Gustavo Mayerà | University of Calabria (original) (raw)

Papers by Gustavo Mayerà

Research paper thumbnail of L'ascesa dei Fatimidi in Africa e la rivolta filoabbaside della Sicilia

Occhialì. Rivista sul Mediterraneo islamico, 2019

In the year 909 AD, Abū 'Abd Allāh al-Šī'ī conquered the Aghlabid emirate in the name of the Imām... more In the year 909 AD, Abū 'Abd Allāh al-Šī'ī conquered the Aghlabid emirate in the name of the Imām 'Abd Allāh al-Mahdī, who was gloriously led to Qayrawān in the same year. Thus, the Fatimid caliphate was born, which included Sicily, along with most of North Africa. Initially, the people of Sicily accepted the new Isma'īlī sovereigns' domination, but soon a phase of instability began which would lead, under ibn Qurhub's leadership, to a full blown revolution and to the return of Sicily within the ranks of the Abbasid caliphate. Ibn Qurhub's adventure was brief, and in a few years the Fatimids managed to reaffirm their dominion over the island, but what happened in these delicate phases of the history of Sicily is surely important to understand the historical dynamics of that time in the Mediterranean. INTRODUZIONE All'inizio del X secolo, l'apogeo dell'emirato aglabide-raggiunto grazie all'impresa di Ibrāhīm II, che giunse con le sue conquiste fino a Cosenza 1-fu seguito da una repentina crisi, che portò in pochi anni il regno in mano a una dinastia ismailita: i Fatimidi 2. Dopo l'874, l'attività del propagandisti ismailiti, inizialmente limitata a parte della Siria e dell'Iraq, si allargò repentinamente e con una pervasività sempre maggiore, approfittando probabilmente delle tante difficoltà che in questi anni ebbe la dinastia abbaside. Così, iniziarono a nascere dei quartier generali ismailiti, sempre dipendenti dalla sede principale posta a Salamiyyah, ma disseminati in diverse regioni e città del Califfato Abbaside. Ognuna di queste roccaforti era detta dār al-hiǧrah («la casa dell'egira»), ispirandosi alla Medina

Research paper thumbnail of ETERNITÀ E TEMPO NELLA DOTTRINA ISMAILITA

Atrium. Studi metafisici e umanistici, 2018

Avvertiamo che la traslitterazione usata è quella scientifica: ṯ (th, come nell'inglese thing), ǧ... more Avvertiamo che la traslitterazione usata è quella scientifica: ṯ (th, come nell'inglese thing), ǧ (g dolce), ḫ (kh, una k velarizzata, simile alla jota spagnola), ḏ (dh, come nell'inglese this), š (sh, come nell'italiano scena), ṣ (una s enfatizzata), ḍ (una d enfatizzata), ṭ (una t enfatizzata), ẓ (una z enfatizzata), ' (enfatizza la vocale seguente), ġ (una g dura velarizzata), q (una k enfatizzata), ' (brusca emissione di suono, se iniziale, o sua brusca interruzione). Nomi e toponimi sono in genere riportati secondo la pronuncia araba. Per non confondere il lettore con trascrizioni diverse, si è ritenuto opportuno utilizzare un unico metodo anche quando l'autore citato ne avesse adottato uno differente, mantenendo la trascrizione originale solo nelle citazioni bibliografiche in nota. La traduzione del Corano seguita è quella di Ida Zilio-Grandi: Il Corano, a cura di A. Ventura, Mondadori, Milano 2010. Introduzione Diverse tradizioni e cosmologie antiche, nell'affrontare il concetto del tempo, ne danno una lettura che si articola secondo due diverse prospettive: da una parte il tempo inteso come eternità, senza un inizio e una fine, quindi un tempo che possiamo definire metafisico; dall'altra il tempo misurabile, quel tempo legato al movimento degli astri, alle ore, ai giorni ecc. I neoplatonici chiamano αἰών-corrispondente al dahr arabo-la durata del mondo intelligibile eterno e χρόνος-lo zamān arabo-il tempo aristotelico, quello legato al movimento e numerabile, mentre in particolare in Proclo ritroviamo i concetti di «tempo separato» (χώριστος χρόνος) e «tempo non separato» (ἀχώριστος χρόνος). Irānshahrī, filosofo iraniano del IX secolo, parla di tempo non misurato e tempo misurato. Il medico e alchimista medievale Muḥammad ibn Zakarīyā Rāzī, riprendendo il suo

Research paper thumbnail of L'eccidio di Karbalā' e la dottrina sciita del sacrificio

Occhialì. Rivista sul Mediterraneo islamico, 2018

The massacre of Karbalā' is, after the revelation of the Qur'ān, the most important event in the ... more The massacre of Karbalā' is, after the revelation of the Qur'ān, the most important event in the sacred history of the Šī'ah and, furthermore, the event that has mostly distinguished and characterized every Šī'ah. In this article we analyze a distinctive feature of the Šī'ah within the Islamic world that is strictly related to what happened at Karbalā' in 680: the doctrine of sacrifice.

Research paper thumbnail of The Alid Iconography

Middle East - Topics & Arguments, 2017

In this work, we analysed the intertwining of social transformations and evolution of lived relig... more In this work, we analysed the intertwining
of social transformations and evolution of
lived religion through the kaleidoscope
of Alid iconographic worship in a postsocialist
context such as Albania. In this
framework, the Bektashi community
restored and renewed Alid iconography,
at first supported by transnational Iranian
and Alevi networks, in order to hold social
and political legitimation within the fragmented
religious field. The embodying
experiences of iconographic worship
could shape the cognitive perceptions
and moral dispositions of believers who
partly play, critically and individually, their
own religiosity. Finally, the spread of the
icons seems to indicate a marketization of
religious piety and a surfacing of public
Islam, promoted by the Bektashiyya, in
order to renegotiate power relations
within Albanian society.

Research paper thumbnail of La terza direttrice delle conquiste arabe in Europa. L’Italia, gli Aglabidi e Ibrāhīm II

Occhialì. Rivista sul Mediterraneo islamico, 2018

No discussion of the relations between the Christian-European and the Islamic world around the Me... more No discussion of the relations between the Christian-European and the Islamic world around the Mediterranean can be complete without knowledge of the Aghlabid Emirate. This Emirate was for more than a century one of the main channels of cultural and commercial exchange between the East and the West, as well as the most direct and concrete threat faced by the centre of Christendom in the long period of the Arab expansion. With Ibrahim II, this threat seemed to have almost been realized. INTRODUZIONE Nonostante altri episodi riferiti alle conquiste arabe ebbero, a causa dei ricorsi storici, una fama maggiore – pensiamo a Poitiers o agli assedi di Costantinopoli – furono le imprese di Ibrāhīm II, il più temibile emiro aglabide, l'episodio più realistico di conquista dell'Italia, di Roma e, di conseguenza, del cuore dell'Europa di quel tempo. Solo la caduta di Costantinopoli avrebbe potuto avere, in quel periodo, conseguenze pari a un'ipotetica conquista di Roma per le sorti della civiltà cristiana. Peraltro, le conferme di ciò sono nella enorme fama che Ibrāhīm ebbe sia tra i cronisti arabi sia tra gli occidentali del suo tempo, a differenza di Poitiers, che invece non ha alcuno spazio nelle cronache arabe. Ibrāhīm II è un personaggio non molto conosciuto in Occidente tra i non esperti di storia islamica o medievale, e citare le sue vittorie o le sue sconfitte non suscita ricordi nella maggior parte della gente, ma, in realtà, le sue gesta furono memorabili e ciò è testimoniato dalla vasta documentazione, sia in arabo sia in greco sia in latino. La battaglia di Poitiers, certamente più celebre delle imprese dell'emiro africano, è documentata invece esclusivamente in fonti latine: come spesso accade, episodi emblematici per alcuni non sono sempre universalmente tali. Nonostante ciò, il corso della storia, per varie ragioni, diede poca risonanza

Research paper thumbnail of La nascita di un impero islamico sul Mediterraneo. Il califfato ismailita dei fatimidi: dall'origine alla conquista dell'Egitto

Occhilì. Rivista sul Mediterraneo islamico, 2017

In the 10th century, a new empire arises on Mediterranean shores: the Fatimid Caliphate. In a few... more In the 10th century, a new empire arises on Mediterranean shores: the Fatimid Caliphate. In a few decades, a minority and persecuted Islamic fringe is able to found a vast, rich and enlightened empire. In this article, the dynamics that supported the creation of this empire will be analysed as well as and the characteristics that make it an illustrious example of fruitful coexistence between different cultures. INTRODUZIONE Negli ultimi anni, gran parte delle questioni politiche e sociali che maggiormente assillano tanto gli analisti quanto l'opinione pubblica ruotano intorno ai fenomeni della globalizzazione e della coesistenza di culture diverse. Dalla tv alle aule universitarie ci si imbatte quotidianamente in dibattiti sull'interculturalismo, su come garantire una pacifica convivenza tra genti tanto diverse quanto a stretto contatto e sulla bontà o meno delle differenti politiche adottate dai tanti paesi ormai inevitabilmente multiculturali. Ascoltando le opinioni in merito a queste problematiche, ciò che salta all'occhio di chi ha un po' di confidenza con la storia è che, troppo spesso anche nei dibattiti tra esperti, la prospettiva temporale della rielaborazione degli eventi è estremamente limitata. Pertanto, si guarda a questi fenomeni come a una peculiarità moderna e, in molti casi, addirittura come a una novità degli ultimi anni. Un tale approccio, ovviamente, non solo fa apparire il problema ancora più complesso di quanto in effetti possa essere, ma, cosa ancor più grave, crea solo timori e non lascia spazio a possibili orizzonti positivi. In realtà, di fenomeni di globalizzazione e interculturalismo ne è piena la storia: sono svariati gli esempi ai quali ci si potrebbe rivolgere, guardando agli imperi del passato, per averne conferme. Peraltro, non parliamo qui di semplici contingenze, ma di lunghi archi di tempo in cui culture apparentemente

Research paper thumbnail of Introduzione alla scienza delle lettere islamica. Fondamenti dottrinali e aspetti linguistici

Quaderni di linguistica, 2017

In questo articolo analizziamo una delle più importanti scienze sacre islamiche: lo 'ilm al-ḥurūf... more In questo articolo analizziamo una delle più importanti scienze sacre islamiche: lo 'ilm al-ḥurūf («scienza delle lettere»). Nella parte introduttiva, dopo un breve riepilogo delle più significative trattazioni in merito nel corso della storia e della cattiva quanto ingiusta fama che ha caratterizzato, in alcuni periodi e in alcuni ambienti, questa scienza, spieghiamo i motivi per cui è necessario un suo riesame oggi. Riguardo alla parte centrale e sostanziale dell'articolo, ci siamo concentrati principalmente sull'analisi dottrinale e metafisica della scienza delle lettere, con un'attenzione particolare ad alcune peculiarità metalinguistiche. Ciò mette in rilievo, tra le altre cose, alcuni elementi che interessano anche le teorie filosofico-linguistiche moderne. Così, infine, abbiamo approfittato di queste corrispondenze – certamente molto interessanti e sulle quali sarebbe bene approfondire l'esame magari con l'ausilio di esperti d'ambito linguistico – per sottolineare quei caratteri che contestualizzano e identificano l'argomento, chiarendone la realtà propria ed evitando, dunque, di snaturarlo, magari attraverso paragoni troppo azzardati.

Research paper thumbnail of OCCHIALÌ RIVISTA SUL MEDITERRANEO ISLAMICO N. 1 (2017)

INDICE Introduzione di Alberto Ventura » p. 4 SEZIONE – VIAGGIO NELL’ISLAM ITALIANO: LA CALABRIA ... more INDICE
Introduzione di Alberto Ventura » p. 4
SEZIONE – VIAGGIO NELL’ISLAM ITALIANO: LA CALABRIA
- Una pagina delle relazioni tra Calabria e Nord Africa. Occhialì e il fenomeno dei rinnegati nel XVI e XVII secolo
di Valentina Zecca » p. 7
SEZIONE – STUDI E RICERCHE
- La nascita di un impero islamico sul Mediterraneo. Il califfato ismailita dei fatimidi: dall’origine alla conquista dell’Egitto. Di Gustavo Mayerà » p. 27
- L’educazione contemporanea nel Mediterraneo islamico. Genesi dei sistemi scolastici nazionali tra colonialismo, resistenza religiosa, riformismo e nazionalismo. Di Sara Mazzei » p. 42
- Viaggio nel Mediterraneo. La “ri-scoperta” dell’Occidente nell’epoca del riformismo tunisino. Di Manuelita Scigliano » p. 59
- L’Islam balcanico all’interno dello spazio Mediterraneo.
Di Gianfranco Bria » p. 71
-I curdi: tra confini materiali e immaterialità dei confini. Di Gabriele Leone » p. 86
- La frontiera mediterranea possibile. L’esperienza dei corridoi umanitari. Di Sabrina Garofalo » p. 100
SEZIONE – RECENSIONI
- Daryush Shayegan, “Lo sguardo mutilato. Schizofrenia culturale: paesi tradizionali di fronte alla modernità”. Di Giacomo Maria Arrigo » p. 112

Research paper thumbnail of OCCHIALÌ RIVISTA SUL MEDITERRANEO ISLAMICO n°2 (2018)- ISLAM E TEMPO: SUCCESSIONI, CRONOLOGIE, ETERNITÀ

INDICE SEZIONE – VIAGGIO NELL’ISLAM ITALIANO: LA SICILIA E LA CALABRIA - La terza direttrice dell... more INDICE
SEZIONE – VIAGGIO NELL’ISLAM ITALIANO: LA SICILIA E LA CALABRIA
- La terza direttrice delle conquiste arabe in Europa. L’Italia, gli Aġlabidi e Ibrāhīm II. Di Gustavo Mayerà » p. 4
SEZIONE – STUDI E RICERCHE
- Tempo e ritualità nell’Islam. Di Gianfranco Bria » p. 28
- “Per il Tempo!” Uno Zeitbegriff islamico. Di Francesca Bocca » p. 43
- Il curioso caso del Mahdi redivivo. Ricorrenza del Mahdismo dal colonialismo all’Isis. Di Giacomo Maria Arrigo » p. 55
- Successione temporale, implementazione coranica e prospettiva escatologica. L’esegesi genderinclusive di Amina Wadud. Di Martina Biondi » p. 73
- La storia di un popolo e la scelta di un tempo: il calendario amazigh e la “questione” cabila. Di Valentina Fedele » p. 85
- Tempo e preghiera: il programma giornaliero di Ghazālī. Di Simone Dario Nardella » p. 99
- Fantascienza e distopia in Tawfīq al- Ḥakīm. Fī sanat malyūn. Di Marina Giacconi » p.112
SEZIONE – RECENSIONI
- H. Blasim et al., “Iraq+100, stories from a century after the invasion”. Di Sara Mazzei » p. 127

Research paper thumbnail of The Alid Iconography between Bektashi Claiming and Popular Piety in Contemporary Albania

In this work we analyzed the intertwining of social transformations and evolution of ... more In this work we analyzed the intertwining of social transformations and evolution of lived religion through the kaleidoscope of alide iconographic worships in a post-socialist contest such us Albania. In this framework Bektashiyya implemented alide iconography in order to shape their exotic-liberal identity and to get the support by Iranian embassy. The cognitive perceptions and the moral dispositions of icons-consumers were shaped by the embodying experiences of this worship. It indicates a de-privatization of public piety and a surfacing of public islam promoted by Bektashiyya in order to renegotiate power relations and finding a space within the public sphere.

Research paper thumbnail of L'ascesa dei Fatimidi in Africa e la rivolta filoabbaside della Sicilia

Occhialì. Rivista sul Mediterraneo islamico, 2019

In the year 909 AD, Abū 'Abd Allāh al-Šī'ī conquered the Aghlabid emirate in the name of the Imām... more In the year 909 AD, Abū 'Abd Allāh al-Šī'ī conquered the Aghlabid emirate in the name of the Imām 'Abd Allāh al-Mahdī, who was gloriously led to Qayrawān in the same year. Thus, the Fatimid caliphate was born, which included Sicily, along with most of North Africa. Initially, the people of Sicily accepted the new Isma'īlī sovereigns' domination, but soon a phase of instability began which would lead, under ibn Qurhub's leadership, to a full blown revolution and to the return of Sicily within the ranks of the Abbasid caliphate. Ibn Qurhub's adventure was brief, and in a few years the Fatimids managed to reaffirm their dominion over the island, but what happened in these delicate phases of the history of Sicily is surely important to understand the historical dynamics of that time in the Mediterranean. INTRODUZIONE All'inizio del X secolo, l'apogeo dell'emirato aglabide-raggiunto grazie all'impresa di Ibrāhīm II, che giunse con le sue conquiste fino a Cosenza 1-fu seguito da una repentina crisi, che portò in pochi anni il regno in mano a una dinastia ismailita: i Fatimidi 2. Dopo l'874, l'attività del propagandisti ismailiti, inizialmente limitata a parte della Siria e dell'Iraq, si allargò repentinamente e con una pervasività sempre maggiore, approfittando probabilmente delle tante difficoltà che in questi anni ebbe la dinastia abbaside. Così, iniziarono a nascere dei quartier generali ismailiti, sempre dipendenti dalla sede principale posta a Salamiyyah, ma disseminati in diverse regioni e città del Califfato Abbaside. Ognuna di queste roccaforti era detta dār al-hiǧrah («la casa dell'egira»), ispirandosi alla Medina

Research paper thumbnail of ETERNITÀ E TEMPO NELLA DOTTRINA ISMAILITA

Atrium. Studi metafisici e umanistici, 2018

Avvertiamo che la traslitterazione usata è quella scientifica: ṯ (th, come nell'inglese thing), ǧ... more Avvertiamo che la traslitterazione usata è quella scientifica: ṯ (th, come nell'inglese thing), ǧ (g dolce), ḫ (kh, una k velarizzata, simile alla jota spagnola), ḏ (dh, come nell'inglese this), š (sh, come nell'italiano scena), ṣ (una s enfatizzata), ḍ (una d enfatizzata), ṭ (una t enfatizzata), ẓ (una z enfatizzata), ' (enfatizza la vocale seguente), ġ (una g dura velarizzata), q (una k enfatizzata), ' (brusca emissione di suono, se iniziale, o sua brusca interruzione). Nomi e toponimi sono in genere riportati secondo la pronuncia araba. Per non confondere il lettore con trascrizioni diverse, si è ritenuto opportuno utilizzare un unico metodo anche quando l'autore citato ne avesse adottato uno differente, mantenendo la trascrizione originale solo nelle citazioni bibliografiche in nota. La traduzione del Corano seguita è quella di Ida Zilio-Grandi: Il Corano, a cura di A. Ventura, Mondadori, Milano 2010. Introduzione Diverse tradizioni e cosmologie antiche, nell'affrontare il concetto del tempo, ne danno una lettura che si articola secondo due diverse prospettive: da una parte il tempo inteso come eternità, senza un inizio e una fine, quindi un tempo che possiamo definire metafisico; dall'altra il tempo misurabile, quel tempo legato al movimento degli astri, alle ore, ai giorni ecc. I neoplatonici chiamano αἰών-corrispondente al dahr arabo-la durata del mondo intelligibile eterno e χρόνος-lo zamān arabo-il tempo aristotelico, quello legato al movimento e numerabile, mentre in particolare in Proclo ritroviamo i concetti di «tempo separato» (χώριστος χρόνος) e «tempo non separato» (ἀχώριστος χρόνος). Irānshahrī, filosofo iraniano del IX secolo, parla di tempo non misurato e tempo misurato. Il medico e alchimista medievale Muḥammad ibn Zakarīyā Rāzī, riprendendo il suo

Research paper thumbnail of L'eccidio di Karbalā' e la dottrina sciita del sacrificio

Occhialì. Rivista sul Mediterraneo islamico, 2018

The massacre of Karbalā' is, after the revelation of the Qur'ān, the most important event in the ... more The massacre of Karbalā' is, after the revelation of the Qur'ān, the most important event in the sacred history of the Šī'ah and, furthermore, the event that has mostly distinguished and characterized every Šī'ah. In this article we analyze a distinctive feature of the Šī'ah within the Islamic world that is strictly related to what happened at Karbalā' in 680: the doctrine of sacrifice.

Research paper thumbnail of The Alid Iconography

Middle East - Topics & Arguments, 2017

In this work, we analysed the intertwining of social transformations and evolution of lived relig... more In this work, we analysed the intertwining
of social transformations and evolution of
lived religion through the kaleidoscope
of Alid iconographic worship in a postsocialist
context such as Albania. In this
framework, the Bektashi community
restored and renewed Alid iconography,
at first supported by transnational Iranian
and Alevi networks, in order to hold social
and political legitimation within the fragmented
religious field. The embodying
experiences of iconographic worship
could shape the cognitive perceptions
and moral dispositions of believers who
partly play, critically and individually, their
own religiosity. Finally, the spread of the
icons seems to indicate a marketization of
religious piety and a surfacing of public
Islam, promoted by the Bektashiyya, in
order to renegotiate power relations
within Albanian society.

Research paper thumbnail of La terza direttrice delle conquiste arabe in Europa. L’Italia, gli Aglabidi e Ibrāhīm II

Occhialì. Rivista sul Mediterraneo islamico, 2018

No discussion of the relations between the Christian-European and the Islamic world around the Me... more No discussion of the relations between the Christian-European and the Islamic world around the Mediterranean can be complete without knowledge of the Aghlabid Emirate. This Emirate was for more than a century one of the main channels of cultural and commercial exchange between the East and the West, as well as the most direct and concrete threat faced by the centre of Christendom in the long period of the Arab expansion. With Ibrahim II, this threat seemed to have almost been realized. INTRODUZIONE Nonostante altri episodi riferiti alle conquiste arabe ebbero, a causa dei ricorsi storici, una fama maggiore – pensiamo a Poitiers o agli assedi di Costantinopoli – furono le imprese di Ibrāhīm II, il più temibile emiro aglabide, l'episodio più realistico di conquista dell'Italia, di Roma e, di conseguenza, del cuore dell'Europa di quel tempo. Solo la caduta di Costantinopoli avrebbe potuto avere, in quel periodo, conseguenze pari a un'ipotetica conquista di Roma per le sorti della civiltà cristiana. Peraltro, le conferme di ciò sono nella enorme fama che Ibrāhīm ebbe sia tra i cronisti arabi sia tra gli occidentali del suo tempo, a differenza di Poitiers, che invece non ha alcuno spazio nelle cronache arabe. Ibrāhīm II è un personaggio non molto conosciuto in Occidente tra i non esperti di storia islamica o medievale, e citare le sue vittorie o le sue sconfitte non suscita ricordi nella maggior parte della gente, ma, in realtà, le sue gesta furono memorabili e ciò è testimoniato dalla vasta documentazione, sia in arabo sia in greco sia in latino. La battaglia di Poitiers, certamente più celebre delle imprese dell'emiro africano, è documentata invece esclusivamente in fonti latine: come spesso accade, episodi emblematici per alcuni non sono sempre universalmente tali. Nonostante ciò, il corso della storia, per varie ragioni, diede poca risonanza

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Occhilì. Rivista sul Mediterraneo islamico, 2017

In the 10th century, a new empire arises on Mediterranean shores: the Fatimid Caliphate. In a few... more In the 10th century, a new empire arises on Mediterranean shores: the Fatimid Caliphate. In a few decades, a minority and persecuted Islamic fringe is able to found a vast, rich and enlightened empire. In this article, the dynamics that supported the creation of this empire will be analysed as well as and the characteristics that make it an illustrious example of fruitful coexistence between different cultures. INTRODUZIONE Negli ultimi anni, gran parte delle questioni politiche e sociali che maggiormente assillano tanto gli analisti quanto l'opinione pubblica ruotano intorno ai fenomeni della globalizzazione e della coesistenza di culture diverse. Dalla tv alle aule universitarie ci si imbatte quotidianamente in dibattiti sull'interculturalismo, su come garantire una pacifica convivenza tra genti tanto diverse quanto a stretto contatto e sulla bontà o meno delle differenti politiche adottate dai tanti paesi ormai inevitabilmente multiculturali. Ascoltando le opinioni in merito a queste problematiche, ciò che salta all'occhio di chi ha un po' di confidenza con la storia è che, troppo spesso anche nei dibattiti tra esperti, la prospettiva temporale della rielaborazione degli eventi è estremamente limitata. Pertanto, si guarda a questi fenomeni come a una peculiarità moderna e, in molti casi, addirittura come a una novità degli ultimi anni. Un tale approccio, ovviamente, non solo fa apparire il problema ancora più complesso di quanto in effetti possa essere, ma, cosa ancor più grave, crea solo timori e non lascia spazio a possibili orizzonti positivi. In realtà, di fenomeni di globalizzazione e interculturalismo ne è piena la storia: sono svariati gli esempi ai quali ci si potrebbe rivolgere, guardando agli imperi del passato, per averne conferme. Peraltro, non parliamo qui di semplici contingenze, ma di lunghi archi di tempo in cui culture apparentemente

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Quaderni di linguistica, 2017

In questo articolo analizziamo una delle più importanti scienze sacre islamiche: lo 'ilm al-ḥurūf... more In questo articolo analizziamo una delle più importanti scienze sacre islamiche: lo 'ilm al-ḥurūf («scienza delle lettere»). Nella parte introduttiva, dopo un breve riepilogo delle più significative trattazioni in merito nel corso della storia e della cattiva quanto ingiusta fama che ha caratterizzato, in alcuni periodi e in alcuni ambienti, questa scienza, spieghiamo i motivi per cui è necessario un suo riesame oggi. Riguardo alla parte centrale e sostanziale dell'articolo, ci siamo concentrati principalmente sull'analisi dottrinale e metafisica della scienza delle lettere, con un'attenzione particolare ad alcune peculiarità metalinguistiche. Ciò mette in rilievo, tra le altre cose, alcuni elementi che interessano anche le teorie filosofico-linguistiche moderne. Così, infine, abbiamo approfittato di queste corrispondenze – certamente molto interessanti e sulle quali sarebbe bene approfondire l'esame magari con l'ausilio di esperti d'ambito linguistico – per sottolineare quei caratteri che contestualizzano e identificano l'argomento, chiarendone la realtà propria ed evitando, dunque, di snaturarlo, magari attraverso paragoni troppo azzardati.

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INDICE Introduzione di Alberto Ventura » p. 4 SEZIONE – VIAGGIO NELL’ISLAM ITALIANO: LA CALABRIA ... more INDICE
Introduzione di Alberto Ventura » p. 4
SEZIONE – VIAGGIO NELL’ISLAM ITALIANO: LA CALABRIA
- Una pagina delle relazioni tra Calabria e Nord Africa. Occhialì e il fenomeno dei rinnegati nel XVI e XVII secolo
di Valentina Zecca » p. 7
SEZIONE – STUDI E RICERCHE
- La nascita di un impero islamico sul Mediterraneo. Il califfato ismailita dei fatimidi: dall’origine alla conquista dell’Egitto. Di Gustavo Mayerà » p. 27
- L’educazione contemporanea nel Mediterraneo islamico. Genesi dei sistemi scolastici nazionali tra colonialismo, resistenza religiosa, riformismo e nazionalismo. Di Sara Mazzei » p. 42
- Viaggio nel Mediterraneo. La “ri-scoperta” dell’Occidente nell’epoca del riformismo tunisino. Di Manuelita Scigliano » p. 59
- L’Islam balcanico all’interno dello spazio Mediterraneo.
Di Gianfranco Bria » p. 71
-I curdi: tra confini materiali e immaterialità dei confini. Di Gabriele Leone » p. 86
- La frontiera mediterranea possibile. L’esperienza dei corridoi umanitari. Di Sabrina Garofalo » p. 100
SEZIONE – RECENSIONI
- Daryush Shayegan, “Lo sguardo mutilato. Schizofrenia culturale: paesi tradizionali di fronte alla modernità”. Di Giacomo Maria Arrigo » p. 112

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SEZIONE – VIAGGIO NELL’ISLAM ITALIANO: LA SICILIA E LA CALABRIA
- La terza direttrice delle conquiste arabe in Europa. L’Italia, gli Aġlabidi e Ibrāhīm II. Di Gustavo Mayerà » p. 4
SEZIONE – STUDI E RICERCHE
- Tempo e ritualità nell’Islam. Di Gianfranco Bria » p. 28
- “Per il Tempo!” Uno Zeitbegriff islamico. Di Francesca Bocca » p. 43
- Il curioso caso del Mahdi redivivo. Ricorrenza del Mahdismo dal colonialismo all’Isis. Di Giacomo Maria Arrigo » p. 55
- Successione temporale, implementazione coranica e prospettiva escatologica. L’esegesi genderinclusive di Amina Wadud. Di Martina Biondi » p. 73
- La storia di un popolo e la scelta di un tempo: il calendario amazigh e la “questione” cabila. Di Valentina Fedele » p. 85
- Tempo e preghiera: il programma giornaliero di Ghazālī. Di Simone Dario Nardella » p. 99
- Fantascienza e distopia in Tawfīq al- Ḥakīm. Fī sanat malyūn. Di Marina Giacconi » p.112
SEZIONE – RECENSIONI
- H. Blasim et al., “Iraq+100, stories from a century after the invasion”. Di Sara Mazzei » p. 127

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In this work we analyzed the intertwining of social transformations and evolution of ... more In this work we analyzed the intertwining of social transformations and evolution of lived religion through the kaleidoscope of alide iconographic worships in a post-socialist contest such us Albania. In this framework Bektashiyya implemented alide iconography in order to shape their exotic-liberal identity and to get the support by Iranian embassy. The cognitive perceptions and the moral dispositions of icons-consumers were shaped by the embodying experiences of this worship. It indicates a de-privatization of public piety and a surfacing of public islam promoted by Bektashiyya in order to renegotiate power relations and finding a space within the public sphere.