città» che si divarica dall’EUR verso il mare, innervandosi sulle grandi direttrici territoriali costituite dal fascio via del Mare/via Ostiense/ferrovia Roma–Lido e della via Cristoforo Colombo. Un territorio densamente edificato, ora in nuclei più compatti, ora in aree più sfrangiate e irregolari, con le uniche grandi “macchie verdi” della pineta di Castelfusano e della riserva naturale di Castel Porziano.
L’area di Castelfusano (o Castel Fusano) costituisce, insieme ai nuclei di Ostia e dell’EUR, uno dei poli principali di questo settore urbano: ma, rispetto agli altri due, ha sinora avuto relativamente poca attenzione e mancano ancora degli studi sistematici sul suo ruolo strategico nella storia dello sviluppo del litorale romano nel corso del Novecento.
Se l’insediamento di Ostia nasce come “borgata marina” per poi divenire nel corso dei decenni un quartiere residenziale, l’area di Castelfusano ha da sempre avuto un’identità fortemente caratterizzata dalle presenze archeologico–naturalistiche, rimasta sostanzialmente preservata fino agli anni Trenta del Novecento. Dalla fine dell’Ottocento e per tutto il secolo successivo, numerose proposte si sono susseguite per trasformarla in un polo balneare–ricreativo dedicato al loisir per un ceto medio–alto, con uno sguardo ai modelli europei e statunitensi.
Molti dei più importanti architetti italiani — da Marcello Piacentini a Luigi Moretti, da Adalberto Libera a Pier Luigi Nervi — hanno presentato i loro progetti per Castelfusano: ma nessuno di questi è stato realizzato, lasciando ancora irrisolto il destino di quest’area nelle trasformazioni del litorale ostiense.

Research paper thumbnail of Architetture di Giulio Romano in restauro. Prime note sulle scoperte nel cortile di Palazzo Stati Cenci Maccarani a Roma

Materiali e Strutture, 2022

Il Palazzo Stati Cenci Maccarani in piazza Sant’Eustachio a Roma, uno degli esempi più significat... more Il Palazzo Stati Cenci Maccarani in piazza Sant’Eustachio a Roma, uno degli esempi più significativi del lascito dell’artista e architetto Giulio Romano alla città natale prima di partire definitivamente alla volta di Mantova nel 1524 per entrare a servizio alla corte dei Gonzaga, è un’opera ampiamente nota e indagata dagli studiosi. Il palazzo, oggi di proprietà del Senato della Repubblica Italiana, è stato interessato in tempi recentissimi da due cantieri di restauro, un primo dedicato alle facciate esterne e un secondo che ha coinvolto gli spazi del cortile interno.
Quest’ultimo ha svelato nuovi elementi che hanno portato a formulare nuove ipotesi sul progetto originario e sul peso che Giulio Romano ha avuto nell’esecuzione materiale di quest’opera.
Sulla scorta di queste scoperte, emerse proprio grazie al cantiere di restauro, il contributo si propone di intrecciare a una lettura metodologica dell’intervento di restauro quella di una visione più operativa sull’approccio al monumento, ponendo un confronto critico con altri cantieri emblematici di architetture di Giulio Romano.

Research paper thumbnail of L’eredità dell’architettura fascista, tra ideologia e conservazione. Il caso dell’ex Casa del Fascio e dell’Ospitalità di Predappio

ArcHistoR. architettura storia restauro - architecture history restoration, n. 15, 2021

La Casa del Fascio e dell’Ospitalità di Predappio rappresenta un caso esemplare di una tipologia ... more La Casa del Fascio e dell’Ospitalità di Predappio rappresenta un caso esemplare di una tipologia edilizia che, più di altre, ha materializzato la “propaganda architettonica” del Partito Nazionale Fascista in Italia tra le due guerre. Il progetto del forlivese Arnaldo Fuzzi (1891-1974) doveva costituire il manifesto del progresso tecnologico e della modernità del regime – ma, al contrario, diverrà la flagrante espressione dell’impreparazione e dell’incapacità di gestione dell’apparato fascista. Il suo destino nel dopoguerra è stato segnato dall’abbandono e dal declino: in primo luogo per il fatto di essere una delle architetture più simbolicamente emblematiche del Fascismo, ma anche per l’incapacità di trovare una nuova destinazione d’uso adeguata, divenendo così un “monumento morto”.
Nel 2010 il riconoscimento come “bene di interesse culturale” ha dato un nuovo impulso alla conservazione di questa architettura, come documento di una “difficile” eredità del passato recente.
Il presente contributo intreccia ricerca storica, esigenze di tutela e metodologia operativa, illustrando il processo che ha accompagnato la definizione del progetto di restauro e rifunzionalizzazione (2019-2020) dell’ex Casa del Fascio e dell’Ospitalità.
Le scelte di intervento si sono indirizzate verso la ricerca di un equilibrio tra la conservazione degli elementi identitari dell’edificio, anche quelli di più difficile ri-lettura, e il necessario adeguamento alle esigenze attuali, adottando un approccio che non può che essere multidisciplinare e coordinato.

The Casa del Fascio e dell'Ospitalità of Predappio is a significant case study of an iconic building that, more than others, has materialized the "architectural propaganda" of the Fascist regime in Italy between the two World Wars. The project by Arnaldo Fuzzi (1891-1974) was supposed to be the manifesto of the architectural and technological progress of the Fascist regime, but it will become instead an expression of the failure of its management skills. In the post-war period, this building fell into a state of neglect, due both to the fact that it was one of the most symbolic architecture of the regime and to the inability to find an adequate re-use -- becoming a sort of "dead monument".
In 2010 the former Casa del Fascio was appointed a “listed building” giving a boost to the preservation of this architecture as a document of a “difficult heritage”. The present contribution matches historical research and preservation, explaining the path that leads up to the current restoration project (2019-2020). The intervention methodology searches for a balance between the preservation of the building’s identity and the necessary adaptation to the current needs, choosing a multidisciplinary and coordinated approach.

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Research paper thumbnail of Cesare Valle (1902-2000). Architettura, ingegneria, urbanistica in Italia attraverso il Novecento

L’ingegnere-architetto-urbanista romano Cesare Valle (1902-2000) ha attraversato tutto il Novecen... more L’ingegnere-architetto-urbanista romano Cesare Valle (1902-2000) ha attraversato tutto il Novecento con la sua multiforme esperienza professionale, didattica e istituzionale.
La sua lunghissima carriera si può dividere in due parti nettamente distinte, caso alquanto singolare nel panorama italiano contemporaneo, separate dalla Seconda guerra mondiale.
Durante la sua “prima vita”, tra il 1926 e il 1941, l’esperienza professionale di Valle matura prima nell’ambiente romano per poi espandersi alla scena nazionale (in particolare in Romagna e in Sardegna) e internazionale (nelle “Terre d’Oltremare” conquistate dal regime fascista), collaborando con personaggi di primo piano come Marcello Piacentini, Gustavo Giovannoni, Giuseppe Pagano, Pier Luigi Nervi, Ignazio Guidi, Riccardo Morandi. Nell’Italia fascista, egli si afferma come uno dei pochi professionisti capaci di conciliare paradigmi e linguaggi diversi, muovendosi con eguale abilità in ambito architettonico, tecnico e urbano.
Tra la fine del 1941 e l’inizio del 1942 si apre la “seconda vita” di Valle, in cui intraprende l’insegnamento universitario e lavora come urbanista nel Ministero dei Lavori Pubblici. Nella sua doppia veste di accademico e di funzionario ministeriale, egli è stato uno dei protagonisti dell’opera di costruzione delle politiche urbanistiche pubbliche e di una nuova legislazione nazionale, collaborando anche con prestigiose istituzioni italiane e internazionali (Coni, Anas, Mec, Onu).
Nell’ultimo decennio, numerose pubblicazioni, mostre e iniziative hanno acceso i riflettori su molte delle opere di Valle degli anni Trenta e Quaranta; mentre la sua attività nel dopoguerra, sia nell’ambito dei ruoli istituzionali che in quello delle ricerche sulla pianificazione e sulla legislazione urbanistica, è stata invece sinora quasi completamente trascurata.
In questo volume si è voluto dunque ricomporre un racconto completo e unitario delle “vite” di Cesare Valle, raccogliendo gli esiti di nuove ricerche e dedicando spazio agli aspetti della sua opera sinora poco o per nulla approfonditi, in modo da ricostruire un ritratto completo di questo personaggio che ha lasciato un segno indelebile nell’architettura e nell’urbanistica italiana.

Research paper thumbnail of Palazzo della Zecca in Banchi

I diritti di traduzione, adattamento, riproduzione con qualsiasi procedimento, della presente ope... more I diritti di traduzione, adattamento, riproduzione con qualsiasi procedimento, della presente opera o di parti della stessa, sono riservati per tutti i Paesi. L'Editore si dichiara pienamente disponibile a soddisfare eventuali oneri derivanti da diritti di riproduzione per le immagini di cui non sia stato possibile reperire gli aventi diritto. Cura redazionale: Edvige Aureli

Research paper thumbnail of Adriano Marabini architetto imolese (1897-1975)

Nonostante il suo significativo ruolo nell’architettura non solo imolese e bolognese, ma anche in... more Nonostante il suo significativo ruolo nell’architettura non solo imolese e bolognese, ma anche in una dimensione regionale ed extra-regionale, la figura dell’architetto imolese Adriano Marabini è rimasta sino ad oggi in ombra nella storiografia e nelle ricerche. Nel 2018 il Dipartimento di Architettura dell’Università di Bologna e il Centro Studi Cherubino Ghirardacci hanno avviato, in collaborazione con la Fondazione della Cassa di Risparmio di Imola, una ricerca sulla figura e sull’opera di Marabini volta ad esplorare le molte dimensioni della sua produzione ed a mettere in luce il suo profilo biografico e professionale.
Questo volume ricostruisce dunque per la prima volta a tutto tondo l’opera marabiniana, in un percorso che si dipana attraverso il Novecento lungo rotte locali e secondarie dell’architettura italiana, ma non per questo meno importanti: al contrario, rappresenta un prezioso contributo per comprendere i caratteri e le vicende di una professione che si muove tra le pieghe della società italiana e del mondo artistico e architettonico emiliano-romagnolo, legando insieme istanze locali e cambiamenti nazionali in una storia finora non raccontata.

Research paper thumbnail of Ostia. Architettura e città in cento anni di storia

Volume speciale del Bollettino d'Arte, 2020

Nel 1916 una sottocommissione dell’Associazione Artistica fra i Cultori di Architettura a Roma re... more Nel 1916 una sottocommissione dell’Associazione Artistica fra i Cultori di Architettura a Roma redige il primo piano regolatore di “Ostia nuova”, borgata marittima alla quale, nell’intenzione dei progettisti, è affidato il compito di fungere contemporaneamente da “ridente quartiere di abitazioni sul mare” e da scalo portuale, con un lungo canale navigabile che la collega direttamente con la prevista zona industriale della Capitale.
Da quel momento in poi il piccolo e ameno insediamento delle origini che, nel corso degli anni, cambia molte volte denominazione (Ostia, Ostia nuova, Ostia mare, Ostia Lido, Lido di Roma, Lido di Ostia) riflettendo le diverse funzioni urbane progressivamente attribuitegli, inizia il suo sviluppo: da piccola città giardino — a bassa densità edilizia e nella quale le componenti “ambientiste” sono prevalenti, essendo dotata di ampie aree verdi e di strade sinuose che rispettano l’orografia del triplice sistema dunale su cui è impostata — a quartiere marino di Roma: con l’avvento del regime fascista si rinuncia infatti al porto e si vuole creare un vero e proprio brano di città, degna conclusione sul Tirreno di quella che deve essere la Capitale di una nazione che punta alla supremazia nel Mediterraneo. Da quel momento in poi, cambia tutto: il delicato assetto urbanistico primigenio viene stravolto e, con i successivi piani regolatori, Ostia — ribattezzata, non a caso, “Lido di Roma” — viene dotata di tutte le infrastrutture necessarie a un insediamento la cui popolazione, nelle previsioni dei tecnici e dei demografi, deve superare in pochi anni la soglia dei 100.000 abitanti. Sorgono in breve tempo numerosi edifici pubblici, mentre nelle costruzioni private, anticipate da rilevanti opere “di transizione”, prendono il sopravvento nuove architetture — alcune delle quali di livello internazionale — che, favorite anche dalla peculiarità del luogo, si ispirano ai dirompenti principi del Movimento Moderno.
Il secondo conflitto mondiale rappresenta un brusco e doloroso spartiacque nella forma della città: nel dopoguerra, e fino ai nostri giorni, l’insediamento si uniforma infatti alle zone periferiche di Roma, sebbene non manchino, anche in questo periodo, episodi architettonici di riconosciuta valenza progettuale.
La ricorrenza dei cento anni dalla stesura del primo piano regolatore di Ostia è stata celebrata con un Convegno, i cui contributi, ai quali se ne sono aggiunti altri — come quelli che hanno preso in esame un interessante, e poco noto, intervento sul “verde” negli scavi di Ostia Antica — sono stati raccolti nel presente numero monografico del “Bollettino d’Arte”. Preceduti da due introduzioni generali che, ripercorrendo in maniera dettagliata le vicende urbanistiche e architettoniche della città in un secolo di vita, fungono da indispensabile cornice, i diversi saggi, curati da studiosi provenienti da prestigiosi atenei italiani, offrono una sintesi critica originale su alcuni dei temi più noti e indagano su opere e fasi storiche fino a oggi poco o per niente approfondite.

Research paper thumbnail of Pier Luigi Nervi. Architetture per lo Sport / Pier Luigi Nervi's Sports Facilities

La tipologia costruttiva delle architetture per lo sport percorre infatti tutta la lunghissima ca... more La tipologia costruttiva delle architetture per lo sport percorre infatti tutta la lunghissima carriera di Pier Luigi Nervi, dallo stadio comunale “Giovanni Berta” di Firenze (1929-32) al Kuwait Sports Center (1968-69) passando per le opere realizzate per le celebri Olimpiadi romane del 1960. Una ricerca progettuale e tecnica che rappresenta un fil rouge esemplare, nella stretta connessione che vi si stabilisce tra forma, tecnica e funzione, dell’evoluzione delle idee e dell’opera di questo protagonista dell’ingegneria e dell’architettura italiane del Novecento.

Sports architecture was present throughout Pier Luigi Nervi’s whole and very long career, from the Giovanni Berta Stadium in Florence (1929-32) to the Kuwait Sports Center (1968-69), and touching the projects executed for Rome’s 1960 Olympic Games. A technical and design research that represents an exemplary leitmotiv — because of the tight connection it establishes between form, technique and function — of the evolution of ideas and projects of this protagonist of Italian 20th century engineering and architecture.

Research paper thumbnail of Pier Luigi Nervi. Gli stadi per il calcio

Pier Luigi Nervi (1891-1979), straordinario progettista, teorico, docente, costruttore e imprendi... more Pier Luigi Nervi (1891-1979), straordinario progettista, teorico, docente, costruttore e imprenditore, è stato senza dubbio uno dei protagonisti dell’architettura e dell’ingegneria del Novecento.
La sua filosofia progettuale è fondata sull’esperienza operativa e sull’intuito statico, con una costante attenzione al rapporto tra struttura e forma. La prima costruzione che materializza mirabilmente questa sintesi e che lo porta alla ribalta nazionale è lo stadio comunale “Giovanni Berta” di Firenze (1929-32).
La tipologia degli impianti per lo sport e degli stadi in particolare percorre tutta l’opera di Pier Luigi Nervi, dagli stadi per il calcio nei primi anni Trenta (stadio di Firenze, progetti per gli stadi di Livorno, Torino e Roma), passando per le opere della maturità negli anni Quaranta-Cinquanta (stadio Flaminio a Roma, stadio di Taormina, progetto per lo stadio di Rio de Janeiro) fino ad arrivare per i grandi progetti nazionali e internazionali nell’ultima parte della sua carriera (stadio di Novara, progetti per gli stadi di Swindon e Kuwait City). La ricerca progettuale e tecnica sugli stadi per il calcio rappresenta dunque un fil rouge esemplare, nelle varie sperimentazioni esplorate nel corso dei decenni, dell’evoluzione delle idee, del metodo e dell’abilità costruttiva di Pier Luigi Nervi: “un modello di successo”, diventato un riferimento imprescindibile per l’architettura e l’ingegneria contemporanee.

Research paper thumbnail of Da Bologna all'Europa. Artisti bolognesi in Portogallo (XVI-XIX secolo)

I saggi raccolti in questo volume compongono un caleidoscopico, inedito racconto delle strette re... more I saggi raccolti in questo volume compongono un caleidoscopico, inedito racconto delle strette relazioni culturali e artistiche che si stabiliscono e crescono attraverso i secoli, dal XVI al XIX, tra Bologna e il Portogallo. Invisibili ma saldi ponti si stendono tra la città felsinea e la nazione lusitana, attraversati in entrambe le direzioni: Bologna è il luogo dove approdano molti artisti portoghesi, per formarsi presso il suo celebre Studium e per respirare le tendenze e gli stimoli che da tutta Europa in questa città si incontrano e si mescolano; e il Portogallo, terra di confine fra l’Atlantico e il Mediterraneo e dunque crocevia fra culture multiformi, è la meta preferenziale per un elevato numero di artisti bolognesi o che a Bologna si erano formati.

Research paper thumbnail of Pier Luigi Nervi and Africa. Unknown Geographies

None of currently available studies on the life and works of Pier Luigi Nervi (1891-1979), one of... more None of currently available studies on the life and works of Pier Luigi Nervi (1891-1979), one of the twentieth century’s most celebrated architects and engineers, mention his involvement with the African continent. This omission is surprising because Studio Nervi, which he ran with his sons, had intensive and complicated connections with Africa where, between 1964 and 1980 the Studio was involved in around forty projects.
How can this deafening silence be explained? Based on extensive research in Italy and in various African countries, this book aims to deepen our understanding not only of the work of Pier Luigi Nervi, but also of the complex technical, media, diplomatic, and management issues that Studio Nervi encountered in the latter part of its existence; and to examine, more generally, the Italian contribution to the modernisation of postcolonial Africa.

Research paper thumbnail of Pier Luigi Nervi in Africa. Evoluzione e dissoluzione dello Studio Nervi 1964-1980

Nelle molte storie finora scritte su Pier Luigi Nervi, uno degli ingegneri e architetti più celeb... more Nelle molte storie finora scritte su Pier Luigi Nervi, uno degli ingegneri e architetti più celebri del xx secolo, l’Africa è rimasta un contesto totalmente inesplorato. Eppure, tra il 1964 e il 1980 lo Studio Nervi – diretto insieme ai figli Antonio, Mario e Vittorio – sviluppa una fitta rete di contatti in questo continente, che portano al coinvolgimento del gruppo in quasi quaranta progetti. Vi sono edifici costruiti (tra i più significativi, il Good Hope Centre a Cape Town, la sede della Banque Africaine de Développement ad Abidjan e la cappella presidenziale di Yamoussoukro), ma anche tante iniziative che, seppur rimaste sulla carta, svelano un sorprendente mosaico di relazioni con i committenti più disparati, in Sudafrica, Costa d’Avorio, Libia, Congo, Nigeria, Repubblica Centrafricana, Tanzania e Algeria.
Le vicende delle opere africane gettano inoltre luce sul sofferto passaggio dalla fase epica – ormai in fisiologico esaurimento – dello Studio Nervi a quella contrassegnata dall’autonomia manageriale ed espressiva dei figli, sullo sfondo di una profonda trasformazione della pratica professionale. Un passaggio che avrebbe potuto, forse, traghettare lo Studio verso nuovi orizzonti, ma che rimase un sentiero interrotto, per la prematura morte del primogenito Antonio nel 1979, sei mesi dopo il padre.
Grazie a un’approfondita ricerca archivistica e a indagini sul campo, il presente volume può illustrare, per la prima volta in maniera organica, l’attività dello Studio Nervi in Africa, analizzandola attraverso diverse lenti storiografiche. Emerge così in controluce l’intreccio di rapporti professionali, politici, economici e culturali tra Italia e Africa, nel momento in cui si ridefinisce l’identità postcoloniale del grande continente.

Research paper thumbnail of La Manifattura Tabacchi a Bologna. Ricerche sull'architettura industriale contemporanea tra storia, tecnica e riuso

I diritti di traduzione, di memorizzazione elettronica, di riproduzione e di adattamento totale o... more I diritti di traduzione, di memorizzazione elettronica, di riproduzione e di adattamento totale o parziale, con qualsiasi mezzo (compresi i microfilm e le copie fotostatiche) sono riservati per tutti i Paesi. L'Editore si dichiara disponibile a regolare eventuali spettanze per l'utilizzo delle immagini contenute nel volume nei confronti degli aventi diritto.

Research paper thumbnail of "L'urbanistica è l'arte dei regimi d'autorità". Cesare Valle, gli studi sulle città coloniali e i progetti per l'Africa Orientale Italiana

Cesare Valle (1902-2000). Architettura, ingegneria, urbanistica in Italia attraverso il Novecento, 2023

All’interno del vivace dibattito sull’architetture e l’urbanistica coloniale tra le due guerre, C... more All’interno del vivace dibattito sull’architetture e l’urbanistica coloniale tra le due guerre, Cesare Valle si ritaglia - rispetto ai molti colleghi che si occuparono di questi temi - una posizione meno teorica e più “operante”, dedicandosi alla ricerca e alla definizione degli aspetti tecnici e pratici della pianificazione nelle città delle colonie. Esemplari sono in tal senso le vicende della redazione dei piani per la nuova Addis Abeba, che vedono l’ingegnere-urbanista romano nel doppio ruolo di studioso e tecnico.

Research paper thumbnail of «Un’impronta inconfondibile del tempo fascista nel cuore della città»: la Casa del Fascio di Imola

Adriano Marabini architetto imolese (1897-1975), a cura di M. Antonucci, L. Bartolomei, Bologna University Press, Bologna, 2022

Tra le opere pubbliche dell'architetto imolese Adriano Marabini (1897-1975) svetta, per imponenza... more Tra le opere pubbliche dell'architetto imolese Adriano Marabini (1897-1975) svetta, per imponenza e importanza, la Casa del Fascio (1933-36) che rappresenta in maniera esemplare il volto dell’architettura “fascista” di Imola e mostra la capacità dell’architetto di imprimere un’evoluzione alla sua produzione che sempre di più guarda al razionalismo. Indubbiamente, la Casa del Fascio – il cui progetto Marabini realizzò insieme al fratello ingegnere Giuseppe (1895-1977) e all’architetto Girolamo Landi (1895-1974) – rappresentò non solo un punto di svolta nella carriera di Adriano Marabini, ma anche un progetto fondativo per la costruzione sia del suo linguaggio architettonico che della sua identità professionale.

Research paper thumbnail of Mercato dei Fiori in Pescia (1948-1951): Design Inventiveness and Constructional Experimentation in Italy after the Second World War

HPA. Histories of Postwar Architecture, n. 9, 2021

After the Second World War, Italy shifted within a few years from post-war reconstruction to the ... more After the Second World War, Italy shifted within a few years from post-war reconstruction to the economic “boom”, attracting international attention with a series of highly original works and extraordinary examples of structural and constructional experimentation despite a strong technological delay compared to other industrialised countries.
In the immediate aftermath of the war, projects in which formal invention was closely linked to innovation in materials and structures developed all over Italy, creating a "built catalogue" of experimental techniques.
Brick was among the materials that were widely available and deeply rooted in the traditional building. Indeed, the development of the so-called "reinforced brick" in the interwar period had paved the way to the construction of thin, light structures that could be built saving time and costs.
One of the first and most significant Italian experiments with this material was the Mercato dei Fiori (Flower Market) in Pescia, Tuscany. It was the work of a team composed of architects Giuseppe Giorgio Gori, Leonardo Ricci, Leonardo Savioli, and Enzo Gori, along with the engineer Emilio Brizzi.
The presence of four architects and one engineer in the group meant that the two aspects of the project – design and construction – were both thoroughly studied and intimately connected. This was the key to the successful combination of structural boldness and formal originality that made this building a case study in post-war Italian architecture and also earned it international fame.
This structure still remains an important testimony to a formidable period of constructional experimentation in post-war Italy; the analyses of its material and structural aspects, which have not been considered so far by scholarly studies on either the building or its authors, represent fundamental investigative tools for fully understanding its value and innovation.
The paper proposes an analysis of the Market’s space and compositional principles relying upon a deep understanding of its structural conception, since the simplicity and lightness of the final result were only possible thanks to the innovative adoption of technological solutions that were widely known but still used infrequently or in different settings.

Research paper thumbnail of La scuola di ingegneria di Bologna: una "visione integrata" tra conoscenza storica e cultura politecnica

L'ingegneria italiana del Novecento. Scuole e protagonisti, a cura di M. Marandola, M. Pogacnik, 2022

Nell’ambito delle discipline ingegneristiche e tecniche legate ai vari ambiti della res aedificat... more Nell’ambito delle discipline ingegneristiche e tecniche legate ai vari ambiti della res aedificatoria, proprio questo rischio che la “iper-specializzazione” conduca verso una visione ristretta e sterile della pratica operativa rappresenta una delle principali criticità, in particolare in epoca recente: l’orientamento sempre più “settorializzato”, spinto dalle nuove potenzialità fornite dagli strumenti informatici, ha infatti generato la tendenza a formare una figura professionale focalizzata sull’analisi e sullo sviluppo delle formulazioni e delle tecnologie, senza inquadrarle in una prospettiva storica e in una visione più ampia.
All’interno dell’Università di Bologna, il percorso formativo degli ingegneri si è invece orientato da sempre in una direzione diversa, nella quale uno degli elementi invarianti è l’apporto significativo di un approccio classico-umanistico anche nelle discipline di carattere tecnico-scientifico: un’attitudine che riflette la lunga e gloriosa tradizione dell’Alma Mater Studiorum fondata nell’XI secolo.
La sintesi tra queste due strade epistemologiche è stata il fil rouge nell’evoluzione della formazione all’interno della Scuola di Applicazione per Ingegneri di Bologna, poi Facoltà di Ingegneria, poi Scuola di Architettura e Ingegneria e infine Scuola di Ingegneria. Il risultato è un percorso che ha plasmato la figura di un “tecnico filosofo” , un professionista conscio del proprio ruolo, attento alle esigenze della società come alle problematiche legate alla costruzione, e al tempo stesso profondo conoscitore non solo delle formulazioni teoriche ma anche dell’esperienza storica.

Research paper thumbnail of Il "nuovo Colosseo".  I Grandi magazzini Bocconi a Roma tra innovazione tecnica e monumentalità architettonica

I luoghi delle merci, a cura di P.ierpaolo Ascari, 2022

Nella seconda metà dell’Ottocento, i grandi magazzini, con la loro architettura insieme monumenta... more Nella seconda metà dell’Ottocento, i grandi magazzini, con la loro architettura insieme monumentale e moderna, si impongono come i centri pulsanti del nuovo paesaggio metropolitano in Europa e negli USA. La sintesi tra innovazione tecnica e tradizione architettonica è un elemento fondante nell’architettura dei grandi magazzini sin dai primi modelli. Dal punto di vista architettonico, gli esempi italiani presentano molti elementi analoghi a quelli d’oltralpe e d’oltreoceano, ma si caratterizzano sin da subito anche per una serie di peculiarità legate alle tradizioni culturali e architettoniche locali. L’impresa commerciale dei fratelli Bocconi è una delle poche che riesce ad estendersi a livello nazionale e, dopo il grande successo del primo negozio a Milano, si decide di aprire una sede anche a Roma: a partire dal 1885 viene realizzato il nuovo palazzo dei grandi magazzini “Alle città d’Italia” su progetto dell’architetto Giulio De Angelis, il primo caso italiano di edificio progettato e realizzato espressamente per questa nuova e moderna funzione commerciale. La grande abilità di De Angelis è dunque nel riuscire a dare forma a una nuova tipologia funzionale, impiegando le più moderne tecniche costruttive e al contempo mantenendo un legame con il contesto storico urbano. La costruzione dei grandi magazzini a Roma rappresenta un avvenimento epocale nella sonnolenta città papalina, una scossa alla sua ingessata struttura economica e commerciale ma anche alla vita sociale e mondana. Il ruolo di centri di attrazione e insieme di “monumenti moderni” è evidente non solo dall’enorme successo di pubblico, ma anche dai commenti dei contemporanei, sia autorevoli sia popolari. I grandi magazzini come “il nuovo Colosseo” dunque: centro urbano, polo monumentale, luogo delle riunioni di massa e dello spettacolo per tutte le classi sociali.

Research paper thumbnail of “Un riflesso argentato sulla sabbia”. Ostia e il litorale romano nel secondo Novecento tra crisi e rinascite

Bollettino d'Arte, 2020

Un andamento ciclico di crisi e rinascite segna, infatti, la storia dello sviluppo e delle trasfo... more Un andamento ciclico di crisi e rinascite segna, infatti, la storia dello sviluppo e delle trasformazioni nel corso del Novecento dell’area del litorale romano, che con le sue dimensioni e per numero di abitanti costituisce a tutti gli effetti una “città nella città”: da centro balneare a città giardino negli anni prima e a cavallo della Grande Guerra; poi quartiere moderno e razionalista in età fascista; luogo simbolo del boom e della Dolce Vita romana nel secondo dopoguerra; periferia degradata negli anni Settanta–Ottanta; di nuovo centro attrattivo turistico–balneare a partire dagli anni Novanta, fino a tornare di nuovo alla crisi e alla ribalta della cronaca nera nazionale nel primo scorcio del Duemila.
Un deciso spartiacque nella sua storia è rappresentato dagli eventi traumatici della Seconda Guerra Mondiale: non solo i bombardamenti distruggono cospicue parti del tessuto urbano, a partire da alcuni edifici significativi come la stazione della ferrovia Roma–Lido di Marcello Piacentini e lo stabilimento balneare Roma di Giulio Magni; ma nel dopoguerra il litorale e il suo entroterra crescono esponenzialmente in maniera disordinata e spesso priva di qualità, chiudendo definitivamente la felice e intensa stagione architettonica degli anni tra le due guerre.
Con l’improvvisa accelerazione dello sviluppo edilizio a partire dagli anni del boom e per tutta la seconda metà del secolo, Ostia si trasforma in breve da centro balneare–città giardino con una riconoscibile identità e una chiara immagine architettonica, in una “periferia con il mare” cresciuta per interventi frammentari ed episodici, che circondano il nucleo compatto originario e si sfrangiano sia sul fronte litoraneo che verso l’entroterra.
Il territorio tra Roma e il mare, oggi, offre l’immagine di un disordine generato dallo sprawl e dalla diffusione dell’edilizia — legale, legalizzata, fuori dalle leggi — che, come un tenace e pervasivo pulviscolo, ne ha saturato quasi tutti gli spazi. Una situazione ancora irrisolta, in attesa di trovare una struttura e un’identità all’altezza della sua dimensione e delle sue grandi potenzialità — il waterfront, il patrimonio archeologico, le reti idriche, la pineta — che possano essere i fattori trainanti per una rinascita che diverrebbe determinante per l’intera città di Roma.

Research paper thumbnail of Il Lido di Roma come Cannes e Coney Island: i progetti per Castelfusano da Marcello Piacentini a Pier Luigi Nervi

Bollettino d'Arte, 2020

Lo scoppio della Seconda guerra mondiale e il fallimento del grande progetto per l’E42 hanno lasc... more Lo scoppio della Seconda guerra mondiale e il fallimento del grande progetto per l’E42 hanno lasciato sulla carta buona parte degli ambiziosi e monumentali progetti del regime fascista per lo sviluppo di Roma verso il mare.
Nel corso del secondo Novecento, questo significativo comparto urbano si è sviluppato rapidamente e massicciamente, spesso attraverso un’urbanizzazione caotica e incontrollata, dando corpo a una sorta di «città–non città» che si divarica dall’EUR verso il mare, innervandosi sulle grandi direttrici territoriali costituite dal fascio via del Mare/via Ostiense/ferrovia Roma–Lido e della via Cristoforo Colombo. Un territorio densamente edificato, ora in nuclei più compatti, ora in aree più sfrangiate e irregolari, con le uniche grandi “macchie verdi” della pineta di Castelfusano e della riserva naturale di Castel Porziano.
L’area di Castelfusano (o Castel Fusano) costituisce, insieme ai nuclei di Ostia e dell’EUR, uno dei poli principali di questo settore urbano: ma, rispetto agli altri due, ha sinora avuto relativamente poca attenzione e mancano ancora degli studi sistematici sul suo ruolo strategico nella storia dello sviluppo del litorale romano nel corso del Novecento.
Se l’insediamento di Ostia nasce come “borgata marina” per poi divenire nel corso dei decenni un quartiere residenziale, l’area di Castelfusano ha da sempre avuto un’identità fortemente caratterizzata dalle presenze archeologico–naturalistiche, rimasta sostanzialmente preservata fino agli anni Trenta del Novecento. Dalla fine dell’Ottocento e per tutto il secolo successivo, numerose proposte si sono susseguite per trasformarla in un polo balneare–ricreativo dedicato al loisir per un ceto medio–alto, con uno sguardo ai modelli europei e statunitensi.
Molti dei più importanti architetti italiani — da Marcello Piacentini a Luigi Moretti, da Adalberto Libera a Pier Luigi Nervi — hanno presentato i loro progetti per Castelfusano: ma nessuno di questi è stato realizzato, lasciando ancora irrisolto il destino di quest’area nelle trasformazioni del litorale ostiense.

Research paper thumbnail of Architetture di Giulio Romano in restauro. Prime note sulle scoperte nel cortile di Palazzo Stati Cenci Maccarani a Roma

Materiali e Strutture, 2022

Il Palazzo Stati Cenci Maccarani in piazza Sant’Eustachio a Roma, uno degli esempi più significat... more Il Palazzo Stati Cenci Maccarani in piazza Sant’Eustachio a Roma, uno degli esempi più significativi del lascito dell’artista e architetto Giulio Romano alla città natale prima di partire definitivamente alla volta di Mantova nel 1524 per entrare a servizio alla corte dei Gonzaga, è un’opera ampiamente nota e indagata dagli studiosi. Il palazzo, oggi di proprietà del Senato della Repubblica Italiana, è stato interessato in tempi recentissimi da due cantieri di restauro, un primo dedicato alle facciate esterne e un secondo che ha coinvolto gli spazi del cortile interno.
Quest’ultimo ha svelato nuovi elementi che hanno portato a formulare nuove ipotesi sul progetto originario e sul peso che Giulio Romano ha avuto nell’esecuzione materiale di quest’opera.
Sulla scorta di queste scoperte, emerse proprio grazie al cantiere di restauro, il contributo si propone di intrecciare a una lettura metodologica dell’intervento di restauro quella di una visione più operativa sull’approccio al monumento, ponendo un confronto critico con altri cantieri emblematici di architetture di Giulio Romano.

Research paper thumbnail of L’eredità dell’architettura fascista, tra ideologia e conservazione. Il caso dell’ex Casa del Fascio e dell’Ospitalità di Predappio

ArcHistoR. architettura storia restauro - architecture history restoration, n. 15, 2021

La Casa del Fascio e dell’Ospitalità di Predappio rappresenta un caso esemplare di una tipologia ... more La Casa del Fascio e dell’Ospitalità di Predappio rappresenta un caso esemplare di una tipologia edilizia che, più di altre, ha materializzato la “propaganda architettonica” del Partito Nazionale Fascista in Italia tra le due guerre. Il progetto del forlivese Arnaldo Fuzzi (1891-1974) doveva costituire il manifesto del progresso tecnologico e della modernità del regime – ma, al contrario, diverrà la flagrante espressione dell’impreparazione e dell’incapacità di gestione dell’apparato fascista. Il suo destino nel dopoguerra è stato segnato dall’abbandono e dal declino: in primo luogo per il fatto di essere una delle architetture più simbolicamente emblematiche del Fascismo, ma anche per l’incapacità di trovare una nuova destinazione d’uso adeguata, divenendo così un “monumento morto”.
Nel 2010 il riconoscimento come “bene di interesse culturale” ha dato un nuovo impulso alla conservazione di questa architettura, come documento di una “difficile” eredità del passato recente.
Il presente contributo intreccia ricerca storica, esigenze di tutela e metodologia operativa, illustrando il processo che ha accompagnato la definizione del progetto di restauro e rifunzionalizzazione (2019-2020) dell’ex Casa del Fascio e dell’Ospitalità.
Le scelte di intervento si sono indirizzate verso la ricerca di un equilibrio tra la conservazione degli elementi identitari dell’edificio, anche quelli di più difficile ri-lettura, e il necessario adeguamento alle esigenze attuali, adottando un approccio che non può che essere multidisciplinare e coordinato.

The Casa del Fascio e dell'Ospitalità of Predappio is a significant case study of an iconic building that, more than others, has materialized the "architectural propaganda" of the Fascist regime in Italy between the two World Wars. The project by Arnaldo Fuzzi (1891-1974) was supposed to be the manifesto of the architectural and technological progress of the Fascist regime, but it will become instead an expression of the failure of its management skills. In the post-war period, this building fell into a state of neglect, due both to the fact that it was one of the most symbolic architecture of the regime and to the inability to find an adequate re-use -- becoming a sort of "dead monument".
In 2010 the former Casa del Fascio was appointed a “listed building” giving a boost to the preservation of this architecture as a document of a “difficult heritage”. The present contribution matches historical research and preservation, explaining the path that leads up to the current restoration project (2019-2020). The intervention methodology searches for a balance between the preservation of the building’s identity and the necessary adaptation to the current needs, choosing a multidisciplinary and coordinated approach.

Research paper thumbnail of Pier Luigi Nervi/Louis I. Kahn. Estetica dell'ingegneria e Monumentalità architettonica

Research paper thumbnail of Campione del cemento. Pier Luigi Nervi e le architetture per lo sport/Master of Concrete. Pier Luigi Nervi's Sports Facilities

Research paper thumbnail of Il palazzo Stati di Giulio Romano e la cittadella medicea di Leone X

Roma nel Rinascimento 2014 a cura di CONGIURE E CONFLITTI

In copertina: Leone che azzanna il cavallo. Gruppo scultoreo di età ellenistica, Musei Capitolini... more In copertina: Leone che azzanna il cavallo. Gruppo scultoreo di età ellenistica, Musei Capitolini, Roma (elaborazione grafica di Maurizio Gargano e Giuliana Mosca) Stampato con il contributo della Fondazione Roma, Arte-Musei SOMMARIO Premessa 9 ARNOLD ESCH Dalla fine del libero comune al Quattrocento. Conflitti ed equilibri tra Papato e il Comune romano 11 DIEGO QUAGLIONI La congiura dei canonisti. Coniuratio e conspiratio nel commento al Decretum di Juan de Torquemada (1457) 21 LUCIANO PALERMO Un conflitto mancato: l'emarginazione della Camera Urbis nel XV secolo 39 MARIANNE PADE «ut iam non minus culpe sit penes hunc qui mala probat … » Lorenzo Valla on the Donation of Constantine 55 LUCA BOSCHETTO I fatti del 1434 nel giudizio degli umanisti 69 ELEONORA PLEBANI La "fuga" da Roma di Eugenio IV e la Repubblica Romana del 1434: questioni economiche, conflitti politici e crisi conciliare 89 ANNA MODIGLIANI La congiura di Stefano Porcari contro Niccolò V Le ragioni del facinus nelle fonti coeve 109 MYRIAM CHIABÒ Cicerone e Sallustio modelli per gli scritti sulla congiura di Stefano Porcari 129 MAURIZIO GARGANO 1453. Alberti tra Niccolò V e Stefano Porcari 139 PAOLA FARENGA La rivolta di Tiburzio nel 1460 167 DAMIANA VECCHIA-CONCETTA BIANCA Riflessioni sulla "congiura" degli Accademici 187 PATRICIA OSMOND Catiline in Renaissance Conspiracy Histories: Hero or Villain? The case of Stefano Porcari 203 AMEDEO DE VINCENTIIS Guerre e paci dei baroni romani (1417-1484): la prospettiva cuirale 217 FRANCESCO TATEO La congiura dei Baroni all'epoca di Innocenzo VIII: conseguenze letterarie 247 CLAUDIA CORFIATI-MARGHERITA SCIANCALEPORE Per un ritratto del congiurato nella Napoli Aragonese: scritture di parte 255 TOBIAS DANIELS The Sistine Chapel and the Image of Sixtus IV: Considerations in the Light of the Pazzi Conspiracy 275 MARIA GRAZIA BLASIO Epopee e conflitti: la città di Innocenzo VIII 301 FLAVIA CANTATORE Sisto IV committente di architettura a Roma tra magnificenza e conflitto 313 ANDREAS REHBERG Da Giulio II a Leone X: speranze e frustrazioni dei cives romani nei Consigli comunali 339 ORIETTA VERDI «Pro Urbis decore et ornamento». Il controllo dello spazio edificabile a Roma tra XV e XVI secolo 363 SOMMARIO 6 ANNA ESPOSITO Armi e porto d'armi: un conflitto aperto tra i pontefici e i Romani (secc. XV-inizio XVI) 407 ANNA CAVALLARO «… quella casa è del papa …»: la villa della Magliana e la contesa per il suo possesso alla morte di Leone X 417 MICAELA ANTONUCCI Il palazzo Stati di Giulio Romano e la 'cittadella medicea' di Leone X: conflitti e alleanze nelle trasformazioni urbane nella Roma del primo Cinquecento 433 MAURIZIO GARGANO «Roma Romae non est»: città e architettura nella Roma di papa Leone X 459 FRANCO PIPERNO «… habemus pontificem eruditum, sed musicum» 463 ROSANNA PETTINELLI Le aspirazioni ad una renovatio Ecclesiae connesse all'elezione di Leone X 471 RAIMONDO GUARINO Conflitti istituzionali e dialettiche della celebrazione. Il teatro Capitolino del 1513 tra Roma e Firenze 485 Indici: 493 -delle fonti manoscritte 495 -delle illustrazioni 499 -dei nomi e dei luoghi 503 CD: illustrazioni del volume SOMMARIO 7 MICAELA ANTONUCCI Il palazzo Stati di Giulio Romano e la 'cittadella medicea' di Leone X: conflitti e alleanze nelle trasformazioni urbane nella Roma del primo Cinquecento Dopo la morte di Giulio II Della Rovere il 21 febbraio 1513, al termine di un conclave-lampo, l'11 marzo 1513 viene eletto al soglio pontificio il secondogenito di Lorenzo il Magnifico, il cardinale Giovanni de' Medici, che prende il nome di Leone X: Firenze e Roma sono dunque unite sotto il segno del potere mediceo.

Research paper thumbnail of El despertar de la arquitectura moderna a orillas del Mediterráneo

Research paper thumbnail of I cieli di Antonio da Sangallo il Giovane

I cieli in una stanza. Soffitti lignei a Firenze e a Roma nel Rinascimento, 2019

Research paper thumbnail of Il Palazzo Stati di Giulio Romano: ipotesi sulla fabbrica cinquecentesca alla luce di nuovi documenti

Quaderni degli Atti dell’Accademia Nazionale di San Luca , 2020

The palace in the rione Sant’Eustachio, commissioned by the Roman nobleman Cristoforo Paolo Stati... more The palace in the rione Sant’Eustachio, commissioned by the Roman nobleman Cristoforo Paolo Stati (1498-1550) to Giulio Pippi known as Romano (1499? -1546), is widely known to scholars, who have dedicated several research to this building and in particular to Giulio's contribution.
The few traces on the design and on the construction of the palace allows us to formulate only circumstantial hypotheses on the original consistency of the building, which has been significantly modified by the interventions made from the sixteenth to the twentieth century by the following owners.
This contribution, based on the in-depth and systematic analysis of both known documents – re-analyzed and reconnected together – and new unpublished materials, intends to formulate new hypotheses on the original sixteenth-century building and on Giulio Romano’s project for the Palazzo Stati.

Research paper thumbnail of Modelli italiani per la Città Universitaria di Roma: la Scuola per gli Ingegneri di Bologna di Giuseppe Vaccaro

Palladio, 2018

In 1932 Marcello Piacentini, General Manager and Head Architect of the plan for the new “Città Un... more In 1932 Marcello Piacentini, General Manager and Head Architect of the plan for the new “Città Universitaria” in Rome, starts the work promoting a methodical analysis of the major recent national and international univerity building complexes.
He entrusts with engineers Gaetano Minnucci and Francesco Guidi, two of his collaborators at the Engineering Department of the Consorzio autonomo per il completamento dell’assetto edilizio e l’arredamento della Regia università di Roma (CERUR).
During several travels across Europe in the years 1932-1935, Minnucci and Guidi, visit many of U.S. college and the major European campus; in Italy, they visit Padova, Pisa and Bologna. Guidi is in Bologna at the end 1934 to visit the “Scuola di Applicazione per Ingegneri” designed by Giuseppe Vaccaro. The merging of innovation and tradition made this building one of the major Italian models for the “Città Universitaria” in Rome.

Research paper thumbnail of From fascism to the postwar era. The “two lives” of Cesare Valle, architect and urbanist

The Routledge Companion to Italian fascist architecture. Reception and legacy, edited by Kay Bea Jones and Stephanie Pilat, London - New York, Routledge, 2020

Roman engineer Cesare Valle (1902-2000) was a leading figure in 20th-century Italian architecture... more Roman engineer Cesare Valle (1902-2000) was a leading figure in 20th-century Italian architecture and urbanism, although his name is not widely recognized except among specialists in architectural history of the interwar period. His career can be divided into two ‘separate lives’. In the first one, from the mid-1920s until the early 1940s, he was one of the protagonists of Fascist architecture, working in Italy and its colonies. In the second one, after World War II, he worked as an urban planning expert for the Ministry of Infrastructures and Transport, playing a prominent role in postwar Italian urban development policy.
This chapter will present Valle and his work in Rome in the 1920s and the early 1930s, focusing on his collaboration with renowed engineer Pier Luigi Nervi. Then it will analyze his work as both an architect and an urbanist for the Fascist regime in the 1930s-1940s, with special concern for a series of projects in the Romagna region and for the plans of the cities of Carbonia in Italy and Addis Ababa in the Fascist colony of Ethiopia. Finally, it will present some concluding remarks on his career as an urbanist working for the Italian government after the Second World War. In addition, it will employ the recent restoration of Valle’s Casa del Balilla in Forlì as a case study of the debate on the re-use and re-signification of the Fascist Era architecture in Italy.

Research paper thumbnail of Architectural and Urban Transformations in Romagna During the Fascist Era – Between Tradition and Modernity: The Cases of Predappio, Forlì and Imola

Townscapes in Transition. Transformation and Reorganization of Italian Cities and Their Architecture in the Interwar Period, edited by C. M. Enss, Luigi Monzo, Transcript Verlag, Bielefeld, 2019

This essay focuses on the urban and architectural transformations that took place in the region o... more This essay focuses on the urban and architectural transformations that took place in the region of Romagna during the Fascist regime, with specific reference to the cases of Predappio, Forlì and Imola. Being the region where Benito Mussolini was born, Romagna was a centre of the Fascist propaganda that used monuments and urban renovations as political representations, with the double aim of defining a local architectural identity and creating a tight link – both physical and symbolic – with the city of Rome.

Research paper thumbnail of Un “libro tradotto in pietre vive”. Narrazione e architettura nella costruzione del Vittoriale di Gabriele d’Annunzio

Archiletture. Forma e narrazione tra architettura e letteratura, 2019

strutture narrative e architettura dell'opera 3 Jacques Neefs visionary, prophet, preacher: the r... more strutture narrative e architettura dell'opera 3 Jacques Neefs visionary, prophet, preacher: the relationship Between figuration and narration in the models of artistic and architectural creativity descriBed By John ruskin 23

Research paper thumbnail of The Images(s) of Contemporary Bologna: Histories, Identities and Media

Bologna and Kanazawa. Protection and valorization of two historic cities ボローニャと金沢 二つの歴史都市 その保全と活用, 2020

Research paper thumbnail of Antonio da Sangallo il Giovane e gli “architetti-imprenditori” nell’economia legata al mercato edilizio a Roma e nello Stato Pontificio nel primo Cinquecento

Intervento al Convegno “Roma produttiva. Artigianato, manifattura e protoindustria nell’Urbe e in... more Intervento al Convegno “Roma produttiva. Artigianato, manifattura e protoindustria nell’Urbe e in area laziale tra Medioevo e Rinascimento (XIII-XVI secolo)” si terrà il 12-13 dicembre a Roma, organizzato da RR - Roma nel Rinascimento, con il contributo del Ministero della Cultura e il patrocinio dell'Istituto Storico Italiano per il Medio Evo, Società Romana di Storia Patria, Istituto Nazionale di Studi Romani e Sapienza Università di Roma

Research paper thumbnail of Architecture and coastal tourism (1960-1980): fragility between historical studies and new scenarios

Convegno internazionale, Mantova, 21-22 maggio 2024

Research paper thumbnail of Processing Memory in Art History and Heritage Politiche delle arti e memoria collettiva

Convegno internazionale, Roma, Accademia di San Luca, 15-16 maggio 2024

Research paper thumbnail of Seeing architecture through hands: 3D models as an inclusive educational tool in the In-VisiBLe project

Il Disegno per l’Accessibilità e l’Inclusione. Atti del II convegno DAI, Udine 1-2 dicembre 2023, a cura di Alberto Sdegno, Veronica Riavis, PUBLICA, Alghero, 2023

In-VisIBLe (Inclusive and Innovative learning tool for Visually Impaired and Blind people) is an ... more In-VisIBLe (Inclusive and Innovative learning tool for Visually Impaired and Blind people) is an EU-funded Erasmus+ project coordinated by the University of Bologna, whose aim is to make Higher Education in the fields of Art and Architecture more accessible ensuring the full participation of blind and visually impaired students by embedding in HE courses the use of advanced technological solutions, interactive pedagogical methods and innovative didactic tools. The project is currently ongoing (2022–2024) and the scope of this paper is to discuss the results reached so far.

Research paper thumbnail of Educare all'architettura nel tempo dei new media

MATTINA -SESSIONE 1 Modera: Micaela Antonucci (Università di Bologna) 10.30 -Architettura, nuove ... more MATTINA -SESSIONE 1 Modera: Micaela Antonucci (Università di Bologna) 10.30 -Architettura, nuove tecnologie e valorizzazione del patrimonio culturale, Giuseppe Sassatelli (Fondazione RavennAntica) 11.00 -La Soprintendenza di Ravenna ed i monumenti della Romagna, Emilio Roberto Agostinelli (Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le Province di Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini) 11.30 -Coffee break 12.00 -Il racconto del tempo digitale: tecnologie e processi per lo studio e la disseminazione dei luoghi perduti, Simone Garagnani (Coordinatore BIM Foundation, Università di Bologna) 12.30 -Architetture e Contemplazione, Luigi Bartolomei (Centro Studi Cherubino Ghirardacci) POMERIGGIO -SESSIONE 2 Modera: Marco Pretelli (Università di Bologna) 14.30 -La comunicazione dell'architettura nei media vecchi... e nuovi Introduce: Mario Abis, Presidente di MAKNO, Università IULM -Milano 15.30 -L'insegnamento della Storia dell'Architettura in Italia: eredità e prospettive, Federico Bucci (Presidente AISTARCH, Politecnico di Milano) 16.00 -Coffee break 16.30 -Rappresentazioni immediate, Marco Brizzi (Image/The Architecture Player) Conclusioni e discussione finali L'evento è accreditato presso l'Ordine degli Architetti P.P.C. della Provincia di Ravenna (6 crediti formativi) e in corso di accreditamento presso l'Ordine Nazionale degli Ingegneri.

Research paper thumbnail of In the Shadow of Michelangelo: Francesco da Sangallo and the Search for a ‘Tuscan Identity’

Architectural Histories, 10(1): 2, 2021

Review of: Dario Donetti, Francesco da Sangallo e l’identità dell’architettura toscana. Rome: Off... more Review of: Dario Donetti, Francesco da Sangallo e l’identità dell’architettura toscana. Rome: Officina Libraria, 2020

Research paper thumbnail of Recensione a: Yvonne Elet, Architectural Invention in Renaissance Rome. Artists, Humanists, and the Planning of Raphael’s Villa Madama, Cambridge University Press, Cambridge 2017

RR Roma nel Rinascimento bibliografia e note, 2019, 2019

Research paper thumbnail of AIC 2025 | Roma TEORIA E PROGETTO Tempi e modi dell’architettura italiana contemporanea: SPAZIO

Luigi Moretti riconosce nello spazio interno e vuoto la sostanza dell’architettura: la ragione pr... more Luigi Moretti riconosce nello spazio interno e vuoto la sostanza dell’architettura: la ragione principale e di nascimento di una fabbrica. Nella sequenza di spazi, e negli effetti volumetrici che ne derivano,
identifica il grande atto del fare architettura.
Si tratta di una visione profondamente radicata nella cultura architettonica di Roma, alla cui antica civiltà – citando lo storico Sergio Bettini – si deve la nascita di un linguaggio costruttivo propriamente spaziale, accompagnato da un gusto che, primo fra tutti, pone a fondamento dell’espressione architettonica lo spazio interno inteso, con Zevi, tanto nella sua declinazione architettonica quanto in quella estesa alla città.
Una questione che ha mantenuto nel tempo una sua centralità e che individua nella dimensione plastica del Barocco e nella dinamicità dei suoi spazi la massima espressione; una posizione, allo stesso modo, che ha contraddistinto parte dell’architettura italiana del dopoguerra e su cui si è
soffermata la critica moderna.
A Roma i diversi statuti dello spazio sono declinati in un arcipelago di posizioni teoriche e di manifestazioni sperimentali che si inverano nel progetto di architettura, estendendosi dalla città alla campagna in dimensioni temporali diversificate. I tempi lunghi dell’architettura e quelli brevi del suo progetto o delle sue speranze legano la grande Storia della città alle microstorie locali attraverso proiezioni interscalari che, nel contesto romano, hanno ingaggiato confronti sublimi e terribili, anche
nell’elaborazione teorica, con l’immanenza plastica della materia, della costruzione, dello spessore, del chiaroscuro.

Research paper thumbnail of Design, Education and Accessibility Pratiche ed esperienze a confronto / New Challenges in Innovation and Inclusion

Il progetto In-VisIBLe (Inclusive and Innovative learning tool for Visually Impaired and Blind pe... more Il progetto In-VisIBLe (Inclusive and Innovative learning tool for Visually Impaired and Blind people), co-finanziato dal programma europeo Erasmus + e coordinato dall’Università di Bologna, si propone di promuovere l’accesso delle persone con bisogni speciali ai contenuti dei corsi universitari e di istruzione superiore, attraverso l’implementazione e l’uso di strumenti innovativi all’interno dei moduli didattici.
L’evento finale del progetto In-VisIBLe si dividerà in due parti,
che avranno luogo rispettivamente a Ravenna e Bologna nei giorni 25 e 26 giugno 2024.
La giornata del 25 Giugno presso la Biblioteca Classense a Ravenna si propone come un workshop di buone pratiche sul tema “Design, Education and Accessibility. Pratiche ed esperienze a confronto”.
La seconda parte consisterà in una conferenza internazionale che si terrà il 26 giugno a Palazzo Magnani a Bologna intitolata “Design, Education and Accessibility. New Challenges in Innovation and Inclusion”.

Research paper thumbnail of Presentazione volume "Cesare Valle (1902-2000). Architettura, ingegneria, urbanistica in Italia attraverso il Novecento"

Presentazione nell'ambito dei "Lunedì dell'Architettura" di INARCH Lazio, il 17 giugno 2024 press... more Presentazione nell'ambito dei "Lunedì dell'Architettura" di INARCH Lazio, il 17 giugno 2024 presso l'Aula Magna della Facoltà di Architettura dell'Università di Roma La Sapienza, piazza Borghese 9

Research paper thumbnail of Convegno internazionale "Verso nuove estati / Towards new summers" (Ravenna, 12-15 settembre 2022)

Research paper thumbnail of Liberi Libri@Polito - Dialogo su "Pier Luigi Nervi in Africa. Evoluzione e dissoluzione dello Studio Nervi" - 19.11.2021

Sergio Pace, Referente del Rettore per i Servizi Bibliotecari, Bibliografici e Museali, Politecni... more Sergio Pace, Referente del Rettore per i Servizi Bibliotecari, Bibliografici e Museali, Politecnico di Torino;
Tomà Berlanda, University of Cape Town, School of Architecture, Planning & Geomatics;
Ana Tostôes, Universidade de Lisboa - Instituto Superior Técnico
dialogano con
Micaela Antonucci e Gabriele Neri, autori di "Pier Luigi Nervi in Africa.
Evoluzione e dissoluzione dello Studio Nervi 1964-1980" (Macerata: Quodlibet, 2021).
19.11.2021 - piattaforma: Zoom

Research paper thumbnail of INVITO Libri al MAXXI Pier Luigi Nervi in Africa

Un incontro di riflessione sui progetti del famoso ingegnere nel continente africano. Nelle molte... more Un incontro di riflessione sui progetti del famoso ingegnere nel continente africano.
Nelle molte storie finora scritte su Pier Luigi Nervi, uno degli ingegneri e architetti più celebri del XX secolo, l’Africa è rimasta un contesto totalmente inesplorato. Eppure, tra il 1964 e il 1980 lo Studio Nervi – diretto insieme ai figli Antonio, Mario e Vittorio – sviluppa una fitta rete di contatti in questo continente, che portano al coinvolgimento del gruppo in quasi quaranta progetti. Le vicende delle opere africane gettano inoltre luce sul sofferto passaggio dalla fase epica – ormai in fisiologico esaurimento – dello Studio Nervi a quella contrassegnata dall’autonomia manageriale ed espressiva dei figli, sullo sfondo di una profonda trasformazione della pratica professionale.

Grazie a un’approfondita ricerca archivistica e a indagini sul campo, il volume "Pier Luigi Nervi in Africa. Evoluzione e dissoluzione dello Studio Nervi 1964-1980" illustra, per la prima volta in maniera organica, l’attività dello Studio Nervi in Africa, analizzandola attraverso diverse lenti storiografiche. Emerge così in controluce l’intreccio di rapporti professionali, politici, economici e culturali tra Italia e Africa, nel momento in cui si ridefinisce l’identità postcoloniale del grande continente.

introduce
Margherita Guccione Direttore MAXXI Architettura

intervengono
Micaela Antonucci autrice del libro, Alma Mater Studiorum – Università di Bologna
Paolo Desideri ABDR Architetti Associati, Università Roma Tre
Tullia Iori Università di Roma Tor Vergata
Gabriele Neri autore del libro, Politecnico di Milano, Accademia di Architettura di Mendrisio